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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XIII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01378 presentata da PEZZOLI MARIO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 19970116

Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro del tesoro. - Per conoscere - premesso che: il commissario liquidatore dell'Efim, professor avvocato Alberto Predieri, che si avvale nella sua attivita' della consulenza del professor avvocato Alberto Santa Maria di Milano e dell'avvocato Fabio Pulsoni di Roma, nonche' della "Bain, Cuneo e associati" di Milano per una prima istruttoria delle offerte di acquisto dei beni, di volta in volta presentate, pubblica nel 1995 un "invito a manifestazioni di interesse all'acquisto delle partecipazioni delle attivita' e dei beni del comparto alluminio afferenti ai settori metallo primario, laminati, imballaggio ed estrusi del gruppo Alumix", in cui al penultimo comma, si legge che "la cessione o le cessioni saranno condotte con trattative nell'ambito del diritto privato, riservandosi il commissario liquidatore - che agisce a norma dell'articolo 4, comma 1, del decreto-legge n. 487 del 1992, convertito con modificazioni dalla legge n. 33 del 1993, con atti di natura privatistica... - la piena discrezionalita' sia nei confronti degli interlocutori sia in relazione all'apertura o meno di trattative sull'oggetto di singole richieste sia nelle determinazioni finali"; l'invito - molto stranamente - non conteneva, tra i siti ed impianti offerti in vendita, gli impianti di corderia e trafileria della "Alumix spa", nonche' i terreni circostanti situati in via dei Sali n. 3 di Porto Marghera - complesso industriale non di poco conto essendo costituito da un'area complessiva di centodiecimila metri quadrati di cui sessantamila coperti da capannoni e quattordicimila di banchina, situati nel cuore del porto di Marghera - eppure alienati, presuntivamente sulla base del menzionato "invito", a trattativa privata con contratto di cessione stipulato il 31 ottobre 1996 con la "Trafilerie e Corderie di Venezia spa" al risibile corrispettivo di lire 3.620 milioni, a fronte del ramo d'azienda trafilerie e corderie, piu' tutta l'area di via dei Sali n. 3, pari ad ulteriori novantamila metri quadrati - di cui 60 per cento coperti da capannoni industriali liberi e quattordicimila metri quadrati di banchina portuale; per valutare l'inconsistenza del ricavato della cessione si consideri che l'impiantistica, da sola, venne peritata al valore complessivo di millecinquecento milioni di lire; ne consegue necessariamente una definizione con gli acquirenti dell'intera superficie ceduta a circa ventimila lire al metro quadrato, contro le duecentomila e piu' lire a metro quadrato che rappresenta la reale quotazione dell'area a prezzo corrente di mercato; oltre alla macroscopica svista, che ha comportato l'alienazione da parte della procedura straordinaria di un bene pubblico a un valore presumibilmente dieci volte inferiore a quello effettivo, rimangono poco chiare le circostanze in cui tale alienazione e' stata effettuata; infatti; un importante gruppo bresciano operante nel settore dell'alluminio, che vanamente aspirava all'acquisto degli impianti di corderia e trafileria, oppone a tale vendita, per il tramite del proprio legale - noto avvocato amministrativista di Roma - una serie di eccezioni, ampiamente descritte e ben circostanziate e la cui fondatezza balza agli occhi di qualsiasi individuo dotato di comune buon senso; il quadro delle irregolarita' denunciate si apre con l'assoluta mancanza nell'"invito" pubblicato nel 1995 sul quotidiano ll Sole-24 Ore, di alcuna espressa menzione all'area Alumix di via dei Sali a Marghera; gia' tale condizione pregiudiziale sembra essere opportunamente calibrata per ridurre il numero dei possibili concorrenti. Il suddetto gruppo industriale, dopo esser venuto a conoscenza per altre