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Documenti ed Atti

XIV Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00085 presentata da PETERLINI OSKAR (PER LE AUTONOMIE) in data 16/07/2002

Mozione1-00085 Atto Senato Mozione 1-00085 presentata da OSKAR PETERLINI martedì 16 luglio 2002 nella seduta n. 212 PETERLINI, THALER AUSSERHOFER, KOFLER, SALZANO, RUVOLO, MALABARBA, MONTICONE, MALENTACCHI, TURRONI. – Il Senato, premesso: che, vista la risoluzione del 5 settembre 2001 sulla domanda di adesione della Repubblica ceca all'Unione europea e sullo stato di avanzamento dei negoziati, il Parlamento europeo ha invitato la Commissione europea a convocare una conferenza internazionale per dibattere sulle possibilità e i costi dell'abbandono dell'energia nucleare, nonché sulla possibilità di sottoporre alla Repubblica ceca una proposta di abbandono elaborata a livello internazionale, e che la Commissione europea non ha ottemperato a questo invito del Parlamento europeo che è l'unica istituzione democraticamente legittimata nell'Unione europea; che nella sua relazione annuale sull'esercizio finanziario 2000 la Corte dei conti europea ha per l'ennesima volta esortato la Commissione europea a definire standard unificati per la sicurezza nucleare; ricordando: che nell'ambito del processo di allargamento dell'Unione europea sono stati concordati dei termini vincolanti per la disattivazione delle centrali nucleari di Bohunice in Slovacchia, Ignalina in Lituania e Kosloduj in Bulgaria; che ogni centrale nucleare in meno è una speranza di sicurezza, di collaborazione in Europa e di fiducia reciproca in più; per questo motivo due terzi dei Paesi dell'Unione europea hanno rinunciato all'energia nucleare o la stanno abbandonando; considerando: che l'energia nucleare a prezzo pieno non sarebbe competitiva in una economia di mercato; che attualmente praticando il dumping ecologico e la scarsa considerazione di possibili risvolti nell'energia atomica si ostacolano soluzioni sostenibili in campo energetico, si blocca lo sviluppo tecnologico e – così come succede per tutte le grandi tecnologie – si finisce più per sopprimere posti di lavoro che per crearne (prof. Hermann Knoflacher, Technische Universität di Vienna); premesso inoltre: che le persone si aspettano che vengano al più presto adottate decisioni e misure chiare che permettano di scongiurare definitivamente il pericolo dell'energia nucleare; che il dibattito sorto attorno alla centrale nucleare di Temelin, in cui dall'inizio della sua messa in funzione in via sperimentale si sono già verificati non meno di 27 incidenti, dovrebbe portare tutti i Paesi europei ad adottare una politica comune in materia di energia nucleare; che esercitare il diritto di veto, previsto dall'Unione europea, è giudicato legittimo nelle questioni di politica agraria, finanziaria e di convergenza; si ritiene legittimo anche poter sollevare obiezioni quando ne va della sicurezza e della vita delle persone (sempre secondo il prof. Knoflacher porre il veto a Temelin non significa porlo alla Repubblica ceca, ma costituisce piuttosto un banco di prova per l'Unione europea che dovrà decidere se stare dalla parte del cittadino o delle lobby . Si tratta di un minimo ritardo per avere poi una soluzione migliore); ritenendo che dopo gli attacchi dell'11 settembre 2001 il potenziale di pericolo delle centrali nucleari vada rivalutato; riconoscendo che l'energia nucleare non può essere considerata un modo sostenibile e sicuro di produrre energia; considerando altresì che dal sondaggio condotto da Quadra per il «Sole 24 Ore» (pubblicato sul Rapporto Energia Ambiente del «Sole 24 Ore» del 5 giugno 2002) emerge che quattro italiani su cinque bocciano la riapertura di centrali nucleari; constatato che in Austria nell'ambito di una consultazione popolare 915.220 persone hanno firmato per condizionare l'adesione della Repubblica all'Unione europea alla chiusura della centrale nucleare di Temelin; constatato inoltre che, come Cernobyl ci ha mostrato in modo assai eloquente, gli effetti degli incidenti ai reattori non conoscono frontiere e finiscono per ripercuotersi anche su territori molto distanti, impegna il Governo: ad adottare tutte le iniziative possibili per un'Europa senza energia nucleare; a sostenere che l'Italia si dichiari favorevole ad un'Europa senza energia nucleare; ad adoperarsi presso la Commissione europea affinché non promuova più l'energia nucleare; a sostenere che il programma Euratom venga mantenuto solo limitatamente per la sicurezza nucleare e per la sicurezza del deposito finale; a far sì che in Europa si definiscano al più presto standard minimi vincolanti per le centrali nucleari; a portare a conoscenza dei contenuti della presente mozione il Presidente del Parlamento europeo, il Presidente della Commissione europea, il Presidente del Consiglio dei ministri. (1-00085)

 
Cronologia
giovedì 11 luglio
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva in seconda lettura la proposta di legge: Legge costituzionale per la cessazione degli effetti dei commi primo e secondo della XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione (AC 2288-B), approvata in seconda lettura dal Senato il 15 maggio 2002. La legge consente il rientro in Italia dei discendenti maschi di casa Savoia e delle loro consorti (legge costituzionale 23 ottobre 2002, n. 1).

martedì 16 luglio
  • Parlamento e istituzioni
    Il Parlamento in seduta comune elegge, al terzo scrutinio, otto componenti del Consiglio superiore della magistratura. Risultano eletti: Emilio Nicola Buccico, Mariella Ventura Sarno, Giorgio Spangher, Giuseppe Di Federico, Luigi Berlinguer, Virginio Rognoni, Antonio Marotta e Gian Franco Schietroma.

venerdì 19 luglio
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva, con 323 voti favorevoli, 180 contrari e 1 astenuto, la questione di fiducia, posta dal Governo, sull'approvazione, senza subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'emendamento Dis. 1.1 del Governo interamente sostitutivo dell'articolo unico del disegno di legge AC 2972, di conversione in legge del D.L. 8 luglio 2002, n. 138, Interventi urgenti in materia tributaria, di privatizzazioni, di contenimento della spesa farmaceutica e per il sostegno dell'economia anche nelle aree svantaggiate.