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Documenti ed Atti

XIII Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00058 presentata da DI FONZO GIOVANNI (SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO) in data 19961128

La Camera, premesso che: il regolamento (CEE) 2081/93, relativo alle missioni dei fondi a finalita' strutturali, indica il 1996 quale ultimo anno di permanenza dell'Abruzzo fra le regioni dell'obiettivo 1 (articolo 8, paragrafo 3), avendo, la stessa, fatto registrare un livello di PIL pro capite superiore al 75 per cento della media comunitaria; i programmi di iniziativa comunitaria (LEADER, ADAPT, NOW, HORIZON, eccetera) interessano solo i territori previsti dall'obiettivo di cui sopra; gli aiuti statali a finalita' regionale riguardano gli interventi nelle aree depresse previsti dalla legge n. 488 del 1992, e successive integrazioni e modificazioni, dalle leggi nn. 236 e 237 del 1993 e dalla legge n. 95 del 1995 per l'imprenditoria giovanile, dalle leggi nn. 104 e 341 del 1995, e successive modificazioni e integrazioni, eccetera; la decisione della Commissione del 3 marzo 1995 (aiuti di Stato n. 40 del 1995) ha sottoposto a verifica il regime di aiuti e ha definito i territori che ne possono beneficiare indipendentemente dallo status di "area obiettivo", classificati nel modo seguente: 1) zona A e B del Mezzogiorno, coperte entrambe dalla deroga di cui all'articolo 92.3.a del Trattato di Roma; 2) zone coperte dalla deroga di cui all'articolo 92.3.c per una percentuale di popolazione nazionale coperta del 12,5 per cento a cui si aggiunge il 2,2 per cento (corrispondente alla popolazione dell'Abruzzo) fino al 31 dicembre 1996. L'elenco definitivo e' stato approvato con nota SG(95) D/3817 del 28 marzo 1995. Nelle diverse aree e' stata anche fissata una diversa graduazione degli incentivi alle imprese pari a: 65 per cento ESN e ESL nella zona A e 55 per cento nella zona B; dal 45 al 30 per cento, a decrescere fino al 1999, per il Molise; dal 35 per cento al 30 per cento, per le PMI, a decrescere fino al 1996, e 25 per cento per le GI in Abruzzo (pari gia' al 50 per cento dei tassi vigenti nei territori obiettivo 1), a cui va aggiunta una sensibile riduzione della fiscalizzazione degli oneri sociali e degli interventi del fondo di garanzia; 20 per cento ESN oper le PI, 15 per cento per le MI e 10 per cento per la GI nei comuni del centro-nord; 15 per cento in ESL o nei limiti del de minimis nelle zone fuori dalla deroga di cui all'articolo 92.3.a e c. (obiettivi 2 e 5b), in base a quanto previsto dalla disciplina comunitaria in materia di aiuti di Stato alle PMI (decisione CE del 20 maggio 1992); per i territori che sono contemporaneamente coperti dalla deroga di cui all'articolo 92.3.a. o c., ed eleggibili agli obiettivi della politica regionale comunitaria, la validita' temporale della designazione e' limitata ai periodi di intervento attualmente previsti dalla normativa sui fondi strutturali, mentre per le aree fuori obiettivo essa e' analoga a quella attualmente prevista per l'obiettivo 2; il Cipe, con delibera del 27 aprile 1995, ha recepito l'intesa di cui sopra ampliando l'ambito di applicazione della politica regionale anche alle aree dell'obiettivo 2 e 5b; per l'Abruzzo, dagli atti sopra citati, e in base a quanto previsto dal decreto 13 maggio 1996 del Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato, si prevederebbe automaticamente, dopo un periodo transitorio di decalage dell'intensita' contributiva fino al 31 dicembre 1996, l'inserimento definitivo nei territori coperti dalla deroga di cui all'articolo 92.3.c. alle stesse condizioni di alcuni comuni del centro-nord; considerato che: l'attuazione dei programmi multiregionali, riguardanti settori decisivi soprattutto in termini di adeguamento della dotazione infrastrutturale e dai quali sarebbe dovuto provenire un impulso notevole per lo sviluppo regionale, procede con notevoli ritardi; l'articolo 39 (riprogrammazione finanziaria investimenti) del provvedimento collegato alla legge finanziaria prevede infatti la riprogrammazione delle risorse dei fondi strutturali comunitari, programmate per gli esercizi 1994-1996 e non ancora oggetto di impegno contabile alla data del 31 dicembre 1996, e che la