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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XIII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09500 presentata da RIZZI CESARE (LEGA NORD PER L'INDIPENDENZA DELLA PADANIA) in data 19970428

Al Ministro di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che: ormai da alcuni anni si succedono con crescente frequenza servizi stampa ed interrogazioni parlamentari (da parte dei gruppi Pds, Verdi, Forza Italia, Lega Nord) in merito a gravissime e palesi illegalita' compiute presso l'Istituto poligrafico e zecca dello Stato (Ipzs); i servizi giornalistici non hanno mai dato luogo a smentite o repliche mentre le interrogazioni indirizzate al Ministro del tesoro non hanno ottenuto risposta o, quando questa e' stata data, essa e' consistita nella pura e semplice negazione dell'evidenza, al punto che si ha motivo di credere che lo stesso Ministero del tesoro sia pesantemente coinvolto nell'intera vicenda ed abbia pertanto interesse a nasconderla; il signor Roberto Tribuni - dipendente e consigliere di amministrazione di detto istituto - ha ripetutamente denunciato al Ministro del tesoro (vigilante sull'Ipzs in base alla legge n. 559 del 1966) al Parlamento, agli organi di informazione ed alla stessa magistratura che: a) non venivano mai portate all'esame del Cda per la necessaria delibera le spese attinenti ai principali acquisti di semilavorati, necessari all'attivita' dell'istituto (carta, tondelli per monetazione, metalli preziosi). Neppure il programma annuale di attivita' e' stato mai oggetto di regolari delibere; b) i dirigenti del Poligrafico si autonominano amministratori e sindaci (controllandi e controllori) di oltre trenta consociate costituite od acquistate, a prezzi gonfiati con danaro pubblico. Le attivita' di dette consociate erano sottratte a qualsiasi intervento dello stesso Cda dell'Istituto che riceveva poche ed incontrollabili notizie dalla relazione allegata al bilancio, a cose ampiamente fatte. Ignoti i compensi che i dirigenti (di solito con incarichi multipli) si assegnano per l'attivita' svolta nelle societa' controllate; ma dal bilancio 1995 di una di esse, la Sipleda, si evince che i cinque amministratori - tre dei quali anche membri del Cdadell'istituto - percepirono quell'anno circa settecento milioni lordi oltre ad altre consistenti cifre sotto varie voci; nel complesso, i risultati economici delle consociate sono sempre stati disastrosi tanto e' vero che se il bilancio dell'Ipzs per il 1995 si chiude con un utile di cinque miliardi, il consolidato dello stesso anno evidenziava una perdita superiore ai quattordici miliardi. Forti dubbi di falso in bilancio sorgono anche laddove le consociate realizzano utili: si nota infatti che esse hanno debiti per decine di miliardi ciascuna e crediti di analoga misura, ma si vorrebbe essere ben certi della loro reale esigibilita', anche perche' e' di modesta entita' il fondo rischi crediti destinato alla loro copertura. E' lecito il timore che tutto possa concludersi con un "crack" finanziario di rilevanti dimensioni. Certo e' che i debiti del "gruppo" ammontavano a fine 1995 ad oltre milleseicento miliardi; se dalla questione di metodo si passa a quella di merito si assiste ad una sequela pressoche' infinita di profili meritevoli di attenta verifica da parte dell'autorita' giudiziaria; I - nel marzo 1991 il Poligrafico acquisi' l'ottanta per cento di due societa', l'Edi Italia e Edi Italia film; particolarmente evidente il caso di quest'ultima che venne valutata due miliardi benche' i suoi bilanci negli anni precedenti l'acquisto evidenziassero capitale sociale di venti milioni, nessun dipendente o strumento tecnico e un "conto fornitori" che per tutti gli anni era di lire 177.000, non una di piu' non una di meno; II - del bilancio della cartiere Miliani per il 1992 esistono due diverse versioni: l'una che riporta un conto economico in pareggio ed un netto patrimoniale di ottantuno miliardi e l'altra un conto economico in perdita di diciotto miliardi e un patrimonio netto inferiore ai sessantatre'; III - nel 1994 la stessa Miliani produsse un utile di 1,2 miliardi ma esso fu frutto di un'operazione a dir poco singolare e cioe' la cessione da parte di quella di una controllata (la Fad) ad un'altra controllata (la Cargest) con una plusvalenza di 22,4 miliardi! Quel che la Miliani guadagno' la Cargest non perse