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Documenti ed Atti

XV Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00490 presentata da CAPARINI DAVIDE (LEGA NORD PADANIA) in data 07/07/2006

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-00490 presentata da DAVIDE CAPARINI venerdì 7 luglio 2006 nella seduta n.021 CAPARINI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che: nel territorio della Valle di Scalve, Valle Camonica e Sebino, in 33 bacini idroelettrici sono raccolti 110.257.000 metri cubi di acqua per una potenza di 1.693.690 kW che sono concausa del dissesto idrogeologico che sta assumendo aspetti allarmanti come segnalato dalle interrogazioni a prima firma Caparini n. 4-00963, n. 5-00642, n. 4-12975, n. 4-13033 e n. 4-13453 nella XIII legislatura. La produzione idroelettrica nell'area è ripartita tra Enel e aziende autoproduttrici (Edison e Veneta esercizi elettrici srl Darfo). Gli impianti Enel sono: 1) Cedegolo, anno di costruzione 1910, invasi 44.000 metri cubi, potenza 16.000 kW; 2) Niardo-Breno, 1911, fluente, 1.150; 3) Pisogne-Gratacasolo, 1952, 10.000 mc., 4.000 kW; 4) Cappellino Valsaviore, 1921, fluente, 8.600 kW; 5) Lanico-Malegno, 1950, 14.000 mc., 6.000 kW; 6) Lanico-Malegno (Colle Oca), 1920, 14.000 mc., 2.500 kW; 7) Forno Allione, 1922, 6.000 mc., 8.520 kW; 8) Paisco, 1924, 8.000 mc., 8.300 kW; 9) Mazzunno Angolo, 1926, fluente, 3.000 kW; 10) Salamo Valsaviore, 1937, 33.000.000 mc., 4.500 kW; 11) Lozio, 1953, fluente, 1.100 kW; 12) Povo, 58.000 mc., 4.000 kW; 13) Valbona, 1942, 25.000 mc., 3.000 kW; 14) Ceto, 1954, 22.000 mc., 7.000 kW; 15) Braone, 1947, fluente, 1.000 kW; 16) Pantano d'Avio, 1951, 14.860.000 mc., 13.000 kW; 17) S. Fiorano-Sellero, 1973, 37.000.000 mc., 568.000 kW; 18) Sellero, 1973, 600.000 mc., 4.000 kW; 19) Edolo, 1980, 24.600 mc., 1.000.000 kW. Gli impianti Edison sono: 1) Sonico-Edolo, 1928, 47.000 kW; 2) Cedegolo, 1951, 73.000 kW; 3) Cividate, 1942, 53.000 kW; per una potenza totale di 173.200 kW. Esistono inoltre numerosi impianti di produzione di proprietà dei comuni e di aziende private; lo sfruttamento massiccio delle risorse idriche in questa area è da far risalire al primo dopoguerra quando il basso costo della manodopera e le garanzie di alto profitto favorirono l'investimento di aziende e società private in questo settore. Oggi come allora, ci troviamo di fronte ad un complesso sistema di produzione e distribuzione che è stato solo parzialmente omogeneizzato dalla nazionalizzazione del settore elettrico e che mantiene grosse contraddizioni nell'utilizzo del territorio, nella sicurezza, nei vincoli ambientali, nella vivibilità e nello sfruttamento intensivo delle risorse. Le centrali idroelettriche non inquinano l'ambiente con rilasci nocivi, non producono alcun tipo di scorie e non sono causa di inquinamento termico, ma è fondamentale osservare come l'utilizzo di tale risorsa energetica rinnovabile diventi nociva se sfruttata indiscriminatamente senza prestare la necessaria attenzione al contesto antropologico e nel rispetto dell'ambiente. Una conseguenza dell'impegno italiano nel nucleare fu quella di costruire impianti idroelettrici con elevate potenze, come quelli di Edolo e San Fiorano, aventi la funzione di assorbire l'elevata e costante produzione di energia elettrica prodotta dalle centrali nucleari. Energia necessaria per il pompaggio di questi mega impianti che oggi viene acquistata all'estero. Questo complesso sistema viene ora gestito da strutture sempre più accentrate e, conseguentemente alla politica energetica intrapresa, lo sfruttamento integrale delle acque per produrre elettricità configura sempre di più un sistema antitetico alle esigenze del territorio e della collettività; il trattamento artificiale di una così rilevante massa d'acqua necessaria per la produzione di energia idroelettrica costituisce, di fatto, un potenziale rischio per l'incolumità della popolazione di tale area. L'indiscriminato sfruttamento delle risorse idriche e la massiccia presenza delle linee per la distribuzione di alta e media tensione, sono concausa del dissesto idrogeologico dell'area segnalato con le interrogazioni a prima firma Caparini n. 4-06049 e n. 4-09152 della XIII legislatura e Caparini n. 3-01168 della XIV legislatura rivolte al Ministro dell'interno come con incarico per il coordinamento della protezione civile e al Ministro dell'ambiente. L'installazione di apparecchiature automatiche per il monitoraggio delle dighe, con la conseguente soppressione del personale di guardiania che va a sommarsi allo smantellamento delle squadre idrocivili di manutenzione per le dighe, canali e prese, creano grossi problemi di garanzia della sicurezza. La scelta dell'Enel di spostare il posto di telecomando da San Fiorano a Bergamo, avviene in un momento in cui l'area in oggetto è flagellata da fenomeni climatici di grave entità. Questi episodi imporrebbero una maggiore attenzione al controllo del flusso idrico, sia per prevenire le alluvioni prodotte da grandi precipitazioni, sia per regolare il rilascio delle acque nei periodi di siccità, sia per motivi di sicurezza. Argomentazioni che in passato non hanno trovato il necessario recepimento e sono state causa di disastri come quelli avvenuti in Valtellina o in Valle Camonica; all'interrogante risulta che esistono fondati motivi per ritenere che per alcuni bacini di contenimento non siano stati ottemperati gli obblighi di legge per i collaudi statici delle opere di sbarramento. Tale stato di fatto, se confermato, sarebbe motivo di reale pericolo per l'incolumità delle persone che vivono quel territorio. Per esempio il bacino Enel sito nel comune di Ardenno, in provincia di Sondrio, principale causa dell'allagamento della Selvetta durante l'alluvione del 1987, non sarebbe stato collaudato -: se i bacini di accumulo del servizio idroelettrico di competenza statale in provincia di Brescia e di Sondrio siano stati collaudati e quindi possano fornire le necessarie garanzie alla popolazione per quanto riguarda l'aspetto strutturale e, eventualmente, quali siano quelli collaudati e quelli ancora da collaudare; quanti siano gli impianti di produzione di proprietà dei comuni e di aziende private, la potenza, la data di realizzazione dell'opera e la capienza dei relativi bacini; quale sia la data di collaudo per ogni singolo bacino, la data di inizio, la durata della concessione per l'utilizzo delle risorse idriche a favore delle aziende presenti sul territorio della Valle Camonica, Valle di Scalve e Sebino; quali provvedimenti si intendano assumere al fine di risolvere ed eliminare le situazioni di pericolo segnalate in questa come nelle precedenti interrogazioni sopracitate. (4-00490)

 
Cronologia
mercoledì 5 luglio
  • Parlamento e istituzioni
    Il Parlamento riunito in seduta comune elegge Paolo Maria Napolitano giudice della Corte costituzionale.

martedì 11 luglio
  • Parlamento e istituzioni
    Franco Bile è eletto Presidente della Corte costituzionale.