Documenti ed Atti
XIII Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07941 presentata da PAMPO FEDELE (ALLEANZA NAZIONALE) in data 20000620
Al Ministro per le politiche agricole e forestali. - Per sapere - premesso che: l'attuale situazione della floricoltura italiana, ed in particolare di quella pugliese, subisce da alcuni anni la spietata concorrenza di Paesi extracomunitari, soprattutto Ecuador, Kenya e Colombia; l'apposita commissione europea ha confermato che oltre l'80 per cento dei fiori recisi che entra in Europa non e' soggetto a dazi doganali, vigendo molteplici accordi commerciali bilaterali tra l'UE ed i Paesi terzi con condizioni preferenziali (si veda l'accordo con il Marocco che prevede l'importazione di 5.000 tonnellate di fiori a dazio zero). La stessa commissione ha, altresi', rivelato che e' stato concluso con l'Egitto un nuovo accordo che prevede l'importazione di 3.000 tonnellate di fiori, sempre a dazio zero, mentre ammontano a circa 800 mila tonnellate l'anno le importazioni, nell'area CEE, di fiori e piante in esenzione di dazi doganali provenienti da Tunisia, Marocco ed Israele; le previsioni a medio termine sono di una piu' accentuata espansione produttiva non soltanto dei Paesi africani e di quelli del centro e del sud-America, ma anche di India, Cina e del sud-est asiatico; il nostro Paese e' condizionato sia da alti costi di produzione, sia da insufficienze strutturali, nonche' da un'inadeguata politica dei trasporti; la floricoltura italiana subisce la concorrenza della stessa Olanda a causa dei piu' bassi costi dei combustibili agricoli, in particolare del gas-metano e per il maggior numero dei servizi di cui i produttori olandesi dispongono; sul comparto floricolo incidono, poi, negativamente il costo del lavoro, soprattutto a causa dell'aumento degli oneri sociali, i costi energetici del gasolio e dell'energia elettrica utilizzati per le serre; le agevolazioni recentemente concesse sull'Iva e sulle accise dei prodotti energetici non sono sufficienti per armonizzare il settore a livello europeo: non sono, infatti, accordate agevolazioni nell'uso del metano e degli altri gas naturali, come avviene negli altri Paesi europei; l'Italia, pur seguendo l'Olanda per importanza del settore florovivaistico, e' ben lontana dai sistemi della concorrenza internazionale; nel nostro Paese operano 32 mila imprese con oltre 100 mila addetti, mentre la distribuzione e' caratterizzata dalla frammentazione; gli esperti di questo settore sono concordi nel considerare il comparto non solo ad altissimo investimento unitario per gli ammodernamenti di cui ha bisogno, ma anche capace di favorire occupazione giovanile con una spesa certamente inferiore a quella necessaria in altri Paesi; il settore florovivaistico ha bisogno, inoltre, di migliorare la sua competitivita' attraverso il continuo adeguamento delle strutture aziendali che sono state realizzate per la maggior parte intorno agli anni settanta, delle tecniche di produzione e della gestione dei canali commerciali; uno dei punti piu' deboli della filiera e' stato da sempre caratterizzato dall'inadeguatezza sia dei volumi di offerta, sia dalla loro discontinuita' di presenza sul mercato; da cio' l'urgenza di adeguare le aziende di produzione attraverso dimensioni piu' ampie e la creazione di forme di aggregazione economica; il florovivaismo italiano e' un settore di punta del comparto primario rappresentando oltre 4.700 miliardi di produzione lorda vendibile; in particolare il settore delle rose rappresenta circa il 40 per cento dell'intero mercato del fiore reciso a fronte di un notevole deficit produttivo del nostro Paese in tema di prodotti floricoli; l'andamento del mercato registra, paradossalmente, continui ripiegamenti e crescenti difficolta' per le aziende produttrici considerati il livello basso dei prezzi, l'aumento dei costi di produzione, la crescita della concorrenza, del prodotto importato e l'offerta interna frammentaria ed inadeguata alla domanda; negli ultimi mesi i prezzi sono diminuiti sensibilmente, subendo, in qualche caso, un tracollo; le rose, che un tempo costituivano la produzione leader sul mercato, hanno subito dei contraccolpi dovuti alla politica dell'UE sulle importazioni dai Paesi terzi a dazi agevolati o del tutto nulli; il comparto delle rose recise infine, e' fortemente deficitario se si considera, che nel 1997 l'Italia ne ha importate dall'estero ben 415 tonnellate, per un esborso di valuta pregiata pari a 60 miliardi di lire, mentre le esportazioni hanno raggiunto appena i 15 miliardi; i Paesi dell'UE importano annualmente 600 milioni di dollari di rose recise per soddisfare le esigenze del mercato europeo, sicche' occorrerebbe ampliare le superfici produttive di ulteriori 2.000 ettari di serre e consolidare le attuali produzioni con coraggiosi interventi di ammodernamento delle strutture produttive; nel 1994 l'allora Ministro delle politiche agricole varo' un piano nazionale che negli anni successivi non e' decollato; al di la' della dichiarazione di intenti e della semplice enunciazione dei problemi non sono state ancora individuate le strategie, ma soprattutto le risorse cui attingere per assecondare la transizione verso una effettiva competitivita' in campo internazionale -: se non ritenga doveroso, quanto utile: adottare opportune iniziative volte all'attivazione di dispositivi di controllo efficaci sul mercato, con clausole di salvaguardia nei momenti di crisi dello stesso; rendere operative le procedure previste per i patti territoriali ed i contratti di programma ed intervenire sulle regioni interessate affinche' prevedano, nell'ambito del prossimo quadro comunitario di sostegno, interventi piu' significativi per la floricoltura; predisporre, a fronte dei disagi creati dalle importazioni da Paesi terzi, le misure necessarie a ricreare nel Paese le condizioni di competitivita' del settore attraverso l'ammodernamento delle strutture di produzione; l'ampliamento delle produzioni e delle superfici aziendali al fine di ottenere produzioni piu' significative sia in termini di quantita', sia in termini di presenza continua del prodotto sul mercato; l'adeguamento dei costi del carburante agricolo ai livelli degli altri Paesi europei e l'inserimento del gas metano nell'elenco dei combustibili agricoli agevolabili; la previsione di interventi piu' consistenti nelle varie misure di finanziamento per gli investimenti in floricoltura, in particolare per quanto attiene ai volumi di investimento di ogni singola azienda e all'intensita' dei contributi previsti dalle leggi in materia. (5-07941)