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Documenti ed Atti

XV Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00499 presentata da MARTONE FRANCESCO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA) in data 20/03/2007

Atto Senato Interrogazione a risposta orale 3-00499 presentata da FRANCESCO MARTONE martedì 20 marzo 2007 nella seduta n.127 MARTONE, DEL ROIO, VANO, GAGLIARDI, TECCE, CAPELLI, BONADONNA - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri degli affari esteri e della difesa - Premesso che: la fine della guerra fredda non ha portato con sé il disarmo nucleare né lo spostamento progressivo delle ingenti spese militari, per la deterrenza e la corsa atomica, verso un dividendo di pace. Indipendentemente dagli sviluppi politici e strategici globali, il nucleare militare, come il nucleare civile, continua a rappresentare l'ossatura delle politiche di deterrenza delle superpotenze. E non solo: il nucleare militare continua ad essere anche una pedina di scambio e ricatto politico notevole, in particolare per quei paesi che aspirano ad un ruolo leader a livello regionale; di fronte alla rinnovata rilevanza degli armamenti nucleari nella politica globale la comunità internazionale non sembra in grado di riattivare gli strumenti di disarmo e non-proliferazione. Anzi, sotto i colpi dell'unilateralismo americano e della nuova enfasi sulla lotta agli stati canaglia ed al terrorismo, strumenti quali il CTBT (Comprehensive Test Ban Treaty) o l'NPT (Non-Proliferation Treaty) sono progressivamente svuotati di significato ed efficacia; in particolare, l'architettura complessa del NPT rischia di crollare in seguito alla decisione di enfatizzare uno dei tre pilastri sui quali il trattato si regge, ovvero quello della non-proliferazione, a discapito del disarmo. Ciò ha aperto una falla nella quale rischia di riprendere vigore una politica di riarmo nucleare. Basti pensare alla contesa sull'Iran, al rafforzamento del programma nucleare pakistano, con l'apertura di una nuova centrale nucleare e dell'accordo USA-India sulla fornitura di materiale fissile, particolarmente adatto a uso militare; la posizione statunitense sull'uso del nucleare comporta ulteriori rischi. Il Senato USA non ha mai ratificato il CTBT mentre il Pentagono ha varato la revisione della dottrina nucleare (Nuclear Posture Review) che prevede l'uso preventivo dell'arma nucleare. In Inghilterra, l'amministrazione Blair sta provvedendo alla riqualificazione ed all'ammodernamento del suo arsenale nucleare; fin dal 1968 gli USA hanno sostenuto il parere secondo il quale il trattato non concerne gli strumenti ed i sistemi di sganciamento delle armi nucleari USA, né riguarda la consultazione e la pianificazione della difesa nucleare nella misura in cui questo non risulti nel trasferimento di armi nucleari o controllo delle stesse. Ciò permette la partecipazione nelle attività del Nuclear Planning Group della NATO a paesi come l'Italia; l'Italia è ufficialmente uno Stato non nucleare aderente al TNP. Questo status è però clamorosamente contraddetto da molti fatti. L'adesione alla NATO - che ha radicalmente cambiato fisionomia e ruolo dopo la fine della guerra fredda e con l'adozione nel 1999 del "Nuovo concetto strategico", comporta la partecipazione alla dottrina strategica e alla pianificazione nucleare, quindi l'assunzione di capacità militari nucleari. In questo contesto l'Italia mantiene schierate sul proprio territorio 90 testate nucleari a gravità (nelle basi NATO di Aviano, ed italiana di Ghedi Torre), delle 480 in sei paesi europei della NATO; il Trattato di non proliferazione nucleare, sottoscritto e ratificato dall'Italia nel 1975, sancisce l'obbligo per il nostro Paese di non ospitare ordigni nucleari e per gli Stati nucleari, di non dispiegare tali armamenti al di fuori del proprio territorio. Il trattato di non-proliferazione delle armi nucleari recita infatti all'art. 2: "Ciascuno degli Stati militarmente non-nucleari, si impegna a non ricevere da altri armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente"; nell'edizione di domenica 28 gennaio 2007 il quotidiano "Libero", in un'inchiesta di Francesco Ruggeri, fornisce importanti prove a sostegno della tesi, più volte avanzata, della presenza di armi atomiche nella Base Usaf di Aviano; l'autore è riuscito ad entrare in possesso di foto scattate da alcuni soldati statunitensi nel corso di un'esercitazione sulla sicurezza nucleare, svoltasi ad Aviano nel 2002, nonché di documenti contenenti i regolamenti interni sulle operazioni con materiale nucleare; se in caso di guerra l'Italia diventa automaticamente potenza nucleare, le nostre forze armate contribuiscono in tempo di pace a mantenere in vita l'opzione nucleare. Ciò pone un serio problema di coerenza rispetto agli impegni del Paese per il disarmo e la non proliferazione nucleare; leggendo il comunicato dell'incontro ministeriale del Defense Planning Committee e del Nuclear Planning Group della NATO del 2005 si evince una sorta di continuità rispetto al passato. La ragione è essenzialmente politica. Le forze nucleari basate in Europa e messe a disposizione della NATO rappresentano infatti un collegamento politico e militare essenziale tra i membri europei e nordamericani dell'Alleanza; ciò non comporta però che nella prassi paesi membri non-nucleari non possano mettere in