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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XVI Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14487 presentata da SCILIPOTI DOMENICO (POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, LA DISCUSSIONE)) in data 20120116

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-14487 presentata da DOMENICO SCILIPOTI lunedi' 16 gennaio 2012, seduta n.570 SCILIPOTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: con decreto-legge 138 del 13 agosto 2011 e successive modifiche della legge del 14 settembre 2011 n. 14 e' stata prevista la revisione dell'assetto territoriale degli uffici giudiziari; tale ridefinizione delle circoscrizioni giudiziarie, prevedendo la chiusura o l'accorpamento dei cosiddetti «tribunali minori» ovvero dei tribunali non aventi sedi nei capoluoghi di provincia, potrebbe determinare la soppressione di svariati tribunali italiani non capoluogo di regione quale quello del tribunale di Avezzano, efficiente presidio giudiziario sin dall'anno 1862, anno della sua istituzione; sebbene il tribunale di Avezzano possegga tutti i requisiti per continuare a svolgere le proprie funzioni, la paventata ipotesi di chiusura appare gradualmente concretizzarsi come puo' desumersi dal mancato inserimento dello stesso tribunale tra le sedi messe a concorso per i magistrati onorari di tribunale dell'ultimo concorso, nonostante la carenza di organico; a fronte dei «numeri» del tribunale di Avezzano non solo non si sta provvedendo al ripristino dell'organico mancante, al fine di consentirne il corretto funzionamento a fronte di una notevole mole di lavoro ma, altresi', risulta pressoche' evidente il pericolo imminente di una sua prossima abolizione; l'eventuale soppressione di detto tribunale comporterebbe ripercussioni negative e conseguenze irreparabili su piu' fronti. I dati del tribunale di Avezzano non lasciano spazio ne' margini alla possibilita' di una chiusura o accorpamento dello stesso, sia presso sedi di tribunale capoluogo di provincia e sia presso similari sedi limitrofe. A tal proposito occorre infatti rilevare che in base al parametro della superficie del relativo circondario, tale presidio giudiziario, con una superficie di 1.795,58 chilometri quadrati risulta essere il secondo tribunale in Abruzzo dopo quello di Teramo nonche' primo in assoluto nella provincia di L'Aquila. Tralasciando in tale sede i dati relativi alla conformazione territoriale ed all'assetto infrastrutturale del bacino di utenza del tribunale di Avezzano, appare necessario effettuare prioritariamente brevi cenni relativi alla tipologia di criminalita' presente nel territorio del circondario al fine dimostrare come l'eventuale abolizione del presidio andrebbe ad incidere negativamente su un territorio gia' particolarmente complesso ove, a partire dagli anni novanta si sono registrate pesanti infiltrazioni da parte della criminalita' organizzata nelle sue diverse tipologie e forme. Basti pensare ai numerosi beni sequestrati e confiscati nel territorio marsicano a diversi clan ed esponenti legati alla criminalita' organizzata ed ancora al riciclaggio di denaro nei settori produttivi, commerciali e finanziari o ancora il controllo del mercato ortofrutticolo (alveo del Fucino) e del traffico di droga. Ebbene, ci si chiede come si possa combattere contro tali fenomeni senza gli strumenti adeguati. Non si comprende come si potranno affrontare tali ed altri allarmanti problemi senza un procura della Repubblica efficiente quale e' quella attuale; accanto a questioni relative alla salvaguardia della legalita' ed alla repressione delle diverse forme di criminalita' esistenti sul territorio del circondario del tribunale di Avezzano, tale presidio assume rilevanza fondamentale anche con riferimento al numero ed alla mole dei carichi di lavoro, sia in sede civile che penale e cio' anche in considerazione del numero di abitanti residenti nel circondario che vede il tribunale di Avezzano al quarto posto in Abruzzo, dopo quelli di Pescara, Chieti e Teramo; alla luce dei parametri indicati dall'articolo 1 della legge 14 settembre 2011 n. 148 per la revisione delle circoscrizioni giudiziarie, il tribunale di Avezzano non puo' essere ricompreso tra quelli destinati alla chiusura. Facendo riferimento a criteri quali quello della domanda di giustizia, dei carichi di lavoro, delle realta' sociali ed economiche presenti sul territorio marsicano e della criminalita' diffusa si puo' cogliere e comprendere l'importanza e la necessita' non solo di mantenere in vita l'organo giudicante ed il relativo organo inquirente