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Documenti ed Atti

XIV Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00066 presentata da BRUGGER SIEGFRIED (MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE) in data 16/04/2002

Mozione Atto Camera Mozione 1-00066 presentata da SIEGFRIED BRUGGER martedì 16 aprile 2002 nella seduta n. 132 La Camera, premesso che: il crescendo delle crisi finanziarie e bancarie - a partire da quelle del 1997 in Asia, Russia, America Latina, fino al più recente crollo della new economy in USA, alla gigantesca crisi bancaria giapponese in corso e alla bancarotta dell'Argentina - non può che impensierire le popolazioni, le classi dirigenti, le imprese, gli investitori e i risparmiatori in quanto non è una serie di casi isolati ma la manifestazione di una crisi dell'intero sistema finanziario caratterizzato dalla speculazione sfuggita a ogni controllo; l'intera bolla finanziaria mondiale ha raggiunto la vetta dei 400.000 miliardi di dollari (di cui 140.000 solamente negli USA), in rapporto ad un prodotto interno lordo mondiale di circa 40.000 miliardi di dollari e che questo divario è andato accentuandosi soprattutto negli ultimi anni; la crisi finanziaria rischia di provocare una grandissima crisi per il risparmio e in special modo per i fondi pensione; la politica monetaristica del FMI nei confronti dei cosiddetti paesi in via di sviluppo quali l'Argentina è stata negli anni passati direttamente responsabile dell'aggravamento della loro situazione fino alla bancarotta, imponendo il pagamento di alti tassi di interesse e tagli del bilancio e degli investimenti produttivi che hanno gravemente intaccato il prodotto interno reale delle nazioni; la politica di privatizzazioni richiesta dal FMI è risultata non adatta per tutte le situazioni, come dimostrano anche i ripensamenti in corso sulle privatizzazioni (per esempio quelli delle ferrovie) persino in Inghilterra, la nazione che per prima ha esaltato questo orientamento; il continuo pagamento degli interessi sul debito imposto dal FMI ha strangolato l'economia argentina (nel 1998 il pagamento degli interessi era l'11 per cento del bilancio nazionale, nel 2000 il 15 per cento e nel 2001 il 18 per cento). Questo salasso di ricchezza e di investimenti è andato sempre più ad incidere negativamente sulle entrate fiscali: nel 2001 le entrate fiscali sono crollate del 33 per cento rispetto all'anno precedente; l'intera America Latina negli anni passati ha già pagato più volte l'intero ammontare del suo debito estero: nel 1980 era di 259 miliardi di dollari, nel 1999 dopo aver pagato cumulativamente 628 miliardi di dollari in interesse «rimanevano» 793 miliardi di debito da pagare (dati della Banca Mondiale); quindi la crisi argentina non è specifica a questa nazione bensì riguarda l'intero continente latino-americano, dove il Messico e il Brasile (in cui la svalutazione della moneta non ha risolto il problema del debito, al contrario, e ha creato momenti di tensione con gli altri paesi del continente), per esempio, sono stati condotti dal FMI sull'orlo di un crac come quello dell'Argentina e di altre nazioni quali la Turchia e la Polonia, in quella che è una manifestazione molto forte della crisi dell'intero sistema che si evidenzia in maniera sempre più quantificabile e tangibile anche negli USA, in Giappone e in Europa, per cui una duratura soluzione per l'Argentina può avere luogo solo nel contesto di un totale riorientamento produttivo e di una riorganizzazione del sistema economico e finanziario internazionale; il crac in Argentina non può essere imputato semplicemente alla corruzione nazionale ma al sistema «politico» del FMI che, invece di sostenere una partecipazione vera nello sviluppo della nazione, ha introdotto meccanismi moneraristici che hanno favorito varie forme di corruzione. Ad esempio, parlamentari del partito argentino ARI il 31 dicembre 2001 hanno presentato una dettagliata documentazione sulla «struttura bancaria parallela» che ha organizzato illegalmente tra ottobre e dicembre2001 una fuga di capitali e operazioni di riciclaggio per parecchi miliardi di dollari, che ad avviso di tali parlamentari non sarebbero potuti avvenire senza che il FMI ne fosse a conoscenza. Il giudice di Buenos Aires Maria Servini de Cubria ha aperto un'indagine sul caso; la Chiesa Cattolica argentina ha