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Documenti ed Atti

XVI Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10393 presentata da MECACCI MATTEO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20110117

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-10393 presentata da MATTEO MECACCI lunedi' 17 gennaio 2011, seduta n.418 MECACCI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che: l'articolo del Corriere della Sera del 28 dicembre 2010, riporta che il 16 dicembre 2010 due fratelli nonche' intellettuali berberi - Madghis e Mazigh Buzakhar - sono stati prelevati dalla loro casa ad opera di agenti della sicurezza interna libica e da allora non se ne sa piu' nulla; il 16 dicembre 2010, inoltre, la casa dei due fratelli Buzakhar e' stata perquisita e l'intero archivio - biblioteca dei due e' stato requisito; come riportato dal suddetto articolo del Corriere della Sera, i due intellettuali berberi sarebbero stati arrestati con l'accusa di «aver parlato a un turista italiano nella zona del Gebel Nafusa delle discriminazioni subite dai berberi in Libia»; poche settimane prima dell'arresto dei due fratelli Buzakhar, un cantante berbero della Libia, Abdullah Ashini, di Zuara, e' stato condannato a 5 anni di prigione; il cantante e' stato considerato reo di aver partecipato con una canzone in berbero al festival della canzone berbera a Las Palmas circa due anni fa; sempre pochi giorni prima dell'arresto dei fratelli Buzakhar, il 4 dicembre 2010 come riportato in arabo sul sito ossanlybia.com, anche Simone Mauri, cittadino italiano, ricercatore presso il SOAS (School of Oriental and African Studies) di Londra e studioso della cultura berbera e' stato arrestato dalla polizia libica all'aeroporto di Tripoli, mentre, faceva ritorno in Italia; a seguito dell'arresto, Simone Mauri ha trascorso un periodo di detenzione nelle carceri libiche sino al 24 dicembre 2010, quando grazie all'intervento dell'ambasciata italiana stato liberato; sempre lo scorso dicembre, come si apprende dal sito internet berbero del Marocco - www.amazighworld.org/human rights/, anche due ricercatori marocchini, Mahfoud Asmahri e Hassan Ramo, e membri dell'IRCAM (Istituto reale della cultura Amazigh) sono stati detenuti nelle carceri libiche per poi esser rilasciati-: se il Governo italiano sia a conoscenza dei fatti sopramenzionati; quali siano le ragioni che hanno portato alla detenzione e poi alla scarcerazione del ricercatore italiano e dei due ricercatori marocchini; se, alla luce dei suddetti fatti, il Governo italiano non intenda intervenire in modo deciso in sede bilaterale nei confronti della Libia, che nonostante la ratifica del «Trattato di Amicizia, partenariato e cooperazione del 2008», ad avviso degli interroganti non rispetta quanto sancito all'articolo 6, ossia il rispetto dei diritti umani e delle liberta' fondamentali. (4-10393)

Atto Camera Risposta scritta pubblicata martedi' 28 giugno 2011 nell'allegato B della seduta n. 492 All'Interrogazione 4-10393
presentata da MATTEO MECACCI Risposta. - La nostra Ambasciata a Tripoli ha seguito la vicenda del connazionale Simone Mauri dal giorno del fermo da parte delle Autorita' libiche, il 4 dicembre 2010, sino al suo rientro in Italia, il 24 dicembre. Non appena avuta notizia del fermo, l'Ambasciata si e' messa in contatto con i famigliari del signor Mauri e, contestualmente, ha chiesto alle competenti Autorita' libiche di poter effettuare una visita consolare affinche' un funzionario potesse sincerarsi delle sue condizioni. Il connazionale, posto in stato di arresto per irregolarita' legate al visto di ingresso (il signor Mauri, provvisto di solo visto turistico, aveva invece compiuto un viaggio di studio in connessione al suo dottorato presso la Soas di Londra), e' stato quindi visitato da dipendenti dell'Ambasciata. Anche in relazione alla tipologia di accusa formulata a suo carico, l'Ambasciata ha svolto un intervento sulle Autorita' libiche affinche' la posizione del nostro connazionale fosse definita in tempi brevi e si potesse optare, compatibilmente con la normativa locale, per l'espulsione dal Paese anziche' per il mantenimento in carcere. Anche a seguito di questi interventi, il signor Mauri e' stato rilasciato il 22 dicembre 2010 ed ha fatto rientro in Italia il 24 dicembre. In merito al quesito relativo alla vicenda dei due fratelli berberi, l'Ambasciata a Tripoli ha avuto la notizia del loro fermo senza peraltro ricevere ulteriori dettagli, in quanto e' stato opposto che non vi e' titolo ad ottenerli ai sensi della Convenzione di Vienna sulle relazioni consolari del 1963, che riguarda solo i cittadini del Paese di invio. Non si dispone invece di alcun elemento circa i cittadini marocchini citati dall'interrogante. Per quanto concerne, infine, l'ultimo quesito posto dall'interrogante, l'articolo 6 del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra Italia e Libia, firmato a Bengasi il 30 agosto 2008, concerneva specificamente il rispetto dei diritti umani e delle liberta' fondamentali, sancendo l'impegno delle parti ad agire conformemente agli obiettivi e ai principi della Carta delle Nazioni unite e della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Trattavasi di previsione di carattere generale da ritenersi idonea ad impegnare le Autorita' di Tripoli al rispetto di norme e standard internazionali in materia. A seguito dell'entrata in vigore della risoluzione n. 1973, alla luce dell'articolo 103 della Carta dell'Onu, il Trattato di amicizia, che poteva considerarsi, di fatto, sospeso, vede prevalere gli obblighi della Carta stessa come su qualsiasi accordo internazionale o bilaterale. Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Stefania Gabriella Anastasia Craxi.



 
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