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Documenti ed Atti

XIV Legislatura della repubblica italiana

INTERPELLANZA URGENTE 2/00006 presentata da BOCCIA ANTONIO (MARGHERITA, DL-L'ULIVO) in data 21/06/2001

Interpellanza urgente Atto Camera Interpellanza urgente 2-00006 presentata da ANTONIO BOCCIA giovedì 21 giugno 2001 nella seduta n. 006 I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che: la Federazione regionale della coltivatori diretti della Basilicata, a firma del presidente Giuseppe Di Taranto e del direttore Aniello Ascolese, ha sollecitato un interessamento sulla questione della «cartolarizzazione dei crediti Inps con nota del 2 giugno 2001; in detta nota si sostiene: l'Inps sulla base di una disposizione della legge finanziaria del 1999 (articolo 13, legge n. 448 del 1998) ha dato l'avvio alla cartolarizzazione dei crediti anche per il settore agricolo presenti negli attivi previdenziali alla fine del 1999; i crediti in questione ceduti ad una società di cartolarizzazione (Scci) ammontano a 4.000 miliardi di cui 3.200 sarebbero a carico delle imprese con lavoratori dipendenti e 700 miliardi a carico dei CD, CM e IATP; sui 4.000 miliardi di crediti Inps grava, soprattutto in Basilicata, una serie di errori per la mancata registrazione dei condoni 1996 e 1999 e degli sgravi contributivi per avversità atmosferiche degli ultimi dieci anni che l'Inps non è ancora in grado di certificare correttamente; questa operazione che l'ente pubblico ha avviato con la cessione degli 80.000 miliardi di crediti ad una società privata di riscossione per un controvalore di 8.000 miliardi potrebbe rasentare l'incostituzionalità della norma; la svendita del credito nel rapporto di uno a dieci da parte dell'Istituto dà la sensazione di chi vuole affossare le imprese produttive a vantaggio di indebiti arricchimenti. Infatti, la società privata (Scci) potrebbe guadagnare fino a 72.000 miliardi a danno dell'erario e dei contribuenti; è opportuno, a questo punto, entrare anche nel merito della debitoria e di come essa si sia formata; dall'1 gennaio 1998 il Governo ha stabilito, nell'ambito della riforma previdenziale che la contribuzione dovuta, dai datori di lavoro in agricoltura, non è più legata al «salario convenzionale», ma è determinata sul salario reale scaturente dai «contratti provinciali di riallineamento»; da ciò implicitamente discende, per la scrivente organizzazione in modo chiaro e non controvertibile, l'assunto che il sistema contributivo precedente si basava su principi non legati alla realtà; a questo punto emerge il problema del pregresso, ovvero di tutta una massa di «debitoria» in capo alle aziende agricole determinatasi a causa di quel sistema «virtuale», aggravata, nel corso degli anni 1998 e 1999, da una forte crisi di mercato specie per le produzioni mediterranee. la Coldiretti si chiede: non sarebbe stato più opportuno dare la possibilità di poter risanare la debitorità pregressa attraverso strumenti legislativi che comunque esistono, anche se imperfetti ma pur sempre perfezionabili e che, qualora applicati, andrebbero incontro alle esigenze delle nostre imprese e a quelle dell'INPS, che sicuramente potrebbe incassare molto di più rispetto al risultato di questa, che non esitiamo a dichiarare, scellerata operazione? in proposito, secondo la Coldiretti di «Basilicata», la soluzione potrebbe trovarsi nella applicazione dell'articolo 75 della legge n. 448 del 1998, che, insieme all'articolo 44 della legge n. 488 del 1999, prevede la regolarizzazione delle posizioni contributive pregresse per «... quelle imprese che abbiano recepito o recepiscono gli accordi di riallineamento retributivo stipulati dalle associazioni imprenditoriali ed organizzazioni sindacali locali...» ...