Documenti ed Atti
XIII Legislatura della repubblica italiana
INTERPELLANZA 2/02759 presentata da BORROMETI ANTONIO (POPOLARI E DEMOCRATICI - L'ULIVO) in data 20001201
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che: con decreto dirigenziale in data 10 dicembre 1999, il ministero della giustizia bandi' concorso a 200 posti di notaio, al quale chiesero di partecipare 6.000 aspiranti circa; tutti i concorrenti furono invitati a sottoporsi a prova preselettiva a mezzo "quiz", che fu superata, per mancanza di qualsivoglia errore o imperfezione negli elaborati consegnati, soltanto da 1.571 concorrenti; taluni degli esclusi, contestando la idoneita' della prova per "quiz" - peraltro espressamente indicata, nel bando di concorso, quale prova preliminare di ammissione - a valutare il grado di conoscenze tecnico giuridiche degli aspiranti, impugnarono le esclusioni dichiarate, innanzi al Tar Lazio, il quale, con pronunzie frettolose ed avventate, sospese l'efficacia dei provvedimenti impugnati; l'incertezza sul numero dei partecipanti al concorso, provocata dalle pronunzie di sospensione, tanto inattese quanto infondate, consigliarono il rinvio delle prove gia' fissate per i giorni 27, 28 e 29 settembre 2000; contro le pronunzie del Tar Lazio, il Ministro della giustizia ha proposto appello al Consiglio di Stato, il quale, con successive, ripetute e conformi pronunzie - le ultime delle quali sono state addirittura date e comunicate a concorso formalmente iniziato - annullo' le infondate sospensioni, confermando le esclusioni dichiarate; gli insoddisfatti aspiranti esclusi, nella impossibilita' di esperire ulteriori dilatorie manovre volte ad impedire l'espletamento delle prove concorsuali, ad avviso dell'interrogante, con teppistica azione hanno invaso i locali prescelti per l'effettuazione degli scritti, impedendone cosi' lo svolgimento ed ostacolando persino l'accesso alle aule dei concorrenti ammessi; la, ad avviso dell'interrogante, teppistica intrusione, ancorche' agevolmente prevedibile per l'ostinata, insensata ed ostentata ostilita' degli esclusi ricorrenti, non fu prevenuta dall'autorita' regolatrice delle prove concorsuali - incautamente determinatasi alla fissazione delle prove gia' rinviate una volta, prima ancora che si avesse giudiziale notizia delle decisioni del Consiglio di Stato - e, quel che e' piu', non fu energicamente impedita, rimanendo in tal modo favorita l'interruzione di un pubblico servizio, e, di conseguenza, ad avviso dell'interrogante, la commissione di un non lieve delitto; il fatto, significativamente stigmatizzato e segnalato, per la sua gravita', da tutti gli organi di informazione, ha provocato sconcerto nella pubblica opinione, oltre che irrimediabili pregiudizi a carico degli incolpevoli legittimi concorrenti, esposti, com'e' agevolmente comprensibile, allo stressante disagio di ripetuti rinvii delle prove di concorso, a rilevanti oneri economici di assai improba ripetibilita', e, cio' che e' piu', a contraccolpi di ordine psicologico che potrebbero addirittura compromettere il rendimento culturale degli aspiranti nelle future prove; uno Stato di diritto non puo', in danno del serio impegno di molti, premiare avventurismi pseudo-culturali, incompetenze accertate e dichiarate e comportamenti violenti di pochi, che finiscono per impoverire ulteriormente la credibilita' dell'Amministrazione statale, dimostratasi incapace di assicurare tutela e garanzia al regolare svolgimento delle procedure concorsuali -: quali provvedimenti il Governo intenda adottare per ridare fiducia agli sconcertati concorrenti - logorati da estenuanti e lunghi impegni di studi - e serenita' nell'espletamento delle future prove, individuando con rigore eventuali responsabilita' di qualsivoglia natura, che hanno in qualche modo favorito la paralisi della procedura di che trattasi. (2-02759)