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Documenti ed Atti

XVI Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00088 presentata da POLLEDRI MASSIMO (LEGA NORD PADANIA) in data 20081218

Atto Camera Mozione 1-00088 presentata da MASSIMO POLLEDRI testo di giovedi' 18 dicembre 2008, seduta n.107 La Camera, premesso che: negli ultimi giorni il Consiglio di amministrazione dell'AIFA (Agenzia del farmaco) ha espresso un parere tecnico scientifico sulla registrazione del principio attivo della pillola Ru486, anche se rimangono ancora da definire le procedure per l'impiego della pillola abortiva in coerenza con la legge n. 194 del 1978, nonche' per la fissazione del prezzo di rimborso del farmaco; Mifeprex e' il nome commerciale della cosiddetta Ru486, la pillola abortiva, che tanto sta facendo discutere in questi giorni, dividendo gli schieramenti politici e ipotizzando conflitti di competenze, in realta' e' diventata per le amministrazioni regionali e le istituzioni sanitarie una bandiera ideologica e gran poco emerge del dibattito sulla tutela della salute delle donne; la scoperta della Ru486, pillola in grado di procurare un aborto farmacologico, venne annunciata nel 1980 da un ricercatore francese e anche se immediatamente acquistata dal colosso farmaceutico tedesco Hoechst, a causa delle sue controindicazioni che durante la prima sperimentazione in ospedale procurarono il decesso di una donna trovo' molte difficolta' per essere commercializzata. Fino a quando nel 1994 la Hoechst concesse gratuitamente il brevetto al Population Council, meglio conosciuto come fondazione umanitaria Rockefeller che si occupa della promozione del controllo delle nascite nei paesi in via di sviluppo. La Fondazione creo' una societa' multinazionale farmaceutica, la Danco, con l'unico scopo di produrre la pillola abortiva in partenariato con la casa farmaceutica cinese Huan Lian Pharmaceutical Co che gia' produceva il noto farmaco con il beneplacito del regime cinese impegnato nella ferrea politica di controllo delle nascite; nel 2004 l'organo di controllo americano sui prodotti farmaceutici, a seguito delle numerose denunce di casi di infezioni ed emorragie, ordinava alla casa farmaceutica Danco di inserire nel «bugiardino» tra gli effetti indesiderati della Ru486 «sepsi, emorragie, morte»; in Italia, dall'inizio della prima sperimentazione all'ospedale Sant'Anna di Torino nel settembre del 2005, oltre 1.500 donne hanno potuto utilizzare la pillola abortiva Ru486 in sei Regioni: 132 nel 2005 (Piemonte e Toscana), 1.151 nel 2006 (Piemonte, Trento, Emilia Romagna, Toscana e Marche) e centinaia nel 2007 (Trento, Emilia Romagna, Toscana e Puglia). Secondo la relazione sulla legge n. 194 che regola l'aborto presentata dall'allora ministro della salute, Livia Turco, al Parlamento, lo 0,9 per cento delle interruzioni volontarie di gravidanza in Italia e' stato eseguito con la Ru486, ma se si considerano solo le Regioni coinvolte la percentuale sale al 3,3 per cento. In realta', in tutti gli ospedali dove era proposta, la percentuale di Ivg praticate con la Ru486 sale a oltre il 10 per cento; la legge n. 194 del 1978, intitolata «Norme per la tutela sociale della maternita' e sull'interruzione volontaria di gravidanza» prevede infatti tra i suoi primi obiettivi «il valore sociale della maternita' e la tutela della vita fin dal suo inizio» (articolo 1, comma 1), cosa che ben pochi sanno; lo scopo dichiarato della legge 22 maggio 1978 n. 194 non e' quello di garantire un (inesistente) diritto di aborto, ma piuttosto quello di prevenire l'aborto, favorendo la nascita dei figli gia' concepiti con l'invito alle madri a svolgere una adeguata riflessione sul valore della vita umana e offrendo alternative al dramma (per il concepito e per la donna) della interruzione della gravidanza. Questa e' l'interpretazione ripetutamente formulata dalla Corte costituzionale italiana, la quale
