Documenti ed Atti
XVI Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03186 presentata da JANNONE GIORGIO (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20090609
Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-03186 presentata da GIORGIO JANNONE martedi' 9 giugno 2009, seduta n.184 JANNONE e CARLUCCI. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che: tra il 1999 e il 2007 il prodotto interno lordo della Repubblica di San Marino e' cresciuto in media del 5,56 per cento l'anno. Nel 2001 le banche sammarinesi raccoglievano 9 miliardi di euro l'anno, nel 2007 14 miliardi di euro. Questo aumento di capitali deriva anche dal fatto che molte imprese italiane si sono trasferite nel territorio sammarinese, per godere dei suoi privilegi fiscali. Secondo le indagini della procura forlinese, coordinate con quelle della Guardia di Finanza, il circolo di denaro che arriva a San Marino, di solito, segue questo iter: la Cassa di Risparmio della Repubblica riceve gli assegni da parte di cittadini italiani, che non puo' formalmente incassare, cosi' li invia all'Istituto centrale delle banche popolari di Milano, che accredita gli importi presso il conto della Cassa sammarinese al Monte dei Paschi di Forli'. Un giro complicato che garantisce al denaro di tornare nelle casse dell'istituto sammarinese a disposizione della sua clientela. II Monte dei Paschi, nel sistema informatico antiriciclaggio, riconosce la cassa di risparmio di San Marino con il codice 268, previsto per le finanziarie italiane, anziche' il codice 729, per le banche extracomunitarie, come invece prevede il regolamento; nel gennaio 2008, la procura di Forli' ha avviato un'inchiesta riguardante circa 40 persone, tutte dipendenti della Cassa di Risparmio di San Marino. I reati ipotizzati sono associazione a delinquere, riciclaggio, occultamento di reati come l'appropriazione indebita, distrazione di fondi, falso in scritture private, evasione fiscale, emissione di fatture per operazioni inesistenti e truffa ai danni dello Stato. Secondo le indagini, l'istituto di credito sammarinese, tramite una seconda banca consorziata, raccoglieva denaro attraverso uno sportello di una piccola cassa di Forli'; la banca di cui si serviva la Cassa di Risparmio di San Marino sembrava essere una banca italiana ma in realta' non lo era, per questo poteva liberamente far perdere le tracce del denaro raccolto. In base a queste informazioni e' scattata l'ipotesi di riciclaggio. Inoltre, qualche mese dopo la Guardia di finanza ha sequestrato un furgone contenente 2 milioni e mezzo in banconote da 500 euro, prelevati dalla Banca d'Italia. In ottemperanza alla normativa vigente, e' necessario denunciare questa ingente somma di denaro in dogana, ma la denuncia non e' avvenuta ed il denaro e' arrivato indisturbato a San Marino. Preso atto della situazione, la Banca d'Italia avvia un'ispezione, dalla quale si scopre che nell'ultimo triennio le sue filiali di Forli', Bologna e Reggio Emilia hanno registrato uscite, per sette milioni di pezzi da 500, solo loro il 25 per cento del totale nazionale nei primi cinque mesi del 2008; la convenzione italo-sammarinese, stipulata il 2 maggio 1991, afferma che le due repubbliche non devono ostacolare il libero movimento di merci, servizi e capitali tra i due paesi. Al punto 4 si legge: «Le Autorita' sammarinesi si impegnano ad evitare che, nei rapporti delle istituzioni creditizie e finanziarie di San Marino con residenti italiani, si creino condizioni concorrenziali discorsive rispetto a quelle presenti in Italia». Cioe' si impegnano a bloccare l'arrivo di capitali provenienti dall'evasione fiscale italiana. Inoltre tra il 2006 e il 2007, vennero approvate le norme antiriciclaggio, che impongono alle nostre banche di fare l'adeguata verifica di tutti i movimenti finanziari, di registrarli su un archivio informatico e di trattare le banche che invece hanno un rigido segreto bancario come extracomunitarie. Ma sembra che San Marino eluda questi controlli, per cui dei rapporti con le banche sammarinesi non e' rimasta alcuna traccia; secondo la normativa vigente a San Marino, se un magistrato italiano indaga su una banca situata sul territorio, o su un presunto evasore fiscale, deve inviare una rogatoria internazionale che deve rispondere a tre requisiti. Innanzitutto la richiesta proveniente dall'Italia deve essere rigorosamente dettagliata; il fatto per cui si procede, deve essere riconosciuto sia in Italia che a San Marino, come reato perseguibile legalmente. Il secondo requisito crea molti problemi, perche', ad esempio, il reato di evasione fiscale a San Marino non esiste, quindi l'evasore non e' perseguibile legalmente. Infine, i funzionari di San Marino possono rispondere alla rogatoria soltanto se, le informazioni, non vanno a ledere l'immagine e l'ordine pubblico di San Marino; fra qualche settimana il Governo italiano e quello sammarinese dovranno stipulare il nuovo trattato finanziario rigettato tre volte dalla Banca d'Italia, perche' nelle sue righe nascondeva sempre qualche soluzione elusiva a favore della piccola Repubblica. La Banca d'Italia chiede che le norme antiriciclaggio vengano assunte in toto, che sia abolito il segreto bancario sia per l'autorita' finanziaria che per quella giudiziaria e che sia rivista la convenzione stipulata nel 1939 sul libero scambio fra cittadini -: quali iniziative i Ministri intendano adottare affinche' il nuovo trattato finanziario fra Italia e Repubblica di San Marino sia pienamente conforme alle norme contro l'evasione fiscale ed antiriciclaggio, previste dalla legislazione italiana. (4-03186)