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Documenti ed Atti

XVI Legislatura della repubblica italiana

INTERPELLANZA URGENTE 2/00172 presentata da IANNARILLI ANTONELLO (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20081009

Atto Camera Interpellanza urgente 2-00172 presentata da ANTONELLO IANNARILLI giovedi' 9 ottobre 2008, seduta n.064 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che: da qualche giorno oltre 100 extracomunitari originari di vari stati africani sono ospitati in localita' Altipiani di Arcinazzo, segnatamente nel centro di accoglienza allestito presso l'Hotel «Il Caminetto» di Trevi nel Lazio (Frosinone); la struttura - fino a pochi giorni fa un albergo - e' situata proprio nel centro della localita' turistica e, a quanto e' dato di sapere, e' gestita in regime di convenzione dalla Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e di San Trifone, con sede in Roma, piazza S. Giovanni in Laterano. La convenzione vedrebbe coinvolti a diverso titolo il Ministero dell'interno ed il Comune di Trevi nel Lazio, nel cui territorio ricade una parte della localita' degli Altipiani di Arcinazzo; secondo quanto si apprende gli ospiti dovrebbero risiedere stabilmente all'interno della predetta struttura alberghiera per circa 3 mesi, in attesa del riconoscimento dello status di rifugiati politici; il numero degli ospiti extracomunitari ha quasi raddoppiato la popolazione residente; i residenti della zona non hanno ricevuto alcuna preventiva comunicazione dell'apertura del centro di accoglienza ne' alcuna adeguata informazione intorno ai rifugiati, ne' risulta che la questione sia stata previamente discussa all'interno del Consiglio comunale di Trevi nel Lazio. Inoltre dell'istituzione del centro non e' riscontrabile notizia sul sito del Ministero dell'interno; secondo quanto e' dato di ricostruire in termini normativi agli interpellanti l'intervento potrebbe essere stato adottato nel quadro dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 settembre 2008 che consente al Capo del Dipartimento per le liberta' civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno, anche avvalendosi dei Prefetti territorialmente competenti, di adottare tutti gli interventi necessari all'allestimento, all'ampliamento della disponibilita' ricettiva, al miglioramento e alla manutenzione dei centri di accoglienza per richiedenti asilo di cui all'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 16 settembre 2004, n. 303 (articolo 1); gli Altipiani di Arcinazzo - conosciuti come la Svizzera del centro Italia - sono una ridente localita' turistica situata tra la provincia di Roma e quella di Frosinone, le cui caratteristiche principali sono la bellezza del paesaggio ed il carattere incontaminato dell'ambiente. Tali caratteristiche hanno condotto negli anni allo sviluppo, nella localita', di un vero e proprio centro abitato, composto in prevalenza di seconde case (ville, villini e appartamenti), ma con una presenza stabile di residenti (circa due-trecento). Tutta l'economia della zona ruota attorno al turismo, soprattutto estivo (d'estate gli abitanti arrivano a 25.000); l'apertura del centro ha provocato una mobilitazione generale e massiccia sia da parte della popolazione residente sia da parte delle centinaia di proprietari di seconde case su tutto il comprensorio montano. Tale mobilitazione non e' rivolta evidentemente contro le singole persone degli immigrati, che giungono in Italia da situazioni di indubbio disagio e sofferenza, e che come tali meritano aiuto e comprensione ma contro una scelta illogica di politica del territorio che penalizza drammaticamente - soprattutto per le proporzioni dell'iniziativa - una piccola realta' a spiccata vocazione turistica come quella degli Altipiani di Arcinazzo; tali circostanze impongono, a tutela delle popolazioni interessate, alcuni chiarimenti urgenti e richiedono, ad avviso degli interpellanti, una ulteriore ed approfondita riflessione da parte delle autorita' competenti - che auspicabilmente conduca ad un ripensamento della scelta - con particolare riferimento alle