conseguente ridestinazione sara' effettuata, compatibilmente con i termini temporali previsti dalla normativa comunitaria, assicurando di massima il rispetto dell'originaria allocazione territoriale delle risorse; l'assegnazione delle risorse all'obiettivo 1 teneva conto anche di territori dell'Abruzzo; la parte multiregionale incide per circa il 55 per cento delle risorse totali previste; alla luce di quanto sopra esposto e' quindi piu' che concreto il rischio che l'Abruzzo resti escluso dai benefici, visto che si avvicina il 31 dicembre 1996, data di scadenza della permanenza nell'obiettivo 1, per cui e' facile calcolare l'ingente danno derivante dalla situazione evidenziata; anche l'avanzamento dei programmi regionali cofinanziati con risorse comunitarie a finalita' strutturale, che avrebbero dovuto essere operativi gia' con l'inizio del 1994, non rispetta i tempi programmati. Non vi e' dubbio, infatti, che tale ritardo sia dipeso in larga misura dalla estrema complessita' del processo di programmazione adottato, sia a livello comunitario che nazionale, per la definizione dei piani di interventi per le regioni dell'obiettivo 1 e che altri ritardi si siano poi aggiunti nella fase di programmazione finale, sia a livello comunitario che a livello nazionale. L'ultimo programma operativo e' stato approvato durante l'estate 1995 quando mancavano ormai solo meno di diciotto mesi al termine finale per ultimare gli impegni; i ritardi sopra evidenziati rischiano di far slittare anche la programmazione dei futuri interventi previsti a partire dal 1^ gennaio del 2000; l'evoluzione della situazione degli ultimi anni e l'analisi di tutti gli indicatori statistici riferibili alla situazione socioeconomica regionale (rapporto SVIMEZ, dati ISTAT e EUROSTAT) indicano il permanere di situazioni di ritardo strutturale. Se e' vero infatti che l'economia regionale ha fatto registrare negli ultimi anni (in particolare dal 1980 in poi) un processo di crescita accelerato, tale da condurla a superare la soglia del livello di reddito pro capite individuato dalla Commissione per l'inclusione fra le regioni dell'obiettivo 1, e' altrettanto vero che la regione continua a presentarsi caratterizzata dai seguenti dati: 1) il PIL pro capite, riferito ai dati EUROSTAT 1993 (EUR=15), non aumenta ma e' in linea con quello riscontrato nel periodo 1989-1991 (EUR=12); da elaborazioni SVIMEZ fino al 1994, emerge una tendenza alla diminuzione del PIL, che si allontana da quello del centro-nord; 2) il tasso di disoccupazione, pur inferiore alla media italiana, rimane comunque superiore rispetto al centro-nord e registra un andamento instabile; esso risulta particolarmente preoccupante in alcune aree della regione; 3) un tasso di industrializzazione inferiore a quello riscontrabile nelle aree del centro-nord, comprese quelle ammesse alla deroga di cui all'articolo 92.3. c.; 4) un tasso di occupazione nel settore agricolo superiore alla media nazionale e a quella del centro-nord; 5) i principali indicatori della struttura economico-patrimoniale delle imprese evidenziano punti di debolezza dell'intero sistema produttivo; la combinazione di un PIL/pro capite ridotto rispetto ai valori nazionali e di un tasso di disoccupazione nella media nazionale evidenzia inoltre la presenza di fenomeni di sottoccupazione che, insieme al basso valore aggiunto per unita' di prodotto, al ridotto livello di capitalizzazione e agli indici di indebitamento con il sistema bancario, caratterizzano un sistema produttivo ancora tradizionale e con ridotti livelli di know-how, molto debole e abbastanza instabile; alla luce di quanto sopra evidenziato, a partire dal 1^ gennaio 1997 la regione Abruzzo risulta praticamente esclusa da tutti gli aiuti previsti dai fondi comunitari; tale scenario comporta conseguenze decisive per lo sviluppo della regione assai piu' estese di quelle direttamente ascrivibili alla impossibilita' di fruire (o di fruire in misura piu' contenuta) dei benefici della politica regionale comunitaria; ripercussioni piu' immediate e dirette si avrebbero in particolare sulla politica regionale e, percio', sul sistema delle imprese: il regime di aiuti applicabile alle attivita' produttive operanti sul territorio regionale - attualmente, e fino al 31 dicembre 