Documenti ed Atti
XIII Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07608 presentata da RASI GAETANO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 20000327
Al Presidente del Consiglio dei Ministri ed ai Ministri del commercio con l'estero e degli affari esteri. - Per sapere - premesso che: l'Ice, Istituto per il commercio con l'estero, e' un ente pubblico non economico; la legge n. 68 del 1997 ne stabilisce i compiti e prevede che l'Istituto, per svolgere la sua attivita', disponga di un certo numero di uffici all'estero; la rete degli uffici Ice all'estero e' una risorsa strategica a servizio del Paese per sostenere il processo di internazionalizzazione delle imprese ed affiancare le istituzioni nelle iniziative di politica commerciale; alla fine del 2000, conclusa la fase di riorganizzazione, si avranno 109 unita': 85 uffici e 24 punti di corrispondenza (p. di c.). In particolare: a) Europa occidentale: 17 unita' di cui 1 p. di c.; Europa centro orientale ed ex Urss: 29 unita' di cui 18 uffici e 11 p. di c.; b) Nord America: 9 unita di cui 8 uffici e 4 p. di c.; c) America Latina: 11 unita' di cui 7 uffici e 4 p. di c.; d) Africa: 9 unita' di cui 7 uffici e 2 p. di c.; Medio Oriente e Turchia: 10 presenze, 8 uffici e 2 p. di c.; e) Asia e Oceania: 24 presenze di cui 18 uffici e 6 p. di c.; oggi la rete degli uffici Ice nel mondo si compone di 98 unita' (75 uffici e 23 punti di corrispondenza) in cui lavorano 104 persone appartenenti ai ruoli dell'Istituto e 635 assunte sul posto; gli uffici Ice all'estero devono essere notificati alle competenti autorita' straniere 'nelle forme che gli Stati esteri richiedono per concedere lo status di agenzia governativa e le conseguenti esenzioni fiscali anche per il personale che vi presta servizio' (articolo 3 comma 4 legge di Riforma dell'Ice n. 68 del 1997); il ministero degli affari esteri, con l'entrata in vigore della legge n. 68 del 1997, ha emanato a tutte le rappresentanze diplomatiche all'estero la direttiva di notificare gli uffici ICE come 'agenzia governativa'; le ambasciate si sono naturalmente adeguate andando a rinnovare e a modificare (salvo pochissimi casi) anche quelle notifiche che, invece, negli anni erano state fatte con le formule che integravano gli uffici ICE con le Ambasciate, pur non riconoscendo agli stessi e al personale di ruolo che vi presta servizio, alcun status diplomatico; fino a quel momento, infatti, pur non essendoci mai stata una chiara norma che identificasse la formula di notifica degli uffici Ice, in mancanza di direttive precise da parte del ministero degli affari esteri, gli Ambasciatori procedevano nel modo che ritenevano piu' idoneo a garantire all'ufficio ICE l'operativita', le prerogative fiscali e, in casi particolari, l'incolumita' delle persone. In presenza invece, di una netta disposizione del ministero degli affari esteri, gli uffici diplomatici di tutto il mondo (salvo pochissime eccezioni) hanno proceduto di conseguenza e i problemi connessi allo status degli uffici Ice all'estero si sono moltiplicati; la maggior parte degli Stati in cui operano uffici Ice, infatti, non attribuisce all'espressione 'agenzia governativa' il significato che, si ritiene, il legislatore italiano intendeva e pertanto chiede forme di notifica gia' 'codificate' dalle quali possa discendere il corretto status; i paesi che dispongono di strutture omologhe all'Ice le notificano come uffici commerciali delle loro Ambasciate o Consolati; le autorita' dei vari Stati non comprendono pertanto la 'particolarita'' italiana e, in mancanza di idonei atti di 'accreditamento' degli uffici ICE da parte dello Stato italiano (notifica a cui devono provvedere le rappresentanze diplomatiche) alcuni Stati hanno sottoposto i locali uffici Ice a pressanti verifiche fiscali (e' nota la vicenda con il fisco tedesco) e altri Stati hanno ripetutamente richiesto informazioni e specifiche; tre le conseguenze di questa situazione: a) aggravi finanziari sul bilancio dell'ente quantificabili in circa 12 miliardi di lire all'anno (le imposte locali variano da paese a paese nella misura del 10-30 per cento); b) pesanti limitazioni della operativita'; c) perdita di immagine per l'Italia e per l'ufficio Ice che avra' difficolta' a mantenere contatti locali adeguati e non potra' essere 'considerato' correttamente sia dalle autorita' sia dagli operatori; per superare le difficolta', in alcuni paesi particolarmente pesanti, con cui gli uffici dell'Ice all'estero devono convivere e operare, l'Ice all'estero si e' fatto in passato promotore della richiesta, avanzata al Ministero degli affari esteri che i suoi uffici all'estero fossero notificati come 'Sezione sviluppo scambi dell'ufficio commerciale dell'ambasciata d'Italia' e che il personale di ruolo che presta servizio negli uffici venisse accreditato come 'personale tecnico amministrativo dell'ambasciata', tutto cio' senza nessuna pretesa di prerogative diplomatiche, ad eccezione di quelle situazioni dove lo status diplomatico garantisce anche l'incolumita' delle persone; la suddetta proposta e' stata respinta dal ministero degli affari esteri, che ha ritenuto che tale formula di notifica portasse ad una 'diplomatizzazione' dell'Ice; l'Ice ha piu' volte chiarito che la richiesta di