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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XV Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00663 presentata da GRILLINI FRANCO (L' ULIVO) in data 24/07/2006

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-00663 presentata da FRANCO GRILLINI lunedì 24 luglio 2006 nella seduta n.030 GRILLINI, OTTONE, CANCRINI, ZANELLA, MELLANO, DE SIMONE, LENZI, CHIAROMONTE, BOATO e MIGLIORE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che: sul territorio nazionale, ogni estate sono assai numerose le denunce, elevate dalle forze dell'ordine per «atti contrari alla pubblica decenza», articolo 726 c.p., nei confronti di persone che praticano il naturismo in luoghi isolati e tradizionalmente frequentati dai naturisti stessi; anche quest'anno, non appena incominciata la stagione turistica, si sono registrati numerosi interventi repressivi ai danni di naturisti; tra questi il caso, solo per citarne alcuni, quello portato alla luce da La provincia di Como , l'11 luglio 2006: «Rivolta - Due uomini denunciati per atti contrari alla pubblica decenza. È il risultato di un'operazione anti-nudismo condotta ieri pomeriggio dagli agenti della polizia locale di Rivolta guidati dal comandante Giambattista Garbelli» e, ancora, il 9 luglio 2006, La Nuova Venezia riportava un fatto del tutto simile: «Blitz dei carabinieri alla Laguna del Mort: cinque nudisti sono stati scoperti, presi e denunciati dai carabinieri, mentre molti altri sono riusciti a fuggire. I nudisti sono stati identificati sull'isola del Mort, in località Valle Ossi di Eraclea Mare, dove prendevano il sole integrale». Il 21 giugno è la volta di Bolzano: «Prendere il sole senza veli - racconta l' Alto Adige Trento » di un naturista denunciato - può provocare non pochi guai giudiziari anche se si pensa di essere al riparo da sguardi indiscreti. Ne sa qualcosa un meranese di 36 anni» e ancora il 19 giugno 2006 a Porto San Giorgio, secondo Il Messaggero (Pesaro): «Sabato pomeriggio, però, i circa cinquanta nudisti che affollavano la zona non avevano fatto i conti con i militari delle Stazioni dei carabinieri di Pedaso e Cupramarittima comandati dal maresciallo Antonio Russo. I militari si sono messi in borghese ed hanno iniziato a monitorare ogni metro di spiaggia»; sono in vigore in numerosi comuni ordinanze repressive nei confronti del naturismo; è il caso di Perla del Conero come ricorda Il Messaggero (Ancona) del 1 o luglio 2006: «Il Comune della Perla del Conero infatti non ha cestinato l'ordinanza che vieta di prendere il sole come mamma ci ha fatto. Anzi, tutt'altro, non c'è tolleranza alcuna. E che multe, salate quanto una vacanza in posti esotici. Per chi avesse l'intenzione di denudarsi nelle spiagge che ricadono nel territorio sirolese sappia che va incontro a 516,46 euro di multa»; anche nel Comune di Manerba, in provincia di Brescia, è in vigore un'ordinanza simile come riporta «Vivimilano.it» il 3 luglio 2006: «Un'ordinanza di un anno fa vieta esibire «genitali maschili e femminili» per scoprire i trasgressori il comandante dei vigili Gianfranco Rossi aveva organizzato finte coppie di fidanzatini ha lasciato solo 8 multe da 250 euro più 7 denunce per atti osceni che dormono in procura a Brescia»; la pratica della nudità in comune, in taluni luoghi, è il fondamento della filosofia naturista, diffusa, praticata e promossa da tempo in tutto il resto d'Europa e del mondo civile e che tale pratica, anche in Italia, ha radici ultra trentennali e rappresenta una occasione per il turismo; nell'ottobre 2005, due diversi giudici di pace di La Spezia hanno accolto in pieno la richiesta di archiviazione avanzata dal Pm per il caso di due naturisti denunciati dai carabinieri per «atti contrari alla pubblica decenza». I giudici hanno ritenuto che non sussistevano responsabilità perseguibili penalmente da parte dei naturisti, giungendo alla conclusione che il nudismo, purché non ostentato, è lecito; considerando che nel corso degli ultimi anni, la Corte di Cassazione ha emesso sentenze nelle quali viene affermato che la pratica del naturismo non ha rilevanza giuridica in quanto con il nudismo non si esplica un atto di rilevanza penale. Nelle sentenze 3557/2000 e 1765/2000 della predetta Corte, infatti, si afferma che «appare evidente che non può considerarsi indecente [...] la nudità integrale di un naturista in una spiaggia riservata ai nudisti o da essi solitamente frequentata»; sono oramai numerosi i casi in cui per queste denunce i naturisti vengono regolarmente assolti con formula piena o i loro casi archiviati, in quanto tutti i giudici che si sono dovuti esprimere in materia di nudismo, hanno ritenuto che il comune senso del pudore, unico riferimento a cui ricondurre le valutazioni per stabilire la liceità o meno del naturismo, ha subito negli anni una dilatazione che di fatto si risolve nell'ammissibilità del nudismo, purché non ostentato. La giurisprudenza di merito cioè, si è ormai attesta a su univoche posizioni per le quali il nudismo, praticato in luoghi isolati e non tradizionalmente frequentati, perde qualsiasi carattere di offensività del sentimento di decoro o di riserbo; alcune regioni stanno muovendosi per regolamentare la pratica del Naturismo, e alcuni comuni prevedono, con ordinanze zone per naturisti, tese alla creazione di strutture turistiche ricettive destinate al turismo naturista. È il caso del Lazio, con una proposta di legge regionale dell'Assessore Angelo Bonelli, depositata in Giunta; sono circa 500.000 i cittadini italiani che praticano il naturismo come scelta di vita sana, rispettosa degli altri e dell'ambiente naturale; nel corso di questa legislatura, sono state depositate tre proposte di legge per la depenalizzazione e il riconoscimento del diritto alla pratica del naturismo sia alla Camera dei deputati (Proposta di legge n. 276 «Depenalizzazione della pratica del naturismo e disciplina delle strutture turistico-ricreative riservate ai naturisti» dell'Onorevole Franco Grillini e altri) che al Senato (Progetto di legge S. 479 Depenalizzazione della pratica del naturismo e disciplina delle strutture turistico-ricreative riservate ai naturisti del Senatore Giampaolo Silvestri e altri e Progetto di legge S. 450 Norme per il riconoscimento del diritto alla pratica del naturismo del Senatore Piergiorgio Massidda) -: quali siano le ragioni per le quali, con ingenti spese, le forze dell'ordine organizzano vere e azioni repressive verso comportamenti che non hanno alcuna rilevanza penale; se il Ministero sia a conoscenza che alcuni interventi sono di agenti in borghese e se ciò sia ritenuto legittimo; se Ella condivida che, a fronte di un arretratissimo «codice Rocco», il Parlamento debba prendere finalmente atto della necessità di una legge che regolamenta il naturismo e che escluda dall'articolo 726 c.p. la punibilità della nudità naturista; se non ritenga di intervenire con apposita circolare del Ministero dell'interno alle Forze di polizia per chiarire che il naturismo che si pratica in luoghi isolati o tradizionalmente frequentati naturisti stessi non costituisci reato e non è da perseguire. (4-00663)