1996, le imprese regionali fruiscono di un massimale di intensita' di aiuti all'investimento produttivo pari al 30 per cento per le PMI e del 25 per cento per le altre imprese, gia' di gran lunga inferiore a quello previsto per le aree obiettivo 1 - ne risulterebbe inevitabilmente influenzato, con una piu' che probabile riduzione di tale massimale a livelli incompatibili con le necessita' di sostegno e di impulso per il sistema produttivo regionale; da tale quadro deriva, per l'Abruzzo, una situazione singolare e paradossale: una grave ingiustizia per una regione con un tessuto produttivo caratterizzato da livelli ancora considerevoli di ritardo rispetto alle aree piu' sviluppate del Paese (i vari comuni del centro-nord), che si trova, in assenza di opportune decisioni, nell'impossibilita' di fruire degli aiuti e degli incentivi previsti per le regioni dell'obiettivo 1, ma finanche degli aiuti e degli incentivi destinati alle aree degli obiettivi 2 e 5b, e risulta equiparata, in termini di massimali di aiuti alle imprese, ai territori coperti dalla deroga ai sensi dell'articolo 92.3.c.; tale situazione si ripetera' anche per le altre regioni del Mezzogiorno, che raggiungeranno i parametri precedentemente indicati e che pero' con cio' non risultano aver raggiunto un livello di sviluppo consolidato, che si realizza attraverso un fenomeno cumulativo di aspetti culturali, storici, ambientali, oltre che economici; impegna il Governo stante anche il fatto che si tratta del primo caso nell'Unione europea e che non esistono esperienze in merito, ad assumere iniziative efficaci al fine di: accelerare la conferma ufficiale dello slittamento dei termini previsti per l'espletamento delle attivita' connesse con i programmi in corso POM (Monofondo), POP (Plurifondo), Leader II ed altri programmi di iniziativa comunitaria, Tali termini devono essere prorogati al 31 dicembre 1998, per quanto riguarda gli impegni di spesa; al 31 dicembre 2000, per quanto riguarda i pagamenti: la proroga di tali termini deve essere applicata anche per gli aiuti previsti dai programmi multiregionali per interventi da localizzare nella regione Abruzzo, assicurando, comunque, alla stessa le risorse finanziarie originariamente previste, lasciando inalterata, in entrambi i casi, l'intensita' percentuale dei contributi approvati; garantire, nell'ambito della riprogrammazione delle risorse dei fondi strutturali comunitari, programmate per gli esercizi 1994-1996 e non ancora oggetto di impegno contabile alla data del 31 dicembre 1996, il rispetto dell'originaria allocazione territoriale delle risorse in funzione degli strumenti e dei modelli organizzativi adottati dalle regioni per garantire un rapido avanzamento della spesa; concedere, nel rispetto di quanto previsto dalle procedure comunitarie, la proroga, fino al 31 dicembre 1999, dei massimali di aiuti attualmente vigenti in Abruzzo superiori a quelli previsti negli altri territori coperti dalla deroga di cui all'articolo 92.3.c., in considerazione dell'andamento degli indicatori statistici sopra evidenziati e del fatto che essi sono gia' pari al 50 per cento di quelli previsti nelle altre regioni del Mezzogiorno: cio' consentira' di continuare ad accedere con la stessa intensita' ai benefici previsti dalle leggi statali di finanziamento e sostegno collegate con i criteri di attribuzione comunitari (leggi nn. 236 e 237 del 1993, n. 488 del 1992, nn. 95 e 341 del 1995, eccetera) e destinate alle aree in ritardo di sviluppo; avviare urgentemente un negoziato con l'Unione europea poiche' l'Abruzzo e le altre regioni che si troveranno nella stessa situazione non possono rimanere escluse dalla fase fondamentale di programmazione dell'assetto finanziario di sostegno alle regioni dell'Unione. E' per tale motivo che, nel quadro di una maggiore flessibilita' delle normative relative ai fondi strutturali, si potrebbe valutare anche l'opportunita' di elaborare una strategia tesa all'individuazione di un obiettivo specifico per quelle regioni che si trovano a dover gestire, in tempi piu' o meno ravvicinati, una inevitabile fase di transizione dal regime assistito al regime ordinario e di cui l'Abruzzo rappresenta il primo esempio. (1-00058)

 
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