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Documenti ed Atti

XV Legislatura della repubblica italiana

INTERPELLANZA 2/00143 presentata da CALVI GUIDO (L'ULIVO) in data 08/02/2007

Atto Senato Interpellanza 2-00143 presentata da GUIDO CALVI giovedì 8 febbraio 2007 nella seduta n.105 CALVI, RANIERI - Al Ministro dell'università e della ricerca - Premesso che: nel 2000 si diffonde un gravissimo allarme circa la fuga dei migliori ricercatori italiani, i quali, non avendo prospettive di lavoro e di ricerca nelle università italiane, sono stati chiamati da istituti di ricerca ed università straniere per i meriti acquisiti con i loro studi e le loro pubblicazioni. Al fine di arginare il grave depauperamento del mondo accademico e delle ricerca italiano, che arreca danni rilevanti alla cultura e all'economia del Paese, il senatore Zecchino, Ministro dell'università del Governo presieduto dall'onorevole Amato, decide di intervenire; con il decreto ministeriale 26 gennaio 2001, n. 13, parte il cosiddetto programma "Rientro dei cervelli" ovvero "Incentivi a favore della mobilità di studiosi e stranieri impegnati all'estero". Per la prima volta il Governo italiano tenta di arginare il problema ormai cronico della fuga dei cervelli all'estero stanziando incentivi cospicui per il loro rientro: il finanziamento totale dello stipendio e un finanziamento del 90% di un progetto di ricerca proposto dal candidato. I candidati sono prima di tutto selezionati dalle università che decidono di proporli per un contratto (non sono ammesse domande da parte dei singoli studiosi), e quindi da un Comitato di garanti composto dal Presidente della CRUI, il Presidente del CUN e tre "eminenti studiosi". Il Comitato si avvale anche del parere di autorevoli referee internazionali. La selezione è particolarmente rigorosa: i candidati sono centinaia, ma solo un quarto circa delle domande viene finanziato, nonostante sia molto superiore il numero dei candidati giudicati idonei. Nell'ateneo italiano ospitante, il "cervello" ha obbligo di tempo pieno con compiti di docenza e di ricerca; i contratti sono di massimo tre anni non rinnovabili; con il decreto ministeriale 20 marzo 2003, n. 501, e il decreto ministeriale 1° febbraio 2005, n. 18, il successivo Governo, con il ministro Moratti, continua il progetto specificando che è stata rilevata l'esigenza "di perseguire nell'iniziativa che, oltre a permettere un'offerta formativa didattica e di ricerca altamente specialistica, offre altresì, ai giovani ricercatori italiani impegnati all'estero, l'opportunità di un definitivo rientro nel proprio paese". Il decreto ministeriale 20 marzo 2003, n. 501, porta gli anni di contratti a massimo 4 non rinnovabili con valore retroattivo (chi è rientrato con decreto ministeriale 2001 e il decreto ministeriale 2003 può fare domanda per usufruire del quarto anno); con la legge 4 novembre 2005, n. 230 (la cosiddetta legge Moratti sul riordino del sistema universitario), all'articolo 1, comma 9, si rende possibile da parte degli atenei italiani "la chiamata diretta di studiosi stranieri, o italiani impegnati all'estero, che abbiano conseguito all'estero una idoneità accademica di pari livello ovvero che, sulla base dei medesimi requisiti, abbiano già svolto per chiamata diretta autorizzata dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca un periodo di docenza nelle Università italiane. A tal fine le Università formulano specifiche proposte al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca che, previo parere del Consiglio Universitario Nazionale (CUN), concede o rifiuta il nulla osta alla nomina". L'art. 1, comma 9, distingue chiaramente tre categorie per la chiamata diretta: studiosi che hanno conseguito all'estero una idoneità accademica di pari livello; studiosi rientrati grazie al programma "Rientro dei Cervelli"; studiosi che possono essere chiamati per chiama