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Documenti ed Atti

XV Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00018 presentata da DEIANA ELETTRA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA) in data 27/07/2006

Atto Camera Mozione 1-00018 presentata da ELETTRA DEIANA giovedì 27 luglio 2006 nella seduta n.033 La Camera, premesso che: le armi nucleari continuano ad essere la più grave minaccia alla sopravvivenza della specie umana e del pianeta; verso la metà degli anni 60, in piena guerra fredda, inizia a farsi sentire la preoccupazione per la proliferazione delle armi atomiche. Nel 1961 l'ONU apre un grande dibattito sulle misure per la prevenzione della diffusione degli ordigni nucleari che si conclude nel 1968 con la firma del Trattato di Non Proliferazione delle armi nucleari (TNP); oggi il Trattato vede l'adesione di tutti gli Stati del mondo, dotati di armi nucleari e non, ad eccezione di India, Israele e Pakistan. L'obiettivo principale del Trattato è, nel breve periodo, il controllo e, nel lungo periodo, il disarmo totale di tutti quei Paesi ancora in possesso di armi atomiche. Il Trattato proibisce, infatti, agli Stati firmatari di fabbricare, distribuire o acquisire armamenti, tecnologie o materiali utilizzabili per la loro costruzione; il regime previsto dal TNP oggi risulta essere particolarmente indebolito dalla decisione, consolidatasi nel corso dell'ultima Conferenza di Revisione (2005), di dare priorità ad uno dei tre pilastri del Trattato, privilegiando la non-proliferazione rispetto al disarmo delle potenze nucleari, mettendo così a rischio tutta l'architettura multilaterale sul disarmo nucleare; attualmente i principali paesi che dichiarano di possedere armi atomiche, facendo parte del cosiddetto Club dell'atomo, sono: Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Regno Unito, Pakistan e India. Israele ufficialmente non dichiara di possedere armi nucleari ma è opinione diffusa che disponga di un arsenale nucleare «illegale» composto di 100 o 200 testate. La Corea del Nord ha un programma nucleare dichiarato ufficialmente e secondo alcune fonti già disporrebbe di alcune testate nucleari, mentre altre nazioni, prima fra tutte l'Iran, sono fortemente sospettate di perseguire un programma di armamento nucleare; tre Repubbliche dell'ex-URSS (Bielorussia, Kazakistan e Ucraina) hanno già aderito al TNP come Stati non-nucleari. Questo implica che, in un periodo limitato di tempo, le armi nucleari dell'ex-URSS, collocate fuori dal territorio della Federazione, dovranno essere ricollocate nella stessa Federazione Russa; la pressione del mondo occidentale sull'Iran e sull'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea), porta la questione del nucleare iraniano all'attenzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, anche per iniziativa di paesi dell'Unione europea, in particolar modo di Francia e Gran Bretagna, due dei negoziatori che si trovano in violazione del Trattato di Non Proliferazione, per non avere rispettato l'obbligo del disarmo nucleare imposto dall'articolo VI del Trattato e ribadito dal parere della Corte Internazionale di Giustizia (CIG) del 7 luglio 1996; secondo il parere della CIG, «i governi hanno l'obbligo di impegnarsi in negoziati internazionali che portino ad una proibizione totale e globale delle armi nucleari» gli Stati Uniti, in questo momento, sono l'unica potenza nucleare ad avere proprie armi atomiche dispiegate sul territorio di altri Stati; il governo statunitense ha ribadito molte volte di non escludere l'opzione nucleare per rispondere ad attacchi con armi biologiche o chimiche; il «Nuovo Concetto Strategico» adottato dalla NATO nel 1999 (e le successive modificazioni) afferma esplicitamente il ruolo essenziale giocato dalle forze nucleari degli Alleati e si è adeguato all'evoluzione delle dottrine nucleari statunitensi (un documento riservato del 2000 prevede la possibilità dell'uso di armi nucleari contro Stati dotati di armi chimiche o biologiche, anche aderenti al TNP, in aperta violazione della Garanzia di Sicurezza Negativa); il Trattato impone agli Stati nucleari (articolo I) di «non trasferire assolutamente a nessun destinatario armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi o il controllo su tali armi o congegni esplosivi direttamente, o indirettamente; ed a non assistere, incoraggiare, o indurre in nessun modo qualsiasi Stato che non disponga di armi nucleari a fabbricare od acquisire altrimenti armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, o il controllo su tali armi o congegni esplosivi.», ed agli Stati non nucleari (articolo II) di «non ricevere assolutamente da qualsiasi cedente il trasferimento di armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi o il controllo su tali armi o congegni esplosivi direttamente, o indirettamente; a non fabbricare o acquisire altrimenti armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi; e a non cercare o ricevere nessuna assistenza nella fabbricazione di armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi»; sei Paesi europei - Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi, Turchia e Regno Unito - ospitano, in base agli accordi NATO sulla «condivisione nucleare», 480 bombe nucleari di proprietà e sotto il controllo degli USA; secondo i dati contenuti nel dossier « US Nuclear Weapons in Europe » pubblicato dal Natural Resource Defense Council americana nel febbraio 2005, in Italia sono custodite, in virtù dell'accordo Stone Ax tra il nostro paese e gli USA, 50 bombe atomiche nella base di Aviano e altre 40 in quella di Ghedi Torre, in provincia di Brescia. Le bombe nucleari sono del modello B 61, che ha una potenza massima di 170 kiloton, dieci volte superiore all'atomica di Hiroshima, e può essere regolato fino a un minimo di 0,3 kiloton. Questo tipo