uno status, che non solo permetta di lavorare ma di essere recepiti come un ufficio del Governo italiano, non significa la pretesa di ottenere la diplomatizzazione della sua rete estera; l'Ice svolge infatti un lavoro diverso da quello della rete diplomatica, ma lo svolge per conto dello Stato italiano e questo deve essere opportunamente percepito dalle autorita' e dalla business community di vari paesi. L'Ice ha pertanto diritto a contare su corrette notifiche per le unita' all'estero senza indirizzare continue richieste in tal senso al ministero degli affari esteri e investire su questo annoso nodo copiose energie, con pochissimi risultati; il ministero degli affari esteri, sollecitato dall'Ice in merito alla mancanza di uno status idoneo per i suoi uffici all'estero, ha ritenuto di risolvere il problema indirizzando, nel marzo 1998, a tutte le rappresentanze diplomatiche dei paesi ove operavano uffici Ice, una direttiva generale, invitandole ad avviare con le autorita' locali dei negoziati volti a definire degli 'Accordi bilaterali di stabilimento' che prevedono per gli uffici Ice il riconoscimento dello status di agenzia governativa e relative esenzioni fiscali; a quasi due anni di distanza, nessun accordo di stabilimento e' stato definito, come, d'altronde, era facile immaginare sia per i tempi richiesti dalle procedure di tali accordi, sia perche' non si trattava di una soluzione proposta per uno o due casi, ma per tutti gli uffici ICE all'estero, che oggi sono 98 e dunque bisognerebbe portare avanti 74 accordi di stabilimento (oggi e' questo il numero degli Stati in cui e' presente l'Ice) ed avviarne altri 10 per le prossime nuove sedi che l'Ice aprira' nel corso del corrente anno; quelli che seguono sono solo alcuni esempi delle tante difficolta' che tale situazione comporta: ufficio Ice di Seoul. Ai dipendenti italiani in servizio presso l'ufficio Ice e ai coniugi (titolari di un passaporto di servizio) e' garantito solo il visto di soggiorno con esclusione dei figli maggiorenni, che sono obbligati a lasciare il Paese ogni 60 giorni alla scadenza del visto turistico. Il permesso di residenza non viene rilasciato ne' ai dipendenti, ne' ai familiari e questo comporta l'impossibilita' di frequentare scuole locali, ottenere la patente di guida, registrare un'automobile a proprio nome, ecc. L'ufficio Ice e' soggetto inoltre al pagamento dell'IVA che ammonta ad alcune centinaia di milioni di lire, poiche' tale esenzione e' accordata solo alle agenzie governative accreditate alla pari delle rappresentanze diplomatiche; uffici Ice in Cina. A seguito di una impropria notifica presso le autorita' locali, continuano ad essere equiparati a uffici di rappresentanza di societa' private, con la necessita', tra l'altro, di richiedere a scadenza annuale il rinnovo della licenza ad operare, a cui e' collegato anche il rilascio dei visti per i funzionari che li' operano. La concessione del rinnovo della licenza di attivita' dell'ufficio di Shanghai e' stata subordinata dalle Autorita' locali alla registrazione dell'ufficio presso il Tax Bureau con assoggettamento alla legge fiscale cinese e conseguente pagamento di imposte, oltre alla facolta' per lo stesso Tax Bureau di effettuare controlli sulla contabilita' del nostro ufficio; ufficio Ice di Budapest. Oltre a pagare l'IVA del 25 per cento, si trova nella condizione di non poter sdoganare il materiale proveniente dall'Italia, anche semplice documentazione cartacea di aziende; non puo', infatti, sdoganare in esenzione fiscale non avendo status diplomatico, ma non puo' neanche pagare gli oneri doganali non disponendo di un proprio codice fiscale. Lo sdoganamento deve pertanto avvenire tramite Ambasciata, o piu' spesso, a nome del responsabile dell'ufficio che come persona fisica ha invece tale facolta'; non si possono, inoltre, non citare le situazioni di quei funzionari che operano in aree dove puo' essere in pericolo la stessa incolumita' fisica e dove un accreditamento diplomatico potrebbe limitare i rischi; basti pensare all'attuale congiuntura dei Balcani, ad alcune regioni dell'Africa, dell'America Latina (Bogota') e del Medio Oriente. Nei Balcani, in particolare, e' previsto un incremento della presenza Ice per supportare l'accesso dell'imprenditoria italiana al processo di ricostruzione. Le unita' che gia' esistono non hanno copertura alcuna e l'apertura delle nuove unita' di Skopjie e Pristina, approvata anche dal ministero degli affari esteri, trova difficolta' di attuazione per la solita mancanza di idoneo status senza il quale e' impossibile operare; e' indispensabile infatti che gli uffici Ice possano avere certezza del proprio status e dignita' della propria funzione, cosi' come avviene per tutte le altre strutture pubbliche italiane che servono lo Stato all'estero -: quando si intenda intervenire, con un apposito circostanziato intervento legislativo (integrazione specifica al comma 4 dell'articolo 3 della legge n. 68 del 1997) affinche' si concluda questa assurda atmosfera di precarieta' che circonda gli uffici all'estero dell'Ice che danneggia non solo le attivita' commerciali che il nostro Paese intrattiene con le altre nazioni, ma la stessa immagine di credibilita', serieta' e capacita' organizzativa dell'Italia. (5-07608)