perche' e' abitudine degli amministratori dell'istituto e delle consociate riportare in bilancio le partecipazioni al "costo storico", senza praticamente mai effettuare svalutazioni; IV - la "Iniziative Fabriano" perse in due anni circa diciotto miliardi ed al 31 dicembre 1994 aveva un netto patrimoniale inferiore ad 1,8 miliardi; cio' nonostante essa veniva riportata nei bilanci della controllante Miliani ad un valore di 27,3 miliardi; V - la circostanza per cui la quasi totalita' dei dirigenti Ipzs sono anche amministratori delle consociate da' luogo a situazioni paradossali quali quella del direttore della sezione Zecca, l'ingegner Nicola Ielpo, il quale e' anche amministratore delegato della Verres che produce i tondelli con cui la stessa Zecca conia le monete. Egli pero' e' anche Presidente della Conial che, dopo averli acquistati in Russia vende alla Verres i laminati occorrenti alla produzione dei tondelli. Pertanto un'unica persona controlla - senza a sua volta subire controlli reali - tutto il ciclo della monetazione; la Conial costituisce inoltre un caso particolare che - grazie ad espedienti vari - e' sempre stata controllata a maggioranza da una societa' privata, la Sat di Catania, anch'essa produttrice di tondelli per monetazione. Un evidente caso di "conflitto di interesse"; la stessa Conial controlla a sua volta due societa' costituite in Russia, la Micomet e la Zao Interconial, di cui nulla e' dato sapere salvo che la prima, a tre anni dalla nascita, e' tuttora inoperante; VI - nel dicembre 1992, il Poligrafico diede vita alle edizioni distribuzioni integrate che nel giro di pochi mesi concluse con le ferrovie dello Stato un accordo - mai portato a conoscenza del Cda dell'istituto - in base al quale essa avrebbe ottenuto dalle stesse l'appalto in esclusiva per la vendita di biglietti per il trasporto regionale; essendo una societa' "specializzata". Di fatto la Edi acquisi' solo cinque contratti regionali, e, dopo aver chiuso sempre in rosso i propri bilanci, venne liquidata nei primi del 1996; nel bilancio 1995 dell'Ipzs si trova in particolare scritto che, dei due miliardi persi dalla societa' nello stesso anno, novecento milioni erano dovuti alla perdita di un prestito concesso alla So.Ge.Tur. (poi fallita), i cui titolari erano stati arrestati per ordine della procura di Firenze alla fine del 1993. Sarebbe interessante sapere se e' abitudine del Poligrafico concedere prestiti senza garanzie. E lo sarebbe altrettanto sapere come le ferrovie dello Stato (gestione Necci) abbiano potuto concludere un cosi' vasto accordo con una societa' che non ha mai avuto piu' di sei dipendenti; inoltre, il grosso del capitale sociale della Edi e' finito in altre due societa' - la Metro distribuzioni e la Metro Gestec - che non sono mai divenute operative e non hanno mai avuto dipendenti; VII - una delle consociate della Ipzs - la Sipleda - e' balzata agli onori della cronaca nera per via di una rapina subita ad inizio anno con un bottino di svariati miliardi. Risulta agli interroganti che gia' nell'autunno del 1995 la stessa Sipleda subi' un furto, anch'esso dell'entita' di alcuni miliardi, in un magazzino sito a Fiano Romano, nei pressi della capitale. Ma il bilancio 1995 della societa' non reca traccia del fatto; c'e' invece ben piu' di una traccia di una situazione finanziaria assai difficile, con debiti e crediti (sulla cui reale esigibilita', di nuovo, nulla e' dato sapere) per decine di miliardi, cosa che fa sorgere seri dubbi laddove la Sipleda dichiara fatturato ed utili in costante ascesa. D'altronde gli stessi seri dubbi sul bilancio preparato dagli amministratori per il 1994 erano stati espressi dai tre sindaci, due dei quali erano dirigenti del Poligrafico: il dottor Staunovo Polacco (direttore amministrativo) ed il dottor Casubolo (direttore del personale). Infatti il collegio dei sindaci cosi' si esprimeva: "il Collegio sindacale.... per altro ritiene doveroso richiamare l'attenzione dei signori azionisti sulla rischiosita' di siffatte destinazioni di spesa, in quanto suscettibili di creare distorsione dei risultati di esercizio"; e piu' avanti "nel corso delle verifiche operate durante l'esercizio il collegio sindacale ha affrontato nuovamente le problematiche inerenti alla contabilita' di magazzino e la sua corrispondenza alle giacenze di fatto, nonche' la gestione finanziaria della societa', ponendo specifica attenzione ai possibili "rischi su crediti"". In effetti a fronte di crediti per oltre quaranta miliardi il bilancio della societa' riporta un fondo rischi di soli quattrocentoventi milioni; la Sipleda ha preannunciato un utile per il 1996 di circa quattro miliardi; essa vende per lo piu' opere d'arte (medaglie, sculture ecc.) prodotte dalla Zecca la quale, almeno fino al 1995, ha registrato nel suo conto settoriale utili di poco superiori al miliardo. Poiche' non esistono regolari delibere da parte del Cda dell'istituto per la cessione di prodotti alla Sipleda, si ha motivo di pensare che questa paghi prezzi minimi alla Zecca. Inoltre la Sipleda, si fa pubblicita' con il marchio "Istituto poligrafico e Zecca dello Stato" senza pagarlo. In altre parole alla Zecca va il lavoro ed alla Sipleda vanno i soldi che poi vengono ripartiti fra gli amministratori che forse si pagano anche a percentuale sugli utili; altra operazione misteriosa compiuta dalla Sipleda e' quella della vendita della famosa "medaglia del 2000", inizialmente commissionata all'Ipzs dalla Sei, una societa' privata. Ma quando il consigliere Tribuni chiese di sapere quanto la Sipleda avesse pagato alla Sei per il riacquisto della medaglia gli venne negata ogni informazione; oltre che lavori per lo Stato italiano il Poligrafico esegue produzioni per committenti privati ed esteri. Solo per parlare di questi ultimi e della "sezione zecca" si segnalano due operazioni sulle quali occorrono ragguagli precisi: a) ai primi del 1992 l'istituto siglo' un contratto per l'importo di centinaia di miliardi con la Repubblica Ucraina cui avrebbe dovuto fornire impianti industriali (cartiera, stamperia di banconote, fabbrica di inchiostri di sicurezza, presse monetarie) ed un miliardoquattrocento milioni di monetine, i "copechi". La commessa non fu neppure oggetto di una regolare delibera ma di semplici "comunicazioni del presidente". Della fornitura degli impianti non si seppe (ne' si sa oggi) quasi niente anche se nel dicembre 1993 il consigliere Tribuni pose sull'argomento una specifica domanda senza avere risposta. Invece dalla risposta fornita dall'allora sottosegretario per gli affari esteri Giacovazzo a una interpellanza dell'onorevole Scalia si sa che a fine 1992 gli Ucraini avevano disdetto la commessa quando la Zecca aveva gia' prodotto meta' dei "copechi" e probabilmente l'istituto si era impegnato per i macchinari senza che il Governo italiano avesse ancora concordato con lo Stato ex sovietico la linea di credito e senza, pertanto, che la commessa fosse assistita dalla Sace; invece alla fine del 1994 il Ministro del tesoro Dini rispondeva ad altra interrogazione sull'argomento asserendo un'evidente falsita' e cioe' che fin dall'inizio la commessa era assistita da tutte le garanzie finanziare ed assicurative. Invece esse entrarono in vigore solo nell'ottobre 1993. Inoltre secondo i calcoli del consigliere Tribuni la fornitura di "copechi" avvenne con la perdita di diversi miliardi. Esiste pero' il sospetto che il Poligrafico fatturi allo Stato italiano i semilavorati (quali la carta ed i tondelli) a prezzi fortemente superiori a quanto fa con i committenti esteri e privati. La vicenda e' resa ancor piu' ingarbugliata dal fatto che intermediario fra il Poligrafico ed il Governo Ucraino sarebbe stata la Vitali European Group di Torino che in seguito venne estromessa dall'affare senza alcun pagamento di provvigione; b) nell'estate del 1996 la Zecca inizio' a coniare centomila serie di sei monete commemorative per Taiwan. Ci si servi' di tondelli di pessima qualita', forniti dalla consociata Verres la quale a sua volta lamentava la pessima qualita' dei laminati fornitile dalla Conial. Dopo mesi di tentativi destinati al fallimento e spese enormi la commessa e' stata girata ad una societa' svizzera, di cui nulla e' dato sapere; quanto sopra e' gia' sufficientemente grave, ma cio' che maggiormente colpisce in tutta la vicenda e' il "muro di gomma" incontrato dal consigliere Tribuni ogni qualvolta egli si rivolgeva alle istituzioni appositamente deputate al controllo, alla vigilanza ed anche all'indagine giudiziaria; gia' il 25 gennaio 1994 egli ebbe un lungo colloquio con il Capo di Gabinetto dell'allora Ministro del tesoro Barucci e fece presente le prime irregolarita' riscontrate. Ne nacque la cosiddetta "commissione Avizzano". Dal nome dell'allora provveditore generale dello Stato che per legge assiste con funzioni