Documenti ed Atti
XV Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01070 presentata da VALPIANA TIZIANA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA) in data 23/01/2007
Atto Senato Interrogazione a risposta scritta 4-01070 presentata da TIZIANA VALPIANA martedì 23 gennaio 2007 nella seduta n.092 VALPIANA - Al Ministro della salute - Premesso che: come risulta dalle notizie diffuse dalle principali agenzie giornalistiche e da numerosi quotidiani (tra gli altri, il "Corriere della sera", 17 dicembre 2006), uno studio condotto dalla University of Swansea di Sidney e pubblicato sulla rivista "International Breastfeeding Journal" ha rilevato come la somministrazione dell'analgesia epidurale durante il travaglio sembrerebbe determinare conseguenze sul neonato; la ricerca degli studiosi australiani -condotta su 1.280 donne, di cui 416 avevano subito un'epidurale e 172 avevano partorito con parto cesareo- avrebbe evidenziato infatti che l'epidurale può determinare una "reazione farmacologica inibitoria", tale da compromettere le possibilità di allattamento delle neo-madri; i risultati dello studio avrebbero dimostrato in particolare che l'anestesia epidurale è associata significativamente a difficoltà nell'allattamento a pochi giorni dalla nascita ed è stata riconosciuta come causa della riduzione dell'allattamento nella prima settimana dopo il parto. Il 72 per cento delle donne che hanno partorito senza tecniche analgesiche ha infatti allattato per 24 settimane, a fronte del 53 per cento di quelle che hanno ricevuto petidina o epidurali contenenti bupivacaina e fentanila (un oppioide); lo studio ha permesso anche di confermare i sospetti su quest'ultimo principio attivo presente nell'analgesia epidurale, in passato già associato alla difficoltà di iniziare l'allattamento al seno, e che sembra suscettibile di passare dalla madre al bambino, determinando così in quest'ultimo effetti pregiudizievoli per la sua salute e per il suo sviluppo; considerato, inoltre, che: i risultati dello studio in questione sono stati contestati, sia pur con argomentazioni non univoche, da alcune voci della comunità scientifica, le quali hanno in primo luogo ritenuto che gli effetti negativi rilevati dalla ricerca australiana siano legati alla maggiore concentrazione di oppiacei presente nelle epidurali somministrate nei Paesi anglosassoni, dovendosi pertanto escludere che la minore concentrazione di tali sostanze, ammessa nei Paesi europei, possa determinare significativi effetti pregiudizievoli per la salute del neonato; in secondo luogo, altri esponenti della comunità scientifica hanno interpretato i risultati della ricerca australiana secondo una spiegazione eziologica di tipo psicologico, rilevando come donne -quali quelle che ricorrono all'epidurale per alleviare i dolori del parto- dotate, per ragioni di ordine culturale, psicologico, o anche meramente fisico, di minore capacità di resistenza al dolore, siano per le medesime ragioni, anche inconsciamente meno disponibili a prolungare l'allattamento al seno; a fronte della divergenza di opinioni in materia, e tuttavia in ragione della rilevanza dei risultati dimostrati dalla ricerca australiana, sembra opportuno approfondire attentamente lo studio dei possibili effetti negativi del ricorso all'epidurale, al fine di chiarire in che misura tale modalità di realizzazione del parto (utilizzata oggi in Italia da circa il venti per cento delle donne) possa determinare conseguenze pregiudizievoli per la salute e lo sviluppo del neonato, si chiede di sapere: se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della questione esposta; se, anche alla luce delle considerazioni sinora svolte, reputi opportuno adottare i provvedimenti di competenza ritenuti idonei a favorire e promuovere lo studio degli effetti dell'epidurale sul bambino e sulla neo-madre, monitorandone le modalità di applicazione e le conseguenze, al fine di impedire che il ricorso all'analgesia epidurale possa determinare effetti pregiudizievoli per la salute dei bambini, la cui tutela - al pari di quella di tutte le persone - costituisce un dovere primario dello Stato, ai sensi dell'articolo 32 della Costituzione; se e come intenda, nell'ambito delle proprie competenze, provvedere per assicurare che le donne che si avvicinano al parto siano correttamente informate rispetto alle diverse possibilità di scelta per fronteggiare il dolore nel parto (naturali e farmacologiche) e delle possibili conseguenze di queste ultime sulla salute del neonato, in particolare per quanto riguarda gli esiti di allattamento naturale. (4-01070)
Atto Senato Risposta scritta pubblicata nel fascicolo n. 026 all'Interrogazione 4-01070
presentata da VALPIANA Risposta.
