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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XVI Legislatura della repubblica italiana

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00043 presentata da PESCANTE MARIO (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20100713

Atto Camera Risoluzione in Assemblea 6-00043 presentata da MARIO PESCANTE testo di martedi' 13 luglio 2010, seduta n.351 La Camera, premesso che: l'esame del programma di lavoro della Commissione per l'anno 2010 e del programma delle tre Presidenze del Consiglio spagnola, belga ed ungherese in oggetto e' stato avviato dalla Camera soltanto ad inizio di giugno 2010, a causa della tardiva trasmissione da parte della Commissione europea al Parlamento italiano degli allegati al Programma di lavoro tradotti in lingua italiana; il programma di lavoro e' stato infatti adottato dalla Commissione europea il 31 marzo 2010 e trasmesso al Parlamento italiano il 13 aprile 2010, limitatamente alla parte generale. Soltanto il 20 maggio 2010, sono stati trasmessi in lingua italiana anche gli allegati al programma, che costituiscono parte integrante del documento e - recando indicazione delle specifiche iniziative che la Commissione intende assumere - presentano il maggiore rilievo per l'esame parlamentare; il grave ritardo della Commissione europea nella traduzione e trasmissione degli allegati ha pregiudicato la tempestivita' e quindi l'efficacia dell'intervento parlamentare ed e' indice di una scarsa attenzione della Commissione stessa verso le lingue da essa considerate non «di lavoro»; piu' in generale, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, si registrano numerose e crescenti violazioni del regime linguistico delle Istituzioni europee e del multilinguismo, anche attraverso l'introduzione di francese, inglese e tedesco quali «lingue di lavoro» di istituzioni ed organi dell'Unione europea; tale trilinguismo appare del tutto ingiustificato, oltre che tale da destare dubbi sul piano della legittimita' e da risultare di fatto discriminatorio, ed e' esso stesso fonte di costi di traduzione e interpretariato non necessari; e' auspicabile che il Governo e i membri italiani delle Istituzioni ed organi dell'UE contrastino con forza ogni tentativo di violazione; le modifiche recentemente apportate all'articolo 15 della legge n. 11 del 2005 rendono possibile la creazione di una sessione europea di fase ascendente - da svolgersi nei primi mesi di ogni anno - abbinando l'esame del programma legislativo e degli altri strumenti di programmazione dell'Unione europea con quello della relazione annuale programmatica sulla partecipazione italiana all'Unione europea; un particolare rilievo riveste la procedura di allerta precoce per il controllo di sussidiarieta', nell'ambito della quale va assicurata la consultazione dei Consigli e delle Assemblee legislative regionali italiane in relazione a progetti legislativi che incidano sulle competenze delle regioni; il programma di lavoro della Commissione per il 2010, pur essendo il primo strumento generale di programmazione presentato dalla Commissione in carica, non reca orientamenti riferiti all'intero mandato quinquennale della Commissione stessa. Il Programma sembra pertanto privo di un quadro strategico di riferimento a medio e a lungo termine, per porre rimedio alle lacune strutturali dell'attuale assetto dell'Unione, e denuncia la mancanza di una visione in merito al modello di Europa che si intende perseguire; alla luce del dibattito europeo sulle strategie di superamento della crisi economica, il programma della Commissione appare tardivo e non fornisce un orientamento politico piu' chiaro e articolato sulla questione del giusto equilibrio, da rinvenire, tra il rigore di bilancio sollecitato da alcuni, e l'indispensabile promozione della crescita e dell'occupazione, dimensione solo timidamente o punto accennata; tale lacuna di visione complessiva conferma la debolezza politica della Commissione Barroso, resa evidente anche nella timida azione di cui e' stata