vie dell'acquisibilita' dell'area, denuncia di non aver ricevuto alcuna risposta alla propria richiesta di maggiori informazioni, inviata direttamente al commissario liquidatore con lettera raccomandata del 20 giugno 1996. Preso contatto diretto con la "Bain, Cuneo e associati", al fine di ottenere adeguata e idonea documentazione per poter formulare l'offerta, riceve documentazione scarsa e approssimativa e la possibilita' di visitare gli impianti solo in data 24 luglio 1996. Dopo un incontro tenutosi a Milano il 30 luglio, all'insegna della massima reticenza da parte degli interlocutori, il 1^ agosto 1996 l'avvocato Santa Maria comunica al gruppo che l'eventuale offerta di acquisto della "Trafilerie e corderie di Porto Marghera" avrebbe dovuto pervenire entro e non oltre il 4 settembre 1996. Nel frattempo, la "Bain, Cuneo e associati", unica in grado di poter fornire gli elementi e i dati necessari per la redazione di un'offerta corretta e sufficientemente articolata, rimane chiusa per ferie quasi tutto il periodo d'agosto 1996. Nonostante cio', il gruppo riesce comunque a formulare un'offerta nei tempi prescritti e, nelle more di una dovuta risposta ottiene il permesso di rivisitare gli impianti in data 17 settembre. All'oscuro del ben diverso trattamento riservato ad altra societa' concorrente, la "Trafilerie e corderie di Venezia spa", il gruppo bresciano formula il giorno 9 ottobre un'offerta piu' articolata rispetto alla precedente, nel mentre, quello stesso giorno, a sua insaputa, viene stipulato dalla procedura un contratto preliminare di vendita con la menzionata concorrente; nel merito delle due diverse offerte, va precisato che quella del gruppo bresciano - che, lo si ripete, opera nel settore dell'alluminio e dunque possiede tutte le potenzialita' previste per conseguire un proficuo recupero industriale nonche' il mantenimento del livello occupazionale - riguardava esclusivamente gli impianti e l'area strettamente a questi connessa, pari a circa il dieci per cento del sito complessivo; in pratica, mancando della sufficiente informazione, il gruppo aveva ritenuto esclusi i terreni prospicienti, dotati di ben maggior ed autonomo valore. Eppure, per i soli impianti e una porzione trascurabile dell'area complessiva, il gruppo bresciano offre la rispettabile cifra di due miliardi - corrispondente a quanto inizialmente richiesto ai potenziali interessati dai consulenti dell'avvocato Predieri e pari al valore contabile degli impianti piu' settemila metri quadrati coperti e cinquemila di scoperto - che, paragonati ai circa tre e mezzo che la concorrente "Trafilerie e corderie di Venezia" ha pagato per aggiudicarsi l'intero complesso - immobiliare novantamila metri quadri di cui il 60 per cento coperto e quattordicimila metri quadri di banchina - risultano comparativamente di gran lunga superiori e adeguati all'effettivo valore dei beni; si consideri ora chi e' il concorrente che e' stato preferito dalla procedura: si tratta di una societa' neo-costituita, composta da un piccolo imprenditore nel settore della carpenteria e dei montaggi, da un dipendente del ministero delle finanze, da uno dell'ACTV (azienda trasporti di Venezia), da due imprenditori edili (che combinazione!), un insegnante, un commerciante e un agente di assicurazioni. Eppure, nonostante le forti perplessita' apparse a piu' riprese sulla stampa locale e manifestate da alcuni sindacalisti, sia sul metodo con il quale e' stata effettuata la vendita o, meglio, la "svendita" dell'area, e sulla mancanza di professionalita' nel settore da parte degli acquirenti, che non garantirebbe di fatto il mantenimento del livello occupazionale, tutta l'operazione riceve l'imprimetur del sindaco Cacciari. L'acquirente, dalla data dell'acquisto a oggi, muta a piu' riprese denominazione sociale e rivela, nella sua costruzione societaria, alcune peculiarita' che denotano l'idoneita' della struttura a favorire il libero passaggio dei pacchetti