Documenti ed Atti
XIV Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/05308 presentata da VOLONTE' LUCA (UDC UNIONE DEI DEMOCRATICI CRISTIANI E DEI DEMOCRATICI DI CENTRO (CCD-CDU)) in data 24/01/2006
Interrogazione a risposta immediata in Assemblea Atto Camera Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-05308 presentata da LUCA VOLONTE' martedì 24 gennaio 2006 nella seduta n. 736 VOLONTÈ e EMERENZIO BARBIERI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che: il 16 novembre 1999 il ministero per i beni culturali e le attività culturali ha decretato l'apposizione di vincolo, su richiesta della sovrintendenza di Bologna, sui resti di fondazioni murarie in ciottoli di un edificio rustico realizzato in età etrusca ed utilizzato fino all'età celtica, in considerazione dell'eccezionale valenza storica dell'insediamento; con lettera del 18 gennaio 2000 la sovrintendente di Bologna, dottoressa Mirella Marini Calvani, scriveva al ministero per i beni e le attività culturali: «anche dal punto di vista costruttivo le strutture scoperte consentono un agevole riferimento all'ambito etrusco; evidenti, infatti, sono i raffronti che si possono istituire con la tecnica edilizia impiegata nelle case di Marzabotto e nelle abitazioni rurali dell'area archeologica di Casalecchio di Reno/zona cimitero, con tracciati murari (in questo caso assai ben conservati) a fondazioni in ciottoli e radi frammenti fittili, destinate a sostenere alzate in materiali deperibili. Stringente è pure il confronto planimetrico proponibile con gli edifici etruschi di più recente scavo della già ricordata Casalecchio, con analoga disposizione longitudinale del fabbricato, stretto e lungo, suddiviso in vani rettangolari e incentrato su un'area scoperta, conformazione che evidentemente bene si adattava all'insediamento agricolo dell'epoca. In base a quanto esposto, se da un lato si può ritenere corretta l'interpretazione archeologica data ai resti riportati in luce come edificio rustico di età etrusca, dall'altro emerge l'eccezionalità del rinvenimento, non tanto dal punto di vista monumentale, quanto culturale, storico, topografico e documentario. Si tratta, infatti, dell'unica struttura abitativa attualmente scavata e conservata in situ, che sia con sicurezza riferibile all'insediamento etrusco di Felsina, capitale dell'Etruria padana. L'edificio, di tipo suburbano, denota poi un ulteriore interesse per il fatto che conserva tracce di una continuità di vita e di parziali ristrutturazioni in età celtica, momento in cui Felsina divenne capitale dei Galli Bol; anche in questo caso si tratta di evento eccezionale, a causa della pressoché totale assenza di vestigia celtica di tipo abitativo in corrispondenza della città odierna»; proprio per questo nella stessa lettera si parlava di contatti con la proprietà, intenzionata a costruire sull'area un supermercato, per definire le modifiche e gli aggiornamenti di progetto che permettessero comunque di eseguire le opere volumetriche e di recuperare i posti auto del parcheggio sotterraneo, ma garantendo, al tempo stesso, l'integrità e la conservazione delle strutture antiche; successivamente il sovrintendente, con comunicazioni con protocollo n. 4861 del 5 maggio 2000 e n. 10964 del 4 settembre 2001, ha espresso parere favorevole alla richiesta di nulla osta per il recupero, restauro, trasferimento e valorizzazione dei resti antichi in altra area; pertanto la nuova proprietà, e cioè la Coop Adriatica , ha potuto costruire in loco un supermercato con parcheggio, trasportando altrove tutte le vestigia ritrovate in loco , collocate poi in altra parte della città -: come sia stato possibile rimuovere i reperti dall'area della scoperta in assenza di una revoca del vincolo da parte del ministero per i beni e le attività culturali, quali siano i motivi per i quali sia stata concessa la rimozione e il trasferimento altrove dei reperti, negati precedentemente quando all'area era interessato un operatore commerciale privato, quali siano i motivi per i quali i reperti sono attualmente collocati in un'area, secondo gli interroganti, vergognosamente esposta alle intemperie ed invasa da erbacce, circondata da una cancellata e non coperta, e dove siano attualmente gli atri reperti ritrovati nell'area, a suo tempo vincolata dal ministero per i beni e le attività culturali e di cui non appare traccia nel sito di trasferimento. (3-05308)