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Documenti ed Atti

XVI Legislatura della repubblica italiana

INTERPELLANZA URGENTE 2/00959 presentata da GERMANA' ANTONINO SALVATORE (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20110208

Atto Camera Interpellanza urgente 2-00959 presentata da ANTONINO SALVATORE GERMANA' martedi' 8 febbraio 2011, seduta n.431 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro della salute, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che: l'asbesto (o amianto), e' un insieme di minerali del gruppo dei silicati, appartenente alla serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli, e' un materiale molto comune e diffuso in natura, costituito da fibre sottili ma molto addensate che lo rendono altamente resistente dal punto di vista meccanico, e al tempo stesso flessibile; inoltre, pur non essendo un materiale refrattario, ha una buona resistenza, non solo termica, ma anche rispetto all'azione di agenti chimici e biologici, all'abrasione e all'usura; e' necessario un breve excursus cronologico relativo all'impiego dell'amianto che, in ragione delle ottime caratteristiche chimiche e meccaniche, e' stato utilizzato fino agli anni ottanta, nella fabbricazione di oltre 3.000 prodotti e manufatti industriali, anche unito ad altri materiali in diverse percentuali, al fine di sfruttare al meglio le sue intrinseche qualita'; si ricordano, per inciso, solo alcuni dei prodotti piu' diffusi realizzati impiegando amianto, ovvero, tubi per acquedotti, fogne, lastre e fogli in cemento-amianto, mattonelle per pavimentazioni, frizioni, freni e prodotti vari per attrito, guarnizioni, filtri per bevande, tute, coperte, guanti antincendio, pannelli fonoassorbenti e/o isolanti, vernici, rivestimenti, stucchi, feltri e tegole; a fronte del massiccio utilizzo del minerale, a causa delle sue intrinseche qualita', questo materiale reca con se' un paradosso eclatante, infatti, le fibre e la polvere di asbesto sono estremamente pericolose per la salute umana, e gia' nel 1900, in Inghilterra, fu descritta la prima malattia che venne riconosciuta come provocata dalla polvere di amianto e denominata «asbestosi», nel dettaglio, si tratta di una fibrosi polmonare interstiziale causata dall'esposizione professionale, quindi continuativa, alle polveri contenenti asbesto; il meccanismo d'azione attraverso il quale si produce la malattia, e' legato alla penetrazione delle fibre di asbesto attraverso la bocca e il naso, lungo l'albero bronchiale, fino a giungere agli alveoli polmonari; la gravita' dell'asbestosi, dipende dalla durata, ovvero dagli anni di esposizione, e dall'intensita', cioe' dalla quantita' di fibre inalate: si tratta pertanto di una malattia per la quale esiste una stretta correlazione tra «dose» di asbesto inalata e «risposta» dell'organismo; dal 1994, insieme all'asbestosi che e' stata la prima malattia amianto-correlata riconosciuta dall'INAIL, sono state altresi' tabellate come tali anche il carcinoma polmonare e il mesotelioma (pleurico, pericardico e peritoneale), malattie che compromettono anche la popolazione non esposta professionalmente, ma residente in zone del territorio che ospitano insediamenti industriali che lavorano amianto; infine, va rilevato che l'amianto opera un'azione sinergica di sostegno al altri agenti patogeni, rafforzando il loro potere cancerogeno, e infatti, tra le fasce di popolazione professionalmente esposte ad asbesto, si registra, oltre ad un'elevata mortalita' causata da malattie specifiche provocate dall'amianto, anche un forte incremento del tasso generale di mortalita', ed in particolare della mortalita' per cancro che colpisce le vie respiratorie e l'apparato gastrointestinale; dopo questa breve introduzione relativa ai dati eziologici ed epidemiologici, preme esporre la circostanza che in Italia, la lotta alla fibra killer, ha preso le mosse dalla legge n. 257 del 27 marzo 1992 relativa alla cessazione dell'impiego dell'amianto, la prima ad occuparsi anche dei lavoratori ad esso esposti, e che ha fissato alla data del 28 aprile 1994, il divieto per l'estrazione, l'importazione, l'esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto, di prodotti di amianto e di prodotti contenenti amianto. Tuttavia non era previsto, un divieto assoluto di impiego di materiali contenenti amianto (ad esempio