capace nei mesi centrali della crisi economica, del debito greco e dello stesso euro, lasciando spazio ad una impostazione eccessivamente intergovernativa e di breve periodo della risposta europea; nel programma della Commissione non e' posta inoltre sufficiente attenzione all'investimento nelle infrastrutture materiali e immateriali, azioni non indicate tra le priorita' immediate, ne' a nuovi strumenti di politica economica, come la creazione di titoli di debito europeo ovvero a forme nuove di reperimento di risorse proprie per il bilancio comunitario; nonostante l'adozione di un pacchetto di misure volte a preservare la stabilita' finanziaria, un'Unione monetaria caratterizzata dalla persistente mancanza di un quadro per la soluzione delle crisi nei paesi fortemente indebitati e da un debole coordinamento delle politiche fiscali anticongiunturali, risulta ancora incompleta ed estremamente vulnerabile alle crisi interne e esterne; occorre che l'integrazione economica assuma nuovamente il ruolo di motore della costruzione europea, creando le condizioni e i presupposti per un eventuale ulteriore avanzamento verso l'Unione politica. L'Europa e' a un bivio, o sceglie di spingersi con decisione sulla strada di una maggiore integrazione economica, sociale e politica - condizione indispensabile anche per tornare ad agire da protagonista nello scacchiere globale - oppure rischia di andare incontro a una progressiva marginalita' politica e disgregazione economica; occorre pertanto superare le tentazioni protezionistiche, rilanciare una nuova fase del processo di integrazione, innanzitutto sfruttando appieno e rapidamente le possibilita' che offre il nuovo Trattato; la creazione di una governance economica europea e' decisiva per il successo della strategia UE 2020 e, piu' in generale, per la crescita, lo sviluppo, la competitivita' e l'occupazione. Le proposte della Commissione, formulate nella comunicazione del 30 giugno 2010 richiedono correzioni ed integrazioni al fine di eliminare il disallineamento tra una disciplina di bilancio rigorosa, da un lato, e un debole coordinamento delle politiche per la crescita, l'occupazione e l'inclusione sociale, dall'altro; e' altresi' imprescindibile che l'Unione europea si doti di risorse adeguate per far fronte alle proprie competenze interne ed esterne, accresciute sia per qualita' sia per quantita' dal Trattato di Lisbona e per rispondere alle aspettative dei cittadini nel processo di integrazione europea; in questo contesto la politica di coesione costituisce uno strumento essenziale, purche' essa non sia concepita come una mera politica redistributiva ma recuperi la sua funzione di promozione di crescita e sviluppo economico, sociale e territoriale e della riduzione dei divari di sviluppo tra delle regioni dell'Unione europea; in materia di immigrazione, nel programma e' assente una visione strategica di lungo periodo, non prevedendosi significativi passi in avanti e ulteriori iniziative legislative per la realizzazione di un sistema comune del diritto di asilo e per affrontare il tema della revisione della Convenzione di Dublino, che di fatto finisce per addossare l'onere delle domande dei richiedenti asilo soprattutto su Paesi, come l'Italia, piu' facilmente raggiungibili in virtu' della loro posizione geografica; e' necessario pertanto procedere alla rapida istituzione dell'Agenzia europea per il diritto d'asilo e i rifugiati; occorre, piu' in generale, adoperarsi affinche' molte delle questioni rilevanti per il nostro Paese diventino priorita' nei programmi strumenti di programmazione politica e legislativa europea, in particolare la definizione di una politica europea per la gestione comune dell'immigrazione e dell'asilo, la lotta alla contraffazione, la tutela del cosiddetto «made in Italy», la questione di un mercato comune dell'energia, o la valorizzazione della dimensione mediterranea; e' prioritario migliorare la capacita' del nostro Paese di utilizzare gli stanziamento erogati dall'Unione europea nell'ambito della politica di coesione