seguenti questioni: a) le conseguenze sull'economia e sul turismo; b) l'adeguatezza e l'idoneita' delle strutture di accoglienza; c) la necessita' di un adeguato coinvolgimento di tutti i comuni interessati; d) la sicurezza degli abitanti e delle abitazioni; e) l'impatto sulla struttura demografica del territorio: a) Le conseguenze sull'economia e sul turismo. Ad avviso degli interpellanti appare assolutamente contrario a qualsiasi logica di sviluppo collocare un centro di accoglienza per extracomunítarí, a maggior ragione se di queste dimensioni, al centro di una localita' che trae la sua principale se non unica fonte di sussistenza dal turismo. Sarebbe, infatti, fatte le debite proporzioni, come collocare un centro di questo genere al centro di Cortina d'Ampezzo o di Taormina. Non puo' non sfuggire, infatti, che un centro di accoglienza siffatto rappresenta oggettivamente un disincentivo per turisti e vacanzieri e dunque indebolisce drammaticamente il tessuto socio economico locale. Cio' senza contare i riflessi sui prezzi delle case: gia' nei primi giorni di apertura del centro di accoglienza molti proprietari di «seconde case» hanno manifestato l'intenzione di voler lasciare per sempre il centro di villeggiatura; b) L'adeguatezza e l'idoneita' delle strutture di accoglienza. Il soggiorno all'interno della struttura ricettiva per un numero cosi' elevato di persone e per un periodo di tempo significativo richiede che gli standards di sicurezza e di igiene del centro di accoglienza siano perfettamente conformi alle leggi e a tutta la normativa prevista in materia. La struttura in premessa, invece, secondo quanto riferito dai residenti degli Altipiani di Arcinazzo, da diversi anni non subirebbe interventi ne' di tipo strutturale, ne' alcun tipo di adeguamento per quanto attiene alle norme sulla sicurezza. Ad avviso degli interpellanti la permanenza nel centro di accoglienza deve invece essere garantita nelle piu' ampie forme di tutela sia dal punto di vista igienico-sanitario sia dal punto di vista delle norme sulla sicurezza e cio' non solo a garanzia dei cittadini extracomunitari ma anche degli operatori che lavorano e lavoreranno all'interno della struttura; c) la necessita' di un adeguato coinvolgimento di tutti i comuni interessati. Dal punto di vista amministrativo il territorio della localita' - che si sviluppa, senza soluzioni di continuita', in un vasto pianoro circondato dai monti dell'Appennino - ricade nei confini di tre comuni, uno della provincia di Roma (Arcinazzo romano) e due della provincia di Frosinone (Trevi nel Lazio e Piglio), i cui nuclei urbani principali sono tutti e tre a distanza di alcuni chilometri dalla localita' turistica. I confini tra i tre comuni, all'interno dell'abitato degli Altipiani non sono minimamente percepibili, in quanto coincidono con semplici strade urbane. Alla luce di tale organizzazione territoriale il centro di accoglienza si situa lontano dal nucleo principale del comune che nominalmente lo ospita e al centro di un abitato che insiste nel territorio di altri due comuni che non hanno minimamente partecipato alla decisione e ne subiranno tuttavia tutte le possibili conseguenze negative, in particolare quella relativa alla sicura riduzione del flusso turistico. Non si puo' dunque ignorare - e non possono ignorarlo le competenti prefetture - che, al di la' del dato formale, per il quale l'albergo interessato si situa nel perimetro del comune di Trevi, la sua trasformazione in centro di accoglienza impatta almeno nelle stesse dimensioni sulla popolazione residente e sul territorio di altri due comuni, i quali sono pertanto almeno altrettanto legittimati ad interloquire nella decisione; d) La sicurezza degli abitanti e delle abitazioni. Non si puo' escludere che tra gli immigrati ospitati dal centro, visto il numero elevato degli stessi, possano figurare persone dedite alla delinquenza. Al riguardo va sottolineato che nell'abitato degli Altipiani di Arcinazzo non sussiste alcun presidio delle forze dell'ordine. Inoltre il carattere diffuso e rarefatto degli insediamenti (ville e villette