preso una posizione molto chiara sulla crisi. L'arcivescovo di Rosario monsignor Eduardo Miràsha ha detto il 17 novembre 2001: «Un popolo non può morire per pagare il debito». Monsignor Hector Aguer di La Plata il 20 dicembre 2001 ha diffuso una lettera aperta sul debito estero dove denuncia tra l'altro la politica (imposta dal FMI) di «deficit zero» che ha drasticamente ridotto il benessere generale allo scopo di pagare gli interessi sul debito agli «usurai»; infatti il popolo muore per debiti contratti da altri e per fini chiaramente non di interesse nazionale; varie forze politiche, economiche, sociali e religiose dell'Argentina hanno posto al centro della discussione la proposta per un programma di ricostruzione e di sovranità nazionale che preveda i seguenti punti: a) lo sganciamento del peso dal dollaro senza svalutazione o altre forme di dollarizzazione, di fatto una nuova moneta senza obblighi con l'attuale sistema; b) misure di controllo sui movimenti di cambi e di capitale come quelle che negli anni cinquanta si rivelarono capaci di proteggere le monete; c) la creazione di una «banca nazionale» per emettere nuovi crediti a basso tasso di interesse e a lungo termine per espandere gli investimenti produttivi nell'industria e nell'agricoltura, in particolare nella media industria; d) il congelamento di tutti i debiti con l'estero e l'apertura di un'indagine sulla legittimità del debito ancora dovuto; e) la creazione di un coordinamento di difesa con altri paesi del continente mirante anche a creare un mercato comune latino americano; f) la reintroduzione del principio inviolabile della sovranità nazionale contro ogni forma di interferenza da parte di strutture sovranazionali della globalizzazione, impegna il Governo: a) per quanto riguarda direttamente l'Argentina, ferma restando la necessità che il Paese si doti di una politica economica, come sopra riportata, nell'interesse del popolo argentino; a sostenere in particolar modo la richiesta di moratoria sul debito estero; a sostenere, anche con la partecipazione diretta, i progetti di rilancio degli investimenti nell'economia produttiva; a portare questa mobilitazione anche nelle istituzioni dell'Europa così da trasformare questo sostegno italiano in sostegno europeo e rilanciare in modo concreto l'impegno già assunto dall'Europa per l'America latina con l'appoggio al progetto del Mercosur; b) per quanto riguarda la crisi dell'intero sistema finanziario e monetario internazionale: a portare avanti in tutte le istanze la richiesta di una totale revisione del ruolo e delle politiche del FMI; a prendere in particolare l'iniziativa di proporre la convocazione di una nuova conferenza internazionale a livello di Capi di Stato e di Governo, come quella che si tenne a Bretton Woods nel 1944, allo scopo di fondare un nuovo sistema monetario internazionale e prendere quelle misure necessarie per eliminare i meccanismi che hanno condotto alla creazione della bolla speculativa e al crac finanziario sistemico e per mettere in moto programmi di ricostruzione dell'economia mondiale. (1-00066) «Brugger, Boato, Collè, Widmann, Zeller, Detomas, Banti, Benvenuto, Gerardo Bianco, Bielli, Camo, Carboni, Ceremigna, Cima, Cossa, D'Agrò, Illy, Intini, Kessler, Landi di Chiavenna, Santino Adamo Loddo, Lusetti, Paola Mariani, Migliori, Nigra, Pisa, Pisapia, Ricciotti, Rizzo, Rodeghiero, Siniscalchi, Vernetti, Alfredo Vito, Albertini, Lettieri, Maccanico, Ramponi, Carbonella, Biondi, Nesi, Rocchi, Buontempo, Damiani, Melandri, Bressa, Olivieri, Cordoni».

 
Cronologia
venerdì 29 marzo
  • Parlamento e istituzioni
    Il Presidente della Repubblica Ciampi rinvia alle Camere, per una nuova deliberazione, il disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 gennaio 2002, n. 4, recante disposizioni urgenti finalizzate a superare lo stato di crisi per il settore zootecnico, per la pesca e per l'agricoltura (AC 2516) (Doc. I, n.1).

mercoledì 17 aprile
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva, con 330 voti favorevoli, 237 contrari e 1 astenuto, la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge AC 2592, di conversione in legge del D.L. 22 febbraio 2002, n. 12, Disposizioni urgenti per il completamento delle operazioni di emersione di attività detenute all'estero e di lavoro irregolare, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.