e di quella per lo sviluppo rurale, anche valutando l'istituzione, preferibilmente presso il Dipartimento per le politiche europee, di una specifica struttura di missione; va ribadita l'esigenza che il Governo dia piena attuazione agli impegni contenuti nelle risoluzioni CENTEMERO ed altri (6-00021), approvata all'unanimita' dalla Camera il 19 maggio 2009 in esito all'esame della Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'UE nel 2007 e CENTEMERO ed altri n. 6-00030, approvata dalla Camera il 22 settembre 2009 in esito all'esame della relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2008; occorre proseguire e rafforzare il processo di progressivo avvicinamento dei Balcani occidentali alla Unione europea, rimanendo l'unica vera soluzione per la stabilita' della regione e per lo sviluppo economico dell'area, impegna il Governo: a) con riguardo all'attuazione della strategia UE 2020: ad avviare la tempestiva predisposizione a livello nazionale di misure effettive e realistiche per perseguire gli obiettivi fissati dalla strategia, coinvolgendo tutte le amministrazioni interessate, le regioni e le Camere, in coerenza con l'articolo 4-ter della legge n. 11 del 2005; a promuovere, in particolare, le misure previste dall'iniziativa faro «Un'agenda per nuove competenze e nuovi posti di lavoro», con particolare attenzione a quelle dirette a garantire maggiore equilibrio tra offerta e domanda di lavoro, a rafforzare la capacita' delle parti sociali per la risoluzione dei problemi del dialogo sociale, nonche' a favorire lo sviluppo di un quadro europeo per le capacita', le competenze e l'occupazione; a promuovere, anche alla luce della netta prevalenza della ricerca pubblica rispetto a quella privata, gli investimenti privati in ricerca e sviluppo, anche attraverso un utilizzo piu' mirato dei fondi strutturali nonche' avvalendosi, soprattutto per le piccole e medie imprese, degli strumenti finanziari previsti allo scopo dalla BEI; a sostenere l'individuazione, con riferimento all'obiettivo di promuovere l'inclusione sociale, di un indicatore di poverta' assoluta, definito sulla base di una soglia di poverta' che corrisponda alla spesa mensile minima necessaria per acquisire un determinato paniere di beni e servizi, in modo da tenere conto delle significative differenze nel costo della vita nell'Unione europea; a promuovere interventi finanziari specifici per la tutela dei soggetti piu' esposti ai rischi della crisi economica globale, come giovani, donne, disabili, ultracinquantenni disoccupati, nonche' a predisporre concrete misure in favore della parita' e della riduzione del divario retributivo tra uomini e donne, obiettivo chiave della strategia UE 2020; b) con riferimento alla governance economica e alla Strategia di Lisbona: ad attivarsi per la costruzione di un «governo economico europeo», atto a far fronte alle sfide emerse con la crisi, anche mediante la creazione di un Fondo Monetario Europeo, e non limitato alla gestione delle emergenze, alla difesa dell'euro e alla garanzia della stabilita' dei mercati, ma inteso a promuovere un'Unione sociale e sostenibile, e a sostenere l'economia reale e a rilanciare crescita, sviluppo, produttivita', competitivita', occupazione, ricerca e innovazione; ad adoperarsi, pertanto, per sviluppare maggiormente, rispetto alle proposte formulate dalla Commissione europea, meccanismi preventivi, sanzionatori e premiali, non soltanto in relazione agli obiettivi in materia di competitivita' e di bilancio, ma anche di occupazione, lavoro e politiche sociali; a promuovere la definizione di indicatori affidabili per la vigilanza macro-economica, per verificare rigorosamente, in particolare, l'attuazione della strategia 2020; ad assicurare che le regole di condizionalita' per l'uso di risorse europee da parte degli Stati membri sottoposti a procedura per disavanzo eccessivo siano applicate, al fine di non determinare discriminazioni tra gli Stati membri, a tutti i fondi e programmi finanziati dal bilancio europeo, e non ai soli fondi strutturali ed