Documenti ed Atti
XIV Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/04341 presentata da DE SIMONE TITTI (RIFONDAZIONE COMUNISTA) in data 15/03/2005
Interrogazione a risposta immediata in Assemblea Atto Camera Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-04341 presentata da TITTI DE SIMONE martedì 15 marzo 2005 nella seduta n. 602 TITTI DE SIMONE- Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che: venerdì 18 marzo 2005, insieme al pubblico impiego, si fermerà anche la scuola per due scioperi nazionali, decisi da Cgil, Cisl e Uil, il primo, e dai Cobas scuola, il secondo; il rinnovo dei contratti dei docenti, l'assunzione dei precari, il rifiuto dei tagli agli organici e alla riforma Moratti sono le rivendicazioni principali di entrambi i fronti; se le due piattaforme hanno anche posizioni ed obiettivi divergenti su alcuni aspetti, una è la preoccupazione generale: il disinteresse dell'attuale Governo per la scuola pubblica; un dossier della Cgil scuola evidenzia che negli ultimi anni i fondi per la pubblica istruzione hanno subito un profondo ridimensionamento; il piano programmatico del 2003 prevedeva 8.320 milioni di euro per un quinquennio, ma ad oggi di questi ne sono stati stanziati solo 465, l'unica voce che è aumentata dal 2001 (+120 milioni di euro) riguarda il personale, ma, come spiega il sindacato, il dato tiene conto del precedente rinnovo del contratto (finanziato in gran parte dal Governo precedente) e delle economie di sistema positive grazie ai tagli di personale; ma gli altri capitoli della scuola pubblica hanno di che rammaricarsi: -44 per cento per il «funzionamento didattico e amministrativo», ossia tutta la spesa corrente come libri, bollette, manutenzione ed altro; -22 per cento per «formazione», la voce che incide sulla qualità del servizio; -35 per cento degli stipendi del personale supplente; parallelamente a questi tagli alla scuola pubblica, la scuola privata ha goduto di un incremento di fondi statali pari al 53 per cento; la mancanza di fondi va a colpire, ovviamente, anche i lavoratori, con pesantissimi tagli agli organici: se nella scuola d'infanzia ci sono state circa 500 assunzioni, nella primaria ora ci sono 4.100 insegnanti in meno e nella secondaria di primo grado ne sono spariti 5.000 in tre anni; ma è nella scuola secondaria di secondo grado dove si sconta il maggior dazio, anche per la soppressione di alcuni indirizzi storici: 13 mila insegnanti in meno nell'organico; dal decreto n. 128 del 2001 i tagli hanno interessato 30.000 lavoratori circa, fra cui 9.600 collaboratori scolastici; una menzione a parte merita il sostegno agli alunni disabili: per loro le risorse sono scese dai 18 milioni di euro del 2001 agli 11 milioni del 2004, così che i tagli nel solo 2001 hanno toccato 3.236 insegnanti e, attualmente, il 40 per cento dei posti necessari è coperto da precari; a tutto ciò si aggiunge il blocco delle assunzioni stabilito dalla legge finanziaria per il 2005; pertanto, i motivi per scioperare non sono, per i sindacati, né pochi, né di poco conto -: se non ritenga il Governo di dover modificare l'atteggiamento, secondo l'interrogante, di disinteresse fin qui manifestato nei confronti della scuola pubblica nella sua interezza e di attivarsi per impedire, come viene richiesto dall'intero mondo della scuola, la progressiva precarizzazione dei lavoratori. (3-04341)