ritiene che l'Ivg sia intesa soltanto come risposta a uno stato insuperabile di necessita' e non come esercizio di un diritto di scelta della donna; da queste premesse deriva che l'uso della Ru486 se inteso, come sembra, quale strumento tecnico per privatizzare e banalizzare l'aborto ed esaltare la libera scelta della donna e' assolutamente inaccettabile; la legge n. 194/1978, e' nata per arginare la pratica degli aborti clandestini oltre che per attuare una seria politica di contrasto al ricorso indiscriminato all'aborto attraverso interventi di aiuto mirati alla tutela della donna e del nascituro. Le azioni di informazione e di prevenzione si sono affidate, in particolar modo, ai consultori familiari istituiti con legge n. 405 del 1975; indipendentemente dalle vicende applicative che ne hanno condizionato l'attuazione, il nucleo centrale della legge n. 194 del 1978 e' la creazione di un percorso articolato di riflessione finalizzato a consentire alla donna una piena maturazione della sua personale scelta in merito alla prosecuzione o meno della gravidanza. Se l'aborto farmacologico formalmente non preclude lo svolgimento di tali procedure di riflessione - almeno fin quando sia svolto in un contesto medico-ospedaliero assistito - e' tuttavia evidente che assumere una pillola, se da un lato finisce per abbreviare i tempi e le procedure tecniche di interruzione della gravidanza, dall'altro lato come si osservera' a breve - rischia di risultare sostanzialmente piu' gravoso (almeno sotto il profilo psicologico) per la donna che abortisce; innanzitutto, e' necessario evidenziare che non sono ancora noti tutti gli effetti collaterali della pillola; conseguentemente, se la Ru486 non e' sicura, non si puo' certamente affermare, come semplicisticamente sostengono i movimenti pro-choice, che essa ampliera' le possibilita' di scelta della donna. La Ru486 e' imprevedibile nei suoi effetti: l'aborto si puo' prolungare per oltre due settimane, con nausea, perdite di sangue, vomito e contrazioni dolorose. Una donna su dieci avra' comunque bisogno di un intervento per portare a termine l'aborto; la Ru486, infatti, anche se sono passati molti anni dalla sua prima introduzione, e' ancora in fase di sperimentazione. La comunita' scientifica ha registrato cinque casi negli Stati Uniti e in Canada di donne morte durante l'assunzione della pillola. A questi vanno aggiunti altri due decessi in Gran Bretagna e uno in Svezia. Paradossalmente mentre medici e scienziati a livello mondiale si stanno interrogando su queste morti, in Australia di fatto e' stato dato il via libera alla sua messa in vendita. La Ru486 inoltre ha prescrizioni molto circoscritte. Non va presa dalle donne sotto i 18 anni e da quelle sopra i 35 anni, pena pesanti contro-indicazioni. Poi non deve essere presa da soggetti di peso superiore ai 75 chili. Non si sa che effetti da' se chi l'assume soffre di asma. In tutti questi casi, se la gravidanza non viene interrotta, si presenta il forte rischio di gravi malformazioni del bambino; inoltre, la letteratura scientifica ha piu' volte sottolineato che la pillola abortiva comporta gravi rischi per le giovanissime: chi ha meno di 18 anni puo' accusare disturbi nel completamento dello sviluppo, con il rischio dell'infertilita'. Le case farmaceutiche non lo dicono, ma queste ragazze rischiano di non potere poi avere piu' bambini. Il sogno dell'industria e' arrivare a far si' che le strutture mediche non forniscano piu' l'assistenza in caso di aborto e che invece l'aborto a livello mondiale sia portato avanti in maniera chimica, attraverso una produzione di massa della Ru486; le indicazioni che possono essere tratte dai casi medici registrati in altri Paesi