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Documenti ed Atti

XIV Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00058 presentata da REALACCI ERMETE (MARGHERITA, DL-L'ULIVO) in data 05/03/2002

Mozione Atto Camera Mozione 1-00058 presentata da ERMETE REALACCI martedì 5 marzo 2002 nella seduta n. 109 La Camera, premesso che: in occasione della firma del protocollo di intesa per la cooperazione nel settore agricolo ed agro-industriale tra la Fao e il Governo italiano il 29 gennaio 2002, il Presidente del Consiglio dei ministri e Ministro degli affari esteri ad interim , Silvio Berlusconi, ha dichiarato che al prossimo G8, che si terrà in Canada, chiederà di portare l'aiuto per lo sviluppo dei paesi più poveri dallo 0,7 all'1 per cento del Pil; l'Italia, quale membro del G8, dell'Unione europea e dell'Ocse, dall'adozione degli indirizzi del Cipe del 1995 ispira le proprie attività di cooperazione al perseguimento degli obiettivi di sviluppo consolidati nel documento Ocse del 1996, finalizzati principalmente alla lotta contro la povertà nei Paesi in via di sviluppo (PVS); nel settembre del 2000 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la «Dichiarazione del Millennio» in cui vengono definiti gli obiettivi internazionali di sviluppo che bisogna perseguire; l'obiettivo centrale rimane quello di ridurre del 50 per cento entro il 2015 il numero delle persone che vivono in condizioni di estrema povertà ossia con meno di un dollaro al giorno; la partecipazione attiva dell'Italia, ai finanziamenti e ai programmi di aiuto ai paesi in via di sviluppo, non corrisponde solo ad un generico impegno morale, ma segue le indicazioni di un più profondo intento che è quello di portare a tutti i popoli della terra, sviluppo, dignità, diritti. Sono questi gli ambiziosi obiettivi dell'Italia per contribuire alla realizzazione di un mondo di pace, per fare in modo che i conflitti interni di ogni singolo popolo non sfocino più in azioni estreme come è accaduto l'11 settembre 2001; a marzo 2002 si terrà la Conferenza Onu su «Finanza e Sviluppo» a Monterrey, in Messico e in tale incontro i Governi, le organizzazioni non Governative, insieme alle Istituzioni Finanziarie Internazionali (Banca mondiale e Fondo monetario internazionale), all'Organizzazione Mondiale del Commercio e alle principali agenzie Onu, si confronteranno sui nodi più controversi dell'attuale sistema finanziario internazionale discutendo di aiuto pubblico allo sviluppo, di commercio, di debito estero, ma anche di flussi finanziari e di possibili sistemi di tassazione; il Vertice Mondiale sullo sviluppo sostenibile (Rio + 10) si terrà dal 2 all'11 settembre 2002 a Johannesburg (Sudafrica) con lo scopo di riesaminare i risultati a dieci anni dalla Conferenza delle Nazioni Unite sull'Ambiente e lo Sviluppo che si è svolta a Rio de Janeiro (Brasile) nel 1992. Il Vertice Mondiale sarà un'occasione unica per incoraggiare la realizzazione degli obiettivi fissati a Rio de Janeiro e definire nuovi impegni politici da parte di tutti i paesi nel cammino verso lo sviluppo sostenibile; considerato inoltre che il grave fenomeno della povertà assume dimensioni sempre più ampie nonostante che tutti i Governi abbiano affermato ed affermino la loro ferma volontà di combatterlo ed eliminarlo. Purtroppo, si è trattato e si tratta soltanto di dichiarazioni alle quali non hanno fatto seguito concrete e precise azioni; a partire dal 2000 si è registrata, a livello internazionale, una inversione della tendenza positiva che si era avviata nel biennio 1998-1999 dopo le riduzioni dell'aiuto ai paesi in via di sviluppo nel periodo 1992-1997; la partecipazione italiana alla cooperazione allo sviluppo nel 2000 ha registrato un calo pari al 14,3 per cento e tra i paesi donatori l'Italia è scivolata dal settimo al decimo posto. In rapporto al Pil, l'Italia risulta addirittura ventunesima su 22 Paesi Ocse con un impegno pari allo 0,13 per cento del Pil; gli stanziamenti per l'aiuto pubblico come risulta dal bilancio assestato 2001 e da quello a legislazione vigente 2002 pur non delineando una diminuzione degli aiuti non indicano nemmeno un vero e proprio rilancio non discostandosi di molto dallo 0,13 per cento del Pil realizzato nel 2000; la situazione appare in tutta la sua gravità se si confrontano i dati attuali con quelli del passato ed in particolare con quelli del 1985 quando, anche a seguito di un movimento parlamentare sul problema della «lotta contro