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Documenti ed Atti

XV Legislatura della repubblica italiana

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00058 presentata da CORDONI ELENA EMMA (L' ULIVO) in data 09/10/2006

Atto Camera Risoluzione in Commissione 7-00058 presentata da ELENA EMMA CORDONI lunedì 9 ottobre 2006 nella seduta n.049 La XI Commissione, premesso che: il precariato nelle pubbliche amministrazioni, così come definite dall'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, ha ormai raggiunto dimensioni inaccettabili, e in assenza di radicali interventi correttivi, è destinato a aumentare ulteriormente, con gravissimo danno sia per i diritti di decine di migliaia di lavoratori precari, sia per la stessa funzionalità della macchina pubblica; secondo gli ultimi dati disponibili della Ragioneria generale dello Stato, nel 2004 il numero dei lavoratori precari nella pubblica amministrazione, escluso il comparto scuola, ammontava ad oltre 164 mila unità, cifra sicuramente approssimata per difetto poiché si riferisce ad unità annue che non corrispondono alla quantità effettiva dei lavoratori precari, e oltre 101 mila contratti di collaborazione coordinata e continuativa, mentre secondo i dati del Ministero dell'istruzione nell'anno scolastico 2005-2006 i precari nel comparto scuola erano oltre 114 mila; gli indiscriminati tagli agli organici del personale ed il blocco, totale o parziale, del turn over portati avanti dal Governo nella passata legislatura, hanno determinato una crescita esponenziale del fenomeno e, contestualmente un forte invecchiamento e la mancata acquisizione di nuove competenze e professionalità; il ricorso massiccio al lavoro precario risponde ad una logica di risparmio meramente contabile e di breve periodo, stante il diverso grado di produttività del lavoro precario rispetto al lavoro stabile; occorre invertire questa tendenza puntando decisamente al superamento del precariato e alla stabilità degli organici quale premessa per il recupero di efficienza ed efficacia dell'azione della pubblica amministrazione al servizio dei cittadini e del sistema delle imprese; peraltro, i dati macro economici sembrano evidenziare che il numero dei pubblici dipendenti italiani è del tutto in linea con la media della U.E. ed in qualche caso significativamente inferiore a quello di importanti Stati membri come Gran Bretagna o Francia (dato ripreso dal «Patto per il lavoro pubblico»); nel corso dell'audizione del Ministro della funzione pubblica del 2 agosto è emersa la volontà di avviare un confronto con le organizzazioni di lavoratori per l'avvio di un tavolo tecnico sullo specifico tema del precariato e allo stesso tempo di comprendere, in tempi brevi, l'effettiva entità del fenomeno e individuare le forme contrattuali utilizzate, i settori di impiego, il livello delle competenze, gli anni di esperienza attraverso l'azione degli uffici del dipartimento della funzione pubblica impegnati a delineare una reale radiografia del mondo del precariato presente nell'amministrazione. Così come è emerso nel corso dell'audizione del Ministro del lavoro (27 giugno) il più complessivo obiettivo del Governo per un contrasto alla precarizzazione, in tutte le sue forme, favorendo «percorsi di stabilizzazione che possano consentire un passaggio dalla flessibilità alla stabilizzazione del lavoro»; molti servizi costituiti in questi anni, per esempio i centri per l'impiego, finanziati dal Fondo Sociale Europeo, si troveranno nell'impossibilità di proseguire il proprio lavoro venendo meno il canale di finanziamento degli stessi; il precariato nella pubblica amministrazione è un universo composito che racchiude diverse formule di impiego, percorsi diversificati e molteplici livelli di qualificazione: alcuni lavoratori hanno fatto concorsi per essere selezionati, certuni vengono assunti per chiamate nominative, altri in base a chiamate per anzianità di collocamento; nella costruzione di un progetto di stabilizzazione è necessario tener conto degli oneri per le amministrazioni interessate e dei necessari tempi tecnici per l'inserimento stabilizzato di detti lavoratori, in funzione delle esigenze organizzative e dei processi di eventuale sostituzione del personale e, pertanto, l'obiettivo dovrà necessariamente essere raggiunto in alcuni anni attraverso un percorso che porti nella direzione prefissata, stante anche la disponibilità delle organizzazioni sindacali a negoziare, in sede di rinnovo contrattuale, possibili forme di solidarietà volte alla stabilizzazione dei lavoratori precari (si veda in proposito il «Patto per il lavoro pubblico», sottoscritto dalle confederazioni CGIL, CISL e UIL della funzione pubblica, del 24 luglio 2006); a fronte di analoghi fenomeni, altri paesi hanno avviato per tempo programmi di stabilizzazione con appositi provvedimenti come ad esempio la legge n. 2 del 2001 della Francia, relativa al riassorbimento del lavoro precario e alla modernizzazione del reclutamento nel settore pubblico, con soluzioni che forse in parte possono essere riproposte nel nostro ordinamento, impegna il Governo: a fornire al Parlamento, in tempi quanto più celeri, i dati relativi all'entità del fenomeno della precarietà nella P.A. elaborati dal Dipartimento della funzione pubblica, disaggregati in ragione delle diverse figure contrattuali praticate, nonché gli esiti del tavolo tecnico avviato con le parti sociali; porre termine al ricorso a tali forme contrattuali, se non in casi assolutamente straordinari e circoscritti; predisporre un piano pluriennale per la stabilizzazione complessiva, con la previsione di apposite forme di sostegno degli enti locali (in particolare i piccoli comuni); ad attivarsi per prevedere procedure di assunzione diretta per quelle figure contrattuali che abbiano già superato procedure selettive con bandi pubblici; ad adottare iniziative volte a prevedere forme di riconoscimento dei periodi di lavoro prestato, in ragione della anzianità maturata, con qualsiasi forma contrattuale, da far valere in occasione di procedure selettive, ad esclusione delle figure apicali di nomina politica; avviare una severa verifica, anche con procedimento a campione, circa la reale rispondenza tra le concrete forme di utilizzazione di detti lavoratori e la natura giuridica dei contratti applicati. (7-00058) «Cordoni, Delbono, Motta, Rocchi, Pagliarini, Bellanova, Di Salvo, Lenzi».