discussione il nucleare militare e gli accordi di nuclear sharing . Lo hanno fatto Grecia, Danimarca, Islanda, Germania, Belgio e Spagna; esiste poi una questione di accountability relativa principalmente al ruolo dei parlamenti. La NATO dovrebbe informare il segretariato dell'NPT in maniera costante, e i parlamenti oltre che l'Assemblea parlamentare NATO dovrebbero chiedere maggior trasparenza come mezzo di confidence building per rafforzare la diplomazia verso il disarmo nucleare. Inoltre i Parlamenti dovrebbero chiedere la divulgazione e la declassificazione delle dottrine nucleari e dei documenti del NATO Military Committee; vi è inoltre un problema più grave ed inquietante, costituito dai sommergibili nucleari statunitensi con capacità nucleare, presenti nel Mediterraneo che possono entrare nelle nostre acque territoriali in ben undici porti, costituendo un rischio reale per le popolazioni, ed un bersaglio nel caso in cui scoppi una guerra nucleare per errore (o per volontà deliberata); esistono attualmente quattro trattati che contemplano divieti in parte diversi, ma come minimo proibiscono lo schieramento, la sperimentazione, l'uso e lo sviluppo di armi nucleari all'interno di una particolare regione geografica: Trattato per la proibizione di armi nucleari In America latina e nei Caraibi (Trattato di Tlatelolco, 1985); Trattato per la zona libera da armi nucleari del Pacifico del Sud (Trattato di Rarotonga, 1985; la Nuova Zelanda ha un'ulteriore legislazione interna che vieta l'ingresso nei suoi porti di imbarcazioni a propulsione nucleare, o che portino armi nucleari, che non è invece vietato dal trattato di Rarotonga: questa norma ha creato problemi con gli Stati Uniti); Trattato per la zona libera da armi nucleari del Sud Est asiatico (Trattato di Bangkok, 1995); Trattato per la zona libera da armi nucleari dell'Africa (Trattato di Pelindaba, 1996: non ancora entrato in vigore). Vi sono poi altri trattati che vietano specificamente esplosioni nucleari di qualsiasi tipo e lo smaltimento di scorie radioattive: il Trattato sull'Antartide (1959), il Trattato sullo spazio esterno (1967), e il Trattato sui fondi marini (1971); il Governo italiano non ha la possibilità di controllare il materiale nucleare in quanto le basi, le navi e i sottomarini statunitensi godono di extraterritorialità e nessuno è autorizzato ad accedervi. Gli Stati Uniti non sono quindi tenuti a rivelare informazioni sullo stoccaggio degli armamenti atomici e sulla radioattività ambientale, né a rendere noti i rischi alla salute connessi all´attività della base e i piani di evacuazione dei civili in caso di emergenza nucleare. Come prescritto dalla legge (decreto-legge 17 marzo 1995 n. 230), la popolazione deve essere messa a conoscenza dei rischi e delle modalità per far fronte a emergenze nucleari. Tuttavia, i piani esistenti di evacuazione dai porti che ospitano unità nucleari sono sconosciuti e non sono mai stati sperimentati per accertarsi della loro fattibilità; addirittura, il piano di La Spezia riguarda solo i militari e non i civili; nei prossimi mesi prenderà l'avvio il processo di revisione del Trattato di non-proliferazione nucleare che dovrebbe terminare entro il 2010, si chiede di sapere: se al 1° gennaio 2007 fossero ancora presenti sul territorio italiano testate nucleari e, in caso affermativo, quale sia il loro numero, la tipologia e la dislocazione; quali siano gli accordi bilaterali con gli USA che regolano la presenza e condivisione di armamenti nucleari sul territorio nazionale; considerato che il sottosegretario di Stato per la difesa Emidio Casula, ha smentito l'esistenza di un accordo denominato "Stone Ax" siglato tra USA e Italia che prevederebbe la condivisione nucleare, se così fosse, quale sia l'accordo che regola la presenza di armi nucleari in Italia; quale sia la catena di comando che determina il mandato affidato ai militari italiani che siedono nel Nuclear Planning Committee della NATO e se l'Italia sia in possesso della lista di possibili obiettivi nucleari definita in quella sede; se il Governo non ritenga opportuno divulgare e declassificare le dottrine nucleari ed i documenti del NATO Military Committee come misura di confidence-building in vista dell'avvio del negoziato per la revisione del Trattato di non-proliferazione; se il Governo non ritenga opportuno portare nelle sedi istituzionali competenti la proposta di rivedere alla base la dottrina nucleare della NATO configurando la possibilità di rescindere il trattato di condivisione nucleare con gli Stati Uniti. (3-00499)

 
Cronologia
lunedì 5 marzo
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Il giornalista italiano Daniele Mastrogiacomo, del quotidiano La Repubblica, viene rapito a Kabul da un gruppo di talebani. Sarà liberato dopo quattordici giorni di prigionia.

giovedì 22 marzo
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva, con 316 voti favorevoli e 231 contrari, l'emendamento 13.500 del Governo, sostitutivo dei commi da 1- quater a 8 dell'articolo 13 e soppressivo degli articoli da 13-bis a 15, nonchè 6 e 12 del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7, recante misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione della concorrenza, lo sviluppo di attività economiche e la nascita di nuove imprese (A.C. 2201), sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.