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Documenti ed Atti

XIII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07543 presentata da COSTA RAFFAELE (FORZA ITALIA) in data 20000316

Al Ministro del tesoro, del bilancio e programmazione economica. - Per sapere - premesso che: nel 1993 furono adottati, per il periodo 1994-99, sei obiettivi prioritari per l'assegnazione dei fondi strutturali; il primo obiettivo puntava allo sviluppo delle aree 'in ritardo'. Il secondo era relativo alle aree colpite da declino industriale (fra cui Torino e poche aree del Piemonte). Il terzo era relativo all'impegno contro la disoccupazione. Il quarto all'adattamento alle trasformazioni industriali. Il quinto (a e b) riguardava lo sviluppo rurale e la pesca. Il sesto era relativo alle aree a scarsissima densita' di popolazione; il funzionamento dei meccanismi che dovevano centrare gli obiettivi e' stato caratterizzato, negli ultimissimi anni, da luci ed ombre: accanto ad impegni ed erogazioni di fondi cospicui (da esempio per l'area di Torino) si sono avuti - anche per talune aree del nord Italia - ritardi ed omissioni nella presentazione dei programmi o progetti, nei cofinanziamenti, nelle istruttorie; non ci si e' trovati dinanzi a fenomeni irritanti e per certi versi delittuosi di disimpegno, come in periodi anteriori, ma non sempre gli obiettivi sono stati centrati. Il Piemonte ha fatto la sua parte, Torino particolarmente, anche se una maggior tempestivita' complessiva (Stato, regioni, enti locali e privati) avrebbe condotto a risultati apprezzabili; nonostante le novita' positive la situazione complessiva per il nostro paese non e' sicuramente accettabile: anche senza far riferimento alla recente relazione del procuratore generale della Corte dei conti di Roma, il quale ha dichiarato che risultano inutilizzati ben 4.500 miliardi stanziati dalla Comunita' europea per l'Italia, non vanno trascurati i dati emersi da una valutazione congiunta della Corte dei conti europea, dalla Corte dei conti di Roma e della stessa commissione per il controllo del bilancio del Parlamento europeo; da tali dati emergono le seguenti circostanze: nel 1993 l'Italia ha versato all'Unione europea 18.636 miliardi di lire e ne ha ricevuti 14.387 (disavanzo di 4.249 miliardi); nel 1994 il disavanzo per l'Italia raggiunse i 4.542 miliardi; nel 1995 il disavanzo scese a 1.710 miliardi di lire; nel 1996 risali' a 6.565 miliardi; nel 1997 l'Italia presento' l'unico segno piu' del periodo pari a 1.519 miliardi; nel 1998 il disavanzo tocco' i 6.358 miliardi. conseguentemente in sei anni il disavanzo ha toccato ha cifra di circa 22.000 miliardi: l'Italia ha versato 108.334 miliardi di lire e ne ha riavuti 86.428; anche senza pretendere un risultato di parita' assoluta che potrebbe non essere compatibile con gli obiettivi generali della comunita' e della stessa Italia (la Germania - dove peraltro le condizioni sociali e geopolitiche sono diverse - presenta un accentuato segno meno) non v'e' dubbio che i paesi mediterranei (Spagna, Francia, Grecia), il Portogallo e l'Irlanda hanno saputo far meglio di noi ricevendo benefici molto rilevanti; che per il periodo 2000-2006 rientrano negli scopi della comunita' le aree industriali, quelle rurali, le zone urbane, le zone depresse dipendenti dalla pesca, gli interventi potranno riguardare, per il nuovo obiettivo 2, non piu' del 18 per cento della popolazione della comunita' (10 per cento aree industriali, 5 per cento aree rurali, 2 per cento zone urbane, 1 per cento zone pesca); la Commissione ha fissato, sempre per l'obiettivo 2, i massimali delle popolazioni interessate attraverso criteri obiettivi d'individuazione; gli Stati sono stati chiamati a proporre alla Commissione le zone di ammissibilita'; tocca alla Commissione - in concertazione con lo Stato membro - definire ('ha definito' per quasi tutta l'Europa ma per l'Italia vi sono stati ritardi non positivi) l'elenco delle zone ammissibili. L'Italia aveva presentato le sue proposte relative alla zonizzazione dell'obiettivo 2 dei Fondi Strutturali per il periodo 2000-2006 in data primo ottobre 1999; la proposta e' stata respinta poiche' i dati utilizzati dall'Italia - basati sui sistemi locali del lavoro - non erano conformi con quelli Eurostat delle province amministrative cui faceva riferimento la Commissione europea (dati di riferimento per tutti gli Stati membri): l'Italia quindi ha dovuto 'aggiustare' la sua proposta; la partita a questo punto riguarda particolarmente Torino con i suoi 936.000 abitanti: secondo i dati relativi alla disoccupazione torinese nel periodo 1995-1997 Torino non potrebbe rientrare nell'obiettivo 2 (salvo che opportunamente si conteggino anche i cassaintegrati, una tesi che stranamente l'Unione europea sembra non condividere) mentre i dati relativamente piu' recenti (1996-1998) consentirebbero a Torino e a buona parte della citta' di rientrare nella zonizzazione; la partita e' grossa. L'Italia e' complessivamente in ritardo, al ministero del tesoro - in questo come in altri settori dei rapporti finanziari con la Comunita' - sarebbero stati commessi errori che avrebbero addirittura portato alla sostituzione di uno o piu' funzionari; ora si rincorrono gli eventi grazie anche alla forte collaborazione della regione Piemonte, delle Associazioni degli imprenditori, della provincia e del comune di Torino; l'Italia ha diritto, nel periodo 2000-2006, a circa 4000 miliardi (per l'obiettivo 2) dall'Unione europea; al Piemonte potrebbero venire circa 1400 miliardi (tenendo pero' conto dei cofinanziamenti nazionali) e cio' in 7 anni. A Torino dovrebbero andare (e anche sulla base dei dati storici potrebbe essere cosi') oltre 100 miliardi annui -: occorre pero' che arrivi finalmente il consenso da Bruxelles: se ritenga che non dovrebbero esserci nuovi ostacoli; quali siano i nodi ancora da sciogliere; quali siano i tempi per una definizione, comunque tardiva, delle procedure; se il cofinanziamento nazionale e' assicurato; se sappia che ogni giorno di ritardo significa una perdita di prospettive di rilancio per la comunita' piemontese e per Torino; come intenda attivarsi il Ministro del tesoro. (5-07543)

 
Cronologia
mercoledì 8 marzo
  • Politica, cultura e società
    Antonio D'Amato è eletto presidente di Confindustria.

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    Vladimir Putin è eletto Presidente della Federazione Russa.