Documenti ed Atti
XVI Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14436 presentata da REALACCI ERMETE (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20120111
Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-14436 presentata da ERMETE REALACCI mercoledi' 11 gennaio 2012, seduta n.568 REALACCI, MARIANI e BRATTI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che: lo scorso 17 dicembre 2011, con mare e vento forza nove, nell'area del Banco di Santa Lucia, ad ovest dell'Isola di Gorgona, sono caduti in acqua dalla nave cargo «Venezia» della Grimaldi Lines due bilici carichi di bidoni contenenti sostanze tossiche ed altamente infiammabili, al contatto con l'aria; la stampa locale e nazionale ha dato ampio risalto alla tragica vicenda con articoli apparsi su La Repubblica, Il Tirreno e, tra gli altri, dal sito Panorama.it; nell'incidente sono stati dispersi 198 fusti per un totale di 40 tonnellate di sostanze tossiche nei fondali del Tirreno, a circa 20 miglia dalla costa di Livorno all'interno del nel Parco nazionale dell'arcipelago toscano: cuore del Santuario internazionale di mammiferi marini Pelagos; e' importante precisare quanto segue: sembrerebbe che solo dopo quattro giorni la capitaneria di porto di Livorno abbia inviato bollettini e segnalazioni ai Comuni rivieraschi interessati. Precisando che: «(...) Chiunque avvistasse i fusti, sia pescherecci che cittadini a riva, ci avverta subito, non li tocchi se sono asciutti...» inoltre il comandante della guarda costiera livornese sottolinea che i fusti «(...) sono nocivi e se non vengono tenuti costantemente bagnati possono infiammarsi (...)»; dalla lettura della stampa emerge poi che non sarebbe ancora chiaro quale sia il livello di pericolosita' del materiale finito in mare. Si tratterebbe di catalizzatori di ossidi di cobalto: barrette piccole e granulose, di solito utilizzate per desolforizzare benzina e gasolio; a seguito di quanto e' accaduto nei confronti dell'armatore proprietario del Grimaldi e' partita una diffida affinche' si impegni a ritrovare e rimuovere dal mare i fusti; risultano poi alcune incongruenze rispetto alla ricostruzione dell'accaduto da parte della Grimaldi Lines. Il comandante del cargo «Venezia», secondo quanto appare dalla stampa, dichiara di essersi accorto di aver perso i semirimorchi solo all'arrivo nel porto di Genova: tale dichiarazione e' in evidente contrasto da quanto risulta dalle strutture di sicurezza dei porti: l'allarme e' infatti stato lanciato subito dopo l'incidente; fonti dell'Arpa Toscana e dell'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, riunitisi, il 30 dicembre 2011, in un tavolo tecnico convocato d'emergenza in prefettura a Livorno a cui hanno partecipato anche Asl, Regione Toscana, Marina militare e i vigili del fuoco; rivelano che: «[...] per fortuna non sono facilmente solvibili in acqua, ma sono soggette ad autocombustione se secche, e comunque sono effettivamente tossiche per la fauna marina...»; le sopraddette rassicurazioni, peraltro sommarie, non risultano all'interrogante del tutto insufficienti sia per la vaghezza dei resoconti da parte delle autorita' competenti sia per i ritardi nel recupero del pericoloso materiale disperso in mare dopo quasi un mese dall'incidente. A tal proposito molte associazioni e forze politiche locali hanno indetto per l'8 gennaio 2012 una manifestazione di protesta. In particolare Legambiente Arcipelago Toscano ha chiesto al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di impegnarsi fortemente nella ricerca e nella difficile azione di recupero dei fusti che potrebbero essersi inabissati fra l'isola di Gorgona e il banco di Santa Lucia, in un punto dove i fondali arrivano fino a 400 metri di profondita' -: quali iniziative urgenti intendano mettere in atto per l'immediata individuazione e il conseguente recupero dei fusti tossici onde escludere definitivamente qualsiasi rischio per la salute dei cittadini e dell'ambiente e in quale modo si intenda assicurare alle autorita' competenti, viste anche le possibili difficolta' tecniche causate dalle grandi profondita', le risorse necessarie per recuperare i fusti tossici cosi' come avvenuto in altre situazioni sospette; se intendano urgentemente informare i cittadini su quali siano realmente le sostanze solide inorganiche autoriscaldanti disperse in mare, visto che le uniche notizie al riguardo provengono dagli organi di stampa, che riportano la sigla Un 3191 (cioe' solidi inorganici autoriscaldanti tossici e materiali soggetti ad accensione spontanea), e il codice International goods Imdg 4.2 (che corrisponde alla classe materie soggette ad accensione spontanea dell'International maritime organization, che comprende anche il catalizzatore CoMo, una sostanza pericolosa anche dopo rigenerazione o riattivazione, che viene segnalato come presente nel carico finito in mare ma che rientra nella sigla di pericolosita' Un 3190, gruppo II); se intendano immediatamente accertare la dinamica e le responsabilita' dell'incidente e determinare l'impatto di questo ennesimo inquinamento marino in modo da impedire che esso abbia gravi ripercussioni sull'area marina protetta, sulle coste della Toscana continentale e sulla fauna marina che il Parco nazionale dell'arcipelago toscano e il Santuario Pelagos dovrebbero proteggere. (4-14436)