di controllo (per il provveditorato passano la gran parte delle commesse pubbliche dell'istituto) alle riunioni del Cda dell'Ipzs. Della Commissione Avizzano facevano parte altri quattro dirigenti dello stesso provveditorato fra cui il dottor Agnus Dei ed il vice provveditore Valentini (revisore dei conti dell'istituto) che pure sedevano attorno al tavolo del consiglio. Nessuno dei tre personaggi aveva mai sollevato obiezioni a quanto avveniva nel Poligrafico. E dunque, qualora le loro indagini avessero evidenziato irregolarita' nella conduzione dell'istituto delle consociate, avrebbero con cio' stesso dovuto ammettere la loro precedente superficialita'. Inoltre il dottor Valentini faceva parte dei Cda di due consociate, la Miliani e la Bimospa, dunque indagava anche su se stesso; i risultati dei lavori della commissione furono infatti quelli che ci si poteva attendere: il 1^ dicembre 1994 il provveditore Avizzano relaziono' al consiglio asserendo - "sulla base dei documenti forniti dall'istituto" - che tutto si era svolto nella piu' completa regolarita'. Tanto per dare un'idea di quanto grottesche furono le sue affermazioni, laddove il Consigliere Tribuni chiedeva conto del fatto che non ci fossero delibere per la vendita alla Sipleda di prodotti artistici di Zecca, il dottor Avizzano si limitava a parlare della Sipleda stessa senza nulla dire dell'assenza delle delibere. Terminata la relazione del dottor Avizzano prendeva la parola il magistrato della Corte dei Conti delegato al controllo, avvocato Pallottino, il quale sollecitava una denuncia per calunnia nei confronti del consigliere Tribuni; altre indagini vennero condotte da un ufficio della ragioneria generale dello Stato, con identici risultati. Ma giova ricordare che a capo della stessa ragioneria era stato in precedenza l'attuale presidente del Poligrafico dottor Giovanni Ruggeri; nella primavera del 1994 il consigliere Tribuni presento' un esposto-denuncia alla procura di Roma che venne affidato al sostituto procuratore Cesare Martellino, un cui cugino - stando a quanto risulta agli interroganti - sarebbe stato dipendente del Poligrafico presso il Ministero di grazia e giustizia (Gazzetta Ufficiale). Il dottor Martellino affido' le indagini preliminari al Comando dei carabinieri di Via In Selci; ne nacque una relazione di due mezze pagine controfirmata dal maggiore Francesco D'Agostino (si ricordi, in proposito, il caso di Pacini Battaglia) che riassumeva, superficialmente e solo in parte le tesi del Poligrafico. Pertanto, senza neppure ascoltare il denunciante che pure aveva presentato richiesta in tal senso, il dottor Martellino chiese l'archiviazione del fascicolo; questo passo' al Gip Augusta Iannini cui il Tribuni forni' ulteriore materiale documentario e chiese di essere ascoltato, cosa che naturalmente non avvenne mai. Infine la dottoressa Iannini decreto' la definitiva archiviazione dell'esposto. Invece le deposizioni rese dal consigliere Tribuni al pm Vinci produssero nell'autunno 1995 diciannove "avvisi di garanzia ad amministratori e dirigenti del Poligrafico per la gia' citata vicenda dell'acquisto di Editalia ed Editalia Film". In seguito pero' le indagini non hanno piu' prodotto risultati visibili. Si segnala che nell'istituto ed in diverse sue consociate lavora l'avvocato Sergio Torri, figlio del Procuratore aggiunto di Roma nonche' capo del pool per i reati finanziari e tributari della stessa Procura; per altro il consigliere Tribuni non manco' di inviare lettere e documenti al Ministro del tesoro Dini senza ottenere pero' alcuna risposta. Frattanto il Cda di cui egli faceva parte si riuniva sempre piu' saltuariamente ed esso (che sarebbe dovuto scadere nel luglio 1997), tenne un'ultima seduta il 28 luglio 1995. Il 27 ottobre seguente la legge 437 autorizzava il Ministro del tesoro a mutare composizione ed attribuzioni del Cda Ipzs ma il 7 febbraio 1996 il Ministro Dini emano' un decreto (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 13 febbraio) che interveniva sulla sola composizione del Consiglio rinviando alle calende greche la questione delle attribuzioni "per motivi di uniformita', razionalita' e completezza" ( ?!) Risulta agli interroganti che invece il decreto inizialmente voleva intervenire anche sulla questione delle attribuzioni che sia il Tesoro che il Consiglio di Stato ritenevano prioritaria rispetto a quella della composizione; il 25 marzo