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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XIV Legislatura della repubblica italiana

INTERPELLANZA 2/00295 presentata da CUSUMANO STEFANO (MARGHERITA, DL-L'ULIVO) in data 10/04/2002

Interpellanza Atto Camera Interpellanza 2-00295 presentata da STEFANO CUSUMANO mercoledì 10 aprile 2002 nella seduta n. 128 Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che: il Consiglio dei ministri, nella seduta del 14 marzo 2002, ha approvato un disegno di legge avente ad oggetto la riforma dell'ordinamento giudiziario nonché la relazione di accompagnamento; vari esponenti del Governo e del Consiglio superiore della magistratura hanno effettuato dichiarazioni riguardo al contenuto del predetto disegno di legge governativo e, in particolare, riguardo alla necessità di procedere alla revisione delle circoscrizioni giudiziarie; più di settanta tribunali di ogni parte d'Italia, che hanno sede in città non capoluoghi di regione né di provincia, si considerano direttamente minacciati dalle riforme che tendono a creare accentramento giudiziario nelle città maggiori e dalla legge delega chiesta dal Governo per procedere alla revisione delle circoscrizioni giudiziarie; le città più direttamente coinvolte hanno inviato rappresentanti dei loro consigli dell'ordine degli avvocati e delle amministrazioni comunali ad una affollata assemblea a Roma, nella quale è stata proclamata una articolata mobilitazione con tutta una serie di iniziative pubbliche; la legge-delega, pare, punti a cancellare o declassare a sezioni i tribunali non capoluoghi, sul falso assunto che l'accentramento significherebbe economia e specializzazione dei giudici, mentre, ad avviso dell'interrogante, si corrisponde solo agli interessi delle baronie professionali delle grandi città; lo strumento della delega è inidoneo e ogni revisione, complessa e differenziata, deve essere preceduta da uno studio mirato, regione per regione, in forza del quale non solo non si devono sopprimere i tribunali, ma si devono anzi valorizzare quelli decentrati accorpando ad essi quote di territorio e popolazione oggi gravanti sui confinanti tribunali troppo vasti ed ingolfati; l'ipotesi di trasformazione dei tribunali in sezione di tribunale con amputazione della procura appare non idonea a comprendere le esigenze dei territori in materia di giustizia e che efficienza, rapidità, accessibilità, e trasparenza della giustizia si raggiungono maggiormente nelle sedi piccole o medio-piccole e mai in quelle grandi o medio-grandi; l'accentramento di tutti i principali uffici direzionali e servizi in poche grandi città con desertificazione della rete delle città a grande tradizione civile ma con minore attuale consistenza demografica, alimenta un modello di sviluppo perverso con un devastante meccanismo causa-effetto verso il degrado di due terzi del Paese che invece deve essere politicamente invertito; il decreto e le dichiarazioni hanno suscitato allarme nell'opinione pubblica e nell'avvocatura tutta e, in particolare modo, in quella siciliana in quanto tale revisione potrebbe comportare anche la soppressione, con conseguenti accorpamenti, di distretti e circondari, incidendo negativamente sull'assetto giudiziario esistente sul territorio siciliano; infatti la paventata revisione di distretti e circondari siciliani arrecherebbe grave nocumento alla situazione socio economica dell'isola; non apporterebbe alcun miglioramento del servizio offerto ai cittadini; evidenzierebbe la mancata coerenza degli organi istituzionali, che di recente hanno previsto il decongestionamento dei cosiddetti tribunali metropolitani e la creazione di nuovi presidi; l'amministrazione della giustizia nell'isola ha delle peculiarità proprie, che devono comunque essere considerate al di là dei dati statistici relativi ai carichi pendenti di ciascun ufficio giudiziario, tenuto conto che: a) l'attività giudiziaria, soprattutto quella penale, è incentrata principalmente sulla costante lotta alla criminalità organizzata, di tipo mafioso e non, e alla crescente criminalità minorile e vede la celebrazione di processi delicati con numerosi imputati i quali (anche perché interessano le posizioni soggettive di più persone), necessitano di un più lungo tempo di celebrazione e, proprio per tale peculiare importanza, non sono adeguatamente considerati nell'analisi statistica dei carichi di lavoro degli uffici giudiziari; b) la contestata soppressione di uno o più distretti di Corte d'Appello, in atto con apparente minor carico di lavoro, aggraverebbe la già precaria situazione in cui versano le rimanenti Corti d'Appello, prima fra tutte quella di Palermo (dove di recente è stato parzialmente decongestionato il tribunale «Metropolitano»), che vedrebbero oltremodo caricati i propri uffici di processi, maxi e non, con numerosi imputati; c) l'attività giurisdizionale civile ha visto un cospicuo incremento di procedimenti, non solo in primo grado ma soprattutto in grado di appello, dovuto anche