pezzi di ricambio), acquistati prima del 1994; la portata rivoluzionaria della citata legge n. 257 del 1992, emerge dal dettato dell'articolo 13, in base al quale sono stati introdotti diversi benefici consistenti in una rivalutazione contributiva del 50 per cento ai fini pensionistici dei periodi lavorativi comportanti un'esposizione al minerale nocivo; in particolare, tale beneficio e' stato previsto in favore dei lavoratori di cave e miniere di amianto, a prescindere dalla durata dell'esposizione (comma 6), per i lavoratori che abbiano contratto una malattia professionale asbesto-correlata in riferimento al periodo di comprovata esposizione (comma 7), e infine per tutti i lavoratori che siano stati esposti per un periodo superiore ai dieci anni (comma 8); in seguito alla normativa indicata, nel 1995, venne stabilita una procedura amministrativa che coinvolgeva l'INAIL per l'accertamento dei presupposti di legge per il riconoscimento dei predetti benefici previdenziali: in particolare, l'INAIL procedeva all'accertamento dei rischi presso lo stabilimento del datore di lavoro, tramite la cosiddetta CONTARP, ovvero la consulenza tecnica di accertamento dei rischi professionali; sulla base della mappa del rischio cosi' predisposta e dei curricula professionali dei lavoratori, venivano quindi rilasciati agli stessi, gli attestati dell'eventuale periodo di avvenuta esposizione all'amianto: tale procedura, e' stata sostanzialmente confermata con decreto interministeriale del 27 ottobre 2004, adottato ai sensi della legge n. 326 del 2003, che ha pero' ridotto la rivalutazione contributiva al 25 per cento, e stabilito che il beneficio e' utile solo ai fini della misura della pensione e non piu', quindi, anche per la maturazione del diritto; si pone altresi' il problema che, il singolo lavoratore, in assenza di una CONTARP, puo' incontrare serie difficolta' nel documentare in sede amministrativa la propria esposizione all'amianto, dovendo pertanto ricorrere spesso ad un accertamento giudiziale; infine, occorre ricordare che, oltre alla vigente normativa italiana relativa alla tutela della salute dei lavoratori esposti ad amianto, con il decreto legislativo del 25 luglio 2006, n. 257, entrato in vigore il 26 settembre 2006, lo Stato italiano ha attuato la direttiva 2003/18/CE relativa alla protezione dei lavoratori dai rischi derivanti dall'esposizione all'amianto durante il lavoro; tutto cio' premesso, si sottolinea il caso siciliano, visto che nella regione Sicilia si registrano ogni anno 400 decessi accertati per cancro alla pleura, e sono state presentate 36.000 domande di risarcimento da parte di alcune categorie di lavoratori che sono stati a contatto con l'amianto, ma se nel computo si integrassero anche i nuclei familiari, la cifra si moltiplicherebbe. Cosa ancor piu' allarmante e' la consapevolezza che la scia delle vittime e' destinata ad allargarsi, poiche' come e' ormai accertato, i danni di questo minerale killer si manifestano dopo circa venti o piu' anni, mettendo quindi a repentaglio il benessere delle generazioni future, in totale e assoluto spregio della responsabilita' intergenerazionale che deve ispirare la comune condotta civile; in Sicilia la questione dell'esposizione all'amianto riguarda diversi centri industriali in particolare: la ex Sacelit, industria che, sita ad Archi, frazione di San Filippo del Mela, in provincia di Messina, dal 1958 al 1993, ha prodotto in Sicilia tubi, contenitori e lastre a base di amianto, e che si e' meritata il triste appellativo di «fabbrica della morte» visto che, dal 1975 si sono susseguiti ininterrottamente decessi di lavoratori, e su un totale di 220 dipendenti assunti nel periodo di attivita' dell'azienda, solo 8 non si sono ammalati di patologie polmonari; nel 2001, e' iniziata l'erogazione dei primi risarcimenti agli ex dipendenti e ai familiari dei deceduti; nel 2007, la Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, ha sequestrato lo stabilimento, la cui attivita' era cessata 14 anni prima, ma l'area non e' stata sottoposta a bonifica ed i capannoni dal 2001, erano adibiti a deposito da un'azienda che commerciava in detersivi e prodotti alimentari e solo da due anni, essendo stata inserita come area di bonifica di interesse nazionale, sono stati iniziati i lavori nel terreno esterno e da qualche mese nell'aria interna