Atto Camera Risposta scritta pubblicata giovedì 28 dicembre 2006 nell'allegato B della seduta n. 091 All'Interrogazione 4-00663
presentata da GRILLINI Risposta. - Gli interventi degli operatori delle forze di polizia, nell'ambito specifico della pratica del naturismo, sono svolti in gran parte su segnalazione o denuncia di cittadini per asserite violazioni del codice penale in materia di atti contrari alla pubblica decenza e sono, quindi, attuati nell'esercizio delle funzioni di polizia giudiziaria, alle dipendenze dirette dell'Autorità giudiziaria. Per i profili di interesse di questo ministero, si precisa che la Suprema Corte di cassazione ha avuto occasione di osservare che, nell'ordinamento vigente, il confine tra comportamenti leciti e comportamenti che rientrano nelle categorie dell'osceno e degli atti contrari alla pubblica decenza è di difficile determinazione, in quanto occorre individuare il «vero sentimento della collettività in un determinato momento, in conformità alla progressiva evoluzione dei modo di pensare della maggior parte dei cittadini». Inoltre, i parametri da utilizzare in tale valutazione vanno anche rapportati alle modifiche dei costumi, ai mezzi di comunicazione ed informazione ed alle «mode», intese come «costumi o comportamenti diffusi e generalmente accettati o tollerati, in quanto specchio del comune sentire», oltre che «allo specifico contesto in cui è accaduto il fatto ed alle particolari modalità di esso». Alla luce del predetto orientamento giurisprudenziale, che impone all'interprete valutazioni differenziate in relazione ai vari contesti ambientali, risulta evidente la complessità di una direttiva sull'argomento che richiederebbe una univoca definizione del concetto di «comune senso del pudore», concetto mutevole nel tempo e di stretta elaborazione giurisprudenziale e che esula dalle attribuzioni di questa Amministrazione. Il Viceministro dell'interno: Marco Minniti.



 
Cronologia
mercoledì 19 luglio
  • Politica estera ed eventi internazionali
    La Commissione europea apre una procedura di infrazione contro l'Italia per contestazioni avanzate sulla legge 3 maggio 2004, n. 112 (“legge Gasparri”), in quanto lesiva della concorrenza.

martedì 25 luglio
  • Parlamento e istituzioni
    Il Senato approva, con 160 voti favorevoli e 53 contrari, l'emendamento 1.100, interamente sostitutivo dell'articolo unico del d.d.l. S.741 di conversione del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, recante disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.