agricoli; a valutare e promuovere forme di coordinamento piu' stringente tra gli Stati membri dell'eurozona, sfruttando non soltanto le specifiche previsioni ad essi relative ma anche il ricorso a cooperazioni rafforzate; a promuovere un effettivo coordinamento delle politiche europee sull'occupazione, adoperandosi per favorire l'introduzione di precisi standard di riferimento da rispettare in ogni paese membro, al fine di evitare fenomeni di dumping sociale, e misure volte a innalzare la partecipazione al mercato del lavoro, in aderenza anche a quanto prospettato da Mario Monti nel Rapporto «Una nuova strategia per il mercato unico», presentato il 10 maggio scorso al Presidente della Commissione europea; c) con riferimento alla revisione del bilancio europeo: a trasmettere tempestivamente alle Camere dati e informazioni dettagliate sugli effetti finanziari per l'Italia delle differenti ipotesi di riforma delle spese e delle entrate dell'Unione europea; ad adoperarsi affinche', nell'ambito della riflessione in corso e del negoziato che sara' successivamente avviato per la predisposizione del quadro finanziario pluriennale dell'Unione europea post 2013, siano tenuti in adeguata considerazione i seguenti obiettivi: 1) ridefinire con chiarezza e trasparenza il legame tra priorita' politiche e spese dell'Unione europea e riaffermare il principio di solidarieta' e parita' tra gli Stati membri; 2) prevedere un livello di risorse significativamente superiore a quello previsto dal quadro finanziario 2007-2013, concentrandole su interventi a sostegno delle nuove priorita' e sfide strategiche, in particolare quelle concernenti competitivita', innovazione, ricerca, sostegno alle piccole e medie imprese, regolazione dei flussi migratori e gestione del fenomeno dell'immigrazione clandestina, nonche' mantenendo stanziamenti per la politica di coesione non inferiori a quelli previsti dal quadro finanziario 2007-2013; 3) a destinare stanziamenti specifici ed adeguati a progetti e prodotti europei ad altissimo valore aggiunto, in particolare nel campo della sanita', della ricerca e delle infrastrutture; 4) estendere il cofinanziamento anche a settori cui attualmente esso non si applica, quali in particolare all'agricoltura, al fine di assicurare che gli stanziamenti del bilancio dell'Unione europea producano un «effetto leva» e incrementino cosi' il volume delle risorse complessivamente disponibili; 5) assicurare, in ogni caso, che nel quadro finanziario post 2013 l'Italia benefici di risorse proporzionate al suo contributo netto al bilancio europeo; 6) promuovere ulteriormente il ricorso a nuovi modelli di finanziamento delle politiche pubbliche europee, quali i partenariati pubblico-privato, i prestiti e garanzie della Banca europea per gli investimenti, del Fondo europeo per gli investimenti (FEI) e della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), in grado anch'essi di produrre un significativo effetto leva per mobilitare ulteriori risorse pubbliche e private; a proporre una piu' accurata valutazione del ricorso all'emissione titoli di debito europei, per finanziare, in particolare, investimenti nel settore delle infrastrutture europee e della ricerca; a promuovere maggiori sinergie tra il bilancio dell'Unione europea e i bilanci nazionali, al fine di quantificare le risorse complessive destinate al perseguimento di ciascuna politica e finalita' e, a fronte delle dimensioni ridotte del bilancio europeo e della crisi economica finanziaria, per favorire l'utilizzo delle medesime risorse verso obiettivi comuni; d) con riguardo alla politica di coesione: a promuovere, con riferimento all'attuazione dei programmi operativi 2007-2013, il miglioramento della capacita' di programmazione, gestione, spesa e controllo delle amministrazioni regionali e centrali; ad adoperarsi affinche' nella riforma della politica di coesione siano considerati prioritari i seguenti principi: 1) concentrare le risorse disponibili su pochi obiettivi in grado di promuovere effettivamente crescita e sviluppo, in coerenza