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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XIII Legislatura della repubblica italiana

INTERPELLANZA 2/00259 presentata da ROSCIA DANIELE (LEGA NORD PER L'INDIPENDENZA DELLA PADANIA) in data 19961023

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che: la mancata conversione in legge del decreto-legge 8 agosto 1996, n. 443, ha prodotto, tra gli altri effetti, anche l'impossibilita' di esercitare l'attivita' venatoria all'interno dei parchi; tale situazione ha reso l'esercizio di un'attivita' lecita, quale la caccia all'interno dei parchi, un fatto penalmente perseguibile, "anche laddove la volonta' medesima non ha alcuna determinazione"; la mancata conversione in legge del decreto in oggetto, avvenuta a stagione venatoria avviata, creando un grave e profondo disagio non solo ai cacciatori, ma anche agli operatori del settore stesso, nella regione Lombardia ha comportato, quale conseguenza immediata, la chiusura di qualsiasi attivita' venatoria su un territorio molto vasto, che risulta interessato dall'insediamento di parchi naturali regionali, "incompatibili, gli stessi, con la legge nazionale sui parchi, che, stando a quanto previsto dal legislatore, debbono essere solo di natura e collocazione nazionale"; l'individuazione delle aree oggetto di divieto, in conseguenza della mancata conversione del decreto-legge in oggetto, non appare certamente agevole per i cacciatori, in quanto le aree interessate dall'insediamento dei parchi non risultano adeguatamente, e in alcuni casi totalmente, segnalate da appositi cartelli. Quindi, solo una spiccata fantasia ne puo' ipoteticamente delimitare il perimetro; con la chiusura della caccia nei parchi del territorio lombardo tutto rimane totalmente esclusa la possibilita' di esercitare l'attivita' venatoria, essendo interessata anche la "zona faunistica delle Alpi" quando la legge in vigore stabilisce nella misura massima del 25 per cento la quantita' di territorio agrosilvopastorale da sottrarre all'attivita' venatoria; ulteriore effetto di quanto prodotto dalla mancata conversione in legge del decreto-legge n. 443 del 1996 e' la perdita di validita' delle autorizzazioni per la caccia di appostamento fisso per "capanni", ricompresi all'interno dei parchi naturali regionali, che hanno una validita' triennale e che sono state rilasciate negli scorsi mesi di agosto/settembre 1996; la mancata conversione del decreto-legge n. 443 del 1996 ha comportato per buona parte dei cacciatori lombardi l'impossibilita' di praticare l'attivita' venatoria, per la quale hanno piu' che sufficientemente pagato anticipatamente; l'esercizio dell'attivita' venatoria, come previsto dalla legge n. 157 del 1992 e' sottoposta ad un regime di tipo concessorio nazionale; pertanto, ottenuto il rilascio della licenza di caccia e provveduto a tutti gli adempimenti inerenti e conseguenti, al cacciatore spetta legittimamente la possibilita' di esercitare l'attivita' venatoria; tra gli adempimenti sopra citati vi e' la corresponsione allo Stato ed agli altri enti competenti di una tassa di importo non trascurabile, circa lire settecentomila; la tassa richiesta dallo Stato al cittadino cacciatore e' da ritenersi legittima e contestualmente appare altrettanto legittima, e pertanto dovuta, la possibilita' al cittadino cacciatore in regola con i versamenti di praticare l'attivita' venatoria medesima; ogni prelievo operato in difformita' dalla logica sopra esposta e' palesemente illegittimo, per non dire assurdo -: se il Governo non ritenga di dover provvedere, relativamente agli importi incassati dallo Stato, alla corresponsione di un rimborso della tassa di concessione governativa per il rinnovo annuale della licenza di porto di fucile per uso caccia stabilita per il 1996 in lire duecentosessantamila; se il Governo non ritenga opportuno invitare la Regione a rimborsare le ulteriori imposte regionali, ammontanti a lire trecentocinquantamila, mettendo esso stesso a disposizione delle regioni i fondi per la corresponsione dei rimborsi; disponendo altrettanto per le province, alle quali viene corriposta una parte dei versamenti; se il Governo non ritenga opportuno un rapido impegno ed una maggiore coerenza verso quei cittadini che, degni portatori di aspettative legittimamente formate, si vedono immotivamente cancellare diritti acquisiti, per i quali gli stessi, oltre ad esserne legittimi fruitori, hanno gia' pagato abbondantemente, in alcuni casi l'intero ammontare del costo della licenza di caccia e delle relative imposte, considerando che tali versamenti sono anche frutto di risparmio da parte di pensionati i quali accantonano piccole somme della propria pensione, che, nel suo totale mensile, e' inferiore all'importo globale della licenza medesima. (2-00259)





 
Cronologia
giovedì 17 ottobre
  • Parlamento e istituzioni
    La Corte costituzionale dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 6, comma 4, del decreto-legge 6 settembre 1996, n. 462, recante Disciplina delle attività di recupero dei rifiuti, per aver «reiterato, con contenuto immutato ed in assenza di nuovi presupposti di necessità e urgenza, la disposizione» espressa da precedenti decreti-legge decaduti. La sentenza blocca la prassi del Governo di reiterare il contenuto dei decreti-legge (sentenza n. 360).

mercoledì 23 ottobre
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera, con 316 voti a favore e 286 voti contrari, approva l'articolo unico del disegno di legge di conversione A.C. 2298 del decreto-legge 24 settembre 1996, n. 497, recante disposizioni urgenti per il risanamento, la ristrutturazione e la privatizzazione del Banco di Napoli, su cui il Governo ha posto la questione di fiducia.

mercoledì 30 ottobre
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva, con 312 voti favorevoli e 267 contrari, l'emendamento Dis. 1. 1. del Governo interamente sostitutivo dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge 20 settembre 1996, n. 486, Disposizioni urgenti per il risanamento dei siti industriali delle aree di Bagnoli e di Sesto San Giovanni (AC 2278), sulla cui approvazione il Governo ha posto la questione di fiducia.