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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XV Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00147 presentata da LOMAGLIO ANGELO MARIA ROSARIO (L' ULIVO) in data 27/07/2006

Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-00147 presentata da ANGELO MARIA ROSARIO LOMAGLIO giovedì 27 luglio 2006 nella seduta n.033 LOMAGLIO, PISCITELLO, PIRO, LONGHI, FUMAGALLI, MARIANI, ROTONDO, BUFFO e SAMPERI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che: I danni ambientali e sanitari prodotti dal polo petrolchimico insediato nell'area di Augusta/Priolo/Melilli nei primi anni 50 del novecento, sono ormai universalmente noti e fanno parte della letteratura scientifica e medica. Tra tutti i dati spicca tristemente quello relativo all'alto tasso di nati malformati; diverse indagini scientifiche e mediche, iniziate nei primi anni ottanta del secolo scorso, dimostravano chiaramente che il danno sanitario (neuropatie, epatopatie, malformazioni, nefropatie, ecc.) era strettamente correlato al mercurio immesso nell'ambiente dagli impianti Cloro Soda; nel 2001 la Procura della Repubblica di Siracusa avvia un'inchiesta giudiziaria, per accertare le cause di tali malformazioni; nel Gennaio 2003 si apre poi l'indagine giudiziaria più clamorosa sull'area industriale di Priolo, «l'operazione Mar Rosso»: vengono arrestati 17 tra dirigenti e dipendenti dello stabilimento ex ENICHEM (ora SYNDIAL), insieme al funzionario della provincia preposto al controllo della gestione dei rifiuti speciali prodotti nell'area industriale. Il principale capo d'imputazione contestato è l'articolo 53- bis del decreto Ronchi, per aver costituito una vera e propria «associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di ingenti quantità di rifiuti pericolosi contenenti mercurio». Il mercurio, secondo l'accusa, veniva scaricato nei tombini delle condotte di raccolta delle acque piovane e da lì finiva in mare. La Procura di Siracusa ha stimato in circa 530 t. il quantitativo di mercurio scaricato in mare dalla MONTEDISON tra il 1958 e il 1991. Dopo il sequestro giudiziario ed una lunga fermata, l'impianto ripartì con una sola delle tre linee per poi essere chiuso, probabilmente in via definitiva, nel novembre 2005; nella primavera del 2006, a conclusione di una parte delle indagini, la magistratura indica MONTEDISON come responsabile dell'avvelenamento del mare, prosciogliendo l'ENICHEM (oggi SYNDIAL), e 23 dipendenti dello stabilimento di Priolo; negli stessi giorni si apprendeva che la SYNDIAL stava autonomamente risarcendo un centinaio di famiglie che avevano subito il danno di un figlio malformato (circa quindicimila/ventimila euro per i casi meno gravi di malformazione fino ad un massimo di un milione di euro per i casi più gravi); a seguito dell'entrata in vigore della legge 426/98, l'area Augusta/Priolo/Melilli è stata inserita tra i siti inquinati di interesse nazionale ai fini della bonifica e denominata «sito Priolo»; come denunciato dall'associazione ambientalista Legambiente con il dossier «la chimera delle bonifiche», pubblicato il 10 maggio 2005, pochissimo è stato fatto nei 50 siti di interesse nazionale per l'iniziale messa in sicurezza degli stessi e l'avvio di concrete procedure di bonifica. La stessa associazione lamentava l'assenza di caratterizzazione delle aree contigue ai siti e la grave mancata applicazione delle tecnologie di qualifica. Alle carenze, ritardi ed al mancato utilizzo di efficaci tecnologie di bonifica concorrono secondo gli interroganti un'azione lenta delle istituzioni preposte e del governo Berlusconi, evidenziata dalla mancata assegnazione di adeguate risorse finanziarie pubbliche; in questo quadro si inserisce oggi la vicenda della bonifica dei fondali del porto di Augusta che ovviamente, alla luce di quanto ricordato in narrativa, risultano contaminati da una nutrita serie di metalli pesanti (mercurio in primo luogo), idrocarburi e persino diossina immesse nelle acque del porto dagli scarichi degli stabilimenti industriali; a seguito della più recente caratterizzazione dei fondali effettuata dall'ICRAM (istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare), il Ministero dell'Ambiente nella conferenza dei servizi del 18 luglio 2005 ordina ai titolari di concessione marittima del porto di Augusta di provvedere entro il termine di 30 giorni a mettere in sicurezza la rada attraverso la riduzione di circa 2 metri di spessore di fondale su un'area di circa 610 mila mq; tale disposizione, per la quale vengono obbligati alla bonifica tramite dragaggio anche soggetti subentrati solo recentemente nella titolarità della concessione (a cui appare non facile addebitare