con la strategia UE 2020, tra cui infrastrutture, innovazione, ricerca, e sostegno alle piccole e medie imprese; 2) dare piena attuazione alla dimensione territoriale della coesione, introdotta dal Trattato di Lisbona, assicurando che la prossima programmazione riservi un'attenzione particolare alle zone rurali, alle zone interessate da transizione industriale e alle regioni che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici, quali, tra le altre, le regioni di montagna e quelle insulari; 3) riconsiderare l'attuale distinzione e ripartizione di risorse e territori tra obiettivo «convergenza» e obiettivo «competitivita'»; 4) semplificare procedure e metodi di programmazione e gestione, accelerando le procedure di erogazione dei finanziamenti ed introducendo nel contempo meccanismi piu' rigorosi di controllo sia della regolarita' contabile sia dell'efficacia ex ante ed ex post degli interventi; 5) aumentare in misura significativa le risorse distribuite in base ai meccanismi premiali, a favore delle regioni che assicurino una maggiore qualita' della spesa e dei risultati; e) con riguardo al mercato interno: ad adoperarsi affinche' le raccomandazioni contenute nel rapporto «Una nuova strategia per il mercato unico», presentato il 10 maggio 2010 dal professor Mario Monti su mandato della Commissione europea, siano tradotte tempestivamente in una strategia organica che preveda misure concrete, inclusa la presentazione delle opportune proposte legislative; a sostenere, a livello europeo e nazionale, una piu' rapida attuazione dei principi e delle misure previste nell'Atto sulle piccole imprese, presentato dalla Commissione europea nel giugno 2008, inclusa l'adozione di regole specifiche in materia di appalti pubblici volte a tenere conto delle particolari caratteristiche ed esigenze delle piccole e medie imprese; ad adoperarsi per il rafforzamento degli strumenti dell'Unione europea volti alla prevenzione e al contrasto della contraffazione; a promuovere, al fine di rafforzare la tutela dei consumatori, una normativa che garantisca la trasparenza e la tracciabilita' dei prodotti, in particolare con l'individuazione chiara per il consumatore, dell'origine del prodotto relativamente a tutte le sue fasi di lavorazione; a promuovere altresi' strumenti per un monitoraggio statistico congruo inteso a verificare, con test sperimentali ed analisi, su campioni prelevati nella rete di distribuzione su tutto il territorio dell'Unione, la corrispondenza dei prodotti alle norme sanitarie e di sicurezza, in particolare per quanto destinato al consumo alimentare umano o alla sua filiera, all'abbigliamento, a tutti i prodotti legati all'edilizia e all'habitat umano, al settore dei trasporti e dell'automobile; f) con riguardo ai mercati finanziari: ad adoperarsi per una rapida approvazione delle proposte legislative relative alla riforma della vigilanza finanziaria europea e, successivamente, per l'immediata costituzione delle tre autorita' di vigilanza europee da esse previste. Andrebbe in ogni caso prevista una revisione a medio termine del quadro di vigilanza cosi' definito, in modo di misurarne l'adeguatezza anche alla luce della evoluzione dei mercati e degli strumenti finanziari; g) con riferimento alla politica fiscale: ad adoperarsi, anche in coerenza con le raccomandazioni formulate nel rapporto Monti, per un coordinamento minimo dei sistemi fiscali nazionali, al fine di evitare che, in una fase di crisi globale, la concorrenza fiscale tra gli Stati membri possa degenerare in comportamenti dannosi o con effetti negativi sulla competitivita' complessiva dell'economia europea e sulle politiche di bilancio; a sostenere a questo scopo le iniziative della Commissione europea volte all'introduzione di una base consolidata comune per l'imposizione sulle societa', anche valutando l'ipotesi di introdurre soglie minime comuni per l'imposizione sul reddito di impresa; a promuovere la razionalizzazione della disciplina dell'imposta sul valore aggiunto, attraverso la progressiva soppressione delle deroghe