alla intervenuta riforma nel campo del processo del lavoro con attribuzione al giudice del lavoro della materia del «pubblico impiego» per cui la soppressione di distretti e circondari, lungi dal consentire una più celere risposta alla domanda di giustizia dei cittadini, rischia di tramutarsi in un ingolfamento degli uffici giudiziari con conseguente allungamento, oltre ogni limite di ragionevolezza, dei tempi di definizione dei giudizi. Al riguardo non va sottovalutato il concreto e comprovato rischio che l'attività malavitosa, mafiosa e non, trovi nuova e più energica linfa vitale nell'ulteriore inevitabile prolungamento dei tempi di definizione dei procedimenti giurisdizionali civili; d) la paventata soppressione di distretti e circondari dell'isola creerebbe enormi disagi agli operatori (avvocati, magistrati, personale di cancelleria e cittadini interessati), costretti a non agevoli spostamenti quotidiani per raggiungere le nuove sedi (per come l'apparente conformazione geografica lascerebbe intendere), a causa delle disastrate reti di comunicazioni esistenti nell'isola (a differenza che in altre regioni d'Italia, infatti, non esiste una linea ferroviaria ad «alta velocità»; le autostrade esistenti non sono ultimate e, peraltro, sono in numero limitato non coprendo l'intero territorio; le strade statali e provinciali interne presentano spesso percorsi impervi e sono ad elevato rischio di pericolosità); e) la contestata soppressione di distretti e circondari comporterebbe la inevitabile soppressione anche di uffici a questi collegati (procure della Repubblica, tribunali per i minorenni, centri di servizio sociale, uffici finanziari, case circondariali eccetera) rendendo, così, meno incisiva la presenza territoriale di istituzioni pubbliche che svolgono una importante funzione deterrente e preventiva, in un tessuto socio economico caratterizzato da una costante presenza su tutto il territorio di nuclei di criminalità organizzata, anche minorile, e da un preoccupante livello di disoccupazione; la prevista modifica della composizione dei «consigli giudiziari» (con la partecipazione di quattro componenti non togati, di cui un professore di università, un avvocato e due rappresentanti del consiglio regionale), da un lato penalizza l'avvocatura (la quale, svolgendo un ruolo primario nell'attività giudiziaria, richiede una maggiore e più fattiva presenza in un organo la cui funzione incide sul corretto e funzionale svolgimento dell'attività giurisdizionale) e dall'altro lato suscita allarme e preoccupazione, per la prevista partecipazione di due rappresentanti delle istituzioni politiche a tutte le attività dell'organo, con ingiustificate ingerenze lesive dei principi costituzionali di autonomia ed indipendenza sanciti dagli articoli 104 e 108 della Costituzione; atteso l'ampio dibattito odierno sull'argomento; l'amministrazione della giustizia nell'isola ha delle peculiarità proprie, così come sottolineato dai capi degli uffici giudiziari e degli ordini forensi nell'apposito convegno tenutosi a Sciacca il l6 giugno 2001, i cui atti sono in fase ormai prossima di pubblicazione; tali peculiarità contrastano fermamente con una eventuale soppressione di distretti di corte d'Appello e di circondari dei tribunali in atto esistenti in Sicilia; tale contestata soppressione arrecherebbe grave nocumento alla comunità, con ripercussioni negative sul tessuto socio economico dell'isola; ilruolo primario svolto quotidianamente dall'avvocatura nell'attività giudiziaria, richiede una maggiore e più fattiva presenza degli avvocati nella partecipazione di due rappresentanti dei consigli regionali nella composizione dei «consigli giudiziari» appare, di per sé ingiustificata -: se il Ministro interrogato non ritenga opportuno, in questa fase, eliminare dal «pacchetto giustizia» la delega a riformare le circoscrizioni, prevedendo invece consultazioni preventive nei momenti programmatici e decisionali, con l'obiettivo di valutare concretamente le specificità territoriali e in particolare quella siciliana con le sue rilevanti inquietudini sociali, territoriali e il rilevante carico di una criminalità mafiosa fortemente radicata. (2-00295)«Cusumano».

 
Cronologia
venerdì 29 marzo
  • Parlamento e istituzioni
    Il Presidente della Repubblica Ciampi rinvia alle Camere, per una nuova deliberazione, il disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 gennaio 2002, n. 4, recante disposizioni urgenti finalizzate a superare lo stato di crisi per il settore zootecnico, per la pesca e per l'agricoltura (AC 2516) (Doc. I, n.1).

mercoledì 17 aprile
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva, con 330 voti favorevoli, 237 contrari e 1 astenuto, la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge AC 2592, di conversione in legge del D.L. 22 febbraio 2002, n. 12, Disposizioni urgenti per il completamento delle operazioni di emersione di attività detenute all'estero e di lavoro irregolare, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.