di arma non si presta ad essere montato su missili ma può essere sganciato da cacciabombardieri; l'Italia stessa risulterebbe pertanto in violazione del Trattato, contraddicendo le regole di non proliferazione che Stati Uniti ed Europa cercano di imporre ad altri Paesi e pregiudica la credibilità e l'autorevolezza del nostro Paese nei consessi internazionali relativi al disarmo nucleare ed alla non-proliferazione; le 90 bombe atomiche presenti a Ghedi ed Aviano non sono gli unici ordigni nucleari presenti sul territorio nazionale, basti pensare a quelle testate trasportate da sommergibili a capacità nucleare che possono attraccare liberamente in ben 11 porti del nostro paese, con gravi rischi per la sicurezza, grazie ad accordi con gli USA coperti da segreto militare, o quelli ancora distaccati presso la base statunitense di Santo Stefano sull'isola de La Maddalena; considerato che: gli Stati autonomamente possono decidere di non accettare queste armi ed hanno il potere di richiederne la rimozione; infatti gli ordigni nucleari USA-NATO sono stati rimossi dal Canada, dalla Grecia, dalla Danimarca (Groenlandia) e dall'Islanda, ed ognuno di questi Paesi continua a far parte in maniera attiva della NATO; i governi dei Paesi europei membri della NATO rivestono un ruolo diretto nello sviluppo delle politiche dell'Alleanza e hanno la possibilità di modificare queste politiche, e che il prossimo novembre si terrà a Riga la Conferenza Annuale della NATO che tra l'altro ridiscuterà del Concetto Strategico della NATO; molte sono le iniziative in corso in tutto il mondo, guidate dalla Campagna Mayors for Peace, lanciata dai Sindaci di Hiroshima e Nagasaki e dalla Coalizione «Abolition Now!», promossa da più di 2000 associazioni e ONG in tutto il mondo; la questione degli accordi di condivisione nucleare è stata oggetto di importanti iniziative in parlamenti di Paesi NATO, tra cui Germania e Belgio. In quest'ultimo, Camera dei Deputati e Senato hanno approvato risoluzioni che richiedono la rimozione degli armamenti nucleari statunitensi dal loro paese; il 71,5 per cento degli italiani ha risposto affermativamente alla domanda «Vuoi che l'Europa sia libera o no dalle testate nucleari?» nell'ambito di un sondaggio commissionato recentemente da Greenpeace a Eurisko, impegna il Governo: a richiedere alla NATO che gli armamenti atomici di stanza nel nostro Paese siano riconsegnati agli Stati Uniti per lo smantellamento; ad adottare iniziative affinché sia garantita la creazione di un sistema di verifica indipendente e pubblicamente responsabile che accerti l'assenza degli ordigni nucleari e lo smantellamento dei ricoveri protettivi; a pubblicare un rapporto annuale sull'ambiente e di controllo della radioattività delle basi militari nucleari e redigere un piano di intervento e bonifica di ogni contaminazione inquinante e/o radioattiva durevole derivante dalla presenza di armamenti atomici; ad avviare un confronto politico all'interno dell'Unione europea affinché la comunità stessa richieda agli Stati Uniti il ritiro di tutti gli ordigni atomici USA-NATO presenti in Europa per il loro smantellamento; a chiedere al Consiglio Nord Atlantico di cancellare qualsiasi riferimento esplicito agli armamenti nucleari da ogni missione, mandato, concetto strategico e struttura della NATO a far sì che l'intero equipaggiamento militare e le infrastrutture assegnati alla NATO non forniscano sostegno e supporto ad una qualsiasi missione nucleare della NATO; ad intervenire in tutte le sedi opportune affinché osservatori internazionali appartenenti alle Nazioni Unite e all'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica abbiano il mandato - d'intesa con la NATO - di sorvegliare il ritiro degli armamenti atomici USA-NATO e la distruzione dei ricoveri protettivi per gli ordigni in tutti gli hangar , nonché di effettuare regolari ispezioni di quegli stessi siti onde garantire che il potenziale nucleare non possa esservi ripristinato; ad attivarsi perché sia rivisto il «Nuovo Concetto Strategico» adottato dalla NATO nel 1999 con successive modificazioni dove si afferma esplicitamente il ruolo essenziale giocato dalle forze nucleari degli Alleati e adeguato all'evoluzione delle dottrine nucleari statunitensi; a sostenere nell'ambito delle Nazioni Unite la convocazione della Conferenza ONU sul Disarmo per rilanciare a livello internazionale un'iniziativa per il disarmo nucleare e per la creazione di aree denuclearizzate in Medio Oriente e nel Mediterraneo. (1-00018) «Deiana, Duranti, Cannavò, Siniscalchi, Folena, Burgio, Cardano, Olivieri, De Cristofaro, Acerbo, De Simone, Smeriglio».

 
Cronologia
mercoledì 26 luglio
  • Politica estera ed eventi internazionali
    In un vertice a Roma sul conflitto tra Israele e Libano si giunge alla richiesta di invio in tempi rapidi di una forza internazionale di pace e all'apertura di un corridoio umanitario che consenta di aiutare le popolazioni civili. Il Ministro degli esteri D'Alema annuncia la disponibilità dell'Italia a far parte della forza internazionale.

giovedì 27 luglio
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva il disegno di legge recante concessione di indulto (C. 525-bis), che sarà approvato dal Senato il 29 luglio (legge 31 luglio 2006, n. 241).

  • Parlamento e istituzioni
    Il Senato approva, con 159 voti favorevoli, l'articolo 2 e del disegno di legge S. n. 845 recante disposizioni per la partecipazione italiana alle missioni internazionali, sulla quale il Governo ha posto la questione di fiducia. Nella seduta del 28 luglio il Senato approva il disegno di legge nel suo complesso sul quale il Governo ha posto la fiducia, con 161 voti favorevoli.

mercoledì 2 agosto
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Il Ministro degli esteri D'Alema riferisce alla Camera sulla crisi mediorientale.