Documenti ed Atti
XVI Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14399 presentata da BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20120110
Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-14399 presentata da RITA BERNARDINI martedi' 10 gennaio 2012, seduta n.567 BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia . - Per sapere - premesso che: il 28 dicembre 2011 Giuseppe Di Blasi, 46enne si e' impiccato annodandosi un cappio intorno al collo all'interno della sua cella del carcere di Caltanissetta («Malaspina») dov'era detenuto dal 9 gennaio 2010 dopo l'arresto e la condanna definitiva a 4 anni per detenzione illegale d'armi; quando un agente di custodia addetto alla sorveglianza s'e' accorto che Di Blasi era penzoloni era ormai troppo tardi: nonostante i numerosi tentativi per rianimarlo, l'uomo e' deceduto quasi subito; il sostituto procuratore Elena Caruso ha effettuato un sopralluogo in carcere ed ha aperto un'inchiesta delegata alla polizia penitenziaria. Appena il 22 dicembre 2011, la corte d'appello che stava processando Di Blasi aveva rigettato l'istanza di affievolimento della misura cautelare presentata dagli avvocati Massimiliano Bellini e Vincenzo Ferrigno, cio' nonostante il fatto che l'imputato avesse tentato gia' altre quattro volte di togliersi la vita all'interno della sua cella; in due circostanze Di Blasi aveva ingerito un eccessivo dosaggio di farmaci, poi aveva tentato di impiccarsi ed infine aveva ingoiato le lenti rotte degli occhiali da vista. Per questi motivi gli avvocati dell'uomo, attraverso il consulente medico Carla Ippolito, avevano ribadito alla corte di appello che il signor Di Blasi era un soggetto affetto da una sindrome depressiva che lo rendeva incompatibile col regime carcerario e per questo andava curato in un ambiente familiare dove aveva la possibilita' di sottoporsi «ad adeguati trattamenti psicoterapeutici»; nella perizia redatta dal dottor Vito Milisenna, nominato dalla corte d'appello, si sosteneva invece che Giuseppe Di Blasi «poteva superare le problematiche in una struttura dell'Amministrazione penitenziaria dotata di servizi di psichiatria in cui il detenuto, affetto da disturbi psichici, poteva essere seguito e sorvegliato», e la corte aveva disposto la trasmissione degli atti al dipartimento dell'amministrazione penitenziaria per individuare una struttura idonea; interpellato dal quotidiano La Sicilia il 28 dicembre 2011, l'avvocato del signor Di Blasi ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Questa morte e' una sconfitta per la nostra giustizia. Spesso la carcerazione preventiva e' un'ingiusta anticipazione della pena. Ricordiamoci che vale sempre il principio di presunzione d'innocenza. Sono davvero amareggiato perche' la corte d'appello, decidendo di riaprire il processo, voleva approfondire la vicenda nella sua globalita'. Purtroppo non ci siamo riusciti. Di Blasi s'e' protestato sempre innocente e fin dal primo giorno aveva manifestato segni di cedimento. Molte volte abbiamo chiesto misure meno restrittive che i giudici di primo e secondo grado hanno rigettato»; con questo arriva a 66 il numero complessivo dei detenuti che si sono tolti la vita nelle carceri italiane nel corso del 2011; il 12 gennaio 2010 la Camera dei deputati ha parzialmente approvato, su espresso parere favorevole del Governo, la mozione sulle carceri presentata dalla prima firmataria del presente atto e sottoscritta da 93 deputati appartenenti a quasi tutte le forze politiche presenti in Parlamento; la mozione approvata prevede, tra l'altro, la riduzione dei tempi di custodia cautelare, perlomeno per i reati meno gravi, nonche' del potere della magistratura nell'applicazione delle misure cautelari personali a casi tassativamente previsti dal legislatore, previa modifica dell'articolo 280 del codice di procedura penale -: se il Governo non intenda urgentemente attuare iniziative di competenza per capire, anche attraverso l'avvio di un'indagine interna, se vi siano responsabilita' sul piano amministrativo e disciplinare nella morte del detenuto avvenuta nel carcere di Caltanissetta; in particolare, se non intenda verificare se ed in che misura il detenuto morto suicida disponesse di un adeguato supporto psicologico; quali misure di sorveglianza siano state disposte nei confronti di Giuseppe Di Blasi dopo i quattro tentativi di suicidio; se non intenda avviare iniziative ispettive presso la corte di appello di Caltanissetta al fine di verificale se non vi siano eventuali profili di responsabilita' disciplinare in capo ai giudici che hanno rigettato la richiesta di sostituzione della misura cautelare avanzata dagli avvocati dell'imputato che per ben quattro volte aveva tentato di togliersi la vita; quante siano le unita' dell'e'quipe psico-pedagogica e se e come possano coprire o coprano le esigenze dei detenuti del carcere Malaspina di Caltanissetta; se e quali urgenti iniziative di carattere normativo il Governo intenda adottare al fine di ridurre i tempi di custodia cautelare, perlomeno per i reati meno gravi, ed il conseguente potere della magistratura nell'applicazione delle misure cautelari personali a casi tassativamente previsti dal legislatore, previa modifica dell'articolo 280 del codice di procedura penale, cosi' come previsto dalla mozione n. 1-00288 approvata dalla Camera dei deputati il 12 gennaio 2010; se e quali urgenti iniziative di competenza, piu' in generale, il Governo intenda adottare e promuovere al fine di aumentare gli organici del personale penitenziario ed amministrativo, nonche' dei medici, degli infermieri, degli assistenti sociali, degli educatori e degli psicologi in servizio presso gli istituti di pena, in modo da rendere lo stesso adeguato al numero delle persone recluse, cosi' come previsto dalla mozione n. 1-00288 approvata dalla Camera dei deputati il 12 gennaio 2010; se non ritenga che l'alto tasso dei suicidi e dei tentati suicidi dipenda dall'elevato tasso di sovraffollamento degli istituti di pena dove attualmente sono ristretti quasi 68.000 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 43.000 posti. (4-14399)