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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XIII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14692 presentata da PICCOLO SALVATORE (POPOLARI E DEMOCRATICI - L'ULIVO) in data 19980108

Al Presidente del Consiglio dei ministri ed al Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica. - Per sapere - premesso che: a seguito delle misure poste in essere con la legge n. 588 del 1996 la proprieta' del Banco di Napoli spa (BN) e' attualmente detenuta per il 56,5 per cento da BN Holding spa (a sua volta detenuta da Ina per il 51 per cento e da Bnl per il 49 per cento), per il 19,2 per cento dal Tesoro e per il 24,3 per cento da investitori privati; il Banco di Napoli spa, dopo aver conosciuto la piu' profonda tra le ristrutturazioni del sistema bancario italiano, e' oggi riconosciuta dalle stesse agenzie internazionali di rating una banca sana, con un coefficiente di capitalizzazione superiore alla media, ritornata a produrre utili sempre piu' significativi; i consigli di amministrazione delle parti interessate (BN Holding, Bnl e BN) stanno valutando l'opportunita' di procedere ad una integrazione e fusione tra Bnl e BN per dar vita ad un grande polo bancario in grado di competere adeguatamente nel nuovo mercato finanziario globale in linea con l'indirizzo strategico internazionale, di dar vita attraverso progressive fusioni a banche di dimensioni tali da massimizzare, con l'innovazione di prodotti e di processi, produttivita' ed efficienza; tempi e modalita' del progetto di integrazione e di fusione tra Bnl e BN non sono neutri ai fini delle prospettive di sviluppo del Mezzogiorno, pur nel rispetto degli interessi degli investitori privati in gioco; viene proposta e autorevolmente sollecitata una fusione immediata, non solo giuridica ma anche operativa, una sorta di fusione per incorporazione del Banco di Napoli spa nella Banca nazionale del lavoro spa, per cui il Banco di Napoli spa sarebbe destinato a diventare sostanzialmente una filiale meridionale della Bnl; cio' prima ancora di conoscere i risultati dell'ispezione della Banca d'Italia sulla Bnl che sembra abbia sostanziosi problemi di gestione irrisolti con 21.000 dipendenti di cui 5.000 nella sola direzione generale. Del resto il bilancio 1996 della Bnl riportava sofferenze per 8.600 miliardi con accantonamenti per meno di 2.000 miliardi e incagli per 2.800 miliardi svalutati per soli 153 miliardi, in presenza di altri immobilizzi tecnici e finanziari per 8.500 miliardi (con incerti valori di realizzo), il tutto fronteggiato da un patrimonio netto inferiore a 9.000 miliardi; l'immediata fusione determinerebbe un passo indietro nel processo di privatizzazione del Banco di Napoli sancito dal Parlamento e dalla Unione europea, in quanto la Bnl e' di proprieta' del Tesoro per l'80 per cento, e l'Ina finirebbe con ritrovarsi ad essere un semplice azionista di minoranza di una grande banca pubblica; all'accennata strategia della rapidissima fusione viene contrapposta quella di una integrazione graduale, secondo cui la fusione dovrebbe essere il risultato finale e non la premessa del processo, ritenendola piu' propriamente utile dopo la ristrutturazione della Bnl e nell'ottica della privatizzazione stessa; per la natura pubblica della proprieta' della Bnl e per i suoi problemi non ancora chiariti non si puo' assistere (ne' tanto meno favorire) da parte del Tesoro ad una sorta di take over ostile della Bnl rispetto al BN con una merger coatta, una fusione "a vantaggio" di Bnl e "contro" BN; e' certo preferibile una fusione senza sopraffazione di nessuna delle parti e con adeguato consenso di tutte le parti, una fusione graduale tra entita' bancarie che si siano conosciute reciprocamente e in profondita', in grado di dar vita nei tempi minimi necessari ad un nuovo polo bancario, realmente efficiente e competitivo; resta prioritaria l'esigenza di mantenere nel Mezzogiorno una banca radicata nel territorio, in grado di accompagnarne lo sviluppo con la maggiore forza del nuovo polo bancario globale; conseguentemente e' opportuno che si proceda ad un'intesa con pari dignita' tra le due realta' bancarie in via di integrazione, utilizzandone le risorse migliori al fine di garantire servizi innovativi alla clientela e redditivita' agli azionisti; dopo il necessario rigore e risanamento si profila - anche per il successo dell'integrazione monetaria europea - una fase di sostenuto sviluppo per l'Italia che non potra' non coinvolgere il suo Mezzogiorno, e per il quale il Governo e' impegnato a mettere in campo misure innovative di promozione e di sostegno; nella prospettiva di un rinnovato Mezzogiorno partecipe e protagonista dello sviluppo del Paese in collegamento operoso tra Mediterraneo ed Europa, puo' risultare conveniente sul piano economico e sociale che il nuovo polo bancario, frutto dell'integrazione e della fusione tra Bnl e BN, abbia la propria struttura decisionale a Napoli, diventando primario interprete e promotore sul piano bancario-finanziario della potenzialita' di sviluppo di un'Italia rinnovata vista dal Sud-Centro, un'Italia che si avvia ad avere una struttura federale con un capitale reticolare almeno per alcune funzioni; l'assenza dal Mezzogiorno (pari ad oltre un terzo del paese) del centro decisionale di almeno uno dei poli bancari nazionali in grado di competere sui mercati condannerebbe lo stesso Mezzogiorno ad una cronica minorita' e marginalita' -: se ritengano opportuno procedere alla fusione tra Bnl e BN prima che si conosca l'esito dell'ispezione della Banca d'Italia presso la Bnl; quali iniziative abbiano assunto o intendano assumere in relazione alla importante questione sopra rappresentata per i cui esiti il ruolo del Tesoro (e dei suoi rappresentanti nei Cda delle banche interessate) resta determinante. (4-14692)

 
Cronologia
martedì 30 dicembre
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Il Ministro dell'interno Napolitano dichiara che i curdi sbarcati sulle coste italiane non saranno espulsi e potranno presentare richiesta di asilo politico.

giovedì 22 gennaio
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva, con 315 voti favorevoli, 255 contrari e 4 astenuti, l'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge 1° dicembre 1997, n. 411, Misure urgenti per gli accertamenti in materia di produzione lattiera (AC 4454), sulla cui approvazione il Governo ha posto la questione di fiducia.