la fame nel mondo», si pervenne ad uno stanziamento complessivo di ben 3.629 miliardi annui, corrispondenti allo 0,26 per cento del Pil. Con questi aiuti l'Italia balzò al 5 o posto nella cooperazione; il Parlamento ha approvato una comune mozione in vista del vertice Fao del giugno 2002 in cui tra l'altro si impegnava il governo a concentrare la cooperazione italiana allo sviluppo nel triennio 2002-2004 anche su programmi integrati di lotta alla fame, lotta alla siccità e alla desertificazione, sviluppo sostenibile; ad aumentare le risorse ordinarie per la lotta contro la fame nel mondo, portando gradualmente entro cinque anni allo 0,70 per cento del Pil la percentuale delle risorse da impegnare per lo sviluppo nel terzo mondo; le risorse per la cooperazione allo sviluppo stanziate da questo governo per gli anni 2002-2004 non ci indicano chiaramente un'inversione di tendenza, ma solo deboli accenni per una partecipazione italiana che certo non riuscirà, ancora una volta, a rispettare la raccomandazione, datata 1970, delle Nazioni Unite che indica come soglia base per gli aiuti l'impiego dello 0,7 per cento del Pil; il consolidarsi dei grandi processi di internazionalizzazione della economia, la stessa UE, ci pongono di fronte a nuove sfide e all'esigenza di superare ostacoli e lentezze che impediscono l'iniziativa del nostro Paese; si impone, quindi, una riflessione politica approfondita, al fine di individuare orientamenti e scelte che diano sicurezza al Paese per i prossimi anni, una riflessione adeguata, che tenga conto dell'aumento della distanza tra il Nord e il Sud del mondo e della differenziazione avvenuta nel sud per paesi e per aree regionali; i fondi destinati alla cooperazione allo sviluppo sono ormai del tutto insufficienti a garantire una nostra reale presenza nelle aree geografiche dove abbiamo deciso di concentrare la nostra azione; anche in Italia, così come sta avvenendo anche negli altri Paesi industrializzati, si è aperto un dibattito sulla revisione della normativa che regola la cooperazione allo sviluppo; l'attuale stato di crisi operativa in cui si trova la Direzione della Cooperazione allo sviluppo impone provvedimenti globali e coerenti; il nostro Paese, in prosecuzione degli impegni presi dai Governi negli anni scorsi e al G8 di Genova, ha assunto una posizione di leadership internazionale sulla questione del debito dei paesi in via di sviluppo ed ha indicato la necessità di accompagnare alla cancellazione del debito una serie di misure di interventi strutturali per avviare a soluzione il dramma della povertà nel mondo; impegna il Governo a portare nel triennio 2002-2004 l'aiuto dell'Italia per lo sviluppo dei paesi più poveri all'1 per cento del Pil; ad invertire la tendenza che ha prodotto la progressiva stabilizzazione del bilancio della cooperazione e, a partire dall'assestamento del bilancio 2002, a raddoppiare le somme stanziate per l'APS dall'Italia; a dare seguito alle proposte già formulate ed accolte in occasione del G8 di Genova in cui l'Italia ha dichiarato di voler portare dall'attuale 0,14 per cento del Pil allo 0,30 per cento del Pil l'impegno per la cooperazione a partire dalla prossima legge finanziaria; a portare a termine gli impegni già presi per diminuire la povertà nel mondo; a realizzare un sistema di incentivi per promuovere i prodotti del commercio equo e i titoli finanziari etici; a concentrare la cooperazione italiana allo sviluppo nel triennio 2002-2004 anche su programmi integrati per lo sviluppo sostenibile, lotta alla fame, lotta alla siccità e alla desertificazione; a realizzare una maggiore collaborazione con le organizzazioni non governative, anche allo scopo di raccogliere proposte ed iniziative di chi la cooperazione la vive in prima persona; ad attuare gli impegni internazionali e normativi per la remissione del debito ai paesi poveri. (1-00058) «Realacci, Vigni, Abbondanzieri, Albertini, Annunziata, Battaglia, Bellillo, Bellini, Benvenuto, Giovanni Bianchi, Enzo Bianco, Bimbi, Boccia, Buffo, Camo, Carbonella, Castagnetti, Cento, Ciani, Cima, Crucianelli, De Brasi, Diana, Duilio, Fistarol, Franci, Giacco, Iannuzzi, Lettieri, Lion, Maccanico, Marcora, Raffaella Mariani, Marini, Mazzuca Poggiolini, Meduri, Melandri, Micheli, Montecchi, Mosella, Motta, Mussi, Pinotti, Piscitello, Pistelli, Pistone, Rocchi, Rutelli, Ruzzante, Sereni, Squeglia, Tocci, Volpini, Zanotti, Reduzzi».

 
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