di minoranza: l'unica quota vincolata e non liberamente trasferibile e', infatti, quella del socio di maggioranza relativa; infine, vi e' il naturale e scontato epilogo: il 6 dicembre 1996 vengono posti in sospensione totale dal lavoro diciassette lavoratori, pari al 50 per cento della forza lavoro totalmente impegata, per temporanea mancanza di commesse. Ovvio risultato dell'inesperienza nel settore del gruppo che ha acquistato l'area; a fronte delle contestazioni pervenutegli da piu' parti su come e' stata condotta la vicenda, il professor avvocato Alberto Predieri, liquidatore dell'Efim, sostiene che il proprio comportamento non e' vincolato da procedure di natura pubblicistica e che, dunque, egli era libero di agire secondo lo ius privatorum, con tutta la discrezionalita' che cio' comporterebbe. Ora, sebbene la norma istitutrice della liquidazione straordinaria dell'Efim conferisca al commissario poteri superiori rispetto ad altri soggetti operanti nell'ambito pubblicistico, e' ben certo che sia l'Efim che le societa' controllate sono soggetti pubblici e che pubblico e' il patrimonio di cui sono titolari e pertanto la loro dismissione deve essere fatta nell'ottica del perseguimento dell'interesse pubblico a vendere al meglio. Orbene, nel caso de quo, ad avviso degli interroganti non solo vi e' stato il mancato rispetto del procedimento di scelta del contraente nel principio della parita' di trattamento e dell'accoglimento dell'offerta piu' vantaggiosa, ma, fatto ancora piu' grave, non vi e' stata alcuna tutela dell'interesse pubblico a vendere "al meglio" nonche' al mantenimento del livello occupazionale esistente, sia perche' non e' stata presa in alcuna considerazione l'offerta del gruppo bresciano che, riferita al solo ramo d'azienda, era proporzionalmente superiore al prezzo poi effettivamente pagato dagli acquirenti per acquistare il tutto (azienda piu' terreni) sia anche perche' era evidente gia' dalla stessa composizione della compagine sociale dell'acquirente che sussisteva carenza di professionalita' ed esperienza nel settore in grado di poter garantire il mantenimento dei posti di lavoro: tant'e' vero che oggi gli operai sono gia' in cassa integrazione! Si sarebbe dovuto - ma non lo si e' voluto! - intendere che l'unico interesse era quello della speculazione edilizia. Difficile, a questo punto, esimerci dal rivolgere la solita domanda a cui ci hanno accostumato decenni di malgoverno: Cui prodest? -: perche' il Ministro del tesoro, nonostante sia stato sollecitato in tal senso da piu' fonti indirette, comprese le notizie apparse in varie riprese sulla stampa - e anche dirette, come risulta da comunicazione personale inviatagli dagli interessati in data 4 novembre 1996, contenente il resoconto particolareggiato della vicenda - non ha esercitato il potere-dovere di controllo sull'operato del commissario liquidatore, verificando che il patrimonio pubblico rappresentato in questo caso dall'area Alumix di Marghera fosse stato effettivamente venduto al meglio, e come mai non siano state rispettate le pre-condizioni di effettiva salvaguardia del livello occupazionale esistente, che imponevano una piu' seria valutazione del soggetto acquirente. (5-01378)

 
Cronologia
domenica 12 gennaio
  • Politica, cultura e società
    Nei pressi della stazione di Piacenza deraglia un Pendolino in servizio sulla linea ferroviaria Milano-Roma, provocando 8 morti e 30 feriti.

giovedì 16 gennaio
  • Politica, cultura e società
    A Milano i produttori di latte protestano e bloccano il traffico contro la multa imposta dalla Ue per aver superato le quote di latte consentite. Nei giorni successivi i manifestanti bloccheranno gli aeroporti di Linate, Malpensa e Venezia.

sabato 18 gennaio
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Il Presidente del Consiglio Romano Prodi incontra a Venezia il premier spagnolo José Maria Aznar, dopo il rifiuto da parte di Aznar di un'alleanza mediterranea.