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Documenti ed Atti

XV Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01708 presentata da BODEGA LORENZO (LEGA NORD PADANIA) in data 27/11/2006

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-01708 presentata da LORENZO BODEGA lunedì 27 novembre 2006 nella seduta n.077 BODEGA e COTA. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che: il Sin.Pa. è un'organizzazione sindacale di carattere nazionale, regolarmente costituita e strutturata in nove Regioni ed in più di trenta Province, iscrivente oltre 350.000 lavoratori dipendenti, il cui numero risulta essere in continuo aumento; la significativa partecipazione di iscritti rappresenta in particolare i territori e i settori produttivi del Nord d'Italia, ossia delle Regioni e Province che costituiscono la parte dello Stato maggiormente industrializzata; l'organizzazione degli iscritti e della struttura è diffusa sul piano nazionale mediante una strategia sindacale e contrattuale omogenea, che garantisce adeguata rappresentatività degli interessi generali di tutti i lavoratori dipendenti, senza dimenticare le specifiche problematiche dei territori del Nord cui il Sin.Pa. risulta particolarmente legato; nei quindici anni di attività, il sindacato ha compiutamente svolto innumerevoli vertenze individuali e collettive, aziendali e territoriali, introducendo nel dibattito e nell'iniziativa sindacale elementi innovativi, come l'istituzione degli asili nido all'interno delle aziende e dei luoghi di lavoro, il riconoscimento dei diritti delle donne lavoratrici e la tutela nella contrattazione salariale del reddito familiare; nel 2004, in occasione della pubblicazione dell'avviso di rinnovo del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro per il periodo 2005-2010, il Sin.Pa. ha provveduto a designare i propri rappresentanti all'interno della suddetta compagine per i settori dell'industria, del commercio, dell'artigianato, dei servizi e del trasporto, allegando a sostegno della candidatura la necessaria documentazione attestante rappresentatività ed organizzazione dell'attività sul territorio; successivamente, ulteriori elementi di valutazione per l'accoglimento della domanda sono stati forniti su richiesta del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in particolare con riguardo all'indicazione degli iscritti e della loro ripartizione territoriale e alla segnalazione delle sedi regionali e provinciali in cui si articola la struttura dell'organizzazione; lo stesso Ministero del lavoro ha provveduto a formalizzare al Presidente del Consiglio dei ministri la proposta di assegnazione di un candidato del Sin.Pa. all'interno del C.N.E.L., in rappresentanza del settore dell'industria, in ragione della maggiore consistenza associativa, ancor più significativa in considerazione della concentrazione di adesioni nelle Regioni a più elevata densità industriale; nonostante ciò, nel 2005 il Sin.Pa. ha ricevuto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri comunicazione non motivata di esclusione dall'elenco dei rappresentanti nel C.N.E.L. delle categorie produttive di beni e servizi nei settori pubblico e privato; avverso tale esclusione il sindacato proponeva alla Presidenza del Consiglio un chiarimento poi avvenuto durante un'audizione alla quale hanno partecipato tutte le organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti interessate, nessuna di esse obiettando alcunché della lunga esposizione degli elementi di valutazione indicati dal Sin.Pa. per la sua partecipazione al Consiglio economico; nella Gazzetta Ufficiale del 20 settembre 2005 n. 219, è stato dunque pubblicato il decreto del Presidente della Repubblica con il quale, valorizzando il principio del pluralismo nella rappresentatività, si è reputata opportuna la partecipazione del Sin.Pa. in seno al C.N.E.L., in ragione del fatto che l'organizzazione ha registrato un consistente incremento negli ultimi anni, in particolare nel settore industria, tant'è che lo stesso è arrivato anche a far parte del Comitato economico e sociale europeo per il mandato 2002-2006; al Sin.Pa. veniva dunque riconosciuto un componente nel C.N.E.L. per il comparto industria, a fronte peraltro di ben sedici rappresentanti della CGIL; tuttavia, la stessa CGIL ricorreva al TAR del Lazio chiedendo l'annullamento dei provvedimenti riguardanti la nomina del rappresentante del Sin.Pa. all'interno del C.N.E.L., previa sospensione di tutti i relativi effetti; il Tar del Lazio, con sentenza del 2 agosto 2006, accoglieva la domanda della CGIL per la parte relativa alla suddetta esclusione del Sin.Pa; si ricorda che il Sin.Pa. è fortemente presente e radicato nelle zone del territorio nazionale a forte industrializzazione e pur prevedendo la normativa istitutiva del C.N.E.L. che le organizzazioni sindacali ivi rappresentate abbiano dimensione nazionale, occorre considerare che con ciò si intende sia la diffusione sul territorio nazionale che l'omogeneità di rappresentanza e di indirizzo nei diversi livelli locali in cui il territorio si articola -: se il Governo abbia prodotto dinanzi al Tar la copiosa documentazione fornita dall'organizzazione sindacale denominata Sin.Pa. a fondamento delle proprie ragioni; se intenda impugnare la citata sentenza dinanzi al Consiglio di Stato, di modo che sia salvaguardata la legittima aspettativa di rappresentanza all'interno del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro delle categorie produttive di cui il Sin.Pa. stesso è espressione, con particolare riguardo al settore dell'industria.(4-01708)

