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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XVI Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06232 presentata da MATTESINI DONELLA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20120222

Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-06232 presentata da DONELLA MATTESINI mercoledi' 22 febbraio 2012, seduta n.590 MATTESINI, AMICI, CODURELLI, BELLANOVA, SCHIRRU, MOSCA, GATTI, MADIA, RAMPI, MIGLIOLI, GNECCHI, MARCHIONI e MOTTA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che: da notizie di stampa e dal sito dell'Associazione «Errori di stampa» si apprende di un «contratto di consulenza» Rai che al punto 10 recita: «Nel caso di sua malattia, infortunio, gravidanza, cause di forza maggiore od altre cause di impedimento insorte durante l'esecuzione del contratto, Ella dovra' darcene tempestiva comunicazione. Resta inteso che, qualora per tali fatti ella non adempia alle prestazioni convenute, fermo restando il diritto della RAI di utilizzare le prestazioni gia' acquisite, le saranno dedotti i compensi relativi alle prestazioni non effettuate.» E prosegue: «Comunque, ove i fatti richiamati impedissero a nostro parere, il regolare e continuativo adempimento delle obbligazioni convenute nella presente, quest'ultima potra' essere da noi risoluta di diritto, senza alcun compenso od indennizzo a suo favore»; la clausola va a ledere, a giudizio degli interroganti, l'articolo 3 della Costituzione italiana, il quale tutela l'eguaglianza dei cittadini e la loro pari dignita' sociale senza distinzione di sesso, di razza o condizioni personali e sociali e afferma che e' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese; la clausola suddetta afferma in modo nitido che una donna in gravidanza non ha diritto al compenso per le prestazioni lavorative che non ha effettuato e che non puo' chiedere un indennizzo per il periodo di gestazione, in quanto la RAI potra' valutare l'incidenza della gravidanza sulla produttivita' della lavoratrice e, se questa ne risultasse compromessa, si riserva sostanzialmente di risolvere il contratto; tale clausola, ad avviso degli interroganti retrograda, di dubbia legittimita' ed umiliante, perche' avere un figlio dovrebbe significare la rinuncia al posto di lavoro potrebbe servire, fatto ancor piu' grave, anche da deterrente; anche se finora nessun caso di licenziamento per gravidanza e' stato effettuato, cosi' come si rileva anche dalle dichiarazioni della direttrice generale della RAI, Lorenza Lei, tale contratto e' stato sottoposto alla firma di molte giornaliste che lo hanno dovuto sottoscrivere; tale clausola svela la natura subordinata del rapporto di lavoro -: se il Governo intenda assumere ogni iniziativa di competenza affinche' sia cancellata da tutti i contratti della RAI l'insopportabile «clausola gravidanza». (5-06232)

 
Cronologia
martedì 21 febbraio
  • Politica estera ed eventi internazionali
    I ministri finanziari dell’area dell’euro stabiliscono le basi del secondo pacchetto di aiuti alla Grecia: un monitoraggio in loco più capillare da parte della Commissione europea, la costituzione di un conto bloccato, la ristrutturazione del debito del settore privato e un’ulteriore riduzione retroattiva dei tassi di interesse dello strumento di prestito a favore del Paese. I governi degli Stati membri le cui banche centrali detengono al momento titoli di Stato greci nei portafogli di investimento si impegnano a trasferire alla Grecia un importo pari al futuro reddito che ne deriverà fino al 2020.

giovedì 23 febbraio
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva, con 336 voti favorevoli, 61 contrari e 13 astenuti, l'articolo unico del d.d.l. di conversione del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216 recante proroga dei termini previsti da disposizioni legislative e differimento di termini relativi all'esercizio di deleghe legislative (C. 4865-B), sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.