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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XV Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00053 presentata da D'ELIA SERGIO (LA ROSA NEL PUGNO) in data 27/11/2006

Atto Camera Mozione 1-00053 presentata da SERGIO D'ELIA lunedì 27 novembre 2006 nella seduta n.077 La Camera, premesso che: la legge n. 185 del 1990 stabilisce che l'esportazione ed il transito di materiali di armamento siano vietati «verso i Paesi i cui Governi sono responsabili di accertate violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti dell'uomo»; l'Unione europea ha stabilito un embargo sulle armi dopo la repressione di Tienanmen del giugno 1989, embargo che il Parlamento europeo ha appoggiato nella risoluzione del 2 febbraio 2006 sugli aspetti principali e le scelte di base della politica estera e di sicurezza comune; tale posizione del Parlamento europeo è stata ribadita in numerose occasioni dal 1989 ad oggi, l'ultima il 7 settembre 2006, con l'approvazione di una risoluzione alla vigilia del vertice di Helsinki tra Unione europea e Cina; altre risoluzioni sulla Cina sono state adottate dal Parlamento europeo, in particolare sulle violazioni dei diritti umani in Tibet o sulle relazioni tra l'Unione europea, la Cina e Taiwan e la sicurezza in Estremo Oriente; il forte sviluppo economico della Cina e lo status di membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite le impongono una responsabilità internazionale sempre crescente nel campo delle riforme democratiche, del rispetto dei diritti dell'uomo e dello stato di diritto; l'Unione europea è il primo partner commerciale della Cina e il maggior investitore straniero in tale Paese, mentre la Cina è il secondo partner commerciale dell'Unione europea; la leadership cinese, nel suo libro bianco del 2005 sulla costruzione della democrazia politica in Cina, conferma il primato del Partito Comunista cinese all'interno del sistema di governo del Paese; il numero di esecuzioni capitali in Cina, coperto dal segreto di stato, si aggira secondo le stime fornite da giuristi cinesi intorno alle 8.000 all'anno, una cifra che, pur destinata a calare (si stima del 20 per cento) nei prossimi anni per l'effetto di un'importante riforma penale introdotta di recente e che affida alla Corte suprema l'ultima parola sull'esecuzione di una condanna a morte, continuerà a rappresentare circa il 90 per cento delle esecuzioni che vengono effettuate ogni anno nel mondo; giungono continuamente notizie inquietanti di casi di carcerazione politica, in particolare di appartenenti a minoranze religiose ed etniche, di presunte torture, di ricorso diffuso al lavoro forzato, di espianto illegale di organi di condannati a morte, di repressione sistematica delle libertà di culto e di espressione, nonché della libertà dei media , compresa internet ; stando all'annuario 2005 della Corte suprema cinese, circa 400 cittadini sono stati condannati per reati politici nel 2004, con un aumento del 25 per cento rispetto all'anno precedente; in particolare, secondo il rapporto delle Nazioni Unite sulla tortura presentato il 10 marzo 2006, «dal 2000, lo special rapporteur e i suoi predecessori hanno contestato al Governo cinese 314 casi di presunta tortura, i quali riguardano ben oltre 1.160 persone» e che «oltre questa cifra, occorre considerare un caso presentato nel 2003 che riportava in dettaglio presunti maltrattamenti e tortura di migliaia di praticanti del Falun Gong », molti dei quali avvenuti nei campi di «rieducazione attraverso il lavoro», i cosiddetti laogai , e negli ospedali psichiatrici; il 6 luglio 2006 è stato pubblicato il «rapporto sulle denunce d'espianto d'organi ai praticanti del Falun Gong in Cina», risultato di un'indagine indipendente condotta in Canada dall'avvocato David Matas e dall' ex membro del Parlamento David Kilgour, secondo i quali «da alcuni anni è stata attuata una raccolta su larga scala d'organi a praticanti del Falun Gong e che questa pratica criminale continua tutt'oggi»; secondo quanto riferiscono i media governativi cinesi, la campagna condotta nella regione autonoma dello Xinjiang occidentale contro i «tre mali» - estremismo religioso, separatismo e terrorismo - continua e ha portato l'anno scorso a numerosi arresti di appartenenti alla minoranza Uygur turcofona e musulmana; oltre ai musulmani, anche i cristiani di qualsiasi denominazione che non accettino di registrarsi come adepti di una delle chiese riconosciute da Pechino subiscono violente persecuzioni; gli abitanti della cosiddetta «Mongolia interna» sono trattati come sudditi e forzati ad abbandonare i territori in cui abitano per cercare rifugio in Mongolia; la regione del Tibet subisce da quasi mezzo secolo una forzosa campagna di sinizzazione, che, oltre ad aver decimato la popolazione manu militari , ha distrutto il patrimonio culturale, religioso e artistico di una delle più antiche civiltà dell'Asia; gli articoli 8 e 9 della legge cinese antisecessione del 14 marzo 2005, i quali prevedono espressamente il ricorso a «mezzi non pacifici» per risolvere l'eventuale dichiarazione di indipendenza da parte di Taiwan, come pure l'attuale stazionamento di più di 800 missili lungo la costa sud-orientale della Repubblica popolare cinese di fronte a Taiwan, contraddicono il principio più volte conclamato dalle autorità cinesi di una riunificazione pacifica; dalla metà degli anni '90, la spesa militare cinese registra ogni anno un tasso di aumento a due cifre, il che crea preoccupazione nel mondo esterno, in particolare nei vicini regionali di Pechino; l'inizio di un vero processo democratico nella Repubblica popolare cinese permetterebbe di allentare le tensioni tra Cina e Taiwan e aprirebbe la strada alla ripresa di un dialogo concreto tra le due parti; lo sviluppo di relazioni commerciali sempre più intense e di relazioni politiche positive tra l'Unione europea e la Cina non può non fondarsi sul rispetto di principi fondamentali comuni, come il rispetto dei diritti umani e dei principi democratici; impegna il Governo: a sostenere, nella discussione in corso in sede europea sull'embargo del commercio di armi con la Cina, la posizione per la quale un'eventuale revoca da parte dell'Unione europea debba essere legata a progressi verificabili e tangibili della Cina nel campo dei diritti umani, delle riforme democratiche e delle relazioni pacifiche coi vicini regionali. (1-00053) «D'Elia, Antinucci, Bandoli, Beltrandi, Boselli, Buglio, Carta, Capezzone, Del Bue, De Zulueta, Di Gioia, Allam, Francescato, Grillini, Mantovani, Mario Pepe, Nicchi, Angelo Piazza, Poretti, Raisi, Reina, Siniscalchi, Turci, Turco, Villetti, Zacchera, Schietroma, Crema, Buemi, Mancini, Zanella, Leoluca Orlando, Lion, Fiano, Folena, Fitto».

 
Cronologia
sabato 18 novembre
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva, con 331 voti favorevoli e 231 contrari, l'emendamento 16.500 del Governo, sostitutivo dell'articolo 16 del testo e soppressivo dei successivi articoli del d.d.l. C. 1746- bis, "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)", sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

sabato 2 dicembre
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Dopo tre anni e mezzo di presenza termina l'Operazione Antica Babilonia delle Forze armate italiane presso la città di Nassiriya e la provincia di Dhi Qar (Iraq). L'operazione di rientro venne chiamata in codice Operazione Itaca.