Documenti ed Atti
XVI Legislatura della repubblica italiana
INTERPELLANZA 2/01099 presentata da RIGONI ANDREA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20110530
Atto Camera Interpellanza 2-01099 presentata da ANDREA RIGONI lunedi' 30 maggio 2011, seduta n.479 Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che: la legge 193 del 2000, la cosiddetta «legge Smuraglia», recante «Norme per favorire l'attivita' lavorativa dei detenuti» prevede che vengano concessi sia benefici fiscali (spettanti alle imprese che, a decorrere dal 28 luglio 2000, assumano lavoratori dipendenti che a tale data risultano detenuti o internati presso istituti penitenziari ovvero sono ammessi al lavoro all'esterno), sia agevolazioni di natura contributiva che, oltre alle cooperative sociali, vengono estese anche alle aziende pubbliche e private che, organizzando attivita' all'interno degli istituti penitenziari di servizio o di produzione, impieghino persone detenute o internate; il Ministro interpellato, nella sua ultima relazione al Parlamento sullo stato di attuazione delle disposizioni di legge relative al lavoro dei detenuti ai sensi dell'articolo 20, ultimo comma, della legge 26 luglio 1975, n. 354, anno 2010, mentre da un lato evidenziava le attivita' svolte nel 2010, al fine di incrementare e razionalizzare le strutture lavorative all'interno degli istituti penitenziari, e sottolineava la necessita' di tenere piu' stretti i rapporti con il territorio, ponendo particolare attenzione al mercato del lavoro esterno e alle realta' imprenditoriali locali, al fine di valutare la possibilita' di offrire in gestione a terzi le lavorazioni che avevano particolare difficolta' a mantenere o sviluppare le proprie produzioni, dall'altro annunciava, di fatto, e soprattutto metteva in atto, drastici tagli sia al budget per la remunerazione dei detenuti lavoranti sia al finanziamento, a sette anni dall'emanazione dei suoi decreti attuativi, della succitata legge n. 193 del 2000; sempre a fronte delle dichiarazioni in merito agli interventi che il Governo intendeva effettuare per fronteggiare la gravissima crisi del sistema carcerario dovuta al sovraffollamento, lo stesso Ministro riportava il dato riferito ad una seria diminuzione del numero dei detenuti lavoranti a fronte di un aumento complessivo della popolazione detenuta, e cio' a causa dell'impossibilita' da parte dell'amministrazione penitenziaria di mantenere la proporzione a causa di un'insufficienza del fondi a disposizione: infatti, da un fondo assegnato di 71.400.000,00 euro nel 2006 rispetto a una presenza media di detenuti di 51.748 unita', si passa al fondo per il 2010 con una dotazione di 54.215.128,00 euro (di cui «solo» 49.965.319,67 euro per l'anno di riferimento) rispetto a una presenza media di detenuti di 67.961 unita', per arrivare allo stanziamento per il 2011 di soli 49.664.207,00 euro; nel dicembre 2010 i detenuti lavoranti erano 14.171, pari al 20,85 per cento del totale (67.961), rispetto ai 14.271 dell'anno precedente, pari al 22,03 del totale (64.791); la forzata diminuzione delle attivita' lavorative, inoltre, non riuscendo piu' a garantire l'acquisizione di specifiche professionalita' spendibili sul mercato del lavoro, che rappresentano la principale fonte di sostentamento per la maggior parte della popolazione detenuta, sta causando problemi che nel futuro non potranno che aumentare, disattendendo, inoltre, nei fatti, i principi costituzionali che sovrintendono alla funzione rieducativa della pena; la diminuzione dei fondi in questione, inoltre, sta condizionando in modo particolare le attivita' lavorative necessarie per la gestione quotidiana degli istituti penitenziari, e cioe' i servizi di pulizia, cucina, manutenzione ordinaria del fabbricato e altro, incidendo negativamente sulla qualita' complessiva della vita all'interno dei penitenziari; del tutto esaurito e' anche lo stanziamento a disposizione per la copertura dei benefici fiscali previsti dalla «legge Smuraglia» per i detenuti assunti per il lavoro esterno da imprese e cooperative; il Ministro interpellato, sempre nella sua relazione, riconosce come «particolarmente significative le esperienze in atto presso gli istituti di Padova, Milano Bollate, Torino, Monza e Massa dove e' forte la presenza di imprenditori che hanno assunto un significativo numero di detenuti per attivita' lavorative organizzate all'interno degli istituti», ma, contemporaneamente, taglia massicciamente i fondi a queste destinate riducendo il budget a poco piu' di due milioni di euro, spalmati secondo i criteri, ad avviso dell'interpellante, poco intelligibili sui vari provveditorati regionali -: se il Ministro non ritenga, anche alla luce dell'analisi eseguita dal suo Ministero e illustrata nella relazione citata in premessa, di dovere adottare le iniziative necessarie al fine di porre rimedio all'assoluta inadeguatezza delle risorse stanziate per il lavoro interno ed esterno dei detenuti, non solo per migliorare le condizioni di permanenza all'interno delle mura carcerarie ma anche per creare le condizioni per la riabilitazione e per il reinserimento nella societa' dei detenuti stessi. (2-01099)«Rigoni».