avezzanese-marsicano ma, altresi', di potenziarne e rafforzarne l'attuale funzionamento; gli interessi generali dei cittadini marsicani ed il bisogno di legalita' della collettivita' non possono essere sacrificati in nome di una revisione della geografia giudiziaria volta unicamente alla razionalizzazione della spesa pubblica. Riorganizzare la macchina giudiziaria non significa chiudere i tribunali e privare la collettivita' di quei presidi di legalita' che fino ad oggi hanno tutelato i loro diritti ma significa, piuttosto, avviare un processo di riforma della magistratura, dei processi e degli stessi uffici giudiziari. Una riforma finalizzata all'efficienza ed altresi' all'economicita' della giustizia ed in particolare dei relativi uffici non puo' essere effettuata mediante la mera soppressione dei tribunali, ma necessita di esami approfonditi che tengano conto non soltanto di dati numerici ma anche di analisi qualitative in merito ai servizi offerti all'utente. Ebbene, i dati del tribunale di Avezzano, sia quelli ricavati mediante un approccio prettamente quantitativo, sia quelli inerenti al profilo qualitativo, dimostrano come il circondario non possa essere privato di tale presidio e come sia doveroso salvaguardarlo; l'eventuale soppressione del tribunale avezzanese, oltre che prospettarsi dannosa, potrebbe addirittura rivelarsi inutile e controproducente. Le conseguenze dannose, oltre a ricadere sull'economia generale del circondario, si riverberebbero inevitabilmente anche sulla sicurezza pubblica: la repressione e la lotta contro le diverse forme di criminalita' presenti su un territorio vasto e complesso come quello del circondario del tribunale di Avezzano necessitano di un ufficio inquirente che conosca il luogo e che dunque sappia condurre le apposite indagini efficacemente. A cio' occorre aggiungere che la chiusura di questo importante presidio di legalita' potrebbe incentivare la commissione di reati ed, ancor piu', potrebbe rendere il territorio ulteriormente appetibile per gli affari «sporchi» della criminalita' organizzata. Quanto all'inutilita' dell'eventuale soppressione del tribunale, la stessa viene in rilievo con riferimento al carico di lavoro e con riferimento alla domanda di giustizia del tribunale stesso. Certamente il numero di procedimenti non subira' una riduzione per il semplice fatto che l'organo giudicante venga trasferito in altro luogo (L'Aquila). Rimanendo pertanto intatto il carico di lavoro, ci si chiede quale altra struttura sia in grado di accollarsi, oltre ai nuovi procedimenti, anche le pendenze del tribunale avezzanese e di assicurare che i procedimenti si concludano entro tempi ragionevoli. La questione, pertanto, attiene anche ad un profilo strettamente pratico: non sussiste, infatti, alcuna struttura, o meglio, nessun Tribunale abruzzese, entro il quale accorpare il lavoro fino ad ora svolto costantemente ed efficacemente, nonostante una lieve carenza di organico, dal tribunale di Avezzano. A tal riguardo, tenendo anche in considerazione lo status in cui versa il tribunale dell'Aquila attualmente in ristrutturazione e posto provvisoriamente presso la sede di «Bazzano», tale trasferimento mal si attanaglierebbe con le esigenze normative sopra richiamate -: se i Ministri interrogati intendano effettuare un'analisi urgente e completa dei dati del tribunale di Avezzano al fine di prendere coscienza della necessita' di mantenere operativo il citato presidio, attraverso misure e iniziative, anche normative, di competenza e, consequenzialmente, di potenziarlo assumendo ogni iniziativa di competenza per favorire l'invio dei cosiddetti magistrati onorari di tribunale colmando la mancanza del relativo organico, il tutto anche in considerazione della circostanza che in detto presidio giudiziario i liberi professionisti iscritti al relativo albo sono in sciopero dal 16 settembre 2011 e per un breve periodo di tempo il tribunale e' risultato anche occupato dagli avvocati del citato foro, con mobilitazione generale sia della popolazione che delle relative categorie professionali. (4-14487)

 
Cronologia
venerdì 13 gennaio
  • Politica, cultura e società

    L'agenzia Standard & Poor's taglia nuovamente il rating di affidabilità dell'Italia, che passa da A a BBB+.



giovedì 26 gennaio
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva, con 469 voti favorevoli, 74 contrari e 5 astenuti, l'articolo unico del d.d.l. di conversione del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216 recante proroga dei termini previsti da disposizioni legislative (C.4865), sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.