concesse a singoli Stati membri e la definizione di un unico elenco di beni e servizi assoggettabili ad aliquote ridotte; h) con riguardo alla politica energetica e alla lotta ai cambiamenti climatici: a dare nuovi impulsi all'azione globale sui cambiamenti climatici, in particolare dopo i deludenti risultati del vertice di Copenaghen, al fine di rimettere al centro il tema della «green economy», in favore di un'Europa all'avanguardia della nuova economia sostenibile, quale priorita' assoluta nella strategia europea di sviluppo e contrasto della crisi, sulla base del cosiddetto «pacchetto clima-energia» e in coerenza con l'iniziativa «faro» della Commissione europea «un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse»; e ad attivarsi affinche' si avvii l'esame del terzo «pacchetto energia», rafforzando, nell'ambito della strategia UE 2020, lo sviluppo di una politica europea realmente comune in materia di energia, per la quale sembra attualmente mancare una reale e coraggiosa ambizione, mediante impegni vincolanti; ad adottare le misure atte a promuovere una nuova economia sostenibile sul piano ambientale, per creare nuove opportunita' di crescita e nuovi posti di lavoro «verdi», a sostenere la riconversione ecologica del sistema produttivo, il risparmio energetico, lo sviluppo delle energie rinnovabili (quale perno di una nuova politica energetica che permetta di ridurre la dipendenza dall'estero e l'utilizzo di fonti fossili fortemente inquinanti), mantenendo gli strumenti gia' previsti e indispensabili a raggiungere l'obiettivo del 20 per cento nel 2020 per la riduzione dei gas serra; i) con riguardo alla politica agricola comune: a considerare, con riferimento alle iniziative indicate nei programmi delle istituzioni europee per «uscire dalla crisi», i settori dell'agricoltura e della pesca quali ambiti di intervento di sostegno straordinari e urgenti, dai quali emergono preoccupanti situazioni di vera poverta'; ad adoperarsi, pertanto, affinche' l'applicazione del meccanismo del disimpegno automatico, di cui all'articolo 29 del regolamento (CE) n. 1290/2005, non determini la perdita di significative risorse del Fondo europeo per lo sviluppo rurale assegnate all'Italia, valutando, in particolare, la possibilita' di concordare con la Commissione europea la sostituzione dei programmi operativi relativi al periodo 2007-2013 attraverso le procedure di revisione previste dalla normativa europea, e riproponendo e integrando, a fronte della eccezionalita' della crisi economica, l'ipotesi di deroghe transitorie al disimpegno automatico per le annualita' fino al 2009, in analogia a quanto stabilito per i Fondi strutturali dall'articolo 93, paragrafo 2-bis, del regolamento (CE) n. 1083/2006. l) con riferimento al regime linguistico dell'Unione europea: a contrastare con intransigenza ogni tentativo di violazione del regime linguistico delle istituzioni dell'Unione europea e di marginalizzazione della lingua italiana, ricorrendo ove necessario anche agli strumenti giurisdizionali disponibili; ad opporsi, in particolare, al tentativo di affermare il ricorso alle sole lingue inglese, francese e tedesco nel funzionamento, anche a livello amministrativo, di ogni istituzione ed organo dell'Unione europea, nonche' con riferimento ad istituti, quali il brevetto europeo; a sostenere, nei soli casi in cui le esigenze di riduzione dei costi e di miglior funzionamento delle strutture amministrative delle istituzioni ed organi dell'Unione lo giustifichino, il ricorso alla sola lingua inglese, in quanto lingua veicolare di gran lunga piu' diffusa a livello europeo e globale; m) con riferimento alla regolamentazione intelligente: ad assumere iniziative affinche' la Commissione europea, nell'attuazione delle iniziative preannunciate in materia dal Programma di lavoro per il 2010: 1) renda disponibili le valutazioni di impatto in tutte le lingue ufficiali dell'UE, quanto meno con riferimento alle iniziative legislative di maggiore rilevanza; 2) informi sistematicamente anche gli Stati membri e, specificamente, i