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Documenti ed Atti

XV Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02237 presentata da MASCIA GRAZIELLA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA) in data 22/01/2007

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-02237 presentata da GRAZIELLA MASCIA lunedì 22 gennaio 2007 nella seduta n.095 MASCIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che: in data 11-12 giugno 2006 si svolgevano, nel comune di Forza D'Agrò (Messina), le elezioni amministrative per il rinnovo del Sindaco e del Consiglio Comunale; dalle elezioni amministrative risultava vincente il candidato Sindaco, signor Bruno Miliadò; in data 4 marzo 2004 il Giudice Monocratico del Tribunale di Messina, sezione distaccata di Taormina, dichiarava colpevole il signor Bruno Miliadò per il reato di cui agli articoli 81 e 479 del codice penale per avere: «... nella qualità di funzionario delegato per l'autentica delle firme presso il Comune di Forza D'Angrò, falsamente attestato nelle dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà e nelle domande di richieste premio di cui al regolamento C.E.E. 3007/84...» e condannato alla pena di reclusione di anni uno; in data 24 febbraio 2005 la Corte di Appello di Messina respingeva l'appello dell'imputato e confermava la sentenza del Giudice Monocratico di Messina, sezione distaccata di Taormina; la sentenza di cui sopra veniva dichiarata irrevocabile in data 1 o marzo 2006 dalla Corte di Cassazione; il decreto legislativo n. 267 del 2000 all'articolo 58 comma 1 lettera c) ossia, «Cause ostative alla candidatura», prevede: «... coloro che sono stati condannati con sentenza definitiva alla pena della reclusione complessivamente superiore a sei mesi per uno o più delitti commessi con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione o a un pubblico servizio diversi da quelli indicati nella lettera b) ...»; il signor Bruno Miliadò, nonostante quanto previsto dal succitato disposto normativo si candidava alla carica di sindaco del Comune di Forza D'Agrò; il su richiamato decreto legislativo all'articolo 58 comma 4 prevede: «...eventuale elezione o nomina di coloro che si trovano nelle condizioni di cui al comma 1 è nulla. L'organo che ha provveduto alla nomina o alla convalida dell'elezione è tenuto a revocare il relativo provvedimento non appena venuto a conoscenza dell'esistenza delle condizioni stesse...» -: quali interventi urgenti si intendano porre in essere in merito alla vicenda suddescritta; se il Ministro interrogato non ritenga di promuovere tutte le iniziative di sua competenza atte a ristabilire i principi di legalità, secondo quanto previsto del decreto legislativo n. 267 del 2000. (4-02237)

