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Documenti ed Atti

XIV Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01761 presentata da BUEMI ENRICO (MISTO-SOCIALISTI DEMOCRATICI ITALIANI) in data 14/01/2002

Interrogazione a risposta scritta Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-01761 presentata da ENRICO BUEMI lunedì 14 gennaio 2002 nella seduta n. 082 BUEMI e DI GIOIA. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che: le Poste italiane Spa, atteso l'accordo con le parti sociali del 17 ottobre 2001 sugli esuberi del personale PT, pur avendo a tutt'oggi nell'organico regionale del Piemonte raggiunto e superato di circa 50 unità con le uscite volontarie gli esuberi dell'area quadri di primo e secondo livello, continua a licenziare, ovvero a porre in mobilità il personale di quelle aree che non ha accettato la cosiddetta «uscita morbida»; in stridente contrasto con gli esuberi denunciati dall'amministratore delegato delle Poste italiane Spa, la società ha promosso e continua a promuovere tali iniziative nell'area quadri, personale appartenente alle categorie inferiori -: se il Ministro delle comunicazioni non ritenga, a fronte di un comportamento delle Poste italiane che agli interroganti appare difforme rispetto a quanto dalla stessa società precedentemente comunicato, o voler favorire un'ulteriore fase di concertazione tra le Poste italiane e le organizzazioni sindacali, al fine di evitare il licenziamento di quel personale che non ha accettato l'invito alla mobilità proposto dalla società, vuoi per il raggiungimento del fine sui quadri in esubero proposto da Poste italiane Spa, vuoi per il diritto di restare in servizio fino al raggiungimento del 65 o anno di età anagrafica a prescindere dall'anzianità contributiva, ai sensi della legge n. 335 del 1995.(4-01761)

Risposta scritta Atto Camera Risposta scritta pubblicata martedì 3 settembre 2002 nell'allegato B della seduta n. 185 all'Interrogazione 4-01761 presentata da BUEMI Risposta. - Si ritiene opportuno far presente che a seguito della trasformazione dell'ente Poste italiane in società per azioni, il Governo non ha il potere di intervenire sulla gestione aziendale che, com'è noto, rientra nella competenza propria degli organi statutari della società. Tuttavia, al fine di disporre di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato nell'atto parlamentare in esame, non si è mancato di interessare la medesima società Poste la quale ha riferito di avere avviato già da tempo, come noto, in ottemperanza a quanto stabilito con il piano d'impresa 1998-2002, un processo di complessa riorganizzazione finalizzato ad un concreto recupero di produttività in modo da garantire il raggiungimento di livelli di efficienza ed affidabilità in linea con quelli degli altri Paesi europei, nonché la competitività ed il risanamento economico-finanziario della società. Per ottenere tali risultati, particolare attenzione, è stata rivolta alla gestione del personale riconducendone i relativi costi entro livelli compatibili con la situazione finanziaria aziendale. In tale ottica, nel passato è stata attuata una diversa distribuzione delle risorse sul territorio, una più razionale applicazione degli addetti privilegiando le attività di recapito e di sportelleria e riducendo proporzionalmente il numero delle unità che non operano a contatto con la clientela. Al fine tuttavia di accompagnare tali iniziative ad una graduale riduzione del numero totale degli addetti senza comunque provocare tensioni con il personale dipendente, è stata avviata la procedura ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge 223/1991 che prevede la possibilità di giungere, nell'ambito di un articolato percorso di confronto in sede aziendale con le organizzazioni sindacali interessate, ad un accordo attraverso il quale possano essere convenute soluzioni mirate all'ottimale gestione delle eccedenze e degli esuberi dichiarati dalla società. L'avvio della procedura in questione è stato preceduto da numerosi incontri con le parti sociali stesse, nel corso dei quali l'azienda ha sottolineato la necessità, non più derogabile né procrastinabile, di procedere ad una significativa riduzione del costo del lavoro. Nel corso dei suddetti incontri la società ha inoltre ribadito la necessità di proseguire la via già intrapresa della razionalizzazione della distribuzione delle risorse umane disponibili, indispensabile per realizzare l'ottimale copertura della propria attività e garantire quindi sia l'atteso livello qualitativo del servizio, sia il contenimento del numero di potenziali esuberi. Il 17 ottobre 2001, ha proseguito Poste italiane, l'azienda e le organizzazioni sindacali hanno siglato un accordo al fine di concludere la procedura di cui alla legge 223/1991, in base alla quale è stata attuata, a livello nazionale, la risoluzione del rapporto di lavoro per il personale che alla data del 31 dicembre 2001 o del 31 marzo 2002 aveva maturato il diritto alla pensione di anzianità o di vecchiaia. Lo stesso accordo stabiliva che il personale che alla conclusione di questa prima fase, risultava ancora in esubero sarebbe stato adibito a mansioni di recapito o di sportelleria, con l'attivazione di appositi processi di mobilità e, qualora anche alla fine di questa seconda fase, si fossero ancora registrati degli esuberi, gli interessati, se in possesso dei requisiti previsti dall'accordo e fino ad un massimo di 2200 unità, avrebbero potuto avanzare richiesta di utilizzazione del meccanismo legato al fondo di solidarietà, nel frattempo attivato. Il Ministro delle comunicazioni: Maurizio Gasparri.



 
Cronologia
domenica 6 gennaio
  • Parlamento e istituzioni
    Il Ministro degli esteri Ruggiero si dimette per divergenze con le critiche espresse dai ministri Bossi, Martino e Tremonti all'euro. Il Presidente del Consiglio Berlusconi, dopo aver tentato una mediazione, assume l'interim del dicastero.