fama; il 25 gennaio 2006, si riuniscono al Ministero l'allora Capo di Gabinetto, il Presidente della Conferenza dei Rettori, il Direttore generale del Ministero, e viene confermato, come da lettera del presidente Tosi al Direttore generale del 7 febbraio 2006, che nel caso dei contrattisti "rientro dei cervelli", l'art. 1, comma 9, della legge 230/2005 non prescrive il requisito del possesso di una idoneità estera di pari livello. Alcuni Atenei iniziano conseguentemente a effettuare le prime chiamate dirette. Nel caso dei contrattisti "rientro dei cervelli" viene attuata una rigorosa selezione attraverso una valutazione interna che vaglia (di nuovo) il curriculum vitae del candidato e il lavoro svolto durante gli anni di attività nei rispettivi Atenei, prendendo a riferimento i requisiti prescritti per la nomina a professore ordinario o associato. Viene inoltre valutata l'effettiva opportunità scientifico-didattica della chiamata. Le chiamate passano al vaglio successivo Consiglio di corso di studi, Dipartimento, Facoltà e Senato accademico. In alcuni atenei vengono inoltre costituite commissioni di Facoltà ad hoc per un'ulteriore valutazione scientifica delle candidature; in base al decreto ministeriale 28 marzo 2006, n. 207 "Decreto criteri di ripartizione del Fondo di finanziamento ordinario (FFO) delle Università per l'anno 2006", si stanziano (art. 5) forti incentivi (il 95% del costo stipendiale iniziale) per le chiamate dirette (non per quelle di chiara fama) rese possibili dalla legge 4 novembre 2005; il 12 aprile 2006, si riunisce per un'unica volta, perché di fatto il Governo è già cambiato, la Commissione tecnico-consultiva avente il compito di formulare proposte ed esprimere pareri, tra l'altro, sui problemi interpretativi della legge 230/2005. Si tratta di un momento di passaggio in cui la commissione, oltretutto, è vacante del presidente. In questo contesto, la commissione si astiene dal discutere eventuali problemi relativi alle norme sulle chiamate dirette contenute nella legge, decidendo invece di richiedere in materia un parere generale al CUN. Dopo questa riunione alcuni Atenei continuano ad effettuare le chiamate, altri, invece, attendono il parere del CUN; nella riunione ordinaria del CUN del 26-27 luglio 2006, vengono bocciate a priori buona parte delle chiamate dei "cervelli rientrati", in base ad una interpretazione dell'art. 1, comma 9, legge 230/2005 ingiustificatamente restrittiva, secondo la quale possono essere approvate solo le chiamate di coloro che, prima di rientrare in Italia, godessero di una idoneità accademica di pari livello, annullando quindi la distinzione operata dall'art. 1, comma 9, tra chiamate di studiosi in possesso di idoneità all'estero e studiosi rientrati in Italia con il programma "rientro dei cervelli". È di tutta evidenza la erroneità di tale interpretazione, che nasconde soltanto una tutela corporativa del mondo accademico e niente affatto lungimirante per gli interessi della cultura del nostro Paese. Se si dovesse accedere all'interpretazione del CUN, peraltro in totale difformità rispetto alle finalità perseguite dal legislatore e al dettato stesso della norma di legge, il 90% dei candidati sarebbe automaticamente escluso, compresi quelli già chiamati dai vari atenei; nelle riunioni di settembre, ottobre, novembre e dicembre 2006 (quest'ultima si tiene, in modo del tutto irrituale, mentre sono in corso di svolgimento le elezioni per il rinnovo del CUN, cui partecipano come candidati numerosi membri uscenti) il CUN esamina, alla luce dei criteri di cui sopra, le proposte di chiamata diretta fino ad allora pervenute, respingendo in effetti la maggior parte delle chiamate di contrattisti "rientro dei cervelli" in quanto prive della "idoneità di pari livello". Al contempo il CUN esprime parere favorevole a proposte di chiamata diretta di studiosi titolari all'estero di una idoneità, ma