Atto Camera Risposta scritta pubblicata martedì 22 gennaio 2008 nell'allegato B della seduta n. 271 All'Interrogazione 4-02237
presentata da MASCIA Risposta. - Appare preliminarmente opportuno ricordare che la disciplina degli enti locali in Sicilia, Regione e Statuto speciale, attribuisce al presidente della Regione e all'assessore regionale con delega alle autonomie locali la competenza in materia di controlli sugli organi dei comuni, eccezion fatta per le fattispecie di scioglimento per gravi motivi di ordine pubblico e per infiltrazioni mafiose, ipotesi di competenza statale. Detto regime specialistico si applica anche alla fattispecie cui fa riferimento l'interrogante, relativa al provvedimento di revoca dell'elezione sindaco del comune di Forza d'Agrò del signor Bruno Miliadò, eletto in occasione delle consultazioni amministrative del giugno del 2006. In particolare, il signor Miliadò è stato condannato, con sentenza passata in giudicato, ad un anno di reclusione per il reato di cui agli articoli 81 e 479 del codice penale, commesso in qualità di funzionario del comune stesso. In base al regime ordinario (articoli 41 e 58 del decreto legislativo n. 267/2000), il consiglio comunale, nel corso della prima seduta, deve esaminare la condizione degli eletti e, se del caso, deve dichiararne l'ineleggibilità, revocando il provvedimento. L'eventuale elezione o nomina è nulla, qualora sussista una causa ostativa alla candidatura (tra cui figura la condanna penale definitiva alla pena della reclusione superiore e 6 mesi per uno o più delitti commessi con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti una pubblica funzione). In Sicilia, alla fattispecie si applicano le disposizioni di cui all'articolo 11 della legge regionale n. 7 del 1992 in base alle quali «Le operazioni di convalida dell'eletto competono alla sezione provinciale del Comitato regionale di controllo». Tuttavia, a seguito della riforma costituzionale del 2001, detto Comitato è stato soppresso e ciò ha reso non esperibile il rimedio della revoca del provvedimento di convalida dell'eletto. Al fine di promuovere una pronuncia dell'autorità giudiziaria ordinaria sulla nullità delle elezioni e per le conseguenze sull'intero procedimento elettorale dell'amministrazione di Forza d'Agrò, il Prefetto di Messina ha promosso l'azione popolare prevista dall'articolo 70 del T.U.O.E.L. A tal proposito, anche il competente assessorato regionale della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali ha concordato circa l'opportunità di promuovere detta azione popolare, ritenendola l'unico strumento utile ai fini della dichiarazione di nullità delle elezioni inficiate dalla condizione di incandidabilità del sindaco di Forza d'Agrò. Si fa presente comunque che, allo stesso fine, sono stati anche presentati un ricorso al tribunale ordinario di Messina da parte di un candidato alle stesse elezioni e un atto stragiudiziale da parte di alcuni consiglieri comunali, inviato all'assessorato regionale della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali ed alla prefettura di Messina per l'adozione dei provvedimenti di competenza. In accoglimento del ricorso presentato dal prefetto di Messina, il tribunale di Messina con sentenza n. 529/07 del 4 aprile 2007, ha dichiarato la nullità dell'elezione a sindaco nel comune di Forza D'Agrò del signor Bruno Miliadò nonché la decadenza dello stesso dalla carica. Il 16 luglio 2007, la Corte di appello di Messina - sezione civile - con sentenza n. 382/07, ha rigettato tutti gli appelli alla sentenza 529/07. Il successivo 23 agosto, il competente assessorato della famiglia delle politiche sociali e delle autonomi locali, della Regione Sicilia, prendendo atto delle sopra citate sentenze, ha dichiarato decaduto dalla carica di Sindaco del comune di Forza D'Agrò, il signor Miliadò Bruno, con i conseguenti effetti riflessi necessitati della decadenza della giunta e del consiglio comunale. Per la provvisoria gestione dell'ente è stato nominato un commissario regionale. Per completezza di informazioni, si fa presente che sulla vicenda pende un ricorso in Cassazione presentato dal signor Bruno Miliadò. Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Alessandro Pajno.



 
Cronologia
mercoledì 10 gennaio
  • Politica, cultura e società
    A 27 anni dall'esplosione in volo del DC9 dell'Itavia diretto a Palermo, la prima sezione penale della Corte di Cassazione dichiara innocenti i due generali dell'Aeronautica accusati di aver depistato le indagini.

giovedì 1° febbraio
  • Parlamento e istituzioni
    Con il voto favorevole dei senatori dell'opposizione (152 voti a favore, 146 contro e 4 astenuti) l'Assemblea del Senato approva l'ordine del giorno n. 2 (Calderoli ed altri), di condivisione delle comunicazioni con cui il Ministro della difesa Parisi ha confermato il consenso del Governo all'ampliamento della base militare di Vicenza. La maggioranza vota contro tale ordine del giorno, su cui il vice ministro per gli affari esteri Intini ha espresso parere contrario. Viene quindi messo ai voti e approvato l'ordine del giorno n. 3 della maggioranza, con cui si impegna il Governo a dare impulso alla seconda conferenza nazionale sulle servitù militari.