Atto Camera Risposta scritta pubblicata lunedì 16 luglio 2007 nell'allegato B della seduta n. 189 All'Interrogazione 4-01708
presentata da BODEGA Risposta. - Con decreti del Presidente della Repubblica 22 luglio 2005, registrati alla Corte dei conti il 15 settembre 2005, e pubblicati in Gazzetta Ufficiale (serie generale) n. 219 del 20 settembre 2005, è stato ricostituito il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro per il quinquennio 2005-2010, a norma della legge 30 dicembre 1986, n. 936. Il Sindacato Padano (SIN.PA.), candidatosi per la prima volta al Cnel in occasione della consiliatura 2005-2010, designava, nell'ambito della procedura concorsuale prevista dalla legge ed avviata il 7 settembre 2004, tre propri rappresentanti nella categoria dei lavoratori dipendenti, rispettivamente nei settori commercio, industria e trasporto. Com'è noto, la legge prevede, per la categoria dei lavoratori dipendenti, quarantaquattro rappresentanti da ripartire nei settori «agricoltura e pesca», «industria», «artigianato», «commercio», «trasporto», «credito e assicurazione», «pubblica amministrazione» e «dirigenti pubblici, privati e quadri intermedi», disponendo in modo esclusivo per quest'ultimo settore il numero di cinque rappresentanti. Ciò premesso, la Presidenza del Consiglio dei ministri, sulla base dei dati associativi ed organizzativi delle organizzazioni sindacali, richiesti al Ministero del lavoro e al Dipartimento della funzione pubblica per effettuare una valutazione oggettiva sul grado di rappresentatività a livello nazionale di ciascuna organizzazione candidata, ha disposto di attribuire due posti all'«agricoltura e pesca», dodici all'«industria», quattro all'«artigianato», cinque al «commercio», tre al «trasporto», due al «credito e assicurazione» ed undici alla «pubblica amministrazione». È da rilevare che il Ministero del lavoro, nel parere reso a corredo dei dati forniti alla Presidenza del Consiglio, proponeva di assegnare al SIN.PA. - nell'ambito delle tre designazioni effettuate - un posto nel settore «industria», in quanto in possesso dei requisiti per essere riconosciuta quale organizzazione maggiormente rappresentativa sul piano nazionale, attesa la sua forte crescita in assoluto ed in comparazione con le altre organizzazioni sindacali. In aggiunta, il Ministro del lavoro sosteneva, per il SIN.PA., la maggiore consistenza associativa, il cui dato assoluto è da considerarsi in senso relativo ancora più significativo in considerazione della concentrazione di adesioni nelle regioni a più elevata densità industriale. Tuttavia, il Ministero del Lavoro allegava al parere una serie di tabelle che indicavano come il SIN.PA., nel corso dell'anno 2003 (preso come riferimento per tutte le organizzazioni sindacali candidate in ordine alla consistenza dei propri iscritti, alle sedi, ai contratti effettivamente sottoscritti e alle controversie), non dimostrasse una maggiore consistenza associativa. Né è verosimile attribuire al SIN.PA., al momento della presentazione dell'interrogazione in esame, la consistenza associativa riferita dall'interrogante, non essendo questa riferibile ad uno specifico arco temporale né comparabile con la crescita, possibile e contestuale, di organizzazioni sindacali concorrenti. Infatti, la rappresentatività del SIN.PA., come risulta dai documenti allegati al già citato parere del Ministro del lavoro, risultava nel settore industria in subordine alla posizione di altre organizzazioni sindacali quali la CGIL, la CISL, la UIL, la UGL, la CONFSAL, la CONFLAVORATORI e la CUB. Era evidente che, qualora si volesse attribuire un posto al SIN.PA., occorreva - come conseguenza diretta dei numeri da riferire a ciascuna delle sigle citate - inserire prioritariamente, ovvero per maggiore rappresentatività, l'esponente di una delle sigle appena citate, e soltanto in ultimo un posto poteva essere attribuito al SIN.PA.. Per le ragioni suesposte, la Presidenza del Consiglio dei ministri non ritenne motivatamente di aderire alla proposta relativa all'assegnazione di un posto al SIN.PA. In tal senso, veniva adottata la decisione del Presidente del Consiglio dei ministri, di cui all'articolo 4, comma 3, della legge n. 936 del 1996, trasmessa a tutte le organizzazioni sindacali, con nota formale del 31 gennaio 2005, in cui si escludeva l'organizzazione sindacale in questione dall'elenco dei rappresentanti alla