Documenti ed Atti
XIII Legislatura della repubblica italiana
INTERPELLANZA 2/02803 presentata da PAISSAN MAURO (MISTO) in data 20010109
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro degli affari esteri, il Ministro della difesa, il Ministro della sanita', per sapere - premesso che: alla data del 4 gennaio 2001 risulterebbero 26 i militari morti o comunque affetti da leucemia per cause che potrebbero essere collegate ai proiettili all'uranio impoverito utilizzati in Bosnia e in Kossovo: 8 in Italia, 4 in Francia, 2 in Olanda, 2 in Spagna, 1 in Portogallo, 9 in Belgio; al di la' dei risultati a cui dovra' giungere la commissione scientifica nominata il 28 dicembre 2001 dal ministero della difesa presieduta dal prof. Franco Mandelli - che dovra' indagare gli aspetti medici e scientifici della materia e gli eventuali effetti dell'uranio sui soldati coinvolti nella guerra nella ex-Jugoslavia - risulta evidente la pericolosita' conseguente all'utilizzo di queste armi sulla salute di centinaia di migliaia di persone residenti oggi e nei prossimi anni nei territori coinvolti, e i probabili effetti disastrosi sull'equilibrio ecologico; il settimanale "Panorama" dell'11 gennaio 2001, cita uno studio commissionato alla Rand corporation di Santa Monica in California dopo la guerra del Golfo, in cui se da una parte si afferma che l'uranio impoverito e' meno radioattivo di quello che si trova in natura, dall'altra lo stesso rapporto rileva che poco si sa con precisione dell'uranio impoverito (Du) e che per questo occorre approfondire la questione; del resto, lo scienziato americano Doug Rokke, responsabile del programma di decontaminazione in Arabia Saudita e nel Kuwait, dimessosi nel 1997 dal Pentagono dove dirigeva proprio il progetto Du, intervistato sempre dal settimanale "Panorama" cita due documenti del 1991, uno della "Defense nuclear agency" e uno del "Los Alamos national laboratory" del New Mexico, che smentiscono il Pentagono sulla non nocivita' dell'uranio impoverito; gli isotopi radioattivi contenuti nei proiettili all'uranio hanno una vita media di migliaia di anni, e di conseguenza e' per tutto questo periodo di tempo che rimane attivo il loro potenziale di contaminazione, con effetti dannosi a medio-lungo periodo non ancora del tutto prevedibili sulla salute e sull'ecosistema; l'uranio seppur impoverito e' notoriamente radiotossico e le maggiori conseguenze di cio' ricadono sulle popolazioni coinvolte, che finiranno per pagare, oggi e negli anni a venire, un prezzo insostenibile; il 21 dicembre scorso la Nato ha ammesso, ad anni di distanza, di aver utilizzato proiettili ad uranio impoverito anche nei bombardamenti in Bosnia, e non solo in Kosovo. Dalle dichiarazioni dell'Alleanza atlantica, risulta che sono stati usati 10.800 proiettili ad uranio impoverito nel 1994 e 1995, attorno a Sarajevo, in un raggio di 20 chilometri dalla citta' bosniaca; accanto all'uso dei proiettili all'uranio impoverito, la guerra dei Balcani ha comportato drammaticamente anche il bombardamento da parte delle forze Nato, degli impianti serbi che producevano armi chimiche, con conseguente probabile dispersione di gas letali nell'atmosfera. Nell'aprile del 1999 gli americani hanno colpito piu' volte la fabbrica Milan Blagojevic a circa 200 chilometri da Belgrado, l'ultimo laboratorio usato dai serbi per distillare sostanze tossiche; praticamente nessuna notizia e' stata piu' fornita in proposito ne' da parte delle forze armate serbe ne' da parte della Nato, pur sapendo che secondo stime attendibili fino al 1992 siano state fabbricate circa 6mila testate chimiche, pari a 10 tonnellate di gas, e che altre 30 tonnellate potrebbero essere state prodotte in Serbia fino al 1999 -: se non ritengano necessario intervenire presso le sedi opportune affinche' sia messa al bando la produzione dei proiettili contenenti uranio impoverito, e ne venga proibito l'uso alle forze armate dell'Alleanza atlantica; se non ritengano necessario adoperarsi per un finanziamento finalizzato ad un piano di monitoraggio e bonifica delle zone contaminate nei Balcani; se non ritengano necessario sollecitare un intervento di cooperazione internazionale finalizzato ad aiutare l'ex Jugoslavia di fronte ai rilevanti problemi ambientali e alle conseguenze sanitarie tutt'ora incalcolabili sulle popolazioni civili - le maggiori vittime di queste guerre - causate dall'utilizzo di proiettili all'uranio e dai bombardamenti massicci agli arsenali chimici serbi; se non ritengano necessario adoperarsi affinche', diversamente da quello che avviene attualmente in ambito di operazioni militari Nato, il Consiglio atlantico e il Comitato militare della Nato siano ogni volta messi a conoscenza anche dei dettagli relativi al munizionamento, superando l'attuale procedura secondo la quale ogni singolo paese partecipante alle operazioni militari ha un suo armamento che rimane di sua stretta competenza; se non ritengano necessario effettuare i controlli sanitari a tutto il personale militare e non, che, a varie ragioni, si e' trovato o si trova nell'area balcanica che e' stata teatro di guerra in questi anni; se non ritengano necessario chiedere ai partner della Nato che venga dichiarato ufficialmente quanto dell'arsenale di armi chimiche in possesso di Milosevic e' stato distrutto dalle bombe dell'Alleanza atlantica, e le conseguenze prodotte in termini di dispersione nell'ambiente di gas e/o sostanze tossiche; se non ritengano necessario indagare anche sugli effetti conseguenti al bombardamento di impianti chimici, come possibile causa o concausa delle patologie riscontrate in questo ultimo periodo sui militari della Nato. (2-02803)