cui era stato negato, sulla base di una valutazione di merito, un contratto "rientro dei cervelli"; di studiosi sulla cui idoneità estera è lecito avanzare forti riserve, stante il requisito, espresso dallo stesso CUN nel parere del 26-27 luglio 2007, che l'idoneità sia stata conseguita in istituzioni di "alta qualificazione"; e infine di studiosi titolari della medesima idoneità in base alla quale altri sono invece respinti. Molti quotidiani ("l'unità", "La Stampa", "il Messaggero", "il Sole-24 Ore", il "Corriere della Sera" ed altri) denunciano lo scandalo di questa situazione; con nota ministeriale del 15 dicembre 2006 sono chiariti taluni aspetti procedurali delle chiamate dirette, si sposta il termine utile per usufruire degli incentivi stanziati dall'FFO 2006 al 31 gennaio 2007 e si fornisce un nuovo, forte incentivo alle università: il Ministero fornirà anche i "punti organico" relativi alla quota non finanziata del 5%. Ciò significa che, pur rimanendo un modesto cofinanziamento a carico dell'ateneo, le chiamate dirette non incidono formalmente sulla programmazione del personale di ruolo; da ultimo non può non sottolinearsi che i "cervelli" sono coraggiosamente rientrati o entrati (stranieri) lasciando una carriera in fieri o già avviata all'estero e investendo le proprie energie in Italia dove, per contratto, hanno svolto compiti didattici e di ricerca a tempo pieno e, quindi, non hanno potuto cercare soluzioni all'estero in previsione della fine del contratto. Oltretutto il buon senso porta a pensare che un così grande investimento da parte del Governo Italiano, valutato in oltre 50 milioni di euro, per acquisire competenze nuove dall'estero abbia valore solo in previsione di un meccanismo di inserimento, naturalmente per selezione sulla base del merito, e non per ope legis , delle persone che sono venute a lavorare in Italia. Di fatto questo meccanismo di inserimento selettivo, in cui resta assoluta la libertà della singola istituzione di procedere o meno alla chiamata (i singoli studiosi, anche in questo caso, non possono neppure presentare domanda in tal senso), è stato sì reso possibile dal disposto dell'art. 1, comma 9, della legge 230/2005, ma vanificato dall'interpretazione arbitrariamente restrittiva che ne ha fornito il CUN, il quale, privilegiando supposti requisiti di forma rispetto alla valutazione del profilo scientifico dei singoli studiosi, si è discostato in modo inaccettabile dalla consolidata prassi nazionale e internazionale, si chiede di sapere quali iniziative il Ministro intenda prendere affinché l'art. 1, comma 9, della legge 230/2005 sia applicato nel rispetto del dettato della legge e della effettiva volontà del legislatore, più volte manifestata a partire dal decreto ministeriale 26 gennaio 2001, e le proposte di chiamata relative ai contrattisti "rientro dei cervelli" siano quindi valutate nel merito, come la prassi universitaria prescrive sia in Italia che all'estero, e non sulla base di ingiustificati (e retroattivi) requisiti formali di cui, peraltro, non si ritrova traccia nella legge stessa. (2-00143)

 
Cronologia
venerdì 2 febbraio
  • Politica, cultura e società
    In occasione della partita di calcio Catania-Palermo, scoppia una guerriglia tra le tifoserie in cui perde la vita l'ispettore di Polizia Filippo Raciti. Il giorno successivo viene sospeso il campionato di calcio.

giovedì 8 febbraio
  • Parlamento e istituzioni
    Il Governo emana il decreto-legge 8 febbraio 2007, n.8 recante misure urgenti per la prevenzione e la repressione di fenomeni di violenza connessi a competizioni calcistiche. Il decreto sarà convertito, con modificazioni, nella legge 4 aprile 2007, n. 41.

sabato 17 febbraio
  • Politica, cultura e società
    A Vicenza si svolge una grande manifestazione contro la decisione del Governo di allargare la base militare statunitense al posto dell'Aeroporto Dal Molin.