costituenda consiliatura Cnel. Nel corso dell'audizione pubblica del 16 maggio 2005, il SIN.PA. lamentava la mancata inclusione nell'elenco formato da questa Presidenza, rivendicando la sussistenza dei requisiti per essere riconosciuta quale organizzazione maggiormente rappresentativa sul piano nazionale. Al riguardo, richiamava i pareri dal Ministero del lavoro che le attribuivano un posto in seno al Cnel. In tale sede, non furono presentate controdeduzioni da parte delle organizzazioni sindacali controinteressate. L'apposita Commissione - nominata con Decreto del Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri - per l'istruttoria del contenzioso, di cui all'articolo 4, commi 4, 5 e 6, della legge n. 936 del 1986, nel riesaminare nel merito la ripartizione preliminarmente fissata con il provvedimento del 31 gennaio 2005, in cui era stato escluso il SIN.PA., decideva di accogliere il ricorso dell'organizzazioni sindacale in questione, in ordine alle seguenti considerazioni: che l'organizzazione sindacale ricorrente risulta essere tra quelle che hanno registrato un consistente e significativo incremento negli ultimi anni, in particolar modo nel settore industria; incremento, tra l'altro, che ha portato l'organizzazione sindacale ricorrente a far parte del CESE (Comitato economico e sociale europeo) per il mandato 2002-2006; che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali si è espresso con proprio parere (del 9 dicembre 2004, confermato successivamente il 17 marco 2005) a favore dell'inserimento del SIN. PA. nella nuova consiliatura del Cnel; che il SIN.PA. vanta un numero significativo di iscritti proprio in quelle regioni e province che costituiscono la parte del territorio nazionale maggiormente industrializzata e che, per tale ragione e valorizzando il principio del pluralismo nella rappresentatività, si reputa opportuna la sua presenza in seno al costituendo Cnel. In tal senso, veniva adottato il decreto del Presidente della Repubblica, in data 22 luglio 2005, ai sensi del combinato disposto dell'articolo 4, comma 7, della legge n. 936 del 1996 e della legge 12 gennaio 1991, n. 13, di accoglimento del ricorso del SIN.PA.. Ed invero, questa organizzazione sindacale veniva chiamata a far parte del Cnel con un proprio rappresentante nella categoria dei lavoratori dipendenti, settore industria. All'esito della legittimazione del provvedimento di nomina della nuova consiliatura, la Cgil, ricorreva al TAR del Lazio in relazione alla sottrazione di un posto di rappresentante nella consiliatura del Cnel, posto assegnato, con il decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 2005, di composizione del Cnel, al SIN.PA., nella persona del signor Alessandro Gemme. Nell'iter del ricorso la Presidenza del Consiglio ministri ha prodotto all'Avvocatura generale dello Stato la documentazione disponibile; documentazione resa all'accesso, sia dei ricorrenti che dei controinteressati, essendo state effettuate le rituali richieste in ossequio alla normativa vigente. La sentenza n. 6839 del 2006 del TAR del Lazio accoglieva il ricorso della Cgil, in esito al quale l'Avvocatura generale dello Stato, non ravvisando profili di utile censura, richiedeva, con la nota n. 103272 P del 13 settembre 2006, alla Presidenza del Consiglio dei ministri di dare esecuzione alla medesima sentenza. Il Governo, pertanto, non ritenendo di proporre appello avverso la citata sentenza del TAR del Lazio, ha assegnato alla Cgil un posto, in seno al Cnel, conferendo la nomina, con decreto del Presidente della Repubblica in data 31 ottobre 2006, al signor Aldo Amoretti al posto del signor Alessandro Gemme. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali: Vannino Chiti.



 
Cronologia
sabato 18 novembre
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva, con 331 voti favorevoli e 231 contrari, l'emendamento 16.500 del Governo, sostitutivo dell'articolo 16 del testo e soppressivo dei successivi articoli del d.d.l. C. 1746- bis, "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)", sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

sabato 2 dicembre
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Dopo tre anni e mezzo di presenza termina l'Operazione Antica Babilonia delle Forze armate italiane presso la città di Nassiriya e la provincia di Dhi Qar (Iraq). L'operazione di rientro venne chiamata in codice Operazione Itaca.