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Documenti ed Atti

XIV Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00044 presentata da MICHELINI ALBERTO (FORZA ITALIA) in data 22/01/2002

Mozione Atto Camera Mozione 1-00044 presentata da ALBERTO MICHELINI martedì 22 gennaio 2002 nella seduta n. 084 La Camera, premesso che: il traffico, il commercio, lo spaccio e l'uso della droga sono in continua espansione nel mondo e in Italia, e gli ingenti mezzi a disposizione delle multinazionali del crimine - il 3 per cento del prodotto mondiale - permettono di perfezionare il volume dei traffici dalla produzione ai mercati, anche con la convivenza di regimi corrotti e di organizzazioni terroristiche; il tasso annuale del consumo di droga nel mondo viene stimato in diverse centinaia di milioni di persone - tra il 3,3 per cento e il 4,1 per cento della popolazione totale - con un uso crescente delle droghe sintetiche specie tra i più giovani; la diffusione degli stupefacenti non riguarda solo coloro che ne fanno uso ma è un fenomeno sociale e una tragedia collettiva che non risparmia più nessuno, a partire dai familiari del tossicodipendente; il problema della droga è prima di tutto un problema sociale, umano, personale e antropologico più che sanitario; in Italia si registra, oltre all'attività della criminalità organizzata, un incremento della microcriminalità dai connotati più violenti dovuta alle nuove mafie e al fenomeno delle baby gang , attive anch'esse nel traffico e nello spaccio di stupefacenti, con un giro d'affari complessivo per 40 mila miliardi di lire all'anno; dei 53.846 detenuti nelle carceri italiane, il 30 per cento è detenuto per reati legati al traffico, allo spaccio e all'uso di stupefacenti con un aumento delle infrazioni della legge sulla droga; la droga, qualsiasi essa sia, agendo sulla psiche indebolisce o annulla la ragione e la volontà dell'uomo con danni non solo fisici ma soprattutto psichici anche rovinosi, creando sempre comunque una dipendenza; la strategia della riduzione del danno invece di portare il giovane ad una totale disintossicazione finisce col cronicizzare la situazione di dipendenza perché il metadone è solo un palliativo e non risolve i problemi né le cause che hanno portato una persona a drogarsi; una tale visione nell'affrontare il problema è in contrasto con il dettato costituzionale che garantisce la tutela della salute come diritto essenziale di ogni cittadino e quindi la libertà di recuperarsi e non quella di drogarsi; il Piano di azione comunitario 2000-2004, rappresentando una linea guida per l'azione dei singoli governi, ha individuato nell'innalzamento dell'allarme sociale sulle droghe, nella lotta all'offerta di droghe illecite e nelle strategie di reinserimento sociale dei tossicodipendenti, gli strumenti idonei per una efficace politica anti-droga; appare in netta crescita il fenomeno della doppia diagnosi, ovvero della concomitante presenza di disturbi psichici e di dipendenza da sostanze stupefacenti; la regolarità e il modo con cui i mezzi di comunicazione di tutto il mondo trattano di droga ha creato un senso di ingannevole familiarità se non rassegnazione con il fenomeno, mentre tutte le attività relative alle droghe illecite sono condotte di nascosto, impedendo ai più di conoscere la vera natura del problema; impegna il Governo: a ridefinire la strategia della riduzione del danno, verificandone i risultati non solo in termini qualitativi, ma anche in termini quantitativi, come opzione che può riguardare una parte limitata degli assuntori di eroina e che non è una terapia ma l'obiettivo di contenere il problema; a valorizzare l'attività dei Sert verificando, attraverso uno studio serio, l'impiego del metadone e degli altri farmaci sostitutivi, vigilando che il loro uso rientri nei termini prescritti dalla legge, avendo come obiettivo la loro diminuzione al minimo necessario (non possono superare i tre mesi, senza l' escamotage di brevi interruzioni, devono essere collegati ad un progetto di recupero e usati in dosi contenute), onde privilegiare il recupero della persona sul contenimento del disagio e delle devianze, secondo lo spirito e le indicazioni della medesima normativa; a favorire e sviluppare il rapporto con le esperienze offerte dalle comunità terapeutiche, il cui scopo primario è quello della costruzione delle basi e delle capacità della persona ad autopromuovere il proprio reinserimento sociale e lavorativo, nonché il controllo e la verifica di questo processo; ad ampliare la collaborazione con tali strutture per facilitare l'attuazione delle misure alternative alla detenzione già previste dalla legge, allargando la possibilità di ricorrere a tali misure anche per pene edittali superiori a quelle in vigore; a sperimentare forme innovative di detenzione per i tossicodipendenti anche tramite la collaborazione tra strutture carcerarie e comunità terapeutiche, nel rispetto delle reciproche autonomie e fisionomie; a realizzare nuove strutture residenziali e valorizzare quelle esistenti, in quanto strumenti indispensabili per realizzare per i tossicodipendenti non solo un progetto di vita lontano dall'uso delle droghe, ma mettere a loro disposizione dei luoghi in cui venga intensificata l'educazione all'aver cura di sé e alla responsabilità sociale, agevolata da una formazione globale alla partecipazione e al senso del lavoro; a sviluppare progetti di prevenzione delle dipendenze tra le giovani generazioni che promuovano piani educativi più impegnativi ed efficaci e che forniscano elementi di identificazione, socializzazione e aggregazione alternativi; a porre la massima attenzione alle interferenze e sovrapposizioni tra sofferenza psichiatrica e tossicodipendenza, attivando in rete i servizi territoriali psichiatrici e favorendo una reale presa in carico istituzionale di questi casi così difficili da gestire; a pianificare interventi capaci di sostenere e tutelare i familiari ed in particolare i minori, pur salvaguardando il diritto alla genitorialità; a creare una formazione stabile degli operatori del settore che preveda una attività diretta all'aggiornamento ma anche alla prevenzione del burn-out ; a rafforzare la cooperazione con i partner europei sostenendone l'azione e promuovendo il coordinamento della loro politica e dei loro programmi; a sollecitare il coordinamento tra organi di polizia e giudiziari dei paesi europei e l'armonizzazione delle norme degli Stati membri in campo penale, puntando al sistema finanziario di cui il narcotraffico è diventato parte integrante; a sollecitare i mezzi di comunicazione, a partire dalla Rai, a produrre in sinergia con il ministero dell'istruzione, università e ricerca una informazione adeguata sul fenomeno in modo di aiutare i giovani a capire la vera natura del problema. (1-00044) «Michelini, Di Virgilio, Massidda, Parodi, Antonio Leone, Bertucci, Cicchitto, Bertolini, Baiamonte, Gianfranco Conte, Fratta Pasini, Lainati, Paroli, Stradella».

 
Cronologia
domenica 6 gennaio
  • Parlamento e istituzioni
    Il Ministro degli esteri Ruggiero si dimette per divergenze con le critiche espresse dai ministri Bossi, Martino e Tremonti all'euro. Il Presidente del Consiglio Berlusconi, dopo aver tentato una mediazione, assume l'interim del dicastero.

giovedì 21 febbraio
  • Politica, cultura e società
    Dopo il rifiuto del Governo di stralciare la riforma dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori dalla più generale riforma del mercato del lavoro i sindacati si dividono: la CGIL si dichiara indisponibile a proseguire le trattative.