«nella misura della retribuzione fissata dal contratto di riallineamento e comunque non inferiore al 25 per cento minimale contributivo ...»; dopo questo breve excusus, che riteniamo opportuno per puntualizzare i termini complessivi della vicenda, è necessario ritornare ai nostri giorni per evidenziare il clima di estrema incertezza in cui versano migliaia di aziende agricole della nostra regione, a seguito della emissione delle cartelle di pagamento contenenti l'indicazione di una «debitoria» il cui importo è, nella stragrande maggioranza dei casi, in toto od in parte da annullare in quanto non dovuto. Peraltro, nonostante la mobilitazione di tutta la nostra struttura organizzativa, a causa della ristrettezza dei tempi per poter effettuare lo sgravio delle cartelle esattoriali che risultano errate, si rischia di vedere le nostre aziende subire atti ingiuntivi ed azioni di pignoramento non dovuti. è, altresì, opportuno rimarcare la drammaticità della situazione che stanno subendo tutte quelle imprese agricole che, sia pur debitrici nei confronti dell'Inps, si trovano nella materiale impossibilità di far fronte al pagamento di importi contributivi, di per sé già gravosi a cui si sono aggiunte in misura esagerata le somme aggiuntive composte di interessi e sanzioni che raddoppiano o, addirittura, triplicano l'importo inizialmente dovuto. in molti casi questi imprenditori non potrebbero far fronte al pagamento del debito neanche vendendo l'azienda. È il caso delle imprese agricole ad indirizzo ortofrutticolo che necessitano di un grande impiego di manodopera con conseguente elevato carico contributivo e che, in molti casi, per il susseguirsi di avversità atmosferiche e di ricorrenti crisi di mercato non sono riuscite a chiudere positivamente i propri bilanci. queste considerazioni, insieme a molte altre che non riportiamo, sono state sottoposte a più riprese ai massimi vertici, provinciali e regionali, dell'Inps che, peraltro, continua a trincerarsi dietro l'operazione di «cessione e cartolarizzazione» del credito, dichiarando la propria incompetenza ad incidere sull' iter ormai avviato; anche su questo aspetto ci permettiamo, ancora una volta, di dissentire in quanto sulla cartella esattoriale non compare alcun riferimento alla società di cartolarizzazione, cessionaria del credito, che in ragione di quanto affermato dall'Inps è oggi l'unico e reale creditore per il principio di certezza del diritto, da cui non si può prescindere, la mancanza della indicazione del titolare del diritto di credito azionato assume rilevanza ai fini della stessa validità dell'atto; quali iniziative intenda assumere il Governo per ottenere: la immediata sospensione del ruolo e delle cartelle esattoriali; l'adozione di provvedimenti che diano immediata applicazione a quanto disposto dall'articolo 75 della legge n. 448 del 1998; l'adozione di provvedimenti immediati che obblighino l'istituto alla riemissione di nuove cartelle esattoriali, contenenti la effettiva contribuzione dovuta, una volta accertata la errata imposizione; la possibilità di effettuare il pagamento degli importi dovuti tramite una rateizzazione che consenta, alle imprese maggiormente esposte, di non compromettere definitivamente la propria situazione economica; la migliore organizzazione degli uffici dell'Inps onde consentire a tutti i contribuenti, chiamati per l'ennesima volta a verificare le loro posizioni contributive, di effettuare le operazioni di sgravio per tempo, usufruendo della assistenza del proprio Patronato; che si concordi con la concessionaria Sem azioni comuni affinché quest'ultima, decorsi i tempi previsti dalla normativa vigente, non avvii azioni coatte di recupero, atteso che il ritardo della verifica è da imputarsi alla lentezza dell'Inps nel procedere al controllo dei dati e dai successivi provvedimenti di sgravio; che l'Inps effettui in tempi brevi uno scrupoloso ed accurato controllo di tutte le posizioni contributive delle imprese agricole. (2-00006) «Boccia, Acquarone, Adduce, Annunziata, Banti, Gerardo Bianco, Bindi, Bottino, Bressa, Ciani, De Mita, Delbono, Fanfani, Fioroni, Franceschini, Gambale, Iannuzzi, Lettieri, Loiero, Mattarella, Merlo, Molinari, Morgando, Pappaterra, Luigi Pepe, Pistelli, Potenza, Reduzzi, Rusconi, Ruta, Tuccillo».





 
Cronologia
mercoledì 20 giugno
  • Parlamento e istituzioni
    Alla Camera si svolge la discussione sulle comunicazioni del Governo. La mozione di fiducia presentata da Vito (FI) ed altri (1-00007) è approvata con 351 voti favorevoli e 261 contrari.

giovedì 28 giugno
  • Parlamento e istituzioni
    Il governo vara le c.d. misure dei «cento giorni» per consentire la ripresa dell'economia, fra le quali figurano: la detassazione degli utili reinvestiti (Tremonti-bis) e una sanatoria per le aziende che abbandonano il sommerso.