testimoniano che la Ru486 indebolisce fortemente il sistema immunitario, rendendo impossibile per la paziente combattere i batteri. Questo conduce a uno shock settico e a morte rapida. Percio' il Canada ha bloccato le sperimentazioni e la vendita della Ru486 non e' consentita. Le quattro morti avvenute in California in un primo tempo furono attribuite a pillole contaminate, ma questo si e' dimostrato falso. Di fatto, quindi, i rischi permangono e si e' risolto semplicemente mettendo in guardia le donne che fanno uso della Ru486 che questa puo' causare infezioni. I casi di morte registrati, infatti, riguardavano tutti donne sane e senza problemi fisici particolari. Ora, se i sintomi della pillola abortiva sono gli stessi di un'infezione (nausea, perdite di sangue vaginali, crampi, dolori alla schiena), come si puo' distinguere se si tratta del normale processo abortivo o se invece e' in corso un'infezione dagli esiti mortali?; inoltre, non esiste al momento una registrazione di tutti i casi di utilizzo della Ru486 che hanno comportato complicazioni. Difatti la vicenda di una delle donne morte in California e' venuta alla luce perche' la famiglia ha ordinato un'autopsia privata. Ma chissa' quante altre morti sono avvenute a seguito dell'utilizzo della pillola abortiva, senza che se ne sia a conoscenza. Del resto negli Stati Uniti non e' obbligatorio, e si calcola che solo nel 10 per cento dei casi vengono registrati gli effetti collaterali dei farmaci, di qualunque farmaco. Comunque anche i soli casi registrati di effetti collaterali di vario tipo ammontano a parecchie centinaia. Solo le donne che hanno richiesto trasfusioni di sangue dopo l'assunzione della Ru486 sono quasi un centinaio; altrettante obiezioni possono essere mosse alla Ru486 analizzando quali sono gli effetti negativi della pillola sulla psiche della donna; in primo luogo, e' importante evidenziare come nell'interruzione chirurgica della gravidanza un ruolo centrale sia di fatto svolto dal medico (come confermato anche dalle disposizioni sull'obiezione di coscienza), che assume una funzione di vero e proprio co-autore nei confronti della donna; tale figura viene invece a mancare nell'aborto farmacologico, nel quale e' la donna l'unica responsabile-artefice dell'interruzione di gravidanza, con tutti i problemi psicologici che questo comporta. A livello psicologico, infatti, tanto nel breve come nel lungo periodo, l'interruzione volontaria della gravidanza viene di regola vissuta come un trauma dalla donna che vi ha prestato il proprio consenso, indipendentemente dalle motivazioni che ne hanno orientato la decisione; in secondo luogo, durante l'aborto con la pillola Ru486 le donne possono vedere l'embrione abortito: sono loro, infatti, a dover controllare personalmente il flusso emorragico, in ospedale o anche a casa. In uno studio del 1998 pubblicato sul British Journal of Obstetrics and Gynecology, il 56 per cento delle donne sottoposte ad aborto chimico dichiara di aver riconosciuto l'embrione, e il 18 per cento ne denuncia come conseguenza incubi, flash-back e pensieri ricorrenti; in genere questo non viene detto alle donne che si sottopongono all'aborto chimico, come non viene detto, anche a quelle che scelgono il metodo chirurgico, che l'interruzione di gravidanza puo' provocare danni psicologici di lunga durata. Il consenso informato non e' una pura formalita', ma una possibilita' per chi si sottopone a un intervento di decidere di se' e della propria vita con piena responsabilita'. Inutile parlare di «libera scelta» se l'informazione fornita al paziente e' scorretta o incompleta. Gli avvocati si sono accorti di questa mancanza di informazione, e in alcuni casi l'hanno trasformata in una battaglia legale vincente; nelle «note informative per la paziente» della sperimentazione della Ru486 