responsabilità pregresse), ha dato adito all'avvio di un contenzioso legale tra le aziende interessate e la pubblica amministrazione; la sospensiva inizialmente concessa dal TAR di Catania alle aziende ricorrenti, nel maggio 2006 è stata riformata dal Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo; pertanto il Ministero dell'Ambiente ha rinnovato l'ordinanza e le aziende rimangono obbligate alla messa in sicurezza/bonifica dei fondali con l'impegno di spesa di circa 270 milioni di euro; il termine entro il quale tale obbligo doveva essere adempiuto pare sia ormai scaduto il 16 giugno 2006 e sulla stampa si legge che il Ministero dell'Ambiente, preso atto dell'omessa bonifica, intenderebbe ordinare il blocco della navigazione ed il transito delle navi nel porto di Augusta poiché il movimento delle loro eliche produrrebbe un pericoloso rimescolamento dei sedimenti facendo risalire gli inquinanti accumulati dagli strati più profondi. In alternativa a tale drastica misura, il Ministero dell'Ambiente ipotizzerebbe una sorta di percorso obbligato per le navi all'interno del porto di Augusta al fine di evitare il loro transito sulle aree più contaminate; ove tali misure fossero effettivamente adottate non può sfuggire che ne deriverebbe un gravissimo pregiudizio per il traffico marittimo del porto di Augusta, nel cui specchio acqueo transitano ogni anno oltre 3.000 navi e le cui eliche, presumibilmente, hanno più volte rimescolato gli strati superficiali dei fondali; qualora tali misure fossero dirette a sollecitare le aziende ad adempiere all'ordinanza, appare evidente che l'ingente danno economico del blocco del traffico o l'obbligo di un più lungo e diverso percorso, magari con un maggior numero di rimorchiatori in assistenza, ricadrebbe sull'utenza portuale, sui servizi e sugli armatori delle navi. Le aziende, invece, non ne riporterebbero alcun danno a meno che le loro zone di approdo, come sarebbe logico attendersi, non siano dichiarate «inagibili» proprio perché per raggiungerle le navi dovrebbero transitare o sostare su fondali a rischio rimescolamento; qualunque fosse la misura che determinasse il blocco del traffico e quindi il fermo parziale o totale degli stabilimenti, occorre tenere in debita considerazione (ed approntare le necessarie contromisure per fronteggiare un black-out nazionale) che circa un terzo dei prodotti petroliferi necessari al mercato nazionale ha origine dall'area di Augusta/Priolo/Melilli e che oltre la metà dell'energia elettrica prodotta in Sicilia nasce nella stessa area -: se il Ministero dell'Ambiente abbia allo studio l'adozione di misure a giudizio degli interroganti tanto drastiche quanto inadeguate a produrre la bonifica di fondali inquinati e se si sia valutato il danno economico che subirebbero gli operatori portuali; fermo restando il sacrosanto principio del «chi inquina paga», cosa abbia in animo di fare il sig. Ministro per superare ciò che, secondo gli interroganti, appare una sterile contrapposizione e scongiurare un inutile blocco del traffico portuale e delle attività industriali del polo petrolchimico; se il sig. Ministro non intenda istituire, prescindendo dallo strumento della conferenza dei servizi, tavoli locali e nazionali di discussione e concertazione tra istituzioni (Regione, Provincia, Comuni eccetera), associazioni, imprese e comunità scientifica per superare responsabilmente i ritardi e avviare una seria ricerca sulle tecnologie di bonifica da applicare nei singoli casi. (5-00147)





 
Cronologia
mercoledì 26 luglio
  • Politica estera ed eventi internazionali
    In un vertice a Roma sul conflitto tra Israele e Libano si giunge alla richiesta di invio in tempi rapidi di una forza internazionale di pace e all'apertura di un corridoio umanitario che consenta di aiutare le popolazioni civili. Il Ministro degli esteri D'Alema annuncia la disponibilità dell'Italia a far parte della forza internazionale.

giovedì 27 luglio
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva il disegno di legge recante concessione di indulto (C. 525-bis), che sarà approvato dal Senato il 29 luglio (legge 31 luglio 2006, n. 241).

  • Parlamento e istituzioni
    Il Senato approva, con 159 voti favorevoli, l'articolo 2 e del disegno di legge S. n. 845 recante disposizioni per la partecipazione italiana alle missioni internazionali, sulla quale il Governo ha posto la questione di fiducia. Nella seduta del 28 luglio il Senato approva il disegno di legge nel suo complesso sul quale il Governo ha posto la fiducia, con 161 voti favorevoli.

mercoledì 2 agosto
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Il Ministro degli esteri D'Alema riferisce alla Camera sulla crisi mediorientale.