Documenti ed Atti
XVI Legislatura della repubblica italiana
INTERPELLANZA 2/01369 presentata da GIANNI PIPPO (POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, LA DISCUSSIONE)) in data 20120221
Atto Camera Interpellanza 2-01369 presentata da PIPPO GIANNI martedi' 21 febbraio 2012, seduta n.589 Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che: le banche italiane hanno preso in prestito dalla Banca centrale europea, al tasso dell'uno percento, 116 miliardi di euro, oltre un quarto dei 489 erogati da Francoforte nell'asta straordinaria di dicembre 2011; si tratta di un'iniezione di liquidita' che dovrebbe mettere al riparo dalle prossime tempeste monetarie i 523 istituti europei che ne hanno beneficiato; la speranza che una tale iniezione di liquidita' servisse, a sua volta, ad allargare la forte stretta creditizia in atto da piu' di un anno, dando cosi' un po' di ossigeno soprattutto alle nostre piccole e medie imprese e' stata subito smentita; lo stesso Ignazio Visco, direttore della Banca d'Italia in una intervista alla CNN ha ammesso, seppure con il linguaggio diplomatico proprio del ruolo che ricopre, che «il rischio di una sostanziale difficolta' del credito potrebbe esserci nel finanziare l'economia reale» (La Repubblica 28 gennaio 2012); le notizie che si ricavano dalla stampa e dagli addetti al settore dicono che la maggior parte dei fondi delle banche sono riversati nell'acquisto di obbligazioni del debito pubblico soprattutto italiano che come e' noto possono rendere fino al 7 per cento; in questo modo le banche, di fatto, si arricchiscono ma non si contribuisce certo a rilanciare lo sviluppo e l'occupazione e le attivita' continuano a chiudere con tutte le conseguenze del caso; a questo impiego del denaro per la raccolta di titoli pubblici le banche sono state del resto «invitate» dallo stesso Presidente della Banca centrale europea Mario Draghi quando ha detto che le banche devono sostenere le obbligazioni statali con i nuovi fondi anche perche' Banca centrale europea non puo' sostenerli all'infinito (Il fatto quotidiano 21 dicembre 2011); tutto questo accade mentre le piccole e medie aziende non riescono piu' ad ottenere credito dalle banche e devono pagare anche crediti modestissimi con sempre piu' pesanti fidejussioni ed ipoteche; gran parte delle piccole e medie imprese, che, come e' noto, costituiscono oltre il 90 per cento dell'economia reale del Paese, non riesce piu' ad ottenere liquidita' nemmeno per pagare i fornitori, l'IVA, i contributi, e gli stessi dipendenti ed e' quindi sulla strada che porta in breve termine alla Chiusura Certa; nel frattempo mentre le banche portano avanti tali operazioni speculative, con un prestito all'1 per cento, le piccole e medie imprese finanziano le banche con i loro debiti che hanno un tasso di interesse a due cifre con uno spread ancora piu' drammatico, e impossibile da sostenere, di quello che appare sui giornali tutti i giorni ma di cui nessuno parla, soprattutto i grandi giornali che fanno capo alle grandi banche; anche laddove l'economia rimane piu' dinamica o meno comatosa come nel Nord-est due terzi delle imprese si rivolgono ormai alle banche per ragioni di cassa; nonostante cio' il 52 per cento delle aziende vorrebbe ancora che fossero dati fondi per investimenti, per l'innovazione e per affrontare meglio: i vecchi e soprattutto i nuovi mercati (I Group 29 gennaio 2012); e' facilmente dimostrabile che se, i quasi 120 miliardi di euro che sono stati di fatto «regalati» alle banche fossero stati destinati, al contrario, all'economia reale, attraverso il finanziamento alle imprese, si sarebbe potuto dare un contributo concreto allo sviluppo e all'occupazione nel Paese; se, infatti, le banche avessero destinato questi 120 miliardi di euro a finanziamenti a interessi moderati, ottenibili con sistemi semplificati entro 30 giorni al massimo, e rimborsabili con un minimo di cinque anni, in basi a semplici calcoli, si sarebbe potuto finanziare e rilanciare 3 milioni di aziende; si riporta a titolo di esempio, una ricostruzione sulla possibile distribuzione dei 120 miliardi di euro in base ai dipendenti, per tre milioni di aziende: n. Dipendenti per azienda n. Aziende Finanziamenti per Azienda Totale Finanziamento Da 1 a 3 dipendenti 1.5000.000 12.000,00 euro/cad. Az. 18 miliardi di euro Da 3 a 8 dipendenti 1.000.000 24.000,00 euro/cad. Az. 24 miliardi di euro Da 9 a 15 dipendenti 200.000 50.000,00 euro/cad. Az. 10 miliardi di euro Da 16 a 25 dipendenti 100.000 100.000,00 euro/cad. Az. 10 miliardi di euro Da 26 a 90 dipendenti 100.000 250.000,00 euro/cad. Az. 25 miliardi di euro Da 91 a 150 dipendenti 66.000 500.000,00 euro/cad. Az. 33 miliardi di euro Totali: oltre 10 milioni di dipendenti 2.966.000 Az. 120 miliardi di euro questi semplici calcoli, anche se in maniera approssimativa, dimostrano che se ci fosse la volonta' politica, si potrebbero fare scelte coraggiose nell'interesse generale del Paese, rilanciando lo sviluppo in maniera decisa -: se il governo intenda, stante il ritardo oggettivo nei provvedimenti tesi al rilancio dello sviluppo e dell'occupazione, assumere iniziative normative urgenti affinche' le banche siano tenute a finanziare, con una quota maggioritaria dei prestiti ottenuti dalla Banca centrale europea, le imprese attraverso mutui a tassi agevolati; se non si ritenga necessario, in ogni caso o in alternativa, assumere iniziative d'intesa con i partner europei, affinche' la Banca centrale europea predisponga un ulteriore e consistente prestito, alle medesime condizioni, per le banche europee, con la clausola, in tal caso, che tali fondi siano destinati esclusivamente a finanziare le imprese e di conseguenza lo sviluppo attraverso mutui a tassi agevolati agli artigiani e alle piccole e medie imprese. (2-01369) «Gianni».