Portale storico della Camera dei deputati

La Camera, esaminato l'A.C. 5459 recante disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunita' europee - legge comunitaria 1998; premesso che la direttiva CEE 91/477 in materia di armi da fuoco poneva le basi per il coordinamento e l'armonizzazione delle legislazioni nazionali dei paesi membri in tale materia; premesso che il legislatore comunitario considera armi ai fini di legge solo quelle da fuoco e pertanto non ha disciplinato in alcun modo quelle ad aria compressa, che sono armi da sparo e non da fuoco e che anche in seguito il legislatore comunitario non ha mai regolamentato le armi ad aria compressa; tenuto conto che tutti gli Stati membri, con la sola eccezione dell'Italia, pongono in essere regimi giuridici particolarmente liberali per le armi ad aria compressa al di sotto di un certo livello di energia erogato dal proiettile e che in tutti gli Stati membri, sempre con la sola eccezione dell'Italia, queste armi ad aria compressa sono di libera vendita, senza formalita', ai cittadini maggiorenni; tenuto conto che l'Italia considera in tutto e per tutto le armi ad aria compressa alla stregua delle armi comuni da sparo e che il livello di energia del proiettile al di sotto del quale un oggetto non e' piu' considerato arma e' vago (l'articolo 2 della legge 110/1975 parla di "attitudine a recare offesa alla persona") e crea una deprecabile situazione di mancanza della certezza del diritto; impegna il Governo a riesaminare la materia, adeguandola in assenza di un pronunciamento del legislatore comunitario, alla norma tedesca che considera a pieno titolo armi solo quegli strumenti in grado di lanciare un proiettile con energia cinetica superiore a 7,5 joule. (9/5459/8)