Documenti ed Atti
XV Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00238 presentata da PAOLETTI TANGHERONI PATRIZIA (FORZA ITALIA) in data 27/09/2006
Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-00238 presentata da PATRIZIA PAOLETTI TANGHERONI mercoledì 27 settembre 2006 nella seduta n.043 PAOLETTI TANGHERONI, LICASTRO SCARDINO, BERTOLINI e DELLA VEDOVA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che: il Presidente del Consiglio dei Ministri, in visita a Pechino, ha detto che l'Italia è «propensa alla revoca dell'embargo alla vendita di armi alla Cina»; l'embargo sul commercio di armi fu imposto dall'Europa alla Cina dopo il massacro di piazza Tien An Men , nel 1989 e il premier cinese Wen Jiabao e il presidente Hu Jintao non mancano di chiederne la revoca ad ogni capo di Stato e di Governo europeo che si reca in visita in Cina; al di là del rischio di un riarmo incontrollato della Cina, la fine dell'embargo avrebbe un importante significato politico; segnerebbe, infatti, la fine della condanna da parte dell'Europa nei confronti del regime cinese per quanto avvenuto a Piazza Tien An Men , mentre da allora non c'è stato, in Cina, nessun sensibile miglioramento sul fronte del rispetto dei diritti umani, né la minima condanna del massacro del 1989; la proposta di revoca dell'embargo coincide con un'ulteriore stretta della morsa autoritaria del regime, su più fronti, a riprova che lungi dal guardare al passato, come afferma il Presidente Prodi, l'embargo risponde ad una situazione che, hic et nunc , vede in Cina calpestati la libertà politica ed i diritti umani. Infatti, si apprende da notizie di stampa che, durante le giornate della visita italiana, il Governo di Pechino abbia deciso di vietare l'accesso dei giornalisti cinesi alle aule dei tribunali ed abbia stabilito che le agenzie stampa straniere non potranno fornire i loro servizi direttamente in Cina, ma dovranno passare attraverso l'agenzia d'informazione di Stato, la Xinhua. Inoltre - si apprende da notizie di stampa di questi giorni - per le Olimpiadi in programma nel 2008 il governo avrebbe intenzione di deportare un milione di immigrati poveri fuori dalle principali città. Sempre durante la visita di Prodi, alcuni cattolici cinesi sono stati aggrediti, rei di opporsi allo sfratto della loro diocesi, e un vescovo, monsignor Martino Wu Qinjing , è stato arrestato. A questa Cina, oppressiva, dunque, il Presidente del Consiglio ha ritenuto di fare un omaggio schierando l'Italia a favore della revoca dell'embargo europeo sulle armi; la richiesta alle autorità cinesi, formulata sia del Ministro Bonino che dal Presidente Prodi, di «accompagnare il processo di crescita spettacolare ... con aperture sul piano sociale e su quello dei diritti umani individuali», secondo gli interroganti, assume i connotati della farsa ed è un insulto all'intelligenza di chi in Cina lotta per la democrazia e i diritti umani e di chi in Italia sostiene questi sforzi, dal momento che la richiesta non ha fatto nessun riferimento specifico agli eventi di violazione di diritti che stavano avvenendo concretamente proprio nei giorni della visita in Cina ed è estremamente colpevole fare riferimenti generici ai diritti umani quando esistono situazioni di contesto che possono essere chiamate con nomi e cognomi; la Sezione Italiana di Amnesty International ha, secondo gli interroganti, a buon diritto, criticato le dichiarazioni rilasciate a Pechino dal Presidente del Consiglio, auspicando che il Governo receda «dal tentativo di promuovere la cancellazione dell'embargo europeo sulla vendita di armi in Cina». Perché questo significherebbe, «mancare di coerenza rispetto all'impegno assunto dall'Italia in favore di un Trattato internazionale sul commercio di armi, obiettivo della campagna Control Arms , che Amnesty International sta svolgendo a livello mondiale insieme a Oxfam International e alla Rete internazionale d'azione sulle armi leggere. Inoltre secondo Amnesty International la totale assenza di trasparenza in materia di import ed export di armi da parte del governo di Pechino potrebbe comportare il trasferimento di armi acquistate in Europa verso zone di conflitto, compreso il Sudan, già oggi grande acquirente di armi cinesi»; il portavoce della Commissione europea, responsabile degli Affari Esteri, nel corso della conferenza stampa dell'Esecutivo europeo ha ribadito che l'UE prima di affrontare la questione di porre fine all'embargo delle armi, intende verificare gli eventuali progressi effettuati in Cina nell'ambito dei diritti umani, progressi che al momento non sembrano esserci; la legge n. 185 del 1990 prevede che l'esportazione e il transito di materiale di armamento siano vietate verso i paesi nei cui confronti sia stato dichiarato l'embargo totale o parziale delle forniture belliche da parte delle Nazioni Unite o dell'Unione europea, nonché verso i Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni, accertate, dei diritti umani -: come il Presidente del Consiglio ed il Ministro interrogati intendano impegnarsi nel: a) considerare che la vendita di armi alla Cina porrebbe un seria ipoteca sulla cooperazione Usa-Ue in materia di difesa; b) confermare al governo cinese la posizione dell'Italia sull'embargo; c) rispettare quanto stabilito dalla legge n. 185 del 1990 che, al comma 6, dell'articolo 1, prevede che l'esportazione ed il transito di materiale di armamento siano vietati: c. 1) verso i Paesi nei quali sia stato dichiarato l'embargo totale o parziale delle forniture belliche da parte delle Nazioni Unite o dall'Unione europea; c. 2) verso i Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni accertate in materia di diritti umani; d) invitare il governo cinese al pieno rispetto, anzitutto, dei fondamentali diritti umani, oltre che al rispetto dei diritti politici, sociali, culturali, delle minoranze religiose ed etniche. (5-00238)