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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XV Legislatura della repubblica italiana

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01838/001 presentata da PISICCHIO PINO (ITALIA DEI VALORI) in data 19/11/2006

Atto Camera Ordine del Giorno 9/1838/1 presentato da PINO PISICCHIO domenica 19 novembre 2006 nella seduta n.076 La Camera, premesso che: la scelta di non apportare modifiche al testo del decreto-legge n. 259 del 2006, così come modificato dal Senato, non deriva da una piena condivisione delle sue disposizioni, quanto piuttosto dall'esigenza di evitare il rischio di una mancata conversione del decreto-legge, il quale è diretto a colmare un vuoto normativo che si è andato sempre più manifestando in ordine ad un fenomeno di estrema gravità, come quello della detenzione illegale di contenuti e dati relativi ad intercettazioni effettuate illecitamente nonché ad informazioni illecitamente raccolte; una seconda lettura da parte del Senato del disegno di legge non può oggi essere effettuata in tempi utili per la conversione del decreto-legge, il cui termine di decadenza scade il 21 novembre prossimo; è opportuno convertire il decreto-legge - nonostante le perplessità che esso suscita in relazione al provvedimento di distruzione della documentazione illecita, all'ambito applicativo della nuova fattispecie penale ed alle disposizioni applicabili ai giornalisti - in quanto tale provvedimento è stato comunque in grado di produrre un significativo effetto preventivo; rilevato che: l'esame del disegno di legge di conversione da parte dell'Assemblea pressoché in concomitanza con la data di decadenza del decreto-legge ha significato di fatto che la Camera non è stata in grado di svolgere pienamente le funzioni attribuitele dalla Costituzione, in quanto, per scongiurare la mancata conversione del decreto, i gruppi - compiendo una sofferta scelta politica - hanno rinunciato a modificare il testo trasmesso dal Senato,
anche laddove le modifiche sarebbero state opportune, se non addirittura necessarie, oltre che condivise; non è la prima volta dall'inizio della legislatura che, in una materia così delicata come la giustizia, scadenze temporali hanno portato, anche alla luce dell'asimmetrica composizione dei due rami del Parlamento conseguente all'esito elettorale, ad una sostanziale ratifica dei testi licenziati dal Senato, sancendone una sorta di immodificabilità che contrasta con il modello costituzionale del bicameralismo perfetto; l'esperienza maturata nella fase di avvio della legislatura raccomanda, pertanto, la valutazione e l'attivazione di ogni strumento utile - nell'ottica della dialettica tra Parlamento e Governo così come nell'ottica del dialogo e della consultazione tra le forze politiche ed i relativi gruppi parlamentari - al fine di prevenire il ripetersi di analoghe situazioni nell'una o nell'altra Camera; occorre, al riguardo, innanzitutto una particolare attenzione da parte del Governo nella scelta della Camera alla quale trasmettere i propri disegni di legge, tenendo conto della programmazione dei lavori delle Assemblee, considerato che, nel caso in oggetto, dalla presentazione del disegno di legge di conversione al Senato è derivata come diretta conseguenza la coincidenza dell'esame da parte dell'Assemblea della Camera dei deputati con la sessione di bilancio nonché con la stessa data di scadenza del decreto, con ciò venendosi di fatto a creare una situazione di sostanziale immodificabilità del testo trasmesso dal Senato; ritenuto che già in occasione dell'esame dei progetti di legge in materia di intercettazioni legali, iscritti nel programma dell'Assemblea per il mese di dicembre ed attualmente all'esame della Commissione giustizia, possano essere apportate le seguenti modifiche al decreto-legge una volta che sia stato convertito: a) previsione di un procedimento di distruzione del materiale illecito da parte del giudice per le indagini preliminari, su richiesta del pubblico ministero, che tuteli sia il diritto di difesa dell'indagato che gli interessi dei soggetti coinvolti, ma che non comporti la diffusione di tale materiale, come invece rischia di far accadere la disciplina di cui all'articolo 1 del decreto-legge, così come modificato dal Senato; b) eliminazione dalla fattispecie penale, di cui all'articolo 3, del riferimento al provvedimento di distruzione della documentazione illecita, che, oltre a non essere condivisibile perché non consente di punire colui che detiene il materiale di cui sia stata disposta la secretazione ma la cui distruzione non sia stata ancora disposta, suscita seri dubbi interpretativi circa l'elemento soggettivo del reato; c) formulazione di un apparato sanzionatorio penale ed amministrativo che punisca in maniera proporzionale alla gravità dei fatti le condotte di coloro che formano, utilizzano ovvero pubblicano contenuti e dati relativi ad intercettazioni effettuate illecitamente nonché ad informazioni illecitamente raccolte; d) modificazione della disciplina dell'azione di riparazione del danno, di cui all'articolo 4 del decreto-legge, al fine di evitare una eccessiva e sproporzionata penalizzazione degli organi di informazione nonché il rischio che il meccanismo ivi previsto possa mettere in discussione la stessa sopravvivenza di quelle testate giornalistiche che non hanno la capacità economica di resistere ad un indennizzo tanto cospicuo come quello previsto; impegna il Governo ad adottare già in occasione dell'esame dei disegni di legge in materia di intercettazioni legali tutte le iniziative, anche di natura normativa, che siano consequenziali alle considerazioni espresse nella parte motiva dell'ordine del giorno. 9/1838/1.Pisicchio, Lussana, Buemi, Mazzoni, Bongiorno, Daniele Farina, Pecorella, Laurini, Maran, Palomba, Gambescia, Vitali.

 
Cronologia
sabato 18 novembre
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva, con 331 voti favorevoli e 231 contrari, l'emendamento 16.500 del Governo, sostitutivo dell'articolo 16 del testo e soppressivo dei successivi articoli del d.d.l. C. 1746- bis, "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)", sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

sabato 2 dicembre
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Dopo tre anni e mezzo di presenza termina l'Operazione Antica Babilonia delle Forze armate italiane presso la città di Nassiriya e la provincia di Dhi Qar (Iraq). L'operazione di rientro venne chiamata in codice Operazione Itaca.