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Documenti ed Atti

XIV Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04951 presentata da BELLILLO KATIA (MISTO-COMUNISTI ITALIANI) in data 14/01/2003

Interrogazione a risposta scritta Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-04951 presentata da KATIA BELLILLO martedì 14 gennaio 2003 nella seduta n. 246 BELLILLO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che: lo sport per tutti ha una grande valenza per la socialità e responsabilità educativa. Rappresenta una opportunità di inclusione e stile di vita a misura di ciascuno ed interpreta un nuovo diritto di cittadinanza; appartiene alle «politiche della vita» e, pur sperimentando numerose attività di tipo competitivo, si legittima in base a valori che non sono riconducibili al primato dell'etica del risultato, propria dello sport di prestazione assoluta; lo sport per tutti si riconosce in una filosofia dell'inclusione, mentre lo sport di prestazione assoluta implica logiche e strategie fondate su attitudini e potenzialità individuali fortemente selettive; sul piano dell'offerta organizzativa, lo sport di prestazione assoluta privilegia attività monodisciplinari, rigorosamente codificate e afferenti a strutture di tipo verticale (le federazioni agonistiche di specialità). Lo sport per tutti, che pure non rinuncia a sviluppare programmi di iniziativa propriamente competitivi, ha invece come referente il territorio e come prodotto organizzativo attività multisportive, frequentemente collegate in reti orizzontali operanti su scala nazionale (associazioni di sport per tutti); fondamentale è, in particolare, il contributo che la diffusione e la pratica dello sport per tutti possono dare alla definizione di un nuovo asse formativo in ambito scolastico, nonchè all'individuazione e alla promozione di inediti profili professionali; lo sport per tutti è un bene comune che interessa la salute, la qualità della vita, l'educazione e la socialità. In quanto tale esso è meritevole di riconoscimento e di tutela pubblica; nell'attuale crisi dello sport, le cui specifiche politiche sono state per anni assegnate per delega a un soggetto specializzato (il Coni), il tentativo di trasferire a una società per azioni non solo la gestione, ma il Governo di fatto dello sport italiano, appare una risposta insieme inadeguata e difensiva alla crisi del sistema; si sta delineando anche la crisi della solidarietà all'interno del movimento sportivo ufficiale, attraverso la riduzione del sostegno fornito alle discipline meno competitive sul terreno dell'offerta commerciale (compresi alcuni serbatoi di medaglie per l'alta prestazione olimpica); contemporaneamente si sta verificando l'erosione delle basi di reclutamento, oltre che dell'orientamento ed della regolazione dell'attività amatoriale nel suo complesso; il movimento di sport per tutti in Italia risulta essere il più esteso, il più strutturato e il meno legislativamente tutelato dell'Europa occidentale; in nessuna parte del mondo il finanziamento a questo soggetto collettivo è gestito - con criteri ampliamente discrezionali e spesso politicamente strumentali - dal sistema olimpico; l'ipotesi di un patto federativo entro un solo contenitore istituzionale fra due soggetti di pari dignità - il sistema della prestazione assoluta e quello dello sport per tutti - si è consumato di fatto per esclusiva responsabilità del Coni; per dare futuro allo sport per tutti è dunque necessario configurare il sistema sportivo come sistema aperto. Ciò significa diversificarne le istituzioni di governo e coinvolgere a pieno titolo soggetti collettivi che l'egemonia del Coni ha troppo a lungo confinato ai margini del sistema: non solo le associazioni volontarie di sport per tutti, ma le regioni, le autonomie locali, le università (cogliendo il potenziale innovativo presenta nella costituzione delle Facoltà di Scienze motorie), il sistema formativo, le associazioni ambiemtalistiche e le organizzazioni non profit che intendano concorrere allo sviluppo dello sport per tutti in Italia; in questa situazione, il Coni richiede un allineamento degli statuti degli enti di promozione (che portano avanti la promozione sportiva solo come parte della propria attività) al proprio statuto, mentre le federazione pretendono che le attività disciplinari vengano irregimentate esclusivamente nelle proprie regole; il Coni e le Federazioni, utilizzando le leva economica e lungi dal riconoscere allo sport per tutti pari dignità, si arrogano il diritto di dettare ogni regola e di governare ogni situazione, dimenticando anche che le competenze per la promozione sportiva sono passate alle regioni, che giustamente non condividono certe residuali ubbie egemoniche -: quale sia la linea del Governo rispetto ad una possibile riforma organica del sistema sportivo, per il riconoscimento del ruolo e della pari dignità dello sport per tutti i cittadini; se nell'ambito di tale riforma intenda riconoscere il ruolo autonomo, sociale e culturale dello sport per tutti, condiviso da tutta l'Europa; se intenda dare un sostegno anche economico alle reti nazionali che garantiscono una politica associativa coerente su tutto il territorio, oppure se intenda priviligiare un rapporto con singole esperienze associative e trascurando o ignorando il valore e l'importanza delle reti associative autorganizzate. (4-04951)

Risposta scritta Atto Camera Risposta scritta pubblicata giovedì 17 luglio 2003 nell'allegato B della seduta n. 342 all'Interrogazione 4-04951 presentata da BELLILLO Risposta. - Si rende noto che le competenze del Coni sono rimaste inalterate, mentre al Coni Servizi S.p.A sono attribuite mere funzioni strumentali nei confronti del Coni stesso. La centralità del Coni, nell'ambito del movimento sportivo italiano, rappresenta un principio fondamentale dell'ordinamento sportivo, costantemente riconosciuto dal legislatore, nel rispetto delle competenze regionali individuate dal decreto del Presidente della Repubblica n. 616 del 1977 e ribadite dalla legge costituzionale n. 3 del 2001. Per quanto riguarda la necessità di rivedere le funzioni e la composizione del Comitato nazionale sport per tutti, si fa presente che tale esigenza è stata individuata dal Coni stesso ed inserita nella proposta di modifica del decreto legislativo n. 242 del 1999, approvata dal Consiglio nazionale dell'Ente in data 15 maggio 2002. Si rappresenta, inoltre, che il Comitato nazionale sport per tutti, insediato dal Coni nel 1995 e previsto, successivamente, dal decreto legislativo n. 242 del 1999, non ha operato in quanto non vi è stata l'adesione delle regioni. Il Coni è comunque disponibile ad attivare rapporti di collaborazione con le regioni e gli enti locali, prendendo atto delle loro competenze in materia sportiva, nell'ottica di garantire pari dignità a tutti i soggetti associativi operanti nell'ambito dello sport. Si precisa che la richiesta del Coni di allineamento degli statuti degli enti di promozione sportiva al proprio Statuto è la conseguenza diretta delle disposizioni contenute nel decreto legislativo n. 242 del 1999. Inoltre, per un'omogeneità delle regole e delle norme relative ad ogni singola disciplina sportiva, le federazioni sono collegate alle federazioni internazionali ed al CIO. Si rappresenta, infine, che il finanziamento degli enti di promozione sportiva avviene attraverso l'applicazione di regole chiare e trasparenti contenute nel regolamento di assegnazione di contributi e che gli enti stessi hanno mostrato di condividere. Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali: Mario Pescante.



 
Cronologia
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