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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XIII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04150 presentata da PALMIZIO ELIO MASSIMO (FORZA ITALIA) in data 19961015

Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'interno. - Per conoscere - premesso che: le abbondanti piogge che si sono abbattute sulle province di Ravenna, Forli', Cesena e Rimini hanno provocato vittime ed ingenti danni sia alle attivita' civili che a quelle economiche; le condizioni atmosferiche assolutamente pessime erano state previste con largo anticipo consentendo, di fatto, un'accurata pianificazione di uomini e mezzi per fronteggiare le eventuali emergenze che si sarebbero presentate nelle zone interessate dal maltempo -: quali misure di emergenza siano state attivate dal Governo e se le stesse siano state adottate fin dalla giornata dell'8 ottobre 1996, quando apparivano ormai certi i danni ingentissimi che si sono poi registrati; se il Governo, in stretto contatto con le prefetture e la struttura della protezione civile, abbia attivato tutte le misure d'intervento necessarie ad alleviare i disagi delle popolazioni colpite; se il Governo, in base alle numerose richieste pervenute, intenda pronunciarsi per lo stato di calamita' ed, in caso di diniego, il perche' di tale rifiuto. (4-04150)

Si risponde all'interrogazione di cui all'oggetto, per delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento Rapporti con il Parlamento. Sugli eventi alluvionali verificatisi nelle province di cui all'oggetto nei giorni 4, 5, 6, 7 e 8 ottobre 1996, si e' ampiamente riferito alle Commissioni ambiente al Senato, il giorno successivo, in risposta ad alcune interrogazioni. L'eccezionale ondata di maltempo era stata ampiamente prevista dagli Istituti meteorologici che collaborano con il Dipartimento della Protezione Civile (Servizio meteorologico dell'Aeronautica Militare, Servizio meteorologico della Regione Emilia-Romagna, Centro di monitoraggio ambientale dell'Universita' di Genova) e cio' ha consentito di allertare tempestivamente gli uffici competenti della regione e delle province interessate. Sono scattate automaticamente le previsioni operative contenute nella direttiva sulle procedure in situazioni di emergenza, trasmesse a tutti i comuni, le prefetture e le Regioni nonche' a tutte le forze operative, gia' dal dicembre 1995, e fin dal primo manifestarsi del fenomeno, presso questo Dipartimento e' stata costituita l'"unita' di crisi" per il coordinamento delle operazioni di emergenza e il soccorso delle popolazioni. Di rilievo sono stati i danni prodotti lungo la costa adriatica e, in particolare, nel ravennate, dove sono state evacuate circa 250 persone alle quali e' stata assicurata una adeguata sistemazione. Alle operazioni di emergenza hanno partecipato: l'esercito, i carabinieri, la polizia di Stato, la polstrada, la guardia di finanza, le capitanerie di porto, il corpo forestale, le polizie municipali, il volontariato, l'ENEL e la TELECOM. Per quanto riguarda i provvedimenti adottati dal Governo si precisa che, a seguito del verificarsi dei fenomeni atmosferici predetti, il Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell'Interno delegato per gli interventi di protezione civile, ha deliberato lo stato di emergenza per le province maggiormente colpite dagli eventi alluvionali, comprese quelle di Ravenna, Rimini, Bologna, Forli'-Cesena. Lo stato di emergenza, quindi, e' stato dichiarato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 11 ottobre 1996, ai sensi dell'articolo 5, comma 1, della legge n. 225/1992, fino al 30 dicembre 1997. E' stato poi approvato dal Governo il decreto-legge 12 novembre 1996 n. 576 (G.U. 12/11/1996, n. 265) concernente: "Interventi urgenti nelle zone colpite da eventi calamitosi dei mesi di giugno e ottobre 1996": decreto-legge gia' approvato dal Senato ed ora all'esame della Camera dei Deputati. A seguito della dichiarazione dello stato di emergenza, e' stata poi adottata l'ordinanza n. 2476 del 19 novembre 1996, con la quale si e' provveduto alla nomina del Presidente della Regione Emilia-Romagna a Commissario delegato per gli interventi urgenti nelle province di Bologna, Ravenna, Rimini e Forli'-Cesena. Al Commissario sono state assegnate lire 40 miliardi per interventi infrastrutturali d'emergenza, lire 1 miliardo per interventi a favore della popolazione, lire 5 miliardi per l'immediata ripresa delle attivita' produttive, mentre lire 3 miliardi sono stati assegnati complessivamente ai Prefetti competenti per interventi necessari ad assicurare i primi soccorsi. E' il caso di ricordare infine che, oltre alla dichiarazione dello stato di emergenza, l'attuale legislazione in materia di calamita' naturali prevede anche: la dichiarazione dell'esistenza del carattere di pubblica calamita' ai sensi dell'articolo 4 della legge 15 maggio 1954, n. 234 per la concessione delle provvidenze previste dalla legge 13 febbraio 1952, n. 50, a favore del settore industriale, commerciale ed artigianale. Il provvedimento e' emesso dal Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'Industria e su segnalazione delle Prefetture e degli Enti locali; la dichiarazione dell'esistenza di eccezionali calamita' e avversita' atmosferiche per le provvidenze del settore agricolo previste dalla legge 14 febbraio 1992, n. 185 (Fondo di solidarieta'). Il provvedimento e' emesso dal Ministro per le Risorse Agricole, Alimentari e Forestali su richiesta delle regioni interessate. I due provvedimenti sono in avanzata fase di istruttoria. Il Sottosegretario di Stato incaricato per il coordinamento della protezione civile: Barberi.



 
Cronologia
mercoledì 9 ottobre
  • Parlamento e istituzioni
    Viene costituita la Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi. Il presidente è il senatore della Sinistra democratica- l'Ulivo, Giovanni Pellegrino.

giovedì 17 ottobre
  • Parlamento e istituzioni
    La Corte costituzionale dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 6, comma 4, del decreto-legge 6 settembre 1996, n. 462, recante Disciplina delle attività di recupero dei rifiuti, per aver «reiterato, con contenuto immutato ed in assenza di nuovi presupposti di necessità e urgenza, la disposizione» espressa da precedenti decreti-legge decaduti. La sentenza blocca la prassi del Governo di reiterare il contenuto dei decreti-legge (sentenza n. 360).