Parlamenti nazionali in merito al riesame dell'intero corpus normativo che si propone di effettuare al fine di individuare oneri eccessivi, sovrapposizioni, lacune, incoerenze e/o misure obsolete; 3) proceda sollecitamente verso l'attuazione dell'impegno di rendere obbligatoria la valutazione ex-post per la revisione degli atti normativi di maggiore importanza; 4) prosegua nel ritiro delle proposte ormai obsolete, attraverso un complessivo check up di tutte quelle pendenti; n) con riguardo alla democraticita' dell'Unione europea: ad adoperarsi in sede europea per una rapida e piena attuazione legislativa delle nuove disposizioni del Trattato di Lisbona sulla «Vita Democratica», in particolare l'iniziativa popolare, il dialogo con la societa' civile e le comunita' religiose; o) con riferimento all'azione esterna dell'Unione europea e alla politica di vicinato: a contribuire, ad un'organizzazione agile ed efficiente del SEAE (Servizio europeo per l'azione esterna) assicurando l'equilibrio tra la rappresentativita' e la competenza di merito e promuovendo economie e sinergie tra diplomazie nazionali e istituzioni europee, nonche' a rafforzare la funzione dell'Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, per un'azione esterna dell'Unione europea piu' unitaria, coerente e incisiva, nel quadro degli indirizzi del Consiglio europeo e del controllo democratico congiunto del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali; a rafforzare, anche mediante l'aumento della percentuale di aiuti per lo sviluppo destinata a riallineare il nostro Paese alla media degli altri donatori, il complesso delle azioni finalizzate all'attuazione del Piano d'azione in 12 punti per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio, da considerare una priorita' strategica dell'Unione e del nostro Paese, anche in vista della scadenza per il 2015; a sostenere la conclusione rapida del processo di adesione della Croazia, la ratifica dell'Accordo di stabilizzazione ed associazione con la Serbia al fine di consentire la presentazione della domanda di adesione da parte di Belgrado e l'avvio entro l'inizio del prossimo anno dei negoziati per l'adesione dell'Albania, dell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia e del Montenegro; ad appoggiare, nell'ambito dell'Unione per il Mediterraneo, la creazione della Banca Euromediterranea per gli investimenti, al fine di adeguare gli strumenti finanziari alle potenzialita' di sviluppo della regione; p) con riferimento al raccordo tra Governo e Parlamento nella formazione delle politiche dell'Unione europea: ad assicurare l'avvio della predisposizione della prossima Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea in coerenza con la disciplina di cui all'articolo 15 della legge n. 11 del 2005, come modificato dalla legge comunitaria 2009. (6-00043) «Pescante, Stucchi, Gozi, Buttiglione, Razzi, Formichella, Consiglio, Farinone, Gottardo».

 
Cronologia
lunedì 5 luglio
  • Parlamento e istituzioni
    Il Ministro per il federalismo Aldo Brancher annuncia le proprie dimissioni. Non ha luogo, pertanto, la discussione e la votazione della mozione di sfiducia presentata il 30 giugno alla Camera, primo firmatario Dario Franceschini (PD) e da tutti i componenti dei gruppi PD e IDV (1-00399).

    Aldo Brancher Dario Franceschini
martedì 13 luglio
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera delibera l’istituzione di una Commissione monocamerale d’inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale (Doc XXII, 12-16). La Commissione, composta da ventuno deputati, è istituita per la durata della XVI legislatura e deve presentare all’Assemblea una relazione ogni dodici mesi ed al termine dei lavori.

mercoledì 14 luglio
  • Parlamento e istituzioni

    La Camera approva, con modificazioni, il testo unificato delle proposte di legge di modifica del codice della strada (C. 44 e abb), che sarà approvato in via definitiva dal Senato il 28 luglio (legge 29 luglio 2010, n. 120 recante disposizioni in materia di sicurezza stradale).