mono o plurifamiliari, relativamente distanti tra loro) e spesso non abitate per la gran parte dell'anno rendono comunque difficile un adeguato controllo del territorio e possono favorire fenomeni di occupazione abusiva o di danneggiamento. e) L'impatto sulla struttura demografica del territorio interessato. Secondo quanto e' dato di apprendere, il soggiorno di questi cittadini extracomunitari agli Altipiani di Arcinazzo, avrebbe, almeno nelle intenzioni dei responsabili del Ministero dell'interno, sia uno scopo umanitario, visto che questi immigrati hanno chiesto il riconoscimento dello status di rifugiati politici, sia uno scopo di inserimento nel tessuto sociale locale. Ebbene il centro - con una popolazione di circa 150 immigrati - impatta su un abitato con una popolazione stabile di circa due-trecento persone, alterando fortemente l'equilibrio demografico e sociale del territorio. Considerando oltretutto che sembrerebbe doverci essere un ricambio del gruppo di immigrati ogni tre mesi, questo significa che dovrebbe transitare in una comunita' stabile di queste dimensioni un flusso di 600 persone l'anno. preme a tal riguardo sottolineare come la legislazione vigente in tema di immigrazione, con riferimento ad istituti parzialmente diversi ma rivolti a soddisfare la medesima finalita', quali i centri di accoglienza comunali, laddove consente agli enti locali, ai sensi dell'articolo 1-sexies del decreto-legge 30 dicembre 1989, n. 416, di prestare servizi finalizzati all'accoglienza dei richiedenti asilo e alla tutela dei rifugiati e degli stranieri, fissa precisi parametri relativi alla proporzione tra la popolazione locale residente e il numero di immigrati da accogliere; in particolare il decreto del Ministro dell'interno del 22 luglio 2008, emanato in attuazione della predetta norma di legge, stabilisce (articolo 5, comma 2) che «la ricettivita' dei servizi di accoglienza destinati alle categorie ordinarie e vulnerabili, (...), non deve essere inferiore a quindici posti ne' superiore a: a) quindici posti per i servizi degli enti locali, singoli o consorziati, con popolazione complessiva fino a 5.000 abitanti; b) venticinque posti per i servizi degli enti locali, singoli o consorziati, con una popolazione complessiva tra 5.001 e 40.000 abitanti; c) cinquanta posti per i servizi degli enti locali, singoli o consorziati, con una popolazione complessiva tra 40.001 e 250.000 abitanti; d) cinquanta posti per i servizi degli enti locali, singoli o consorziati, nel cui territorio e' presente un centro di cui all'articolo 20 del decreto procedure e all'articolo 12 della legge 6 marzo 1998 n. 40; e) cento posti per i servizi degli enti locali, singoli o consorziati, con una popolazione complessiva tra 250.001 e 1.000.000 abitanti; f) centocinquanta posti nel caso di enti locali, singoli o consorziati, con una popolazione complessiva tra 1.000.001 e 2.000.000 abitanti; g) duecentocinquanta posti per i servizi degli enti locali, singoli o consorziati, con una popolazione superiore a 2.000.001 abitanti»; i centri di accoglienza del tipo di quello che sembrerebbe essere stato istituito negli Altipiani di Arcinazzo in questione (Centri di accoglienza per richiedenti asilo) attualmente esistenti, come risulta dal sito del Ministero dell'interno, sono situati in comuni di grandi dimensioni, senza spiccata vocazione turistica e certamente con una adeguata proporzione tra popolazione residente ed immigrati: si tratta, infatti, dei comuni di Caltanissetta (96 posti), Crotone (256 posti), Foggia (198 posti) Gorizia (150 posti), Milano (20 posti) Trapani (60 posti): tutti non paragonabili ai piccoli comuni di Trevi nel Lazio, Piglio e Arcinazzo Romano, su cui insiste la localita' degli Altipiani di Arcinazzo; tutto cio' e' coerente con la ratio delle norme sopra richiamate, che e' quella - dettata anche dal buon senso - di accogliere persone immigrate bisognose senza sopraffare la popolazione locale. Tale logica e tale ragionevolezza non sembrano essere state seguite nel caso di specie -: in base a quali motivazioni sia stata scelta la localita' degli