condotta da Silvio Viale all'Ospedale Sant'Anna di Torino, a disposizione sul sito dell'associazione Adelaide Aglietta, si legge invece: «Quando abortira', lei si accorgera' di abortire, ma normalmente non vedra' il prodotto dell'espulsione, poiche' a quest'epoca l'embrione misura circa 0,5-1,5 cm ed e' difficilmente individuabile in mezzo al sangue, alla mucosa ed ai coaguli». Nel testo del consenso informato, poi, scompare qualsiasi riferimento al «prodotto dell'espulsione»; ma recentemente proprio Silvio Viale denunciava preoccupato che la polizza assicurativa dei medici della regione Piemonte escludeva, fra gli altri, anche i danni «derivanti da prodotti anticoncezionali e Ru486 ...nei casi in cui l'assicurato e/o contraente riveste la qualifica di produttore ai sensi di legge. V'e' da chiedersi cosa farebbero medici che adottano la Ru486 se in Italia qualche donna ha subito danni psicologici del tipo che e' stato citato decidesse di intentare una causa; e' quanto meno singolare che proprio in un momento storico in cui l'opinione pubblica mostra una rinnovata attenzione alle tematiche di tutela della vita - indubbiamente favorita anche dal recente dibattito sulla legge n. 40 - si cerchi di aggirare lo spirito originario della legge 194, con particolare riguardo agli aspetti di prevenzione-riflessione, proponendo alle donne modalita' abortive presentate come delle scorciatoie; in netta contraddizione con tale tentativo, che si ritiene assolutamente contrastante con il fondamentale principio etico della tutela della vita fin dal suo concepimento, si ritiene infatti opportuno puntare piuttosto le energie e le risorse disponibili su un rafforzamento degli strumenti messi a disposizione della donna per una scelta alternativa all'aborto -: impegna il Governo ad adottare gli opportuni provvedimenti perche' sia sospesa la procedura di autorizzazione alla registrazione del principio attivo della pillola abortiva Ru486, in coerenza con i principi di cui alla legge n. 194 del 1978, nonche' al fine di prevenire i rischi sanitari indotti dall'assunzione del farmaco. (1-00088) «Polledri, Pagano, Bertolini, Saltamartini, Buttiglione, Volonte', Capitanio Santolini, Laura Molteni, Vignali, Di Virgilio, Goisis, Toccafondi, Renato Farina, Lussana, Bocciardo, Lo Presti, Luciano Rossi, Carlucci, Pezzotta, Scapagnini, Bernardo, Biancofiore, Garagnani, Barbieri, Tortoli, Pianetta, Palmieri, Rosso, Crosio, Paolini, Petrenga, Marinello, Saglia, Negro, Fugatti, Gidoni, Fucci, Antonio Pepe, Bragantini, Ruben, Rivolta, Angela Napoli, Mario Pepe (PdL), Sbai, Landolfi, Piso, Proietti Cosimi, Calabria, Torrisi, Di Biagio, Franzoso, Torazzi, Savino, Togni, Abelli, Scandroglio, Castellani, Mancuso, De Corato, Patarino, Nola, Beccalossi, D'Ippolito Vitale, Antonino Foti, Vincenzo Antonio Fontana, Ghiglia, Germana', Munerato, Fedriga, Rondini, Delfino, Bosi, Drago, Nunzio Francesco Testa, Occhiuto, Ciccanti, Paglia, Rao, Forcolin, De Poli, Vanalli, Benamati, Fallica, Pugliese, Migliori, Lainati, Centemero, Giudice, Laffranco, Stasi, Scelli, Consiglio, Alessandri, Tassone, Angeli, Stagno d'Alcontres, Ceccacci Rubino, Galati, Stucchi».

 
Cronologia
domenica 14 dicembre
  • Parlamento e istituzioni

    In Abruzzo si svolgono le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale. L'affluenza alle urne è pari a circa il 53%. Risulta eletto alla Presidenza il candidato della coalizione di centro-destra.



venerdì 19 dicembre
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva, in via definitiva, il disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2009), (C. 1713-B) e il disegno di legge recante Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009 - 2011 e relative note di variazioni, (C. 1714-B), approvati dal Senato l’11 dicembre (leggi 22 dicembre 2008, n. 203 e n. 204).