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Documenti ed Atti

XV Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00026 presentata da RAMPELLI FABIO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 22/09/2006

Atto Camera Mozione 1-00026 presentata da FABIO RAMPELLI venerdì 22 settembre 2006 nella seduta n.040 La Camera, premesso che: il Presidente del Consiglio dei ministri - in occasione della recente missione del Governo in Cina - ha dichiarato che il Governo italiano è favorevole a togliere l'embargo sul commercio di armi con la Cina; nel corso di una conferenza stampa congiunta con il premier cinese Wen Jabao, il Presidente Prodi ha dichiarato che si tratta di una questione fondamentale da risolvere al più presto, preannunciando che si impegnerà in questo senso in sede europea e che continuerà a lavorare con i principali partner dell'Italia per giungere all'abolizione dell'embargo; l'Unione europea aveva decretato l'embargo dopo i fatti di Tienanmen del giugno 1989 quando la repressione del governo cinese colpì centinaia di studenti che protestavano sulla piazza di Pechino; il portavoce della Commissione europea, Pietro Petrucci, ha ieri affermato che la Commissione europea non intende rimuovere l'embargo, visto che in Cina non sono ancora avvenuti progressi dal punto di vista del rispetto dei diritti umani; già nella risoluzione adottata in data 18 dicembre 2003, il Parlamento europeo riteneva che la Cina dovesse dimostrare di aver compiuto progressi significativi nel campo dei diritti umani prima che l'Unione europea potesse prendere in considerazione una revoca dell'embargo sul commercio delle armi; al tempo stesso si invitavano il Consiglio e gli Stati membri a mantenere l'embargo e a non allentare le restrizioni nazionali vigenti sulla vendita di armamenti; negli anni seguenti sono state approvate a livello europeo numerose altre risoluzioni sulla Cina: l'8 settembre 2005, sulle violazioni dei diritti umani (in particolare in materia di libertà di religione), il 7 luglio 2005, sulle relazioni tra l'Unione europea, la Cina e Taiwan, il 28 aprile 2005, sulla relazione annuale sui diritti umani nel mondo nel 2004 e - tra il 2004 e il 2005 - sul Tibet e la situazione dei diritti umani in Cina nonché sul caso di Tenzin Delek Rinpoche, Lama buddista, imprigionato e torturato; anche quest'anno il Parlamento europeo non ha mancato di denunciare la grave situazione dei diritti umani in Cina; nella risoluzione del 2 febbraio 2006, sugli aspetti principali e le scelte di base della Politica estera e di sicurezza comune europea, si è sottolineata la necessità di migliorare le relazioni con la Cina in modo tale da compiere progressi non solo nel settore commerciale ed economico ma anche sulle questioni relative ai diritti umani e alla democrazia; a tal fine, il Parlamento europeo ha ribadito la sua richiesta di un codice di condotta vincolante dell'Unione europea sulle esportazioni di armi e ha invitato il Consiglio a non revocare l'embargo sulle armi fino a quando non saranno stati compiuti maggiori progressi nel campo dei diritti umani e dei controlli sulle esportazioni di armi in Cina e nelle relazioni tra le due sponde dello Stretto di Taiwan; solo in data 7 settembre 2006, infine, il Parlamento europeo ha approvato a larghissima maggioranza (351 voti favorevoli, 48 contrari, 160 astenuti) una risoluzione nella quale «riconosce che l'UE non dovrebbe revocare l'embargo fintanto che non sarà in vigore un codice di condotta giuridicamente vincolante sulle esportazioni di armi e non sarà stata affrontata adeguatamente la situazione dei diritti umani e delle libertà civili e politiche, inclusa la questione di Piazza Tienanmen» (punto 12); la risoluzione europea, in particolare, «richiama l'attenzione sui timori del mondo esterno, in particolare dei vicini regionali di Pechino, circa il fatto che, dalla metà degli anni novanta, la spesa militare cinese registra ogni anno un tasso di aumento a due cifre; pertanto, raccomanda vivamente che l'embargo sulle armi imposto dall'Unione europea nei confronti della Cina resti immutato fino a che non saranno stati compiuti maggiori progressi in materia di diritti umani»; ricorda, infine, la necessità di includere nei prossimi negoziati sulla politica europea di vicinato e sugli accordi di partenariato e di cooperazione l'adesione all'embargo sul commercio di armi decretato dall'Unione europea nei confronti della Repubblica Popolare Cinese» (punto 78); il Parlamento europeo, da ultimo, sottolinea che «esiste un legame diretto tra l'ovvio interesse cinese di poter accedere all'alta tecnologia militare europea e la revoca dell'embargo sulle armi decretato nei confronti della RPC (Repubblica popolare cinese) e che ciò ha conseguenze significative per la coesione delle relazioni transatlantiche e la posizione di mercato dell'industria europea delle armi ad alta tecnologia» (punto 79); il Presidente del Consiglio dei ministri in più di un'occasione ha affermato che intende ricollocare l'Italia nel solco della politica europea auspicando la coincidenza tra interesse nazionale ed interesse europeo; la legge 9 settembre 1990, n. 185, «Nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento», all'articolo 1, comma 6, lettere c) e d) stabilisce il divieto di esportazione e transito di materiali di armamento verso i Paesi nei cui confronti sia stato dichiarato l'embargo totale o parziale delle forniture belliche da parte dell'Unione europea nonché verso i Paesi i cui governi sono responsabili di accertate violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti dell'uomo, impegna il Governo a non intraprendere a livello europeo alcuna iniziativa diretta a revocare l'embargo sul commercio delle armi con la Cina, tenuto conto della ferma posizione del Parlamento europeo e considerata l'assenza di progressi nel dialogo con tale paese a causa delle continue violazioni in materia di diritti umani. (1-00026) «Rampelli, Ciocchetti, Dionisi, Tremonti, Forlani, Volontè, La Russa, Meloni, Elio Vito, Buonfiglio, Lisi, Ciccioli, Formisano, Holzmann, Patarino, Rositani, Bellotti, Buontempo, Gamba».

 
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