Vai al sito parlamento.it Vai al sito camera.it

Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XIII Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00108 presentata da STELLUTI CARLO GIUSEPPE (SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO) in data 19970303

La Camera premesso che: la dilagante disoccupazione costituisce un grave problema, che porta con se' pericoli crescenti di disgregazione sociale, di allargamento della fascia di poverta', di sovraccarico sulle famiglie; i rimedi fino ad ora messi in atto si sono dimostrati inadeguati, quando non del tutto inefficaci, a contrastarla. Infatti, come confermano i dati, le persone in cerca di occupazione nel 1991 in Italia erano pari al 10,9 per cento delle forze di lavoro, nel 1992 all'11,5 per cento, nel 1993 al 10,2 per cento, nel 1994 all'11,3, nel 1995 al 12 per cento e, dai dati disponibili, nel 1996 si sono ancora attestate attorno al 12 per cento. Il fenomeno e' particolarmente accentuato in alcune regioni del Mezzogiorno, facendo registrare per tutto il Sud, nel 1995, la punta storica del 21 per cento, ed ha una sua rilevanza nelle aree di piu' antica industrializzazione, oggetto di imponenti processi di abbandono della grande industria; la profonda segmentazione del mercato del lavoro appare in tutta la sua evidenza negli alti e crescenti differenziali tra regioni, sesso e classi d'eta' a favore del Sud, delle donne, dei giovani; il fenomeno e' tanto piu' preoccupante se si considera che, fatta eccezione per il 1993, il prodotto interno lordo e' cresciuto, nel periodo preso in considerazione, di quasi due punti percentuali medi annui e che si e' registrata una forte crescita della produttivita', con punte del quattro e del tre per cento, rispettivamente nel 1993 e nel 1994, in presenza di una contrazione dei salari reali sul prodotto interno lordo, di una contrazione del costo del lavoro per unita' di prodotto e parallelamente di un forte aumento delle ore lavorative (piu' 5,2 per cento nel 1994); la persistenza della disoccupazione comporta un triplice ordine di conseguenze: a) una dispersione di risorse umane derivante dalla perdita di qualificazione, di dignita' sociale e persino di indennita' personale e familiare per milioni di persone; b) un costo per il bilancio dello Stato sempre meno sopportabile, dovute alle indennita' di disoccupazione, agli ammortamenti sociali, alla perdita di contributi e di imposte; c) un pericoloso aumento delle devianze giovanili, quali l'emarginazione sociale, la delinquenza minorile, il consumo di droga, la perdita del senso di appartenenza alla comunita'; la lotta alla disoccupazione rappresenta quindi una priorita' sociale e politica assoluta; non esiste una modalita' esclusiva che consenta di far fronte a tale impellente necessita', come autorevolmente previsto dal "libro bianco" della commissione esecutiva sulla "crescita, competitivita' ed occupazione " dell'Unione europea; e' importante del resto creare un quadro di stabilita' in materia di risanamento della finanza pubblica; una crescita del prodotto interno lordo piu' elevato di quella attuale potra' contribuire utilmente a contenere l'espansione di tale fenomeno, ma non potra' essere risolutiva, come dimostra la recente esperienza storica della maggior parte dei paesi europei e come confermano la totalita' degli studi disponibili. Secondo il rapporto Oil del 1995, per ridurre la disoccupazione italiana a livelli sopportabili, cioe' attorno al 5 per cento sarebbe necessario che nei prossimi cinque anni il prodotto interno lordo potesse aumentare del 5 per cento all'anno, incremento piu' che doppio rispetto alle previsioni contenute del Dpef per il triennio 1997-1999; e' importante favorire una forte innovazione di prodotto, elevando il contenuto di tecnologia, di ricerca, di conoscenze, di creativita' d elevare la qualita' e l'efficienza dei servizi; e' indispensabile incoraggiare le iniziative di sviluppo compatibili; e' indispensabile inoltre migliorare il contesto giuridico, fiscale e finanziario per le imprese, particolarmente quelle di piccole dimensioni; esistono settori che, attraverso l'applicazione di politiche appropriate di sviluppo, possono creare nuove occasioni di lavoro, in particolare in quello ecologico ambientale, dei beni culturali, del turismo, delle infrastrutture, in quello dei servizi di cura alle persone, anche attraverso un'adeguata legislazione volta a favorire lo sviluppo del non profit; esiste comunque la necessita' di migliorare le condizioni di incontro fra domanda ed offerta di lavoro attraverso la qualificazione e la riqualificazione dei lavoratori con programmi adeguati di formazione, introducendo il principio della formazione continua, snellendo le procedure e migliorando e innovando le strutture di gestione del mercato del lavoro attraverso un efficace decentramento; e' opportuno procedere rapidamente alla riforma degli ammortizzatori sociali, passando da una logica di assistenza e di protezione del reddito anche ad una di promozione di comportamenti attivi di ricerca di lavoro; il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza la risoluzione sul "rapporto Rocard", la quale suggerisce interventi piu' coraggiosi nella direzione della riduzione degli orari e della ripartizione del lavoro; lo strumento della riduzione dell'orario di lavoro e della ripartizione del lavoro ha avuto sin qui una parziale e limitata sperimentazione in situazioni particolari di crisi aziendale, che avrebbero determinato un ulteriore aumento della disoccupazione; in Parlamento sono state presentate proposte di legge sugli orari di lavoro e di vita che tendono a coniugare l'esigenza di allargamento delle occasioni di lavoro con una maggiore attenzione ai rapporti sociali ed alla qualita' della vita; impegna il Governo: ad adottare tutte le misure piu' utili ed efficaci atte a promuovere nuova occupazione; a realizzare una diversa modulazione degli oneri sociali volta a privilegiare significativamente gli orari corti ed a penalizzare gli orari lunghi, lasciando alle parti sociali la determinazione dei regimi di orari ritenuti piu' opportuni. Una simile misura, a parita' di orari, non comporterebbe ne' aumenti di costi per le imprese, ne' oneri per il bilancio pubblico. Se invece dovesse incoraggiare un aumento dell'occupazione, i nuovi costi potranno essere compensati da un minor ricorso alle forme di sostegno al reddito e da maggiori entrate fiscali derivanti dalla maggiore occupazione. Nella fase di avvio potra' essere opportunamente utilizzato il Fondo per la incentivazione della riduzione dell'orario di lavoro; ad adoperarsi per realizzare la riduzione dell'orario di lavoro legale dalle attuali quarantotto ore settimanali alle quaranta ore come avvio di una politica di riduzione di orario; ad assumere tutte le iniziative necessarie che agevolino al massimo i congedi parentali e formativi; ad avviare una fase di studio e di verifica, propedeutica alla presentazione in tempi brevi dei provvedimenti necessari all'attuazione di tale politica. (1-00108)

 
Cronologia
sabato 1° marzo
  • Politica estera ed eventi internazionali
    In Albania scatta lo stato d'emergenza. Il Ministro degli esteri Dini chiede l'intervento dell'Europa.

sabato 8 marzo
  • Politica, cultura e società
    L'ex ministro della sanità Francesco De Lorenzo è condannato in appello per associazione a delinquere, corruzione e finanziamento illecito dei partiti.