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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XVI Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00832 presentata da REALACCI ERMETE (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20090112

Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-00832 presentata da ERMETE REALACCI lunedi' 12 gennaio 2009, seduta n.112 REALACCI, MARIANI, MINNITI, GENOVESE, MARTELLA e VILLECCO CALIPARI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che: il 28 dicembre del 2008 si e' avuto il centenario del terribile terremoto che colpi' le coste calabro-sicule nel 1908; alle 5:21 del mattino di quel giorno, una scossa della durata di 30-32 secondi, colpi' le coste calabro-sicule e diede origine ad un terremoto che raggiunse una magnitudo tra i 6,9 e i 7,5 gradi della scala Richter (11 o -12 o grado nella scala Mercalli). La citta' di Messina fu quasi rasa al suolo, con il crollo del 90 per cento degli edifici e la citta' di Reggio Calabria e i suoi dintorni subirono danni gravissimi; alle devastazioni compiute dal terremoto si aggiunse il maremoto che colpi' le zone costiere di tutto lo stretto di Messina con onde dai 6 ai 12 metri mietendo moltissime vittime, 1.500 secondo alcune stime, tra gli abitanti che si erano affollati sulle spiagge in cerca di rifugio; numerosissime scosse di assestamento si ripeterono nelle giornate successive e fin quasi alla fine del mese di marzo 1909; il bilancio delle vittime assunse proporzioni enormi: a quel tempo la citta' di Messina contava 140.000 abitanti, ne perse 80.000 e la citta' di Reggio Calabria 45.000 e ne perse 15.000. Stime a cui vanno aggiunti l'elevatissimo numero di feriti e di danni materiali; in seguito al terremoto quasi tutto il patrimonio edilizio della citta' fu distrutto o seriamente danneggiato, compresi edifici pubblici fondamentali come l'ospedale e la stazione ferroviaria; le due citta' persero gran parte degli edifici monumentali che ne raccontavano la storia. Alcuni edifici furono letteralmente sgretolati e le persone che vi abitavano, colte nel sonno, non ebbero l'opportunita' di mettersi in salvo; giunsero molte risorse per finanziare la ricostruzione. La proposta di demolire completamente Messina e trasferirla in un'altra zona fu rifiutata con veemenza dagli abitanti. Molte delle costruzioni che erano sopravvissute al cataclisma vennero in ogni caso abbattute per dare applicazione ai piani regolatori redatti da Borzi' e da De Nava che previdero la realizzazione di citta' nuove, con palazzi di modesta altezza (non piu' di due o tre piani) e strade larghe e dritte per migliorare le vie di fuga; nel corso dei secoli l'area calabro-sicula e' stata piu' volte colpita da eventi sismici importanti, l'ultimo prima della devastazione del 1908 era avvenuto nel 1783, causando anche in quel caso enormi devastazioni e almeno 3.000 vittime; la prima classificazione antisismica nel nostro paese fu fatta nel 1909, proprio in seguito al terremoto di Messina, poi aggiornata fino al 1980; le prime norme sismiche furono calate nel piano di ricostruzione dell'ing. Borzi', basato su studi eseguiti tra il 1909 e il 1911. Fu approvato con regio decreto del 31 dicembre 1911. Fin dal 18 aprile 1909 la ricostruzione a Messina parti', sperimentando per la prima volta in Italia il cemento armato, con l'obbligo del distacco dei fabbricati, densita' non superiori al 40 per cento, altezza max 10,00 metri o due piani, strade larghe almeno 13,50 metri; nel 1937 erano stati costruiti 480 dei 517 isolati previsti dal piano Borzi'; ai fini di un'eventuale mappa del rischio sismico si dovra' tenere conto dell'evoluzione del patrimonio edilizio. In particolare, poiche' con la seconda guerra mondiale la citta' subi' ripetutamente bombardamenti a tappeto, tutti gli edifici del centro rimasero fortemente danneggiati, obbligando a una seconda ricostruzione; quindi, a partire dagli anni '50 si cominciarono ad eseguire edifici in cemento armato fino a cinque piani fuori terra di altezza; oggi la citta' di Messina conta una popolazione di circa 253.134 abitanti e, in base al censimento ISTAT della popolazione e degli edifici del 2001, si stima che abitino in circa 33.000 edifici. Di questi almeno 3.100 sono da considerarsi fatiscenti o baraccati; l'area interessata dal terremoto del 1908 e' una tra quelle a piu' alto rischio sismico in Italia; nel caso in cui si verificasse un nuovo evento sismico della magnitudo di quello del 1908 si stima che gran parte del patrimonio edilizio esistente nelle citta' di Messina e Reggio Calabria, in gran parte di qualita' scadente e non rispondente ai necessari requisiti antisismici, risulterebbe gravemente danneggiato. A tal proposito, in un'intervista rilasciata al quotidiano La Stampa il 21 dicembre 2008, il Prof. Enzo Boschi, Presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia afferma che nell'eventualita' di un nuovo terremoto, anche di minore magnitudo, i cittadini devono temere per la tenuta delle proprie case che sono costruite male e sono di pessima qualita'. Le conseguenze sarebbero percio' drammatiche sia per il presumibile alto numero di vittime, sia per le moltissime persone che rimarrebbero senza casa, senza contare i danni economici alla popolazione, al territorio e allo Stato; a rendere ancora piu' attuale il problema va ricordato che il 18 dicembre 2008, alle 22:57, e' stata registrata ancora una forte scossa di terremoto del 5 o grado della scala Richter tra la Sicilia e la Calabria. L'epicentro e' stato localizzato in mare a 40 Km dalle coste al largo della Calabria - tra Paola ed Amantea - a 217,8 Km di profondita' ed e' stato avvertito nelle provincie di Cosenza, Vibo Valentia, Reggio Calabria e Messina; inoltre, nella puntata del 20 dicembre 2008, nel corso della trasmissione «Ambiente Italia» si e' evidenziato come la questione della qualita' edilizia in Sicilia sia assolutamente urgente, in particolare nei casi, attualmente oggetto di indagine da parte delle Procure di Catania e Messina, di utilizzo di cemento armato di pessima qualita', detto «depotenziato», per la costruzione di infrastrutture viarie ed edifici pubblici -: se non si intenda avviare immediatamente un piano straordinario di consolidamento e miglioramento sismico degli edifici pubblici e privati combinando questi interventi con misure volte a ridurre i consumi energetici e aumentare l'efficienza dei fabbricati; in particolare, per quanto riguarda gli edifici privati uno strumento che si e' gia' rivelato molto utile in tal senso e' il credito d'imposta del 55 per cento per interventi volti a migliorare l'efficienza energetica degli appartamenti, un provvedimento che potrebbe essere ampliato, prevedendo questo sgravio anche per il consolidamento antisismico, rilanciando cosi' il sistema delle piccole e medie imprese e un'economia legata all'edilizia di qualita', in grado di produrre anche un rilevante effetto sul terreno occupazionale. (5-00832)





 
Cronologia
mercoledì 7 gennaio
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva, con 302 voti favorevoli, 228 contrari e 2 astenuti, l'articolo unico del d.d.l. di conversione del decreto-legge 10 novembre 2008, n. 180, recante disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca (C. 1966), sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

mercoledì 14 gennaio
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva, con con 327 voti favorevoli, 252 contrari e 2 astenuti, l'articolo unico del d.d.l. di conversione del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, recante misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale (C. 1972), sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.