- Il Consiglio dei ministri nella seduta del 19 ottobre 2006 ha approvato
il disegno di legge, proposto dal ministro Livia Turco, relativo a «La
tutela dei diritti della partoriente, la promozione del parto fisiologico
e la salvaguardia della salute del neonato»; il testo, che ha ricevuto
in data 5 ottobre 2006 il parere favorevole della Conferenza Stato-Regioni,
attualmente è all'esame in sede parlamentare. Il provvedimento
nasce dalla certezza che la promozione di questo settore costituisca un
obiettivo nazionale di sanità pubblica, per le conseguenti positive
ricadute sulla salute dell'intera collettività. Il disegno
di legge, conformemente ai principi del Progetto Obiettivo materno-infantile
1998-2000 e del Piano Sanitario Nazionale 2006-2008, mira ad assicurare
un'efficace tutela e assistenza all'interno del percorso nascita
da parte del Servizio sanitario nazionale, nell'ambito dei Livelli
essenziali di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 29
novembre 2001 e successive modificazioni, prevedendo, pertanto, di realizzare
una maggiore integrazione fra i servizi ospedalieri e territoriali e di
potenziare l'attività svolta già da molti anni dai consultori
familiari. L'intervento
legislativo promuove l'utilizzo delle misure idonee a controllare
il dolore nel travaglio-parto comprese le tecniche avanzate di anestesia
locale e di tipo epidurale. Questo intervento si colloca nella più
ampia attenzione all'evento nascita, per il quale si intende ridurre
i fattori di rischio di malattia del nascituro, pre e post concezionali,
favorire il parto fisiologico, promuovendo l'appropriatezza delle
cure al fine di limitare il ricorso al parto cesareo, l'allattamento
al seno e il « rooming-in », secondo le raccomandazioni
dell'OMS-UNICEF. Il disegno di legge intende così garantire
la continuità assistenziale dall'inizio della gravidanza fino
a dopo la nascita, con un'attenzione nuova per la popolazione immigrata,
per la quale le indagini hanno mostrato un maggior tasso di nati-mortalità
e di mortalità neonatale, un maggior numero di parti pretermine
e di bambini con peso ridotto alla nascita. Si dovrà, pertanto,
contrastare le disequità territoriali e sociali di accesso ai servizi
anche per la popolazione suddetta, rendendo i servizi maggiormente fruibili
e con la realizzazione di programmi socio-sanitari e di mediazione culturale. Relativamente
all'aspetto specifico rappresentato nell'interrogazione, va ricordato
che già il documento del Comitato Nazionale di Bioetica del 30 marzo
2001, concernente «La terapia del dolore: orientamenti bioetica»,
affermava, tra l'altro, che «l'analgesia (come per altro
ogni preparazione al parto) (...) dovrebbe far parte di un programma
di assistenza alla gravidanza che si propone una visione globale del nascere
e non porsi come evento isolato, scarsamente informato», che viene
proposto in sala parto. Il 24 maggio
2001, per migliorare l'organizzazione dei processi assistenziali in
funzione del controllo del dolore, lo Stato e le Regioni hanno stipulato
l'Accordo «Linee guida per la realizzazione dell'Ospedale
senza dolore», definendo gli indirizzi che consentono la realizzazione
di progetti regionali indirizzati al miglioramento del processo assistenziale,
specificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine. In conformità
a quanto sopra precisato, la Commissione nazionale per la definizione e
l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza ha predisposto,
nella seduta del 18 ottobre 2006, il documento «Controllo del dolore
durante il travaglio ed il parto vaginale tramite procedure analgesiche»,
il quale definisce le modalità operative per praticare l'analgesia
nel quadro di un articolato programma di assistenza alla gravidanza. È stata
anche sottolineata la necessità di individuare e condividere, a
livello nazionale e regionale, le regole che consentano il confronto professionale,
sulla base delle rispettive competenze, fra gli operatori sanitari. In merito
alle emergenti perplessità circa gli eventuali eventi avversi legati
alla dinamica del parto, al suo espletamento, all'«outcome»
neonatale, la suddetta Commissione, sulla base di recenti evidenze scientifiche,
ritiene che la scelta dell'analgesia farmacologica nelle pazienti
in travaglio debba essere motivata da fattori strettamente individuali
(la preferenza della donna, le condizioni mediche e le controindicazioni);
raccomanda pertanto, la predisposizione di linee guida e di protocolli
procedurali di livello nazionale, elaborati da un comitato a competenza
possibilmente multidisciplinare. In materia
di allattamento al seno, si segnala che il Ministero della Salute ha predisposto
le «Linee di indirizzo sulla protezione, la promozione e il sostegno
dell'allattamento al seno», attualmente sottoposte alle valutazioni
della Conferenza Stato-Regioni. Tale documento
intende incrementare l'applicazione delle raccomandazioni dell'O.M.S.
ed U.N.I.C.E.F. che promuovono il ricorso al latte materno per il corretto
sviluppo del bambino, attraverso la formazione e l'aggiornamento del
personale ospedaliero e territoriale, compresi i pediatri di libera scelta,
che opera a contatto con le neo-mamme, la diffusione del « rooming
in » e di idonei opuscoli informativi sulla pratica e sui benefici
dell'allattamento al seno. In particolare,
viene scoraggiato l'uso di soluzioni glucosate e di latti formulati,
con l'invito rivolto ai produttori e i distributori di alimenti per
la prima infanzia di non influenzare le informazioni destinate alle neo-mamme. In ultimo,
si deve segnalare che nell'ambito del Convegno Nazionale promosso
dal Ministero «Alla salute delle donne», tenuto si a Napoli il
7 marzo 2007, il ministro Turco ha presentato il nuovo Piano d'azione
per la promozione e la tutela della salute delle donne e dei bambini. Il Ministro
ha sottolineato che il diritto alla salute della donna è un diritto
che promuove e tutela tutti gli altri diritti, sociali, civili e politici. Fra le proposte
d'intervento si ricordano, in sintesi, uno «Spazio adolescenti»
all'interno dei consultori familiari, sportelli d'ascolto contro
la violenza sulle donne su tutto il territorio nazionale (ad esempio nei
presidi ospedalieri di pronto-soccorso), campagne di informazione e prevenzione
mirate sui tumori femminili e reparti di oncologia con il «bollino
rosa», un Piano di prevenzione per l'odontoiatria infantile. Il Ministro
ha ribadito come le azioni innovative che intende promuovere sono fondate
sulla convinzione che la salute materno-infantile costituisca un vero e
proprio indicatore del livello di civiltà, democrazia e sviluppo
del nostro Paese. Il Sottosegretario di Stato per la salute Gaglione