Altipiani di Arcinazzo quale sito per il centro di accoglienza per extracomunitari e quale sia stato il procedimento amministrativo adottato per pervenire a tale decisione; per quale motivo non si sia ritenuto opportuno informare e formare la popolazione residente relativamente alla nuova realta' che rappresenta una novita' assoluta nel contesto sociale e culturale della zona e perche' non siano stati interpellati gli altri due comuni (Arcinazzo Romano e Piglio) nel cui territorio - nei termini descritti in premessa - ricade l'abitato degli Altipiani di Arcinazzo; se siano stati garantiti contributi di qualsiasi natura o importo al comune di Trevi, se siano state stipulate convenzioni e quali ne siano i termini; quali siano i tempi di permanenza del centro di accoglienza nel territorio degli Altipiani di Arcinazzo e se sia vero che gli ospiti della struttura siano destinati ad avvicendarsi di tre mesi in tre mesi facendo si' che nell'arco di un anno transitino nell'abitato circa 600 immigrati; se ed in che modo sia stato valutato l'impatto dell'operazione sull'economia del territorio ed il particolare sul turismo, che ne costituisce la principale risorsa; se e quali valutazioni siano state effettuate relativamente all'impatto dell'iniziativa sulla popolazione stabilmente residente; se e quali valutazioni siano state effettuate in ordine alla sicurezza degli abitanti e degli immobili e quali misure si intendano comunque adottare per tutelare i medesimi; se e quali valutazioni siano state fatte in ordine alla adeguatezza della struttura alberghiera destinata ad ospitare il centro e se non ritenga comunque necessario e urgente predisporre tutti gli accertamenti necessari per verificare se il centro di accoglienza «Il Caminetto» sito nel Comune di Trevi nel Lazio (Frosinone) sia in regola con tutte le norme igienico-sanitarie, e sulla sicurezza; in ogni caso se sia stato osservato per la struttura ogni altro adempimento di legge necessario ad ospitare i cittadini extracomunitari; se siano stati sentiti i competenti Consigli territoriali per l'immigrazione, istituiti con il Dpcm del 18 dicembre 1999 e, in caso positivo quali siano state le loro valutazioni; se la normativa vigente in materia di accoglienza degli immigrati e le relative direttive non impongano di distribuirli su tutto il territorio nazionale affinche' le conseguenze di tale accoglienza ricadano, per quanto possibile, sulle comunita' ospitanti in misura «proporzionale» alle proprie capacita' di recezione e si distribuisca pertanto l'onere di tale accoglienza in modo equo sul territorio nazionale, senza pertanto caricare eccessivamente alcune localita', di fatto «sacrificandole»; se e come gli uffici competenti - che hanno individuato la localita' degli Altipiani di Arcinazzo per l'istituzione di un centro di accoglienza delle dimensioni sopra descritte - abbiano tenuto conto di queste esigenze di equita' e di buon senso nelle loro determinazioni; se, alla luce di tutti gli elementi esposti, non si ritenga di dover individuare sedi alternative per non compromettere in modo irreversibile l'economia e l'equilibrio demografico dell'intero comprensorio montano degli Altipiani di Arcinazzo. (2-00172) «Iannarilli, Cesa, Moffa, Lorenzin, Mariarosaria Rossi, Pili, Porcu, Simeoni, Proietti Cosimi, Piso, De Nichilo Rizzoli, Martinelli, Ceccacci Rubino, Carlucci, De Poli, Naro, Ciocchetti, Dionisi, Pionati, Cera, Compagnon, Rao, Mannucci, Conte, Iapicca, Vella, Giulio Marini, Castiello, Ventucci, Nizzi, Anna Teresa Formisano».





 
Cronologia
martedì 7 ottobre
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva, con 323 voti favorevoli e 253 contrari, l'emendamento Dis. 1.1 del Governo, interamente sostitutivo dell'articolo unico del d.d.l. di conversione del decreto-legge 1 settembre 2008, n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università (C. 1634-A), sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

lunedì 13 ottobre
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si reca in visita a Washington per le celebrazioni del Columbus day.

    Silvio Berlusconi