l'azienda; la societa' Pirelli di Villafranca Tirrena, sempre in provincia di Messina, i cui ex dipendenti hanno lavorato sottoposti a rischio amianto, a causa degli impianti di produzione totalmente coibentati e isolati con amianto, con talco contenente tremolite (amianto) e altri prodotti altamente cancerogeni, e devono quindi essere beneficiari dei diritti previdenziali previsti, soprattutto in ragione del terrificante dato che su circa 1.000 ex dipendenti, sono stati gia' registrati piu' di 300 decessi direttamente riconducibili all'ambiente di vita e di lavoro e dopo 16 anni dal licenziamento e pensionamento sono ancora in attesa di una sorveglianza sanitaria che doveva tutelarne la loro integrita' fisica e salvare qualche vita umana; l'INAIL di Milazzo, sta conducendo con un atteggiamento che denota, ad avviso degli interpellanti, scarsa sensibilita', pratiche concernenti il riconoscimento delle malattie professionali a coloro che sono stati esposti e le reversibilita' ai superstiti; il tenore delle risposte rese e', con frequenza il seguente: «gli accertamenti effettuati consentono di ritenere il tipo di rischio lavorativo cui e' stato esposto non idoneo a provocare la malattia professionale» oppure «per il decesso dell'assicurato non puo' essere riconosciuto il diritto alla rendita ai superstiti in quanto la morte non e' riconducibile all'evento»; cio' ha portato ad instaurare dei procedimenti legali che, dopo lungo periodo, sono stati e saranno tutti positivi. Si sta inoltre assistendo ad una sorta di conflitto di interesse interno all'INAIL che, momentaneamente, ricopre il duplice molo sia di ente erogatore, che di ente controllore, mentre e' indispensabile che i riconoscimenti vengano effettuati direttamente dall'azienda sanitaria provinciale e dello Spresal, che sono gli enti deputati ed autorizzati a procedere alla sorveglianza sanitaria degli ex dipendenti in pensione che sono stati esposti a elementi cancerogeni; tra l'altro sebbene la disciplina vigente prevede che sia le Asl (recentemente ridenominate «ASP») si attivino per dare avvio ai censimenti ed alle mappature dei fabbricati in cui e' presente amianto, sia i proprietari degli immobili informino le Asl al riguardo e, in caso di imprenditori titolari di capannoni industriali, questi sono obbligati a procedere alla nomina di un "responsabile cori compiti di controllo e coordinamento di tutte le attivita' manutentive connesse al manufatto contenente amianto", in Sicilia non sono mai stati effettuati ne' i censimenti, ne' una mappatura del territorio che abbia ad oggetto la presenza di materiale contenente amianto, per cui risulta difficile quantificare ed annoverare esattamente i prodotti nocivi; c'e' grande urgenza di individuare un mezzo di smaltimento dell'amianto, che non sia l'interramento ma un vero impianto di inertizzazione, ovvero un impianto all'interno del quale i prodotti di amianto, vengano trattati a temperature elevatissime di circa 1.200-1.300 gradi, ricavandone un prodotto da utilizzare, eventualmente, come additivo in edilizia -: quali iniziative, quali impegni verranno assunti e quali azioni verranno implementate per fronteggiare l'emergenza amianto in Sicilia e in particolare con riferimento agli stabilimenti produttivi citati in premessa. (2-00959) «Germana', Ghiglia, Bonciani, Gibiino, Lazzari, Tortoli, Sisto, Cassinelli, Scandroglio, Mario Pepe (IR), Vincenzo Antonio Fontana, Torrisi, Franzoso, Vella, Vignali, Bocciardo, Centemero, Nirenstein, Simeoni, Golfo, Stracquadanio, Biancofiore, Vitali, Lehner, Traversa, Iapicca, Palumbo, Cicu, D'Ippolito Vitale, Antonione, Nastri, Cazzola, Pugliese, Berruti, Calabria, Contento, Barba, De Girolamo, Lisi, Misuraca, Terranova».





 
Cronologia
martedì 25 gennaio
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    In Egitto, al Cairo si svolge la prima manifestazione contro il regime del Presidente Hosni Mubarak. Migliaia di manifestanti, che reclamano pane, libertà e giustizia sociale, si riuniscono a Piazza Tahir, che diventerà il luogo simbolo della rivolta.

venerdì 11 febbraio
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    In Egitto, dopo le manifestazioni di protesta che hanno visto milioni di egiziani in piazza in tutte le principali città del paese, il Presidente Mubarak lascia alla Giunta militare il governo del Paese.