successivo il Ministro Dini emanava altro decreto che nominava un nuovo Cda del Poligrafico "dimenticando" pero' di revocare quello precedente. Il tutto si concludeva con l'esclusione, fra gli altri, del consigliere Tribuni e la conferma di alcuni personaggi - fra cui il Presidente Ruggeri - che avevano ricevuto "gli avvisi di garanzia" per la vicenda Editalia-Editalia Film! Una storia estremamente sospetta. Va sottolineato inoltre che per circa nove mesi il Consiglio di amministrazione dell'istituto non venne convocato benche' la legge obbligasse il Presidente a farlo almeno una volta ogni 3; infine, negli ultimi giorni di vita del proprio Governo, il Ministro Dini faceva un ultimo piacere ai vertici dell'Istituto regalando a questo sessanta miliardi destinati alle disastrate cartiere Miliani con il decreto 232 del 29 aprile; ma il signor Tribuni non si faceva scoraggiare e faceva ricorso al TAR per la sua esclusione dal consiglio ed appena entrato in carica il Governo Prodi contattava il Sottosegretario per il Tesoro onorevole Pennacchi cui forniva un voluminoso e dettagliato dossier sulle vicende dell'istituto e delle sue consociate. Ma anche in questo caso la risposta era tutt'altro che positiva: infatti, a parte uno scontro personale verificatosi in un locale della Camera dei Deputati l'8 novembre 1996, l'onorevole Pennacchi rispondeva a due interrogazioni parlamentari dell'onorevole Taradash affermando che nell'istituto tutto procedeva in perfetto ordine e che - tanto per esemplificare - nulla c'era da eccepire sulla presenza di dipendenti dell'Istituto nelle consociate e che le denunce del signor Tribuni si erano rivelate inconsistenti; nel frattempo, pero', il Tesoro aveva incaricato la Vitale e Borghesi di Milano di fungere da advisor del Poligrafico andando a guardare bene nei suoi bilanci che peraltro erano sempre stati firmati dai successivi Ministri del tesoro. Occorre che la relazione redatta dalla Vitale e Borghesi sia resa di pubblico dominio al piu' presto; risulta agli interroganti che sarebbe gia' stata consegnata al Ministro del tesoro; frattanto sulla stampa si moltiplicano i servizi giornalistici che asseriscono essere l'Istituto sull'urlo del baratro finanziario; il clima di illegalita' al Poligrafico e le evidenti complicita' del ministero del tesoro suscitano ancora maggiore allarme per via del fatto che l'Ipzs stampa per lo Stato Italiano Cct di cui circolano quantitativi falsi ma assai bene imitati per decine di migliaia di miliardi di lire. L'istituto possiede e produce tutto cio' che e' necessario per falsificare banconote e titoli di credito sia nazionali che esteri; una sua consociata, la Sicma di Terni, costruisce macchine per stampa di banconote che vengono esportate nelle Repubbliche nate dalla dissoluzione dell'Urss e nelle quali, come e' noto prosperano grandi organizzazioni criminali. Come socio di minoranza (non si sa quale titolo) della Sicma troviamo nuovamente la Sat di Catania. Si tratta di labili indizi ma chiunque capisce che certe attivita' non possono essere affidate a dirigenti pubblici che hanno ampiamente dimostrato un totale disprezzo della legalita' e a personaggi privati che non si sa chi veramente siano; il tutto sottoposto a controlli che e' eufemistico definire superficiali -: se non ritenga doveroso aprire una rigorosa inchiesta sulle attivita' dell'Istituto poligrafico e Zecca dello Stato e sui mancati controlli di tutti quegli enti (ministero del tesoro in primis) che per legge avrebbe dovuto vigilare su di esso, e di aprire ulteriore inchiesta sui motivi che indussero il Pm Martellino a chiedere ed il Gip Iannini a disporre l'archiviazione dell'esposto-denuncia presentato dal consigliere Tribuni nella primavera del 1994; se risultino in corso indagini presso le competenti procure della Repubblica su quanto esposto dal consigliere Tribuni. (4-09500)

 
Cronologia
mercoledì 23 aprile
  • Politica estera ed eventi internazionali
    La Commissione europea pubblica le previsioni economiche, secondo le quali l'Italia e la Grecia non rispettano il rapporto deficit-Pil stabilito dal trattato di Maastricht.

martedì 29 aprile
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva il disegno di legge Misure urgenti per lo snellimento dell' attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo (AC 2564), che sarà approvato dal Senato il 14 maggio (legge 15 maggio 1997, n. 127 - Bassanini 2).